Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Gli arresti degli 21 studenti dell’Onda, eseguiti dalle forze dell’ordine con una tempistica dettata tutta dalla politica, sono tesi palesemente a far salire artificiosamente la tensione alla vigilia del G8 dell’Aquila e a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle difficoltà del governo e del suo premier.
Purtroppo non è una novità che nel nostro paese si ricorra a mezzi e operazioni del genere e sono proprio i precedenti, a partire da Genova 2001, che dovrebbero consigliare a tutti quanti massima attenzione e vigilanza democratica.
Esprimiamo la nostra solidarietà con gli studenti dell’Onda e chiediamo l’immediata liberazione degli studenti arrestati.
Al Ministro degli Interni chiediamo un impegno preciso e formale perché le manifestazioni in occasione del G8 si possano svolgere nel rispetto delle garanzie costituzionali.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 24/05/2009, in Movimenti, linkato 1662 volte)
Ieri sera, sabato 23 maggio, un centinaio di ragazzi e ragazze hanno rioccupato la sede originaria del centro sociale Sos Fornace, in via S. Martino 20, a Rho (Milano). L’hanno fatto nel primo anniversario dello sgombero (27 maggio 2008), a suo tempo voluto e ottenuto dal Sindaco Zucchetti, uomo della scuderia ciellina di Formigoni.
Lo stabile, peraltro, è quasi esattamente nelle stesse condizioni in cui fu lasciato un anno fa, a riprova che lo sgombero era stato anzitutto un gesto politico dell’amministrazione comunale contro un centro sociale che criticava e critica la sua politica e le molteplici speculazioni in atto attorno ai progetti di Expo 2015.
Ovviamente, non si sa quanto durerà, per ora è tutto tranquillo, almeno fino a lunedì. Poi si vedrà.
Intanto, è già stato indetto un corteo a Rho per il 30 maggio prossimo. Per saperne di più vai sul sito della Fornace.
 
Qui sotto riproduciamo il comunicato della Sos Fornace di ieri notte:
 
 
Oggi, a un anno dallo sgombero del centro sociale SOS Fornace, abbiamo rioccupato l’area di via S. Martino 20.
Abbiamo deciso di riprenderci quello spazio perchè l’esperienza del centro sociale è stato un vero e proprio esempio di “riqualificazione dal basso” di un’area dismessa che, attraverso l’autogestione, è stata riportata in vita, facendola diventare in tre anni un contenitore di esperienze critiche e conflittuali contro la ristrutturazione che sta subendo il nostro territorio, motore di iniziative rivolte alla città e un tentativo di risposta ai bisogni collettivi attraverso l’autorganizzazione.
La scelta dell’area di via S. Martino non è dovuta alla nostalgia. Questo spazio è situato in un’area strategica rispetto al prossimo sviluppo della città e alla costruzione della città-vetrina. Nel nuovo PGT i quartieri di S. Martino e Lucernate sono infatti indicati come epicentri della trasformazione verso il futuro assetto prospettato per Rho: quello di essere un cento direzionale sul modello de “La Défense” parigina, che comporterà la riconversione delle aree produttive e la conseguente terziarizzazione del territorio attraverso la costruzione di strutture ricettive, centri commerciali, uffici e la “densificazione” dei tessuti residenziali a bassa intensità.
La città-vetrina di Fiera ed Expo è un cimitero di passioni per chi ci vive. E’ una città grigia, vuota, escludente, governata dalla paura del “nemico pubblico” di turno, nella quale le politiche securitarie si abbattono contro i soggetti deboli e non omologati - materia di ordine pubblico quando non di decoro urbano - tutelando nel contempo il profitto e la rendita dei soliti affaristi e speculatori malgrado i veri produttori di ricchezza di questo territorio siano precari e migranti.
Al cemento si unisce dunque il manganello, connubio ben rappresentato dalla scricchiolante maggioranza che governa la città. Da una parte, al timone delle trasformazioni, il sindaco Zucchetti: ciellino, uomo di Formigoni ed emissario della Compagnia delle opere, e quindi della Fiera; dall’altra la Lega Nord, della cui pretesa di difendere il territorio rimane solo il razzismo e l’intolleranza, visto che gli interessi dei cittadini rhodensi sono già stati ampiamente svenduti in cambio di qualche poltrona nei posti chiave di Fiera Milano e della Società di Gestione di Expo 2015.
Con questa occupazione vogliamo aprire una vertenza rispetto all’assetto complessivo che questo territorio, stretto nelle mani rapaci di Fiera ed Expo, andrà ad assumere nei prossimi anni.
Riporteremo in via S. Martino 20 i percorsi, le vertenzialità e il conflitto che abbiamo prodotto, autorganizzandoci, all’interno della città vetrina di Expo 2015, convinti che l’unico modo per uscire dalla crisi sia quello di riappropriarsi dal basso della ricchezza che attraversa questo territorio reclamando un welfare metropolitano che garantisca un reddito di base a carattere universale per tutti, rivendicando nel contempo spazi, diritti, reddito, beni comuni fruibili da tutti.
La Fornace è essa stessa un bene comune: crediamo di non aver rubato nulla a nessuno con questa occupazione. Siamo convinti anzi di aver riconsegnato alla collettività, convertendola nuovamente a un “uso sociale”, un’area tornata ad essere, grazie allo sgombero dello scorso anno, a rischio speculazione oltre che nel medesimo stato di abbandono e incuria nel quale l’avevamo trovata quattro anni orsono.
ABBIAMO INIZIATO PER NON FERMARCI!
CREIAMO CONFLITTO, LIBERIAMO SPAZI, RECLAMIAMO REDDITO, RIVENDICHIAMO DIRITTI NELLA CITTA’ VETRINA DI EXPO 2015!
 
SOS FORNACE
Rho – Via S. Martino 20
Infoline: 338 1432876”
 
 
Sabato 28 febbraio, con concentramento alle ore 15.00 in piazza XXIV Maggio a Milano, si terrà la manifestazione nazionale “contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali”. La proposta del corteo nazionale era nata all’indomani dello sgombero del Conchetta e delle nuove e reiterate minacce di De Corato e del Comune contro gli spazi sociali. Ma in gioco non sono soltanto i centri sociali, bensì un’idea di città e società. Invitiamo pertanto tutti e tutte a partecipare!
 
Qui di seguito l’appello ufficiale per la manifestazione del 28:
 
“Le mani moleste della Proprietà e del Controllo sono in grande attività:
Trasformano la salute in un affare per imprenditori.
Ci raccontano che la migliore cura è l’espulsione.
Cancellano l’edilizia popolare e trasformano in merce i bisogni.
Negano i diritti, la solidarietà.
Per salvaguardare i loro loschi affari ingabbiano la cultura, cacciano le persone, cancellano la storia.
In città ridotte a macchine per fare soldi, vogliamo liberare spazi, luoghi in cui stare e tempi da attraversare.
Con la forza dei nostri desideri e con le armi della solidarietà vogliamo sconfiggere l’ossessione di controllo di chi nega il diritto all’esistenza e l’avidità di chi trasforma la conoscenza in un lusso.
Per la salvaguardia e l’ampliamento dei diritti, contro la meschinità del razzismo di governo e contro la cementificazione delle città e delle menti.
 
28 febbraio
Manifestazione nazionale contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali.
Milano, ore 15.00
Piazza XXIV Maggio
 
Le compagne e i compagni di Milano
 
 
di lucmu (del 23/02/2009, in Movimenti, linkato 1083 volte)
I Punkreas hanno scritto una canzone su e per Conchetta. Scaricala qui (peso: 3 Mb)
 
 
Oggi il giudice civile di Milano, Giovanna Ferraro, ha respinto il ricorso del Conchetta per il reintegro dei locali, sgomberati il 22 gennaio scorso. Lo ha fatto senza entrare nel merito, ma limitandosi semplicemente a sottolineare che il Comune di Milano non aveva la legittimità di stare nel procedimento, poiché aveva affermato nell’udienza di venerdì scorso di non c’entrare nulla con lo sgombero.
Comunque, nel frattempo il Conchetta è stato rioccupato, cioè il reintegro è già avvenuto.
 
 
di lucmu (del 14/02/2009, in Movimenti, linkato 985 volte)
Il centro sociale Conchetta è stato rioccupato alle ore 20.00 di venerdì 13 febbraio da 200 persone. Per tutta la serata altre centinaia di persone sono passate al Cox 18, che sembrava quello di sempre, strapieno di uomini e donne. Con una differenza importante: c’era un clima di allegria particolare, non ce n’era uno che non avesse il sorriso stampato in faccia.
Nei prossimi giorni andrà affrontata la situazione, ma stasera è una buona sera, non solo per il Conchetta, ma per Milano. Dopo i diecimila in corteo del 24 gennaio scorso, la città ha dato un altro segnale confortante, di non volersi piegare alla prepotenza e di essere ancora capace di reagire.
 
Qui di seguito il mio comunicato stampa sulla rioccupazione:
 
CONCHETTA: RIOCCUPAZIONE È UN’OPPORTUNITÀ PER RIAPRIRE IL DIALOGO.
PALAZZO MARINO ABBANDONI IL SENTIERO DI GUERRA.
 
La rioccupazione del centro sociale Conchetta è una buona notizia, non soltanto per gli amici del Cox 18 e dell’archivio Primo Moroni, ma per tutta Milano. Costituisce anzi un’opportunità per l’Amministrazione comunale per tornare sulla via del dialogo, poiché rimuove il vulnus dello sgombero del 22 gennaio scorso, i cui contorni sono tuttora avvolti da una fitta nebbia.
Milano ha iniziato malissimo il 2009, con lo sgombero del Conchetta e con i manganelli sugli operai dell’Innse. Due fatti diversi, ma ambedue paradigmatici dello stato delle cose in città, dove chi detiene, a diverso titolo, responsabilità decisionali sembra sempre di più orientato ad esercitare il governo mediante il conflitto e l’uso della forza contro chiunque sia estraneo allo schema politico, culturale e affaristico predominate. E forse proprio per questo attorno a questi due fatti si sta producendo una reazione civile.
Chi ieri sera si è aggiunto alle centinaia di persone accorse al Conchetta rioccupato, si è potuto rendere conto che forse sta succedendo qualcosa. Non c’era rabbia, non c’erano facce incazzate, ma un clima di gioia e tantissimi sorrisi, segni della voglia e volontà di reagire e di non farsi sommergere dalla tristezza e dalle paure che ormai la fanno da padrona a Milano.
Ora chi governa a Milano, a partire dal Sindaco Moratti, deve decidere se cogliere l’opportunità oppure puntare sullo scontro, se dialogare con i sorrisi oppure se far esplodere la rabbia. In altre parole, deve scegliere se continuare a coprire le scorribande dei falchi, come De Corato, oppure riconoscere finalmente che Milano è plurale e che non si può governare soltanto contro qualcuno.
Auspichiamo dunque che a Palazzo Marino si trovi la lungimiranza di scegliere la via del confronto civile, evitando di affrontare la vicenda con la violenza e con l’intervento delle forze dell’ordine. Noi, comunque, continueremo a stare dalla parte di quei milanesi che il 24 gennaio hanno riempito le vie cittadini e che ieri sera hanno rioccupato il Conchetta.
 
 
L’odierna udienza davanti al giudice civile sul ricorso del Conchetta contro lo sgombero del 22 gennaio scorso non ha portata ad alcuna conclusione, poiché il giudice si è riservato di decidere nei prossimi giorni. Tuttavia, considerando la memoria del Sindaco Moratti, presentata oggi dagli avvocati del Comune, possiamo senz’altra affermare che qualcuno non la racconta giusta.
Infatti, il Sindaco sostiene che il Comune non ha nulla a che fare con la decisione dello sgombero, scaricando ogni responsabilità su Prefettura e Questura. Una posizione comprensibile, per carità, perché una responsabilità accertata da parte del Comune comprometterebbe seriamente la sua posizione processuale, e forse persino sostenibile sul piano puramente formale, ma che da un punto di vista sostanziale fa acqua da tutte le parti.
In fondo, basterebbe ricordare l’intervista rilasciata dal Prefetto Lombardi al quotidiano "il Giornale" il 28 gennaio scorso, in cui affermavamo senza mezzi termini che  “il Comune ha chiesto alla Questura di intervenire”, aggiungendo che “la Questura, quando riceve una richiesta del genere, soprattutto da un ente pubblico, deve garantire una tutela immediata”. Ebbene, quelle dichiarazioni non sono state mai smentite.
Ma c’è un altro fatto che dovrebbe far sorgere dei seri dubbi rispetto alla ricostruzione proposta dal Sindaco Moratti. Cioè, il pomeriggio del 21 gennaio, il vicesindaco De Corato, che fa anche il deputato a Roma, quando trova il tempo e l’interesse, aveva rivolta al Ministro Maroni un’interrogazione, in cui chiedeva di accelerare gli sgomberi dei centri sociali. E il Ministro, nel corso della question time alla Camera dei Deputati, gli aveva risposta affermativamente. Detto, fatto: soltanto alcune ore più tardi la polizia avrebbe forzato l’ingresso del Conchetta e avviato lo sgombero.
Certo, è piuttosto probabile che siamo di fronte ad un’azione voluta e costruita dal solito De Corato, con la gentile collaborazione del Ministro Maroni, e possiamo addirittura accettare l’ipotesi che la Moratti non ne sapesse nulla, impegnata com’è a garantire il posto nel consiglio d’amministrazione della società di gestione di Expo 2015 al suo Glisenti. Ma De Corato è pur sempre il suo vice e agisce in nome del Comune e del Sindaco.
Chiediamo pertanto, ancora una volta, che qualcuno si assuma la responsabilità di raccontare ai milanesi la verità.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 28/01/2009, in Movimenti, linkato 1095 volte)
Sembra la Repubblica delle Banane, invece è Milano. A quasi una settimana dallo sgombero manu militari del Conchetta, non è ancora dato sapere chi l’ha deciso e sulla base di quale atto o motivazione legalmente fondata. Anzi, assistiamo da giorni a un incredibile e inusuale rimpallo di responsabilità tra le istituzioni e a un’assenza completa di trasparenza. E, come se non bastasse, oggi “il Giornale” pubblica un’intervista al Prefetto Lombardi che aggiunge confusione a confusione.
Ma riassumiamo per sommi capi. Poche ore dopo lo sgombero, il vicesindaco De Corato si era congratulato con il Prefetto e il Questore, ringraziandoli per aver accolto il suo suggerimento, salvo specificare alcune ore più tardi che lui non c’entrava niente e che si trattava di una decisione autonoma di Prefettura e Questura. Altri hanno poi aggiunto ulteriori tesi, come l’Assessore comunale Cadeo, che ieri sera a Telenova ha dichiarato che c’erano delle non meglio specificate ragioni da parte della Questura, ribadendo che il Comune e il Vicesindaco non hanno chiesto nulla. E così arriviamo a oggi, con la citata intervista, in cui il Prefetto Lombardi smentisce gli amministratori milanesi e dichiara secco che “il Comune ha chiesto alla Questura di intervenire”, aggiungendo che “la Questura, quando riceve una richiesta del genere, soprattutto da un ente pubblico, deve garantire una tutela immediata”.
Insomma, chi ha deciso, perché e con quale legittimità uno sgombero del tutto atipico, per giunta mentre è in corso un procedimento legale sul contenzioso? Crediamo che a questa domanda qualcuno, tra Comune, Prefettura e Ministero degli Interni, debba dare alla cittadinanza una risposta definitiva e che lo debba fare immediatamente.
Non è possibile che da giorni si assista nella nostra città a un’orgia di insulti e minacce contro quei cittadini che non la pensano come gli amministratori e che poi non si riesca nemmeno a spiegare le cose più elementari.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Ieri, con un colpo di mano hanno sgomberato il Conchetta e per tutto il giorno centinaia di persone hanno dato vita a proteste in tutta la città, dal Ticinese fino a Palazzo Marino. Una prima risposta, spontanea, che ha visto più partecipazione che in altri casi del genere di questi ultimi anni. Ma non basta, non è sufficiente. Per questo occorre costruire una risposta più partecipata, facendo riuscire il corteo convocato per domani sabato 24 gennaio, alle ore 14.30 in piazza XXIV Maggio a Milano.
Il Conchetta non riguarda soltanto il Conchetta, chi lo anima o chi lo frequenta. Il Conchetta riguarda tutti e tutte noi, o almeno quelli che pensano che Milano non possa essere definitivamente desertificato e consegnato a speculatori, affaristi, ipocriti, novelli sceriffi, neo o post-fascisti, xenofobi assetati di poltrone eccetera.
Oggi vogliono uccidere il Conchetta, ieri hanno assaltato altri spazi sociali, domani toccherà ai prossimi e quando avranno finito con i centri sociali passeranno oltre, ai circoli Arci e a tutto quanto lor signori considerano incompatibile con la loro visione del mondo e con i loro affari. Almeno questo è quello che vogliono fare.
Per questo PARTECIPIAMO numerosi al corteo di sabato!
 
 
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