Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Al di là di quello che accerterà o meno la magistratura, risulta evidente che l’arresto dell’Assessore Prosperini apre definitivamente una questione morale grande come una casa, figlia di 15 anni di occupazione continua del potere e di conseguente commistione tra affari pubblici e privati. Proprio per questo e per la gravità delle accuse e dei riscontri mostrati dal Gip, vi è una improrogabile necessità di parole e atti inequivocabili da parte del Presidente della Regione.
E il primo atto urgente e doveroso è la revoca della delega (Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza) a Pier Gianni Prosperini, la sospensione in via cautelare del direttore generale e l’apertura di un’indagine interna.
Ci aspettiamo pertanto che domani il Presidente Formigoni si presenti in Aula consiliare per annunciare questi provvedimenti.
Non vogliamo nemmeno immaginare che si voglia ripetere l’atteggiamento indecoroso e irresponsabile tenuto questa mattina, quando il Presidente era assente dall’Aula, ufficialmente perché doveva inaugurare un reparto di un ospedale, ma in realtà perché teneva una conferenza stampa qualche piano più in sù, criticando la magistratura per l’arresto “non sufficientemente motivato”.
Se invece il centrodestra vorrà replicare l’atteggiamento di oggi, limitandosi ad esprimere solidarietà a Prosperini, ebbene, sia ben chiaro, che nessuno ci chieda più di abbassare i toni.
Riteniamo, infatti, determinante l’atteggiamento che si vorrà assumere sulla vicenda Prosperini, poiché essa è il fedele specchio della confusione tra interesse generale e interesse privato che regna al Pirellone.
Intervenire, sul piano politico, culturale ed amministrativo, per ristabilire moralità e, dunque, separazione tra pubblico e privato, è oggi in Regione Lombardia una priorità assoluta. Non sappiamo se Formigoni abbia la volontà o la possibilità di farlo, visto che siede sulla stessa poltrona da 15 anni e si candida ora per il ventennio, ma sappiamo che non c’è alternativa, a meno che non si voglia che l’istituzione venga sommersa dagli avvisi di garanzia e dalla perdita di credibilità.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Ecco l’ultimo lancio dell’agenzia di stampa Ansa sull’argomento, delle ore 23.20:
(ANSA) - MILANO, 16 DIC - Una mazzetta per la promozione turistica della Lombardia in tv è costata cara a un assessore lombardo e a un editore milanese, che sono finiti in carcere questa sera. Il primo, per ironia della sorte, proprio mentre si trovava in diretta telefonica su un canale televisivo.
Il primo di cui si e' saputo, in serata, è stato l'assessore regionale allo Sport e Turismo della Regione Lombardia, Piergianni Prosperini, accusato di turbativa d'asta e corruzione nell'ambito di un'inchiesta dei pm milanesi Alfredo Robledo e Paolo Storari su una serie di appalti. Poco dopo si sono diffuse le prime notizie sul coinvolgimento di Raimondo Lagostena, il patron del gruppo Profit titolare dei marchi Odeon Tv e Telereporter. In carcere e' finto anche Massimo Saini, della Publicis, una societa' di consulenza di comunicazione.
L'inchiesta, condotta dai militari della Guardia di Finanza, riguarda presunte irregolarità sulla gara d'appalto 2008-2010 per la promozione in tv del turismo in Regione Lombardia. Al centro delle indagini c'e' una presunta tangente di circa 230 mila euro che sarebbe stata versata su conti correnti elvetici intestati a società fiduciarie riconducibili all'assessore Pier
Gianni Prosperini. Come precisa una nota della Gdf, i soldi riguardavano l'assegnazione dell'appalto di servizi del valore di 7,5 milioni di euro per la promozione turistica del
territorio lombardo.
L'operazione nasce da quella relativa alla cosiddetta 'Tangentopoli lariana' condotta dall'ex pm Francesco Prete, ora procuratore delle Repubblica di Vasto, che nel febbraio 2008
aveva portato agli arresti domiciliari il consigliere regionale lombardo di FI, Gianluca Rinaldin. Gli accertamenti condotti dalle fiamme gialle di Milano avevano già portato, quattro mesi dopo, alla notifica di avvisi di garanzia, anche a Prosperini.
Questo nuovo troncone di indagine riguarda l'appalto vinto con una gara ritenuta pilotata, che si e' svolta il 23 maggio 2007, e che riguarda il ''progetto di comunicazione per la
promozione del turismo nella Regione Lombardia'' vinta da Profit e Publicis, la società di comunicazione di Saini. Da quanto appurato, alcuni servizi e prestazioni per la promozione
turistica tramite anche spot in tv e iniziative alla Bit, la fiera che si svolge annualmente a Milano, non sarebbero mai avvenuti benche' fatturati alla Regione. Infatti, oltre alla
corruzione e alla turbativa d'asta, ai tre arrestati e' stata contestata anche la truffa aggravata ai danni di un ente pubblico. La tangente di 230 mila euro, secondo l'ordinanza del gip Ghinetti, che definisce Prosperini ''il dominus dell'attività promozionale regionale in cui spesso appariva personalmente'', sarebbe stata versata a quest'ultimo da
Lagostena estero su estero.
L'operazione delle fiamme gialle e' stata chiamata 'Attrazione fatale'', come il nome del portale di promozione turistica finito nella maglie dell'inchiesta.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, si è detto ''certo'' del fatto che Piergianni Prosperini ''saprà dimostrare la sua estraneità e la sua innocenza, di cui non ho
motivo di dubitare''.''E - aggiunge il governatore - confido che la giustizia, a cui va lasciato compiere il suo corso, saprà arrivare a conclusioni certe in un tempo molto rapido''.
Un momento paradossale si e' vissuto, proprio in tv, quando, con già nota la notizia dell'arresto dell'assessore lombardo, lo stesso esponente politico e' stato raggiunto al cellulare e ha parlato in diretta alla trasmissione tv 'Forte e chiaro' dell'emittente locale Antenna Tre. ''Mi stanno arrestando? Ci sono delle agenzie che lo dicono? - ha detto Prosperini, che era stato invitato in studio per partecipare a un dibattito - Scusa,
non posso parlare, ma ti posso dire che così non è''. Si è capito poi che si trovava nel suo ufficio già alla presenza dei finanzieri.
Le peggiori tradizioni del nostro paese non muoiono mai. E così, ogniqualvolta che le tensioni politiche superano un certo livello, puntuale come un orologio svizzero, arriva qualche bomba. Ed è successo anche oggi, alla Bocconi e Gradisca.
Chiunque si nasconda dietro le sigle che circolano in queste ore, l’unico effetto concreto che provoca è alimentare i progetti politici che puntano alla avventure autoritarie e al restringimento degli spazi di democrazia e libertà.
E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, basta leggere le dichiarazioni gravi, diffamanti, e irresponsabili di De Corato.
Le bombe sono nostre nemiche, sono nemiche di chi pensa alla politica come partecipazione e come conflitto, che nel nostro paese sono stati un motore del progresso civile, sociale e democratico.
Ecco perché occorre che nessuno si nasconda e che le strade e le piazze non si svuotino.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Non abbiamo proposto di abolire il finanziamento regionale alle scuole private, ma soltanto di abrogare gli odiosi privilegi concessi agli istituti privati. Si sarebbero risparmiati, così, circa 30 milioni di euro, da utilizzare in quelle scuole pubbliche dove ormai molti genitori si devono autotassare per poter comprare finanche la carta.
Ma niente da fare, la maggioranza Formigoni-Lega non ha fatto una piega e ha respinto il nostro ordine del giorno, firmato da tutta l’opposizione. Eppure, non abbiamo chiesto altro che introdurre, anche per i contributi agli studenti delle scuole private, gli stessi criteri validi per quelli delle scuole pubbliche - nonché per tutto il resto dei contributi regionali.
Infatti, c’è una vistosa anomalia nel regno di Formigoni. Il “riccometro”, cioè il certificato Isee, normalmente utilizzato per accertare se un cittadino ha diritto a un sostegno pubblico o meno, non è richiesto per le scuole private. Risultato? La maggior parte dei 50 milioni di euro erogati ogni anno alla scuola privata, finisce in tasca a chi non ne avrebbe nemmeno bisogno.
Addirittura, ben 8.713 beneficiari del sussidio regionale chiamato “buono scuola” dichiarano al fisco un reddito annuo tra 85mila e 198mila euro! Altri risultano residenti nelle zone più prestigiose e costose delle nostre città, come Galleria Vittorio Emanuele o via Manzoni, a Milano.
Ci saremmo aspettati che almeno in tempo di crisi e di bilanci ristretti qualcuno dalle parti di Pdl o Lega si chiedesse se non fosse il caso di essere più sobri ed eliminare un po’ di privilegi. Invece niente! Nessuno ha rotto le righe e la maggioranza ha ribadito che le clientele politiche di Formigoni contano più dell’interesse generale. E chi se ne frega di quei genitori che devono autotassarsi per far funzionare la scuola pubblica.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare l’ordine del giorno respinto a maggioranza, con i voti contrari di Lega, Pdl e Udc
La manovra di bilancio 2010, in discussione oggi in Consiglio regionale, fotografa fedelmente l’esaurimento della spinta propulsiva del formigonismo. Un bilancio ordinario, come se niente fosse, e un’afonia impressionante di fronte alla crisi, proprio nel momento più pesante per le attività produttive e per l’occupazione nella nostra regione.
Servono a poco i giochi di prestigio del Presidente, che annuncia miracolosi fondi anticrisi con l’assemblaggio di varie voci di bilancio già esistenti e, soprattutto, degli stanziamenti statali ed europei per gli ammortizzatori sociali in deroga.
La realtà che emerge è invece un’altra: non c’è alcuna politica anticrisi, se non la distribuzione di ammortizzatori sociali, peraltro insufficienti per fare fronte alla crisi sociale. Più di mille parole, vale considerare la miseria stanziata per l’industria e per le piccole e medie imprese: 16 milioni di euro. Cioè, appena più di quello che costa la comunicazione del Presidente.
E, per di più, la stessa cifra del 2009, destinata soprattutto a quei bandi che quest’anno, secondo dichiarazioni dell’Assessorato competente, non sono stati nemmeno utilizzati del tutto dagli imprenditori.
Certo, poi ci sono quei 50 milioni di euro, messi sul tanto propagandato “Fondo per la ripresa economico sociale”. Una sorta di fondo “tutti frutti” a disposizione discrezionale del Presidente, il cui uso risulta tuttora misterioso e non dichiarato. Di sicuro non servirà per una strategia industriale, ma, nel migliore dei casi, come generico fondo emergenziale. O peggio, come fondo cassa per la campagna elettorale di Formigoni.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
A Segrate, hinterland milanese, qualcuno vuole costruire l’ennesimo mega-centro-commerciale. Molti pensano che sia una cattiva idea -e noi siamo d’accordo con loro-, ma purtroppo chi attualmente ha la responsabilità del governo cittadino a Segrate la pensa diversamente.
Fare i centri commerciali costa, visto che queste strutture segnano il territorio e hanno bisogno di tante cose, tra cui di infrastrutture. E così, era stato firmato un Accordo di Programma, nel quale Regione Lombardia, sempre ben disposta nei confronti dei centri commerciali, si era impegnata a stanziare un po’ di risorse a questo fine. Non briciole, beninteso, ma quasi 30 milioni di euro.
Il via libera a questo stanziamento era contenuto in una norma del collegato alla manovra di bilancio, in discussione oggi pomeriggio in Consiglio regionale. E l’articolo 5, comma 1., lettera a) del progetto di legge n. 424 recitava così:
all’accordo di programma “per la definizione e il coordinamento degli interventi conseguenti alla realizzazione degli insediamenti commerciali previsti nel comune di Segrate ed al connesso adeguamento del sistema di mobilità della zona «Linate - Idroscalo» con la definizione e il coordinamento degli interventi infrastrutturali connessi alla localizzazione dell’insediamento polifunzionale all’interno delle aree ex dogana” e specificatamente per la riqualifica ed il potenziamento delle strade provinciali Rivoltana e Cassanese;
Ebbene, a volte succede, anche in Aula consiliare, che si presentano delle occasioni non previste. Infatti, sul punto in questione la Lega si è smarcata dal Pdl e ha tirato fuori un emendamento abrogativo della lettera a), cioè del finanziamento di 30 milioni di euro. Certo, siamo in campagna elettorale eccetera, ma chi se ne frega. E così, sembrava ormai scontato che quel finanziamento sarebbe stato stralciato, visto che insieme alla Lega le opposizioni avevano la maggioranza dei voti. In altre parole, c’era l’occasione per riaprire uno spiraglio per una ridiscussione del progetto sbagliato della mega-struttura commerciale.
Ma…, sorpresa! Dopo il voto guardiamo il cartellone elettronico e il verdetto è chiaro: maggioranza 32, voti favorevoli 29 e, quindi, emendamento bocciato! E come mai? Semplice, bastava guardare di nuovo il cartellone elettronico, visto che il voto era palese: 8 (otto) consiglieri del Partito Democratico si erano astenuti e in Consiglio il voto di astensione, tecnicamente, vale quanto un voto contrario.
Insomma, una bella alleanza tra gli affaristi del Pdl e un pezzo del Pd, in nome dell’ennesimo centro commerciale.
Morale della storiella? Fate voi…
di lucmu (del 15/12/2009, in Casa, linkato 1330 volte)
Ancora una volta il centrodestra regionale è intervenuto sulla questione casa con il solo obiettivo di fare cassa nel breve periodo, disinteressandosi completamente dei problemi reali vissuti dalle persone reali.
Nel collegato al bilancio sono state approvate infatti due misure, il cui unico senso è recuperare soldi con ogni mezzo: una deroga al limite di vendita del 20% del patrimonio pubblico per i Comuni con meno di 10mila abitanti - che potranno così vendere tutte le case popolari - e l’abolizione dell’obbligo della certificazione energetica per tutti gli edifici Erp (Edilizia residenziale pubblica), compresi quelli di proprietà di fondazioni private o quelli affittati a canone convenzionato.
In altre parole, invece di rilanciare l’edilizia pubblica e riqualificare il patrimonio esistente, si è scelta ancora una volta la politica della svendita. Quanto agli emendamenti proposti dalle opposizioni, ebbene, sono stati liquidati senza nemmeno spiegare il perché.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
L’ondata di strumentalizzazioni dell’aggressione a Berlusconi non conosce soste. Stamattina, in Consiglio regionale, riunito per la sessione di bilancio, il Presidente dell’assemblea, Giulio De Capitani (Lega), ha dato lettura al comunicato ufficiale, diramato ieri a nome di tutti i Consiglieri, di condanna dell’aggressione. E, incredibilmente -poiché lo conoscevamo come persona moderata e corretta-, abbiamo dovuto scoprire che nemmeno lui ha resistito alla tentazione di strumentalizzare, legando l’aggressione di domenica ai fischi e alle contestazioni di piazza Fontana del giorno prima.
Ecco cosa scrive De Capitani a nome di tutti: “… nei confronti del preoccupante episodio, che segue di poche ore il quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana e i deplorevoli tumulti che hanno ostacolato la cerimonia di commemorazione…”.
Ma cosa c’entra? Quali “tumulti” poi? I fischi contro Moratti e Formigoni?
Riteniamo indecente e indecorosa questa strumentalizzazione, considerato anche il Presidente non ha mai detto nulla sulla mancanza di verità e giustizia sulla strage dopo 40 anni, e per questo abbiamo espresso il nostro totale dissenso da questo passaggio.
Altro che clima da anni ‘70, come evocato da qualcuno. In queste ore sembra piuttosto che alcuni settori del centrodestra vogliano utilizzare l’aggressione a Berlusconi per spingere il paese verso un clima iraniano, dove criticare il governo equivale ad essere considerati dei mezzi delinquenti.
C’è chi chiede l’introduzione della censura su internet e nei social network e chi, come Gianpaolo Pansa, si abbandona a profezie funeste, annunciando nuovi anni di piombo. Poi ci sono gli ex di An, come De Corato e Corsaro, ben avvezzi alle operazioni stile “ordine e disciplina”, che fanno di tutta l’erba un fascio e si inventano “due giorni di scontri” a Milano, mettendo sul banco degli accusati addirittura il Questore.
Insomma, basta aver fischiato Moratti e Formigoni in piazza Fontana oppure dire che il Governo e il Presidente del Consiglio hanno qualche responsabilità nell’avvelenamento dell’aria politica che si respira in questo paese, per finire d’ufficio nella lista dei complici dell’aggressore.
Ebbene, correremo il rischio, ma non ci faremo zittire e non ci adatteremo a forzature autoritarie. E continuiamo a pensare che in Italia ci sia un’emergenza sociale, democratica e morale che richiede un forte cambiamento, a partire dalla Presidenza del Consiglio.
Pensiamo che oggi la doverosa condanna di ogni forma di aggressione fisica contro l’avversario politico debba andare di pari passo con la difesa dell’ordine costituzionale e democratico.
Quanto al clima di odio, ebbene, se dalle parti del Governo la si smettesse di insultare i cittadini “coglioni” che non votano per il centrodestra, di incitare a prendere “a calci in culo” gli immigrati, di paragonare a “preti mafiosi” i cardinali non organici al centrodestra, oppure di mettere alla gogna i magistrati convinti che la legge debba essere uguale per tutti, allora avremmo un primo e importante contributo alla restaurazione di clima un po’ più civile.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Deve essere grande il nervosismo al Pirellone, se Formigoni inizia a farneticare e insultare come De Corato, dando dei “teppisti” a quanti, cioè quasi tutti, in piazza Fontana hanno fischiato i massimi rappresentanti di Comune, Provincia e Regione.
Quei fischi erano figli della sacrosanta indignazione per l’assenza di verità e giustizia dopo 40 anni e l’ha capito persino il Sindaco Moratti, che oggi non a caso butta acqua sul fuoco.
Infatti, a chi rivolgere le contestazioni, se non alle istituzioni, alle quali si chiede di rompere, o perlomeno di provare a rompere, quell’omertà di Stato che fino ad oggi ha impedito l’accertamento delle responsabilità?
Forse oggi soltanto il Presidente della Repubblica merita il plauso, perché è l’unica autorità che ha invitato a continuare il lavoro per la verità e la giustizia e che aveva aperto la strada al riconoscimento, avvenuto ieri in piazza, di Giuseppe Pinelli come 18° vittima della strage.
Quanto ai 10mila milanesi che hanno partecipato al corteo organizzato dalla sinistra cittadina, ebbene, loro non hanno nemmeno avuto la possibilità materiale di fischiare o contestare, visto che qualcuno aveva incredibilmente deciso che piazza Fontana andava chiusa militarmente.
Quando infine, dopo alcune inutili e stupide manganellate, la piazza è stata aperta, delle autorità non c’era nemmeno più l’ombra. Quindi, per favore, la si smetta, da tutte le parti, di raccontare balle.
Se a Formigoni è rimasta un po’ di serietà, allora invece di lanciare insulti, tragga dalla giornata di ieri l’unica conclusione possibile: qui non si dimentica e occorre verità e giustizia, per piazza Fontana, per piazza della Loggia e per tutte le stragi di Stato, tuttora impunite. E, dunque, si impegni pubblicamente e formalmente in quella direzione.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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