Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 18/05/2005, in Lavoro, linkato 3512 volte)
Oggi il Gruppo regionale di Rifondazione Comunista ha incontrato una delegazione della RSU dell’IBM di Vimercate. Al centro della discussione la grave situazione determinatasi a causa dell’annuncio, da parte dell’azienda, di circa 1000 esuberi e della chiusura di attività produttive in Italia e in Lombardia.
Particolarmente grave è il fatto che non ci troviamo di fronte a  una scelta motivata da un calo di vendite sul mercato italiano, bensì esclusivamente dalla ricerca di maggiori margini di profitto. Infatti, non di semplice chiusura di attività si tratta, ma di delocalizzazione in altri paesi, dove i livelli salariali e di tutela dei diritti dei lavoratori sono più esigui. Il centro di calcolo dell’IBM di Vimercate, secondo i piani dell’azienda, verrebbe così trasferito a Brno, nella Repubblica Ceca.
A tutto ciò si aggiunge che l’IBM Italia rifiuta ogni confronto e trattativa con le rappresentanze sindacali e con le istituzioni locali, a partire dal Comune di Vimercate e la Provincia di Milano, limitandosi a “comunicazioni” e altri atti unilaterali. Riteniamo inaccettabile nel metodo e nel merito il comportamento di IBM Italia, che mette a repentaglio un importante insediamento produttivo della nostra regione, dove sono impiegati oltre 4000 dipendenti.
Esprimiamo pertanto totale solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici dell’IBM e sosteniamo la mobilitazione del 23 maggio, l’IBM Action Day, che vedrà coinvolti i dipendenti del gruppo transnazionale a livello internazionale.
Chiediamo che tutti i Gruppi consiliari e la Giunta regionale prendano chiaramente posizione e pretendano dall’IBM l’apertura di un confronto e la rinuncia ad ogni azione unilaterale.
 
Comunicato stampa di Mario Agostinelli, Luciano Muhlbauer e Osvaldo Squassina
 
 
Esprimo massima solidarietà al SULT e, in particolare, ai suoi due segretari nazionali, Andrea Cavola e Paolo Maras, da oggi in sciopero della fame per affermare il rispetto del diritto di sciopero.
Il diritto di sciopero è garantito in Italia dalle disposizioni costituzionali. Tuttavia l’impianto legislativo oggi esistente in tutto il settore dei servizi, cioè la legge 146, piuttosto che regolamentarne l’esercizio, rappresenta in realtà una vera e propria limitazione, cioè un impedimento. A ciò si aggiunga che la Commissione di Garanzia, istituita dalla stessa legge, si è arrogata nel tempo una sorta di podestà normativa de facto, che la colloca al confine delle sue stesse funzioni istituzionali e che ne fa un organismo di parte, praticamente un tribunale speciale sempre schierato contro i lavoratori e le organizzazioni sindacali.
I lavoratori dei trasporti sono oggi le principali vittime di una legge e di una prassi che si basa sulla filosofia della criminalizzazione del conflitto sociale, assunto non come opportunità di progresso sociale e civile, bensì come un problema da reprimere. Come se il diritto alla mobilità dei cittadini non fosse messo a repentaglio dalle politiche di smantellamento dei sistemi di trasporto pubblico, ma dalle rivendicazioni dei lavoratori. Ed ecco che i lavoratori che si battono per la difesa dell’occupazione, dei diritti e del salario sono costretti a diventare “selvaggi”, esposti a sanzioni di ogni tipo. Così era successo agli autoferrotranvieri e così sta succedendo ora ai lavoratori del Sult.
La legge antisciopero 146 e le pratiche punitive e repressive della Commissione di Garanzia e del Ministero dei Trasporti vanno messe in discussione. Si tratta di una questione che non riguarda soltanto qualche sindacato, come il Sult, colpevole unicamente di fare il proprio mestiere di sindacato dei lavoratori, ma riguarda l’insieme del movimento sindacale e delle forze politiche della sinistra. Ecco perché lo sciopero della fame di Cavola e Maras non deve essere semplicemente occasione per una rituale solidarietà, bensì di una iniziativa politica tesa a ristabilire il rispetto di un diritto elementare ed irrinunciabile, come quello del diritto di sciopero.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
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