Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 31/03/2010, in Politica, linkato 1681 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 31 marzo 2010 (pag. Milano)
 
Non ce l’abbiamo fatta a rimanere nel Consiglio regionale della Lombardia. Il voto alla  lista della Federazione della Sinistra doveva superare il 3%, cioè la soglia di sbarramento, ma ci siamo fermati ben prima, al 2,04%.
Alcuni pensano che questa sia l’ora della recriminazione, contro l’astensionismo, contro i grillini, contro Penati, contro il destino cinico e baro. Ma sbagliano, perché il problema sta dalla nostra parte, anzi, il problema siamo noi, la sinistra riunita in federazione e quella in generale. Ebbene sì, perché c’è poco da ridere anche per gli altri, visto che Sel ottiene un consigliere soltanto grazie all’ombrello protettivo di Penati e con un misero 1,38%.
Quanto a Penati, inutile perdere altro tempo, visto che è andato peggio di 10 punti rispetto a Sarfatti nel 2005 e appena un po’ meglio, cioè di 1,7 punti, rispetto a Martinazzoli nel lontano 2000.
Insomma, si è confermato quello che si intuiva, cioè se la crisi, economica, morale e politica, non trova una via d’uscita a sinistra, allora la trova a destra. E la marea leghista sta lì a dimostrarlo.
E allora, tornando al punto, dobbiamo ragionare su noi stessi, su una sinistra inadeguata persino a rappresentare il bisogno di sinistra esistente, oggi e qui. Altrimenti come si spiegherebbe la forte emorragia di voti, addirittura superiore all’aumento dell’astensionismo medio, verso il non voto, i grillini o l’IdV?
I numeri, soprattutto quelli veri, sono impietosi. La FdS ha raccolto 87.220 voti (2.04%). Il nostro candidato Presidente, Vittorio Agnoletto, 113.749 (2,36%). Alle ultime elezioni regionali, cinque anni fa, Rifondazione da sola ottenne 248mila voti (5,7%) e i Comunisti Italiani altri 104.246 voti (2,4%). E non siamo nemmeno riusciti a tenere i voti che la FdS raccolse in Lombardia l’anno scorso, in occasione delle europee, cioè 147mila.
Sono dati che non ammettono repliche, che fotografano una disfatta (perché le cose vanno chiamate con il loro nome). E quindi, le 4.088 preferenze espresse al sottoscritto nella circoscrizione di Milano hanno quasi il sapore della beffa, perché sono più del doppio di quelle di cinque anni fa, quando fui eletto. Ma quelle preferenze sono anche e anzitutto il risultato dell’impegno e del crederci di tanti e tante e, in questo senso, il miglior apprezzamento del lavoro svolto che uno si possa immaginare.
A chi in questa campagna elettorale si è sbattuto, a chi ha attacchinato, distribuito materiale, convinto altri, scritto mail e sms, o semplicemente è andato a votare, affrontando il fatidico quesito “ma dove cavolo si mette questa H?”, a chi ha fatto uno sforzo generoso e non scontato, decidendo magari di andare a votare per prima volta, o a chi quel partito non l’avrebbe mai più votato, ma poi l’ha fatto lo stesso, a tutti voi un grazie enorme, di testa e di cuore.
E, infine, un impegno, una certezza e un auspicio. L’impegno è di non ritirarmi a vita privata, di continuare il lavoro, nelle forme possibili e nello stesso spirito, tenendo unite parole e fatti, sociale e politico.
La certezza è che a sinistra così non si può andare avanti, che occorre una scossa, un fatto nuovo, aria fresca, capacità unitaria e un atto di liberazione dall’autoreferenzialità degli apparati.
L’auspicio è che non ci disperdiamo, che valorizziamo le cose fatte insieme in questi anni e, soprattutto, che affrontiamo insieme le battaglie e i percorsi del domani.
 
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Ci abbiamo provato, ma non ce l’abbiamo fatta. Siamo fuori dal Consiglio regionale della Lombardia. Il voto di lista doveva superare il 3%, cioè la soglia di sbarramento, ma ci siamo fermati al 2,04%.
A chi in questa campagna elettorale si è sbattuto, a chi ha attacchinato, distribuito materiale, convinto altri, scritto mail e sms, o semplicemente è andato a votare, affrontando il fatidico quesito “ma dove cavolo si mette questa H?”, a chi ha fatto uno sforzo generoso e non scontato, decidendo di andare a votare per prima volta, o a chi quel partito non l’avrebbe mai più votato, ma poi l’ha fatto lo stesso, a tutti voi un grazie enorme, di testa e di cuore.
Il vostro lavoro, il vostro impegno e il vostro crederci non ha portato al risultato auspicato, ma è comunque misurabile nei numeri, cioè nel voto di preferenza attribuito al sottoscritto, che risulta essere il più votato della lista della FdS nella circoscrizione di Milano: 4.088 voti di preferenza.
Un risultato straordinario, perché più alto di quello ottenuto dai neo-consiglieri eletti nella circoscrizione di Milano di IdV, Udc, Pensionati e Sel (queste ultime due liste entrano soltanto grazie all’ombrello protettivo di Penati, avendo ottenuto rispettivamente l’1,6% e l’1,38% dei consensi) e, soprattutto, perché rappresenta un raddoppiamento delle preferenze al sottoscritto rispetto a 5 anni fa (1.889).
Un risultato che riflette il vostro impegno e, penso, un apprezzamento per il lavoro svolto, ma che ha anche il sapore della beffa. Infatti, la disfatta (perché le cose vanno chiamate con il loro nome) della sinistra emerge impietosa dai numeri assoluti, cioè dai voti veri.
La Federazione della Sinistra (FdS) ha raccolto 87.220 voti. Il suo candidato Presidente, Vittorio Agnoletto, 113.749, corrispondente al 2,36%. Alle ultime elezioni regionali, cinque anni fa, Rifondazione ottenne 248mila voti (5,7%), ai quali vanno aggiunti quelli dei Comunisti Italiani (la FdS unisce Prc e PdCi), cioè altri 104.246 voti (2,4%). Insomma, una voragine!
E non siamo nemmeno riusciti a tenere i voti che la FdS ottenne l’anno scorso, in occasione delle europee, cioè 147mila.
Insomma, la fotografia del disastro sta tutto qui. E da qui occorre ripartire, aprendo una riflessione seria e senza sconti. Lo faremo, spero tutti e tutte insieme, a partire dai prossimi giorni, con un’unica certezza: così non si può andare avanti.
 
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Ormai ci siamo, il 28 e il 29 marzo si vota per eleggere il Presidente e il Consiglio Regionale della Lombardia. Cioè, voterai per scegliere il capo del governo regionale, eletto direttamente, visto che siamo in regime presidenzialista (purtroppo), e voterai per decidere chi dovrà rappresentarti nel Consiglio regionale, cioè nell’assemblea legislativa della nostra regione.
Tutto questo dovrebbe essere già sufficiente per spiegare perché bisogna andare a votare e non starsene a casa o da un’altra parte. Già, perché se tu rinunci al tuo voto e a dire la tua nell’urna, sebbene la partecipazione politica e democratica non si esaurisca certo con la scheda elettorale, in fondo rinunci a un tuo diritto e consegni ad altri le tue scelte.
Eppure, questa volta il fantasma dell’astensionismo, del “siete tutti uguali” e dell’“andate affa… tutti”, rischia di materializzarsi in maniera consistente, non solo a destra, ma anche dalle nostre parti. E comprensibilmente, a dire la verità, perché lo schifo che provoca lo stato di cose esistente, tra corruzione, casini sulle liste e immobilismo di fronte alla crisi, se non peggio, non trova certo una risposta positiva e convincente in un’opposizione che appare inadeguata sotto ogni punto di vista, per usare un eufemismo.
Ma la resa e la fuga dal voto non sono una buona soluzione. Anzi, proprio ora, bisogna fare uno sforzo e andare a votare e votare a sinistra.
Ebbene sì, perché in Lombardia non ci aspettano tempi tranquilli. La crisi morde e vinceranno ancora Formigoni, Cl e la Lega, anche grazie alla scelta autoreferenziale del Pd, che ha deciso di dividere le opposizioni e di lasciare campo libero alle destre, interessandosi unicamente alla cura del proprio orticello. La conseguenza è stata l’indicazione di Penati come candidato presidente del Pd. Cioè, l’uomo che ha fatto della rottura con la sinistra e della rincorsa delle destre sul loro terreno la sua fallimentare bandiera politica.
Vinceranno dunque ancora loro. Dopo 15 anni di ininterrotta occupazione del potere da parte dello stesso uomo e della stessa corrente politico-affaristico, marciamo dunque verso il ventennio (per una breve analisi di che cos’è questo sistema di potere rinviamo al nostro testo di novembre scorso, nonché al nostro dossier sul finanziamento pubblico alla scuola privata).
Una cosa pericolosa in sé, ma ancora più preoccupante alla luce degli scricchioli del formigonismo. In altre parole, il sistema di potere è forte ed egemone, ma è anche stanco e ha perso spinta. L’assordante afonia di fronte alla crisi ne è testimonianza esemplare. E poi c’è la questione morale che incalza, di cui la vicenda Prosperini (vedi 1 e 2), uomo collocato alla periferia del sistema di potere, rappresenta semplicemente la punta della montagna di marciume.
Insomma, il modello Formigoni sta entrando nella sua fase senile, ma non è pronta una via d’uscita a sinistra. E quindi, come sempre accade in questi casi, se non si esce da una parte, allora si esce dall’altra parte. E il prevedibile rafforzamento della Lega e dei suoi discorsi xenofobi e razzisti sta lì a ricordarci la serietà del problema.
Insomma, la prossima legislatura sarà instabile, segnata da lotte di potere interne, piena di schizzi di fango e, chissà, forse non arriverà nemmeno alla sua fine naturale.
Ecco dunque la ragione per andare a votare e votare a sinistra, cioè la Federazione della Sinistra. Perché nel prossimo Consiglio ci sia qualcuno che garantisca un’opposizione intelligente, inflessibile e determinata al sistema di potere e che possa contribuire alla costruzione di un’alternativa, tenendo vivo il legame con le realtà sociali.
Tralascio, ovviamente, il discorso sulla preferenza da esprimere per il candidato consigliere. Siamo sul blog del consigliere uscente, nonché candidato capolista per la FdS nel collegio di Milano (che comprende tutto il territorio della Provincia di Milano) e dunque sarebbe anche un po’ banale e imbarazzante. Comunque, se vuoi sapere cosa pensano altri della mia candidatura, puoi leggere i vari appelli qui:
 
A questo punto, se hai deciso di andare a votare e di votare a sinistra -o se hai almeno preso in considerazione questa possibilità- si pone il problema del come votare. Un problema apparentemente semplice, ma parlando con le persone reali ti rendi conto che non è così. Infatti, ormai c’è un’elezione all’anno e ogni volta con un sistema elettorale diverso e, quindi, c’è una grande confusione.
 
Andiamo quindi per punti, cercando di rispondere a tutte le domande che potrebbero porsi, segnalando sin d’ora che una simulazione pratica su come si vota, con fac simile identico alla scheda che troverai al seggio, puoi trovarla qui: http://www.youtube.com/watch?v=92w-7-HstOY
 
1. il sistema elettorale per le regionali prevede un unico turno, cioè non c’è ballottaggio;
 
2. il sistema è proporzionale, con correzione: premio di maggioranza e listino del Presidente;
 
3. diventa Presidente della Regione il candidato che ottiene più voti;
 
4. il candidato Presidente della Federazione della Sinistra (che unisce Prc, Pdci e liste civiche) è Vittorio Agnoletto.
 
5. Vittorio Agnoletto si è messo a disposizione della battaglia politica della sinistra, candidandosi alla Presidenza della Regione per la FdS, ma non si candida per fare il consigliere regionale. Cioè, il sistema elettorale vigente (molto contorto), a differenza di quello che accade per le elezioni amministrative, non prevede che i candidati presidenti diversi dal vincitore diventino consiglieri;
 
6. i consiglieri regionali vengono eletti su liste provinciali e c’è il voto di preferenza (unica). Devi dunque, anzitutto, mettere una croce sul simbolo della lista prescelta, in questo caso la FdS e, poi, di fianco scrivere il cognome del candidato che ha la tua preferenza, nel nostro caso Muhlbauer. Per una dimostrazione pratica rinviamo di nuovo al filmato;
 
7. ATTENZIONE: il voto di lista si estende automaticamente anche al candidato presidente, ma il voto dato al candidato presidente (croce sul suo nome oppure croce sul simbolo di fianco al candidato presidente) non si estende alla lista! È dunque fondamentale mettere la croce sul simbolo della lista, perché esiste lo sbarramento del 3% e questo viene calcolato sul voto di lista e non sul voto al presidente. (ad esempio, se il candidato presidente Vittorio Agnoletto supera il 3% dei consensi, ma la lista della FdS rimane sotto il 3%, allora la FdS non avrà alcun consigliere regionale);
 
8. se la lista della FdS supererà il 3%, calcolato su base regionale, ci sarà almeno un consigliere eletto o forse anche due. In questo caso, il primo eletto scatterà nella circoscrizione di Milano e risulterà eletto il candidato che avrà più voti di preferenza (non importa la posizione del candidato sulla lista dei candidati).
 
Con l’auspicio di aver riposta anticipatamente a tutte le domande, o almeno a quelle più importanti, ti rinnovo l’invito ad andare a votare e a votare a sinistra.
 
qui sotto puoi scaricare il fac-simile in pdf della scheda elettorale con esempio di voto di preferenza a Muhlbauer
 

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Nel mio quartiere, da stasera, c’è il coprifuoco. Non potrò più acquistare un kebab o un gelato dopo mezzanotte. E, ben prima di quell’ora, non potrò più portarmi a casa nemmeno una bottiglia di birra o una lattina di aranciata, perché, dopo le ore 20.00, tutte le bevande potranno essere vendute per l’asporto soltanto “in contenitori di carta o di plastica”.
Nel mio quartiere, da stasera, gli amministratori di condominio dovranno fare la spia e dovranno “segnalare per iscritto” alla Polizia Locale ogni possibile anomalia nelle abitazioni private. Spero soltanto di non essere antipatico al mio amministratore e di non trovarlo dunque attaccato alla mia porta di casa, ad origliare.
Nel mio quartiere, da stasera, ogni proprietario o inquilino dovrà compilare una scheda, dove dichiara le sue generalità e quante persone abitano nell’appartamento, e dovrà poi consegnarla al Comando di zona della Polizia Locale.
Nel mio quartiere il traffico è sempre stato un problema, come in tutta la città peraltro, ma in questi ultimi tempi è proprio un casino, con tutti quei mezzi di polizia, carabinieri, polizia locale ed esercito a fare avanti e indietro.
Il mio quartiere non si chiama Sadr City e non si trova nemmeno a Kabul o a Mogadiscio. Nel mio quartiere non c’è la guerra, anzi, il mio quartiere è molto fortunato: l’ultima volta che ha visto la guerra era 65 anni fa. E siamo talmente fortunati di non trovarci nemmeno in qualche posto un po’ strano, tipo il Myanmar, dove non c’è la democrazia e comanda una cricca di generali.
Il mio quartiere si chiama via Padova e si trova a Milano, Italy. A mezzo chilometro da casa mia era successo un bordello un mese fa. Gruppi di immigrati si erano incazzati di brutto e avevano distrutto un po’ di vetrine e insegne. Di questo tutti hanno parlato, anzi gridato, sulle prime pagine dei giornali e sulle tv. Si erano incazzati, lo ricordo per la cronaca, perché di questo non parla nessuno, come conseguenza dell’omicidio del giovane Ahmed.
Ora la signora Moratti, donna di famiglia ricca, che non ha mai vissuto in un quartiere della periferia, ma che fa il sindaco di Milano, insieme al suo eterno vice De Corato, che una volta era un capo dei neofascisti milanesi e che dal 1997 fa il vicesindaco, e l’immancabile Salvini della Lega, che fa sempre finta di essere appena sbarcato da Marte, mentre sta al governo della città da 17 anni, hanno avuto questa bella pensata: facciamo due ordinanze comunali, che appunto provocano la situazione surreale e un po’ inquietante di cui sopra.
Ordinanze un po’ strane, visto che siamo in democrazia, che c’è una Costituzione e che valgono soltanto per alcune vie cittadine. Anzi, valgono addirittura per tutta via Padova, che è lunghissima e che comprende parti, come casa mia, che poco c’entrano con la zona pietra dello scandalo.
Ma non importa a quanto pare, perché il signor Berlusconi, capo del governo nazionale, tra gli uomini più ricchi del paese e pluri-indagato, il suo Ministro della Difesa e buttafuori personale, La Russa, e il Ministro Maroni della Lega, inventore del “reato di clandestinità”, hanno detto che va bene così.
E ci mancherebbe altro! Tra qualche giorno si vota per le elezioni regionali e vorrete mica parlare di crisi, di lavoratori che perdono il posto, di Fiat che delocalizzano o di politici corrotti? Oppure, molto più banalmente, ma anche concretamente, di periferie urbane abbandonate, di servizi tagliati e di politiche di integrazione inesistenti, dopo quasi due decenni di governo cittadino delle destre?
Passate le elezioni molte forze dell’ordine abbandoneranno via Padova, perché non servirà più il teatrino della sicurezza. Le ordinanze dureranno di più, qualcosa morirà con l’estate, qualcosa rimarrà. Ma il danno è comunque fatto, perché si sono permessi di scrivere leggi speciali per alcune vie, per giunta con delle semplici ordinanze del sindaco. Sono riusciti ad avvelenare il clima, a trasformarci in sorvegliati speciali, a tramutare le loro menzogne in norme pubbliche. E, soprattutto, sono riusciti a farmi pensare, per prima volta, io che amo Milano, nonostante tutto, alla possibilità di lasciare la città. E questo non glielo perdono.
Anche per questo, mi ribello al loro coprifuoco e al loro ipocrita stato di polizia, perché non siamo noi a dover abbandonare la città, ma sono loro che devono essere cacciati da Palazzo Marino e dal Pirellone.
 
qui sotto puoi scaricare il testo originale delle due ordinanza sulla zona “Pavoda-Trotter”
 

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Questa mattina, l’ex assessore regionale Prosperini, agli arresti domiciliari, ha tentato il suicidio nella sua abitazione di corso Garibaldi a Milano. Allo stato è ricoverato in ospedale e non è grave. Ecco di seguito il nostro comunicato sull’accaduto:
 
Ci dispiace di fronte a ogni tentativo di togliersi la vita, anche se non va oltre un codice verde, e sentiamo rispetto e umanità per la persona. Ma non per questo possiamo assolvere Prosperini e tanto meno riteniamo che ora sia lecito chiedere clemenza per lui.
Anzi, auspichiamo che Prosperini trovi la forza di affrontare le sue responsabilità con dignità e che non cerchi la fuga in un gesto inconsulto.
Prosperini non ha il diritto di chiedere clemenza, perché egli non ha mai concesso clemenza a nessuno. Ha insultato e offeso le persone soltanto perché immigrate, gay o di un'altra religione. Egli ha istigato all’odio con scientifica determinazione e ha condannato senza processo. Ha chiesto punizioni esemplari per delle quisquilie.
L’ex assessore è amico del dittatore eritreo, ha trafficato con lui (e anche per questo è indagato) ed è andato a cena con lui. Prosperini ha insultato e minacciato i profughi eritrei di Milano, quando hanno protestato perché costretti a dormire per strada, fregandosene allegramente del fatto che quegli uomini e quelle donne erano profughi grazie alla feroce repressione del suo amico dittatore.
Prosperini ha diritto alla pietas, cioè a quella cosa che lui ha sempre negato agli altri, ma lui non ha diritto alla clemenza.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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LA SCUOLA PUBBLICA FALLITA: UN DIRITTO COSTITUZIONALE NEGATO
Un dibattito per discutere dello stato della scuola pubblica in Lombardia, anche alla luce del fatto che il governo regionale Formigoni-Lega dirotta ogni anno consistenti fondi pubblici alla scuola privata, che appare come il vero core business della Regione in materia di istruzione.
 
venerdì 19 marzo - dalle ore 16.30 alle 20.00
c/o CHIAMAMILANO – L.go Corsia dei Servi 11, Milano (MM San Babila)
 
coordina: Lisa Iotti, Giornalista di “Presa Diretta” RAI 3
introduce: Giansandro Barzaghi, Presidente Associazione “ NonUnodiMeno”
intervengono:
Francesco Cappelli, Dirigente Scolastico Istituto “Casa del Sole”
Paolo Limonta, Retescuole – maestro elementare
Alberta Giorgi, Ricercatrice Università “Bicocca”
Luciano Muhlbauer, Autore Dossier 2009 “Il finanziamento pubblico alla scuola privata”
Clarissa Romani, Segreteria Nazionale MCE - Movimento Cooperazione Educativa
 
al termine seguirà un APERITIVO
 
- l’iniziativa è organizzato dall’Associazione NonUnodiMeno;
- sarà disponibile in forma cartacea il Dossier 2009 sul finanziamento pubblico alla scuola privata, elaborato da noi;
- per vedere un estratto della puntata di Presa Diretta del 14 febbraio scorso sulla vicenda del finanziamento alle private in Lombardia, clicca qui
 
qui sotto puoi scaricare il pdf del volantino dell’iniziativa del 19 marzo
 

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Dopo Carmelo D’Arpa, reintegrato al lavoro dal giudice il 10 marzo scorso, ora anche il secondo delegato sindacale della Slai Cobas, Renato Parimbelli, licenziato illegittimamente dall’azienda “Innova Service”, ha vinto la causa e ritorna quindi al lavoro. Così ha deciso, il 16 marzo, il tribunale di Milano, annullando il suo licenziamento.
Esprimiamo, ovviamente, la nostra soddisfazione per questo esito. Tuttavia, sarebbe ingenuo pensare che la vicenda finisca qui e che la “Innova Service” si rassegni a dover rispettare le regole e la legge. Infatti, a chi gestisce questa azienda importa una cosa soltanto: spingere i lavoratori ad andarsene, con ogni mezzo. E così, hanno già ricominciato con la solita tattica, inviando decine di lettere ai dipendenti, in cui si dispongono 3 giorni di sospensione dal lavoro per ogni sciopero effettuato.
Si tratta, ovviamente, di iniziative del tutto illegali, ma che costringono sindacato e lavoratori a riattivare le estenuanti vie legali.
La domanda a questo punto è: ma il Prefetto vuole continuare a guardare dall’altra parte oppure si decide ad intervenire?
 
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Chiediamo al Comune di Milano di sospendere lo sgombero del piccolo campo rom di via Cavriana, in zona Forlanini, programmato per domani mattina all’alba. Sarebbe soltanto un cinico e insensato accanimento contro un gruppo di persone, reduce da numerosi altri sgomberi voluti dal vicesindaco De Corato. Si tratta di una quindicina di persone, tra cui anche una donna incinta e una bimba di nove mesi, ormai giunta al suo settimo sgombero.
Inoltre, quelle persone sono seguite da alcuni cittadini della zona, che hanno formato un gruppo di sostegno e che si preoccupano non soltanto degli aspetti umanitari, ma altresì di facilitare un inserimento lavorativo.
Va aggiunto, infine, che il lavoro volontario di questi cittadini non ha mai incontrato il supporto da parte delle istituzioni, anzi.
In altre parole, rischiamo di rivivere domani, per l’ennesima volta, un’azione di sgombero senza alternative, priva di umanità e di senso, se non quello di alimentare la campagna elettorale della destra.
Auspichiamo quindi che il nostro appello possa essere accolto e che il buon senso prevalga. Comunque, molti cittadini, scandalizzati dall’annuncio di questo stupido sgombero, si stanno già organizzando per essere presenti domani mattina, con l’intento di evitare che delle persone, compresi dei minori, vengano sbattuti sotto qualche ponte per motivi di campagna elettorale.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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L’arresto del segretario personale di Prosperini testimonia il rapido allargamento dell’inchiesta a nuovi fatti criminosi, come quelli sui rapporti ambigui tra l’ex assessore e il regime dittatoriale dell’Eritrea, consumati sempre negli uffici dell’assessorato regionale.
Appare, dunque, sempre più incredibile e insostenibile l’assordante silenzio da parte di Formigoni, che rischia di rasentare la complicità se non interviene un’urgente iniziativa ufficiale da parte della Presidenza della Regione.
Il 18 dicembre scorso, cioè a meno di 48 ore dall’arresto di Prosperini, nel suo intervento in Consiglio regionale, Formigoni non solo paragonò il suo assessore ad Alberto Stasi e Ottaviano Del Turco, tutti e due assolti nei rispettivi processi, ma dichiarò altresì la totale estraneità dell’apparato regionale rispetto a ogni eventuale fatto illecito.
Insomma, un’inchiesta interna superveloce, che ha portato all’autoassoluzione lampo dei vertici politici e amministrativi di Regione Lombardia.
Ebbene, quanto sta emergendo in questi giorni, con il patteggiamento e l’allargamento dell’inchiesta ad altri reati, consumati sempre negli uffici di Prosperini al Pirellone,  rende sempre più incredibile l’autodifesa e l’autoassoluzione di Formigoni.
Ma com’è possibile che tutte queste cose potessero accadere, nonostante la Guardia di Finanza abbia perquisito gli uffici dell’assessorato già un anno prima dell’arresto, senza che nessun assessore e nessun dirigente centrale si rendesse conto di nulla?
Delle due l’una: o il sistema dei controlli è assolutamente inefficace e inconsistente oppure esiste un’omertà all’interno dei vertici politici-amministrativi di Regione Lombardia.
Riteniamo pertanto che sia indispensabile un’iniziativa urgente del Presidente Formigoni, tuttora in carica, perché venga avviata immediatamente un’inchiesta interna, a 360 gradi, la cui direzione sia affidata a personalità e tecnici indipendenti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Qui sotto uno dei lanci di agenzia sull’arresto odierno del segretario personale di Prosperini:
 
TANGENTI:SEGRETARIO PROSPERINI ACCUSATO DI ESSERE 'SPALLONE'
 
(ANSA) - MILANO, 16 MAR - Il segretario dell'ex assessore regionale lombardo Pier Gianni Prosperini, Jonatha Soletti, finito oggi agli arresti domiciliari per riciclaggio, avrebbe
fatto da 'spallone' portando in Italia circa 800 mila euro in contanti, che erano depositati su un conto svizzero riconducibile al politico, arrestato nel dicembre scorso per un giro di mazzette sulla promozione televisiva del turismo.
Tra il 2008 e il 2009, stando alle indagini coordinate dai pm di Milano Alfredo Robledo e Paolo Storari e all'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Andrea Ghinetti, Soletti, 44 anni e segretario personale di Prosperini (ma non dipendente della Regione), avrebbe ritirato circa 800 mila euro da una società di servizi svizzera, la Silgocom, che aveva il compito di 'monetizzare' i soldi depositati su un conto fiduciario elvetico riconducibile all'ex assessore. Sarebbero state proprio le dichiarazioni di un funzionario della società svizzera a mettere gli inquirenti sulle tracce di Soletti.
A quanto si e' appreso, Soletti avrebbe fatto da 'spallone', prendendo fisicamente i contanti e portandoli in Italia. Dei soldi però si e' persa traccia. A Prosperini, nel filone principale dell'inchiesta, viene contestato di aver incassato 230 mila euro come mazzetta per la promozione del turismo. Soldi che sono stati sequestrati al fine della confisca sulla stesso
conto svizzero dove erano presenti anche gli altri 800 mila euro di depositi. Prosperini, nei giorni scorsi, ha raggiunto un accordo con la Procura per patteggiare 3 anni e 5 mesi per le accuse di corruzione, truffa e turbativa d'asta. E il gip Ghinetti nelle prossime ore dovrebbe decidere sull'istanza di concessione dei domiciliari per l'ex assessore. Prosperini
risulta, pero', indagato anche per corruzione internazionale per aver mediato nella vendita di alcuni pescherecci al governo eritreo. E, secondo l'accusa, per quella mediazione avrebbe incassato proprio 800 mila euro.
Inoltre, come riporta oggi La Repubblica, il nome di Prosperini emergerebbe anche in una recente inchiesta del procuratore aggiunto Armando Spataro, su un traffico di armi verso l'Iran. (ANSA).
 
Y6N-FL/LP
16-MAR-10 13:36 NNNN
 
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Stamattina, poco dopo le ore 11.00, quasi mille lavoratori dell’Italtel in sciopero, al termine del corteo partito dallo stabilimento, hanno occupato il centro direzionale del gruppo, a Castelletto (Settimo Milanese).
La straordinaria adesione allo sciopero nazionale dell’Italtel e l’occupazione in massa della sede della direzione del gruppo per tutta la giornata rappresentano un avvertimento chiaro e netto non solo al management, ma anche alle istituzioni.
Infatti, se non interviene un fatto nuovo da parte delle istituzioni, da domani 16 marzo 400 lavoratori Italtel finiranno in cassa integrazione a zero ore, anticamera del licenziamento. Ma non basta, l’intero settore delle telecomunicazioni è in grave crisi (vedi anche Nokia Siemens Network), a causa principalmente dell’assenza di una politica industriale a livello regionale e nazionale, che rischia di compromettere seriamente il futuro di questo settore strategico e teconologicamente maturo della nostra economia.
Nell’esprimere la nostra completa solidarietà ai lavoratori dell’Italtel e il nostro sostegno alle loro rivendicazioni, chiediamo ancora una volta al governo regionale di rompere il suo silenzio e di intervenire con urgenza nella vertenza.
Anzitutto, chiedendo al governo di non concedere al management la collocazione in Cigs di 400 lavoratori, sospendendo dunque la scadenza di domani. E, in secondo luogo, di concerto con il governo, di farsi carico di definire una politica industriale di rilancio del settore Tlc, a partire dallo sblocco dei finanziamenti per la banda larga.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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