Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 29/09/2014, in Movimenti, linkato 1141 volte)
Zam è stato di nuovo sgomberato e quindi i ragazzi e le ragazze saranno costretti a nuove migrazioni prima di trovare casa. Le forze dell’ordine, in base alla decisione assunta in tempo record ieri in Prefettura dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, si sono presentate stamattina all’ex Spazio Forma, in piazza Tito Lucrezio Caro, che era stato occupato sabato pomeriggio. Nessuno si è fatto male e non ci sono stati fermi. Insomma, come si suol dire in questi casi, è stata una “cosa tranquilla”.
Peraltro, che sarebbe stato difficile rimanere lì era emerso già nella serata di sabato, allorquando da parte dell’Atm, proprietario dello stabile, erano state avanzate una serie di preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza in relazione all’adiacente deposito e ai suoi impianti elettrici. Forse l’azienda ha esagerato un po’ con le preoccupazioni, ma poiché la sicurezza delle persone e dei lavoratori è una cosa serissima e per fortuna i giovani di Zam e della Rete Studenti la considerano tale, gli occupanti avevano comunicato immediatamente a Atm la massima disponibilità a collaborare su questo punto.
Comunque sia, poi è intervenuta la decisione della Prefettura e il resto è cronaca di oggi. Rimane però aperta più che mai la questione di fondo, cioè il rapporto della città con i suoi spazi sociali autogestiti. Ormai, a fare i conteggi del numero degli sgomberi dal 2011 a oggi non sono più i soli centri sociali, ma anche una potenza come il Corriere della Sera, che stamattina titola nella sua edizione cartacea “Centri sociali, il Comune sfida gli antagonisti”, aggiungendo poi la mappa e il numero di 22 (titolo peraltro ribadito oggi on line nella notizia a sgombero avvenuto). Il titolo è un’evidente forzatura e un’operazione un po’  maliziosa, ma testimonia il fatto che c’è interesse a soffiare sul fuoco e voglia di tirare per la giacchetta. Attenzione dunque. E questo vale per tutti.
Infine, Zam si rifarà vivo presto, ne sono certo, per il semplice motivo che è fatto di persone che non spariscono. E auspico che torni per restare.
 
Luciano Muhlbauer
 
 
A pochi giorni dalla breve occupazione dello spazio Forma, ieri sera Zam è tornato, occupando uno stabile vuoto da quattro anni in zona Chiesa Rossa. Si trova in via Sant’Abbondio 10. Una volta ospitava la polizia locale della zona e ora fa parte di un fondo immobiliare gestito dalla banca Bnp Paribas.
Da questa mattina, invece, c’è anche lo Spazio Occupato Indipendente Mendel, S.O.Y. Mendel in breve. Si tratta di una new entry, un’occupazione nuova di zecca e si trova nel quartiere Baggio, in via Cancano 5. Lo stabile occupato è di proprietà privata e abbandonato da molti anni. Si tratta di un’occupazione dalla forte connotazione territoriale e antifascista: non solo lo spazio è stato intitolato al partigiano Mendel, ma nella loro dichiarazione degli intenti gli occupanti dichiarano che tra i loro obiettivi principali c’è anche il contrasto dell’attività di infiltrazione che i gruppi neofascisti e neonazisti stanno praticando nei quartieri popolari di Milano.
Ora vediamo cosa succederà, se gli spazi resisteranno nel tempo oppure no. Comunque sia, il fatto che molti giovani attivisti si diano da fare e che non si arrendano alla rassegnazione è un buon segno per la nostra città. E che ci sia attenzione particolare alle periferie e ai quartieri popolari anche, specie oggi.
 
Qui trovate il testo di presentazione di ZAM 5.0:
 
E qui si presenta S.O.Y. Mendel:
 
Luciano Muhlbauer
 
 
A Milano sarà una settimana di mobilitazioni. Mercoledì 8 ottobre, quando in città si riuniranno i capi di Stato e di governo europei per un vertice sul lavoro, ci sarà lo sciopero della Fiom, un corteo che alle 9.30 partirà da piazzale Lotto e un presidio in piazza Türr. Venerdì 10 toccherà poi agli studenti e sabato 11 ci sarà il corteo promosso dalla Rete Attitudine NoExpo.
Lavoro, precarietà, diritti, scuola pubblica, grandi opere e grandi eventi. Insomma, tutti i temi centrali di questa fase saranno in qualche modo sul piatto e oggetto di iniziativa sociale e politica. Sarà dunque una settimana da tenere d’occhio, per capire che aria tira in città in questo autunno, se prevarrà ancora la passività oppure se ci saranno segni di risveglio. Ma sarà anche una settimana da riempire con la nostra partecipazione, poiché la passività non si vince stando alla finestra, ma questo lo sapevate già.
 
Andiamo con ordine però. Mercoledì 8 ottobre, nel MiCo Conference Centre a Fieramilanocity, si terrà finalmente quella conferenza dell’Unione europea che era stata più volte annunciata e poi spostata. Ma ora ci siamo ed è il momento che Renzi intende utilizzare per esibire il Jobs Act, cioè la determinazione del governo italiano di fare i suoi compiti, di demolire quello che resta dei diritti dei lavoratori e di fare a pezzi l’idea stessa di sindacato come organizzazione autonoma e indipendente dei lavoratori. Non si tratta dunque di una mera questione di articolo 18 (del quale abbiamo parlato nel nostro recente articolo), bensì della questione di fondo, cioè del modello sociale.
La prima ad annunciare una mobilitazione in occasione del summit è stata la Fiom, che per l’8 ottobre ha promosso lo sciopero dei metalmeccanici su tutto il territorio della provincia di Milano e lanciato una manifestazione di piazza, con appuntamento alle ore 9.30 in piazzale Lotto. Per info vedi anche il sito della Fiom Milano.
Al corteo non parteciperanno soltanto i metalmeccanici, ma ci saranno anche studenti, precari e diverse realtà di movimento (vedi appello L'8 Ottobre in piazza contro l'Europa dell'austerità). 
Inoltre, Cub, Usb e altri sindacati di base hanno lanciato un presidio in piazza Stefano Türr, che durerà dalle ore 9.00 alle 16.00.
 
Venerdì 10 ottobre scenderanno poi in piazza gli studenti medi e universitari, nel quadro di una mobilitazione nazionale decisa da tempo. Al centro, ovviamente, la difesa e il rilancio della scuola pubblica, ma a questo punto anche il dissenso rispetto al progetto renziano della “Buona Scuola” (vedi anche il nostro articolo La scuola di Renzi non è uguale per tutti). L’appuntamento milanese è alle ore 9.30 in piazza Cairoli.
Parteciperanno alla mobilitazione praticamente tutte le componenti del movimento studentesco milanese, dall'Uds ai collettivi. Vedi anche l’appello unitario Un’altra volta, un’altra onda lanciato da Uds, Rete Studenti Milano, Casc, Dillinger Unimi, Collettivo Bicocca, Link.
 
L’11 e il 12 ottobre ci sarà infine la due giorni promossa dalla Rete Attitudine NoExpo, che prevede un corteo sabato 11 ottobre, alle ore 15.00 in piazza Duca d’Aosta, un’assemblea domenica in tarda mattinata al Parco Pertini e un incontro il pomeriggio alla Ri-Maflow di Trezzano s/N.
Il corteo è stato promosso da un appello che puoi trovare qui, mentre l’evento facebook lo trovi qui www.facebook.com/events/684863571596877/
 
Ci vediamo in settimana e in piazza!
 
Luciano Muhlbauer
 
“Vivos se los llevaron y vivos los queremos” (vivi li hanno presi, vivi li rivogliamo) si grida oggi in Messico nelle crescenti proteste per i 43 studenti della Escuela normal rural di Ayotzinapa, sequestrati il 26 settembre scorso dalla polizia di Iguala, stato del Guerrero, mentre si recavano a una manifestazione. Da allora di loro non si sa più nulla, sono desaparecidos, “scomparsi”.
“Vivos se los llevaron y vivos los queremos” era riecheggiato innumerevoli volte nelle piazze dell’America Latina, ovunque ci fossero dei desaparecidos, cioè degli oppositori politici e attivisti sociali fatti “scomparire”, per poi finire quasi sempre torturarti e ammazzati. Dalle nostre parti però, quando sentiamo la parola desaparecido, difficilmente pensiamo al Messico di oggi, ma piuttosto ci immaginiamo gli anni 70-80 e paesi come il Cile e l’Argentina, El Salvador e il Guatemala.
Eppure, anche in Messico, sebbene questo paese non abbia vissuto la tragedia della dittatura militare, i desaparecidos e le esecuzioni extragiudiziarie ci sono sempre stati, per lo più nelle zone rurali. In tempi recenti, poi, si è aggiunto anche il crescente potere delle organizzazioni dei narcotrafficanti, i cui gruppi paramilitari agiscono protetti spesso dai legami con settori della polizia e con il corrotto potere politico. Non è un caso, infatti, che nel caso della “scomparsa” dei 43 studenti l’ipotesi più accreditata sostenga che la polizia abbia consegnato i sequestrati a una banda di narcos (per una cronaca dei fatti vedi l’articolo su liberainformazione).
Il caso dei 43 studenti, per infame e enorme che sia, non può dunque essere definito un inedito. Ma è stato il caso che ha generato una reazione in tutto il Messico. Da due mesi c’è una crescente mobilitazione popolare che chiede verità e giustizia, che dice basta e che mette sul banco degli accusati l’insieme del sistema di potere che domina in Messico.
 
La mobilitazione ha anche oltrepassato i confini del Messico: il 20 novembre scorso c’è stata una prima Giornata globale di azione, con mobilitazioni in diversi paesi. Per ora l’Italia non ha brillato per partecipazione e il 20 ci sono state soltanto piccole iniziative, costruite grazie al prezioso impegno di alcuni realtà più sensibili, come nel caso del presidio a Milano.
 
Ma importante è non fermarsi e così, il 26 novembre, a due mesi esatti dal sequestro e alla “scomparsa” dei 43 , è prevista una nuova mobilitazione, che stavolta qui da noi vede anche l’impegno di Libera e della Rete della Conoscenza. L’appuntamento milanese è mercoledì 26 novembre, dalle ore 16.00 al Consolato del Messico, in C.so Giacomo Matteotti 1 (MM San Babila).
Per info e aggiornamenti consultate la pagina web di LatoB e l’evento facebook.
E se potete, partecipate!
 
Luciano Muhlbauer
 
 
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