Se al corteo milanese del 25 aprile qualcuno verrà fischiato o contestato, per favore non facciamo gli scandalizzati. Meglio dircelo subito. E dovrebbero accettarlo anzitutto quanti in questi giorni e ore, tirando per la giacchetta le parole del Presidente Napolitano, invocano la “festa di tutti” per svuotare di ogni contenuto l’anniversario della Liberazione e conquistare un palcoscenico per loro stessi.
Il 25 aprile non è il ferragosto. È il giorno in cui si ricorda l’atto di nascita della nostra repubblica democratica, poi codificata nella Costituzione. Ed è il giorno in cui si rende omaggio agli artefici della liberazione, rigenerando la memoria dei loro sacrifici. Gli uomini e le donne della Resistenza prima di tutto, i militari che dopo l’8 settembre combatterono i nazisti, coloro che furono deportati, torturati, assassinati e tutti quelli che si opposero al fascismo e al nazismo.
Non occorrono patenti o determinate militanze politiche per essere a casa propria nel corteo del 25 aprile. Ma occorre una scelta di campo, cioè un’adesione ai principi e ai valori dell’antifascismo, questo sì. Quanti pensano che partigiani e repubblichini, antifascisti e fascisti siano cose equivalenti e quanti fomentano oggi un nuovo razzismo o considerano perfettamente normale che Milano ospiti raduni di nazifascisti e di negazionisti, farebbero meglio a non venire al corteo. Non perché lo diciamo noi o qualcun altro, ma per semplice coerenza loro.
Se invece vogliono venire lo stesso, per farsi fotografare e intervistare o perché pensano che sia giunto il momento di archiviare l’antifascismo, si accomodino pure, ma non pretendano applausi. E noi non diremo di certo a nessuno di non fischiarli.
Ben detto! In questo mondo di ipocriti, finti democratici, vale la pena di dire le cose come stanno: il 25 aprile è la festa di tutti quelli che credono che la liberazione abbia una precisa verità storica. I partigiani e quelli che hanno lottato e patito per sconfiggere fascisti e nazisti non sono uguali a chi è morto per difendere il fascismo e il nazismo. Allora e oggi. La democrazia è un diritto-dovere che ci appartiene perchè qualcuno ce l'ha consegna e va difesa OGNI GIORNO!
Sono d'accordo che bisogna festeggiare la liberazione dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista così come hai ragione di rivendicare che nessuno si deve meravigliare degli eventuali fischi agli improvvisati "liberatori". Troppi si sono fatti scudo dell'anniversario per far entrare dalla finestra l'assioma che italiani gli uni (i partigiani) ed italiani gli altri (i repubblichini) per poi confondere le idee sulle dinamiche storiche che hanno spinto alla Resistenza molte valide persone. Si tenta con questo di cestinare i veri liberatori dalla dittatura per sostituirli con i tiranni. Ma voglio rammentare a tutti coloro che pensano di aver sopraffatto i valori resistenziali che si sbagliano di grosso. Ma proprio di grosso! W la Costituzione nata dalla Resistenza ed evviva la liberazione!
di
Pierre Robes
(inviato il 24/04/2009 @ 20:02:54)
# 3
Perche' bisogna sempre ricordare molto bene chi combatte' per liberarsi dal fascismo e chi per perpetuarlo.
Chi soffoco' con la violenza tutte le liberta' per oltre 20 anni e chi fu imprigionato, picchiato ed ucciso perche' si opponeva.
Chi piombo' i vagoni che partirono per i campi di concentramento e chi invece era dentro quei vagoni.