Blog di Luciano Muhlbauer
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 12/12/2010, in Antifascismo, linkato 1383 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 12 dicembre 2010, con il titolo “Ieri il corteo contro i fascismi di ieri e di oggi”.
 
Niente sede nel centro di Milano per i neonazisti di Forza Nuova. Il Sindaco Moratti ha dovuto fare retromarcia. E così, la notizia della revoca dell’assegnazione a Fn di un locale di proprietà comunale è arrivata quando le migliaia di persone che partecipavano al corteo antifascista dovevano ancora raggiungere piazza Fontana.
Ebbene sì, perché, cosa poco conosciuta in giro per l’Italia, l’amministrazione milanese, in particolare i settori ex-missini del Pdl, dal vicesindaco De Corato in giù, stanno da tempo favorendo e sostenendo le iniziative dei gruppi militanti dell’estremismo nero. E il loro capolavoro provvisorio era certamente la concessione di uno spazio pubblico a Forza Nuova in corso Buenos Aires, cioè in piena zona shopping.
Non un fatto isolato, comunque, perché soltanto pochi mesi fa, un’associazione degli Hammerskins ottenne una sede nelle case popolari di viale Brianza 20, poi inaugurata in onore a Léon Degrelle, nazista belga ed ex-ufficiale delle Waffen-SS.
Il clima in vista del 41° anniversario della strage fascista e di Stato di piazza Fontana si era, dunque, fatto più teso, aggiungendo veleno all’amarezza, per usare un eufemismo, per i quattro decenni di impunità, peraltro di recente ribadita anche per la strage di piazza della Loggia, a Brescia.
Tutto questo ha contribuito alla scelta di tenere la commemorazione ufficiale di questo 12 dicembre senza corteo e senza interventi delle autorità dal palco, perché era facilmente prevedibile che le contestazioni si sarebbero fatte incontenibili.
Quindi, il corteo antifascista, convocato dal network Partigiani in ogni quartieri e dal coordinamento Memoria antifascista, si è tenuto il giorno prima e, significativamente, si è intitolato “contro i fascismi di ieri e di oggi”. Due le richieste di fondo: fine dell’impunità per le stragi e revoca degli spazi pubblici ai gruppi nazifascisti.
Un bel corteo, fatto anzitutto di militanti, ma ben partecipato. C’erano molti familiari e amici dei morti ammazzati che la sinistra milanese ha dovuto collezionare in questi anni, da Fausto e Iaio a Dax. C’era anche Claudia Pinelli, figlia di Giuseppe, il ferroviere anarchico morto “accidentalmente” nella Questura di Milano il 15 dicembre 1969.
Insomma, c’erano tutti quelli che dovevano esserci e il messaggio in vista del 18 dicembre, giorno per il quale Forza Nuova aveva annunciato l’inaugurazione del suo centro di reclutamento, era chiaro e netto. Peraltro, non era nemmeno l’unico messaggio, perché un fronte molto ampio, che andava dalla Camera del Lavoro all’Anpi, dal Pd alla Federazione della Sinistra, aveva già indetto una manifestazione per il 18 dicembre, mentre nelle ultime due notti alcune azioni simboliche a firma dei Corsari avevano ribadito che i neonazisti in centro città non potevano starci.
Evidentemente, il messaggio era arrivato a destinazione e questo significa, per chi per caso l’avesse dimenticato, che la lotta può anche pagare.
 
 
La retromarcia del Comune di Milano, con la revoca della concessione dei locali pubblici in centro città ai neonazisti di Forza Nuova, è una notizia positiva ed è, indubbiamente, il risultato delle mobilitazioni democratiche e antifasciste di questi giorni.
Il bel corteo di oggi pomeriggio, checché ne dica un De Corato con la coda di paglia sempre più lunga, le azioni di protesta degli ultimi giorni e l'annunciata manifestazione per sabato 18 dicembre, promossa da un arco di forze molto ampio, sono stati determinanti per convincere l'amministrazione Moratti che c'è un limite a tutto.
E dare delle proprietà pubbliche a gruppi neofascisti, neonazisti e antisemiti, come lo è Forza Nuova, ma anche "Azione e Lealtà", beneficiaria di un locale dell'Aler in viale Brianza 20, significa oltrepassare il limite dell'accettabile.
Chiediamo pertanto al Sindaco Moratti di mettere le briglie ai suoi vice ed assessori ex-missini e di porre fine al favoreggiamento dei gruppi militanti dell'estremismo nero.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
12 DICEMBRE 1969 – 12 DICEMBRE 2010: CONTRO I FASCISMI DI IERI E DI OGGI
Un corteo per ricordare la matrice fascista e di stato della strage di piazza Fontana, la morte di Giuseppe Pinelli, denunciare i pericoli attuali del neofascismo
 
La strage di piazza Fontana, con la morte di 17 persone inermi e il ferimento di quasi un centinaio, fu provocata da una bomba collocata dal gruppo fascista di Ordine nuovo all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura, con la copertura di apparati dello Stato. L’intento era di creare nel Paese un clima di terrore per bloccare, attraverso la repressione poliziesca e il restringimento delle libertà democratiche, le lotte operaie e studentesche che stavano scuotendo dalle fondamenta la società.
A sancire questa verità le ultime sentenze degli stessi tribunali che hanno riaffermato la matrice dell’attentato, nonché le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, due degli stragisti fascisti.
Ribadirlo significa testimoniare quella verità che si vorrebbe oggi oscurare in nome di una generica condanna al terrorismo. Con essa nascondere anche le tragiche circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, la diciottesima vittima innocente di piazza Fontana, che precipitò da una finestra del quarto piano della Questura milanese, non certo per un “malore attivo”, quando si cercava di attribuire a Pietro Valpreda, agli anarchici e alle sinistre la responsabilità di quanto accaduto.
Ma la memoria di ieri impone di parlare del presente in una città che vede le destre di governo proteggere e sostenere i gruppi neofascisti, erogando loro finanziamenti pubblici per aprire nuove sedi in cui si omaggiano criminali nazisti, al punto che Milano si sta trasformando nella capitale per gli incontri e i raduni dell’estrema destra a livello europeo. Milano che militarizza i territori e vorrebbe chiudere i pochi spazi di socialità ancora esistenti, che finisce sulle prime pagine della stampa mondiale per la sua intolleranza nei confronti dei rom, dei migranti e le violenze nei confronti della comunità gay. Milano, la città che ha visto sette anni fa tre fascisti assassinare Dax e in cui solo due anni fa un ragazzo di 19 anni, “Abba” Abdoul Guibre, veniva, per razzismo, ucciso a sprangate per strada.
 
Per non dimenticare niente e nessuno
Per ribadire che la strage fascista di piazza Fontana è una strage di stato
Per esigere la chiusura delle sedi fasciste in città
 
Sabato 11 dicembre - ore 15.00
Milano – Porta Venezia
(il corteo terminerà in piazza Fontana)
 
MEMORIA ANTIFASCISTA - Coordinamento di associazioni
 
 
 
L’assegnazione al gruppo militante neonazista, Forza Nuova, di un locale di proprietà pubblica e per giunta in una prestigiosa zona centrale di Milano, effettuata dal Comune con completa cognizione di causa, è un atto vergognoso, offensivo ed inaccettabile.
Chiediamo quindi al Sindaco Moratti di revocare immediatamente questa incredibile concessione, prima che si possa realizzare l’apertura formale del centro di reclutamento e iniziativa del gruppo neonazista, annunciata per il pomeriggio del 18 dicembre.
In caso contrario, cioè in assenza dei doverosi atti istituzionali volti alla tutela della legalità costituzionale e alla rottura delle complicità tra esponenti dell’amministrazione cittadina e i gruppi dell’estremismo neofascista, riterremo pienamente legittime le iniziative che i cittadini milanesi vorranno promuovere autonomamente.
C’è, infatti, una diretta responsabilità degli amministratori cittadina in questa squallida vicenda, considerato che i neonazisti di Forza Nuova non si siano nemmeno dovuti travestire, come in altre occasione, per ottenere dal Comune di Milano, in regolare concessione e per 12 anni, un locale di 290 mq in piena zona shopping, cioè in Corso Buenos Aires, 19/20.
Anzi, chi fosse il beneficiario reale dell’assegnazione del locale era noto sin dal primo momento: tutti gli atti formali e amministrativi identificano chiaramente il soggetto richiedente come “DUILIO CANU/FORZA NUOVA”, come si può evincere sia dal verbale dell’asta pubblica, tenutasi il 5 luglio 2010 presso gli uffici del Settore Demanio e Patrimonio del Comune, siti in via Larga 12, che dall’atto definitivo di concessione del locale del 23 novembre scorso (vedi allegato).
Con questa vergogna il centrodestra milanese si mostra peraltro recidivo, poiché sono passati soltanto poche settimane dalla concessione di un’altra spazio di proprietà pubblica a una formazione esplicitamente nazifascista. Ci riferiamo al locale concesso dall’Aler nelle case popolari di viale Brianza 20, con postuma benedizione politica del centrodestra in Consiglio regionale, a una delle organizzazioni di facciata degli Hammerskins, la “Associazione Lealtà Azione”.
Insomma, è evidente a chiunque che a Milano, dopo l’implosione del progetto Cuore Nero,  vi è in atto un nuovo e, a nostro avviso, più insidioso tentativo di radicamento territoriale dei gruppi militanti della galassia neofascista, xenofobo e antisemita. E che quanti amministrano Milano siano complici di questo tentativo, mettendo a disposizione persino proprietà pubbliche, è semplicemente allucinante.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
cliccando sull’icona qui sotto puoi scaricare i documenti del Comune citati nel testo
 

Scarica Allegato
 
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su MilanoX il 27 settembre 2010, con il titolo “Fasci in Classe: Milano non è Roma”
 
“Rissa tra rossi e neri”, “tornano gli anni bui della violenza” e via dicendo, sono i commenti mediatici e politici che in questi giorni sono andati per la maggiore, a proposito dei fatti accaduti sabato a Milano, davanti al liceo classico Manzoni.
E oggi, dopo quasi due giorni di insolito e irreale silenzio da parte della destra istituzionale, arriva finalmente anche la parola del vicesindaco De Corato. Ci aspettavamo fuoco e fiamme, invece ci ha consegnato un deludente e inconsistente “siamo pronti ad installare delle telecamere in via Orazio”.
Ma come? Dopo tutto questo allarme violenza, il Comune di Milano propone la poco originale sciocchezza delle telecamere, atte tutt’al più a cogliere sul fatto qualche incauto studente mentre appiccica un manifesto sul muro?
Insomma, c’è qualcosa che non quadra in questo coro che vorrebbe leggere la vicenda di sabato attraverso la solita e stantia lente degli opposti estremismi.
Ma partiamo dai fatti, così come vengono riportati da fonti giornalistiche e blog. In fondo, sono abbastanza banali e semplici nella loro dinamica. Cioè, un gruppo di militanti dell’organizzazione di ispirazione neonazista, Forza Nuova, si è presentato per l’ennesima volta davanti al liceo. Ma, evidentemente, questa volta la loro azione era poco più di un segreto di Pulcinella e quindi hanno trovato ad attenderli qualche decina di antifascisti. Conclusione: quelli di Forza Nuova sono stati cacciati in malo modo, rimanendo uno di loro leggermente ferito, e la Questura ha annunciato denunce per tutti.
Questa è l’istantanea dei fatti di sabato, ma quello che ci manca per completare il quadro e dare senso alle cose è la storia precedente. Cioè, il piccolo particolare che il Manzoni è oggetto da tempo delle attenzioni non richieste da parte di gruppi militanti dell’estremismo neofascista, che comprendono anche minacce personali.
Al Manzoni la tensione è più alta che altrove, perché il liceo classico rappresenta per l’estrema destra una preda particolarmente ambita, in virtù della sua fama di liceo di sinistra. E quindi, si fa ogni cosa pur di riuscire ad entrare in quella scuola.
Tuttavia, il problema è più generale e riguarda l’insieme delle scuole superiori milanesi. Infatti, al di là delle chiacchiere, quello che è in atto a Milano, da tempo, è il tentativo da parte delle organizzazioni neofasciste e neonaziste di replicare lo scenario romano, dove la loro presenza organizzata tra gli studenti ha raggiunto –e forse superato- il livello di guardia.
Finora a Milano non ci sono riusciti, a causa di un insieme complesso di ragioni, tra cui anche il lavoro svolto dagli studenti e collettivi che tengono vivi i principi dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Ma attenzione, i tempi che corrono sono quelli che sono e la pressione dell’estremismo nero sulle scuole superiori milanesi tenderà ad intensificarsi.
In altre parole, quello che è successo sabato scorso va letto in questo quadro. O, per dirla con il comunicato del collettivo degli studenti del Manzoni: “ciò che è successo oggi è la diretta conseguenza di continue provocazioni da parte dei neofascisti di Forza Nuova nelle nostre scuole e nella nostra città”.
Mettersi le fette di salame sugli occhi, facendo finta di non vedere quello che succede nella realtà di tutti i giorni, ed equiparare fascisti e antifascisti, come se fossero due opposte tifoserie, è un errore politico madornale.
Il problema è che siamo di fronte a un’azione pianificata dei gruppi neofascisti e neonazisti, tesa a penetrare ideologicamente e organizzativamente le scuole superiori della città.
E il problema è che a Milano questi gruppi godono della tolleranza e della copertura istituzionale da parte di settori del centrodestra, in particolare quello ex-missino, i cui rappresentanti più autorevoli in città sono il vicesindaco De Corato e il ministro La Russa. Tant’è vero che sono in corso, proprio in questo periodo, trattative tra Pdl e gruppi neofascisti, tra cui anche Forza Nuova, in vista delle prossime elezioni.
Insomma, se si vuole davvero evitare il diffondersi della violenza politica nelle scuole milanesi, allora non serve certo la tesi degli opposti estremismi, tanto rassicurante quanto inconsistente e inutile, bensì un’azione politica, culturale ed istituzionale che contrasti la strategia di penetrazioni dei gruppi neofascisti e le complicità politiche di cui godono.
 
(Milano X – free weekly eretico)
 
 
L’odierno arresto a Milano dei due neofascisti responsabili dell’aggressione nei confronti di due cittadini gay e di un cittadino straniero, avvenuta nella notte tra il 29 e 30 maggio scorsi, è sicuramente una buona notizia.
Ma allo stesso tempo ripropone, in tutta la sua inquietante dimensione, la questione della tolleranza istituzionale da parte del centrodestra milanese nei confronti dei gruppi militanti di ispirazione neofascista o, addirittura, neonazista.
Chi non è smemorato per scelta, si ricorderà certamente del clima instaurato a Milano nella primavera scorsa, tra la fine di aprile e la fine di maggio, da una vera e propria ondata di iniziative della galassia nazifascista.
Ebbene, i due arrestati, contigui a situazioni come Cuore Nero e la Skinhouse, secondo quanto dichiarato dalla Questura, erano reduci proprio dall’ultima delle iniziative di quel ciclo nero che aveva infestato Milano: il concertone naziskin di Cinisello Balsamo del 29 maggio. Concerto, beninteso, che era stato realizzato e consentito nonostante la contrarietà e le proteste del Comune di Cinisello Balsamo.
In quella primavera numerosi esponenti istituzionali, a livello zonale e comunale, del centrodestra milanese, in particolare dell’area ex-An del Pdl, hanno coperto e favorito le iniziative dell’estrema destra. E se alla fine quelle iniziative erano in gran parte fallite e se le scorribande nazifasciste in città erano tutto sommato limitate, questo è in larghissima parte merito della mobilitazione degli antifascisti milanesi, dall’Anpi fino ai movimenti.
Tuttavia, chi non stava zitto e segnalava la pericolosità della legittimazione dei gruppi militanti dell’estrema destra e delle loro ideologie, veniva deriso e insultato, anche dal Vicesindaco e da Presidenti di Zona del Pdl.
Peraltro, questo era il trattamento riservato anche a chi denunciava il carattere di centro di reclutamento di Cuore Nero, che ha chiuso poi i battenti soltanto perché imploso politicamente e non certo grazie all’azione delle istituzioni. Anzi, quel centro neofascista godeva di una copertura politico-istituzionale che andava dalla Moratti e De Corato fino a settori della Lega Nord, in particolare quello vicino al nazistoide Borghezio.
Plausi dunque all’azione investigativa degli uomini della Questura, ma anche parole chiare: chi in questa città fornisce regolarmente e consapevolmente copertura politica e finanche istituzionale ai gruppi militanti nazifascisti, è corresponsabile. Chi organizza convegni per sdoganare vecchi ideologi della razza, come Evola, o chi archivia con un sorriso compiaciuto i discorsi omofobi e razzisti, è corresponsabile.
Chiediamo dunque, ancora una volta, che coloro i quali amministrano Milano diano un segnale chiaro e che pongano fine alla tolleranza istituzionale nei confronti della galassia neofascista.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Quanti a Milano si ricordano di Alberto Brasili? Temiamo pochi e tra questi sarà estremamente arduo trovare qualche rappresentante delle istituzioni milanesi, almeno a giudicare dal loro ostinato silenzio pubblico. In fondo, nulla di strano, si potrebbe dire, visto che gli amministratori milanesi non avevano dedicato nemmeno mezza parola a Gaetano Amoroso.
Eppure, qualcosa di strano c’è. Anzi, c’è qualcosa che puzza terribilmente, perché non si tratta di quella semplice smemoratezza, che ahinoi va tanto di moda. Quelli che comandano a Milano, in particolare gli ex-missini, si ricordano infatti molto bene degli anniversari, visto che si sono mobilitati ai massimi livelli, dal vicesindaco agli onorevoli, passando per il Presidente della Provincia, per sostenere, appoggiare e organizzare un gran numero di iniziative attorno alla data dell’anniversario dell’omicidio di Sergio Ramelli.
E non si è trattato nemmeno della semplice commemorazione di un anniversario, cosa ovviamente più che legittima, ma di ben altro. Si è trattato invece della sponsorizzazione politica, diretta e indiretta, di un mese di iniziative da parte della galassia dell’estremismo nazifascista milanese e, soprattutto, del tentativo di riscrivere la storia di quegli anni, per fare rientrare oggi dalla finestra quello che i nostri padri e nonni avevano buttato fuori dalla porta con la Liberazione e la Costituzione.
E per riscrivere la storia, come sempre, bisogna omettere, nascondere e censurare. Insomma, dalla memoria collettiva e pubblica devono sparire i morti ammazzati che non fanno comodo e, insieme a loro, i loro assassini. Infatti, a leggere e sentire le parole di amministratori e onorevoli ex-missini di queste settimane sembra che nel passato di Milano ci sia stato un unico morto, cioè Sergio Ramelli, e un unico assassino, cioè quelli di sinistra.
Finché un discorso bugiardo di questo tipo lo fanno i gruppi militanti del nazifascismo milanese, siamo purtroppo nella norma, ma quando lo fanno anche amministratori locali e deputati del partito di governo, allora il discorso cambia decisamente, perché entriamo nella dimensione dell’inaccettabile.
Quindi, anzitutto, ricordiamo noi la lista dei giovani milanesi morti ammazzati, il cui anniversario ricorre in questa primavera:
 
- 17 marzo 2003: Davide Cesare “Dax”, 26 anni, operaio e militante del centro sociale Orso, viene ucciso a coltellate nel Ticinese da un gruppetto di fascisti del quartiere.
- 18 marzo 1978: Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due ragazzi di 18 anni che frequentano il centro sociale Leoncavallo, vengono assassinati in via Mancinelli da un commando fascista.
- 16 aprile 1975: Claudio Varalli, bollatese di 17 anni viene assassinato in p.zza Cavour a revolverate da neofascisti.
- 17 aprile 1975: Giannino Zibecchi, 28 anni, viene ammazzato in c.so XXII Marzo da un camion dei Carabinieri nel corso della manifestazione di protesta per l’omicidio di Varalli.
- 27 aprile 1976: Gaetano Amoroso, studente-lavoratore di 21 anni, viene aggredito e accoltellato da un gruppo di 8 neofascisti provenienti dalla sede del Msi di via Guerrini. Morirà tre giorni dopo.
- 29 aprile 1975: muore Sergio Ramelli, 18enne militante neofascista del Fronte della Gioventù, in conseguenza dell’aggressione subita il 13 marzo per mano di alcuni esponenti di Avanguardia Operaia.
- 25 maggio 1975: Alberto Brasili, studente-lavoratore, viene assassinato a coltellate da cinque militanti del Msi davanti alla sede Anpi di via Mascagni. La sua compagna, Lucia, gravemente ferita anche lei, sopravvive soltanto per miracolo. La sua colpa? Aver strappato un manifesto del Msi in piazza San Babila.
 
E allora chiediamo ai vari De Corato, Podestà, Fidanza e Frassinetti, così attivi in queste settimane a difesa dei gruppi neofascisti, cosa hanno da dire, proprio oggi, quando ricorre l’anniversario dell’omicidio di Alberto Brasili.
Al Comune e alla Provincia di Milano, in quanto istituzioni che rappresentano l’insieme dei cittadini, chiediamo invece se non gli sembra il caso di smarcarsi dai giochetti politici degli ex-missini e di rendere omaggio a tutti i morti ammazzati, a partire da Brasili.
Per parte nostra, saremo oggi in via Mascagni, alla commemorazione organizzata alle ore 18.30 davanti alla lapide che ricorda Alberto Brasili.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Proprio nel giorno in cui persino il quotidiano israeliano Haaretz esprime la sua preoccupazione rispetto all’attivismo dei gruppi nazifascisti a Milano, Forza Nuova ha ottenuto dalla Questura il via libera per un presidio in piazza Bernini. In altre parole, i militanti neonazisti, che si concentreranno in piazza Aspromonte, tenteranno di fare un corteo domani pomeriggio.
Siamo francamente sorpresi di fronte al repentino cambiamento di linea da parte dei responsabili dell’ordine pubblico milanese, che fino a ieri escludevano ogni piazza diversa da quella che ospita la sede dei neonazisti di Forza Nuova, cioè piazza Aspromonte, proprio per impedire tentativi di cortei.
Che cosa è successo? Che pressioni politiche sono intervenute? E come mai si è deciso di buttare inutilmente benzina sul fuoco di una giornata già di per sé difficile?
Di fronte al tentativo dei neonazisti di Forza Nuova di realizzare per prima volta un corteo a Milano, non possiamo che fare un appello a tutte le forze democratiche di far sentire la loro voce e, soprattutto, invitare i cittadini a partecipare alla manifestazione antifascista che si terrà domani pomeriggio, alle ore 14.30, in piazza XXIV Maggio.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 18/05/2010, in Antifascismo, linkato 1433 volte)
È stato vietato il corteo dei neonazisti di Forza Nuova, previsto a Milano per sabato prossimo. Lo ha deciso oggi pomeriggio la Questura, in seguito alle valutazioni fatte in Prefettura in tarda mattinata. La decisione di non consentire la sfilata nazifascista è stata comunicata ufficialmente alla delegazione di Milano antifascista e antirazzista, ricevuta alle ore 18.30 in Prefettura, durante il presidio.
Va segnalato che verso le ore 17.40, quando le persone iniziavano ad affluire in corso Monforte, per recarsi al presidio davanti alla Prefettura, si è verificata un’aggressione a Saverio Ferrari da parte di un gruppo di esponenti di Forza Nuova. Infatti, una ventina di militanti neonazisti stazionava a 100 metri dalla Prefettura, in attesa dell’arrivo dei manifestanti. Come abbiamo appurato in seguito, si trattava della delegazione di FN, ricevuta attorno alle ore 16.00 in Prefettura per la comunicazione del divieto di manifestazione, che evidentemente aveva deciso di non abbandonare il campo e di provocare degli incidenti.
Il divieto per la manifestazione nazifascista è un risultato positivo per quanti e quante si sono mobilitati. Comunque sia, anche di fronte agli annunci di Forza Nuova di non voler rinunciare a sue iniziative di piazza sabato prossimo, è stato confermato lo stato di mobilitazione e dunque un presidio per sabato pomeriggio in piazza XXIV Maggio.
 
 
La Milano Antifascista in mobilitazione permanente contro il corteo di Forza nuova il 22 Maggio 2010! Fuori fascisti e razzisti dalle nostre città!
 
Nel mese di maggio diverse forze di matrice nazi-fascista hanno previsto una serie di iniziative a Milano. Le loro idee sono vecchie, gli slogan sempre uguali: un misto di nazional-socialismo e populismo che non risponde alla precarietà dilagante, che non impensierisce certo le banche, ma fomenta razzismo e odio, alimentando guerre fra poveri per annullare il conflitto sociale e la solidarietà.
La Milano Antifascista e Antirazzista ha risposto con diverse mobilitazione, passando per il 25 aprile, l'1-2 maggio, attraversando i quartieri della città. I quartieri meticci sono antifascisti perché attraversati da lotte per riconquistare diritti, libertà e dignità, lotte solidali e antirazziste. L’azione territoriale nei quartieri è un lavoro che continueremo a mettere in campo da San Siro a Via Padova, da Quarto Oggiaro a Ticinese, con molte iniziative che ogni realtà sociale costruirà nei propri territori.
Un percorso di mobilitazione e denuncia che passerà anche per il centro della città, a partire da martedì in Prefettura, e giovedì in Piazza Fontana. La Milano Antifascista e Antirazzista non permetterà che la storia si ripeta, non permetterà che, grazie a connivenze o compiacenze delle istituzioni, si lasci spazio ai nazi-fascisti e rigurgiti del ventennio che si proclamano avversari delle banche, ma sono invece utili idioti ad uso del potere. Così ci insegna anche la storia di Piazza Fontana, luogo simbolo della violenza fascista (e di Stato) e delle stragi nere, in cui i nazi-fascisti hanno addirittura annunciato di voler passare.
 
Non accetteremo nessun corteo di Forza Nuova per le nostre città! Perciò il 22 maggio la Milano che ama la libertà e rifiuta il fascismo e il razzismo sarà in Piazza XXIV Maggio dalle 14.00, per un corteo e una mobilitazione di lotta, un momento in cui concretamente far vivere l'antifascismo dentro a piazze e strade della città attraverso racconti, cultura e musica.
 
INIZIATIVE:
martedì 18 maggio, ore 18.00 PRESIDIO IN PREFETTURA
martedì 18 maggio, ore 21.00 ASSEMBLEA CITTADINA in Transiti
giovedì 20 maggio, ore 11.00 CONFERENZA STAMPA davanti alla Banca dell’Agricoltura in Piazza Fontana
sabato 22 maggio, la mattina e la sera attraverseremo la piazza di Via Padova, piazza antirazzista e dunque antifascista
sabato 22 maggio, ore 14.00 CONCENTRAMENTO in Piazza XXIV Maggio per un corteo e una mobilitazione cittadina, per riprendersi con la lotta, la musica, la cultura, la città.
 
MILANO ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA
 
 
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