Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
L’Assessore regionale alla Sanità, Bresciani, deve intervenire urgentemente presso la direzione dell’Azienda Ospedaliera “Bolognini” di Seriate (Bg), per garantire che il reparto di Pediatria non subisca nell’immediato una chiusura temporanea, né alcun ridimensionamento nel futuro. Questo il senso di un’interpellanza di Rifondazione Comunista in Consiglio regionale.
La richiesta potrebbe apparire a prima vista un po’ strana, considerato che si avvicina –finalmente, va detto - la ristrutturazione del “monoblocco” dell’ospedale, tra i cui obiettivi dichiarati vi è anche quello di aggiornare e migliorare la Pediatria. Eppure, le apparenze a volte possono ingannare, specie quando la trasparenza è deficitaria.
Infatti, ci risulta che la direzione del “Bolognini”, nel quadro dei lavori di ristrutturazione, stia valutando la chiusura temporanea della pediatria, per spostarla all’ospedale di Alzano Lombardo. Una scelta del genere sarebbe, però, non soltanto illogica, ma soprattutto fonte di gravi disagi per i piccoli pazienti e per le loro famiglie, poiché il presidio di Alzano è in grado di garantire posti letto in degenza, ma il pronto soccorso pediatrico e tutta una serie di prestazioni indispensabili rimarrebbero comunque a Seriate.
In altre parole, si produrrebbero delle situazioni paradossali, per cui i piccoli pazienti si recano al pronto soccorso a Seriate, poi vengono ricoverati ad Alzano e, infine, devono tornare al “Bolognini” per visite ed esami possibili soltanto lì.
Come se non bastasse, l’assenza di trasparenza e di certezze ha dato via libera a voci di ogni tipo, che diffondono preoccupazioni sia tra i cittadini che tra il personale sanitario. Ci riferiamo in particolare all’ipotesi che il trasferimento temporaneo sia soltanto l’anticamera di un ridimensionamento definitivo dei livelli di assistenza pediatrici a Seriate.
Insomma, chiediamo che Regione Lombardia intervenga immediatamente per dare un’informazione trasparente agli operatori sanitari e ai cittadini sul territorio dell’ospedale di Seriate. Nonché, soprattutto, per scongiurare sciagurate chiusure - temporanee o definitive - della pediatria al “Bolognini”.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo originale dell’interpellanza
 

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All’Innse di via Rubattino, a Milano, c’è il concreto rischio di un nuovo intervento violento contro gli operai che da oltre un anno presidiano la fabbrica per difenderne l’attività produttiva e i posti di lavoro. Potrebbe essere questione di giorni, se qualche istituzione di peso non interviene per fermare questa follia.
Perciò, oggi abbiamo scritto una lettera al Vicepresidente e Assessore al Lavoro regionale, Gianni Rossoni, chiedendogli formalmente che “intervenga con urgenza sui responsabili dell’ordine pubblico al fine di scongiurare ogni intervento violento contro le maestranze e il conseguente smantellamento del sito produttivo”.
Il Sig. Genta, proprietario dello stabilimento, ha rifiutato categoricamente e ostinatamente ogni soluzione prospettatagli dalle istituzioni, la Regione in primis, che garantisse la continuità produttiva dell’Innse, la cui produzione dispone peraltro di un mercato di sbocco accertato. Egli, infatti, ha preferito un modo molto più semplice, sebbene poco limpido, di realizzare un significativo guadagno economico per se stesso: vendere i costosi macchinari dello stabilimento.
Un affarone, senza ombra di dubbio. Quando l’azienda era in amministrazione straordinaria, Genta aveva infatti acquistato la fabbrica a prezzi stracciati, 750mila euro, entrando in possesso di macchinari che sul mercato valgono molti milioni di euro. E allora, perché perdere tempo con il rilancio dell’attività produttiva, come peraltro si era impegnato a fare?
Ora gli acquirenti dei macchinari chiedono l’assistenza della forza pubblica per entrarne in possesso. In altre parole, chiedono che la polizia picchi gli operai, come già accadde il 10 febbraio scorso, per poter smantellare una fabbrica sana e in grado di produrre. Una prospettiva semplicemente inaccettabile, che farebbe prevalere l’interesse di un singolo sull’interesse pubblico.
Il governo regionale ha l’autorità sufficiente per fermare questo scempio e per rilanciare una soluzione positiva, cioè la ripresa dell’attività produttiva dell’Innse.
Chiediamo semplicemente che la usi. E con urgenza.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo originale della lettera a Rossoni
 

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Salta la seduta del Consiglio regionale già fissata al 1° luglio, che doveva discutere e approvare il “piano casa” lombardo. È la prima conseguenza degli emendamenti fortemente peggiorativi presentati ieri in Commissione V (Territorio) da parte del relatore Bordoni, del Pdl (Popolo della Libertà).
Queste modifiche alla proposta di legge della Giunta regionale, approdate in Commissione a meno di una settimana dal programmato Consiglio, evidentemente non preoccupano soltanto le opposizioni, ma anche una parte della maggioranza di centrodestra.
Si tratta infatti di un regalo bello e buono a taluni interessi forti e rappresentano una ulteriore deregulation urbanistica.
E così, secondo gli emendamenti presentati, il bonus volumetrico non varrebbe più per i soli edifici residenziali, ma per qualsiasi edificio, anche in centro città, e per giunta senza alcun obbligo di mantenere la destinazione d’uso.
In secondo luogo, nei quartieri di Erp-Edilizia residenziale pubblica, dove il bonus è più consistente (pari, cioè, al 40%), ora gli enti proprietari, Aler e Comuni, non solo potrebbero cedere la volumetria aggiuntiva a soggetti privati, ma questi ultimi potrebbero persino spostarla in altri quartieri.
Infine, grazie a un emendamento che rappresenta forse più di ogni altro la filosofia di queste novità, al termine dei lavori non sarebbe nemmeno più necessario dimostrare di aver effettivamente realizzato un risparmio energetico. Infatti, verrebbe eliminato il dovere di presentare al Comune l’attestato di certificazione energetica.
Il “piano casa”, così com’era, non ci convinceva affatto, ma la sua nuova versione è semplicemente inaccettabile. Auspichiamo pertanto che il rinvio della seduta del Consiglio non si traduca in una pura perdita di tempo, ma diventi occasione perché si facciano udire quelle voci che, anche all’interno della maggioranza, pensano al territorio come a un bene comune e non come a un parco giochi per i soliti noti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare la tabella sinottica con tutti gli emendamenti e osservazioni finora presentati in Commissione V. Segnaliamo in particolare quelli del Relatore agli articoli 3 e 4
 

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Nonostante le 4.000 firme raccolte in pochi giorni contro l’insensata soppressione della fermata di Rho, i pendolari aspettano ancora che l’Assessore Cattaneo li incontri e, soprattutto, che li convochi alla riunione con Trenitalia e Regione Piemonte, annunciata per la prima settimana di luglio.
Infatti, i protagonisti della protesta hanno appreso dalla stampa che ci sarebbe finalmente un incontro tra le due Regioni e Trenitalia “per verificare la situazione e decidere la tempistica dei provvedimenti che dovessero essere ritenuti necessari”. Ma non hanno mai nemmeno ottenuto una risposta dall’Assessore Cattaneo alla loro richiesta di poterlo incontrare per consegnargli le firme.
E così, da domani, 1° luglio, i pendolari saranno costretti a attuare il più volte annunciato sciopero del biglietto per ottenere l’ascolto, il rispetto e il servizio a cui hanno diritto. Una forma di mobilitazione pacifica, democratica e assolutamente giustificata.
Di fronte a questa situazione esprimiamo la nostra viva preoccupazione su come l’Assessorato ai Trasporti lombardo sta affrontando la situazione. Infatti, le rappresentanze degli utenti erano già state escluse dalla famosa riunione del 18 marzo scorso, svoltasi al Pirellone, quando Regione Lombardia diede il nulla osta allo spostamento della fermata alla Fiera, mentre il Comune di Rho, sebbene invitato, non aveva nemmeno ritenuto opportuno parteciparvi.
Alla luce di questi precedenti, riteniamo indispensabile che il confronto con Trenitalia e Regione Piemonte sia il più trasparente possibile, con la presenza, quindi, di una delegazione dei pendolari che hanno promosso la raccolta firme.
Nell’esprimere la nostra solidarietà con lo sciopero del biglietto, chiediamo dunque all’Assessore Cattaneo di contattare immediatamente i pendolari della zona di Rho, convocando una loro delegazione all’incontro e dando garanzie sull’impegno di Regione Lombardia perché la fermata venga ripristinata.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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Oggi un nuovo appello istituzionale è stato rivolto al Presidente Formigoni e al Vicepresidente Rossoni, perché il governo regionale intervenga subito per scongiurare un intervento di forza contro gli operai dell’Innse. A scrivere sono nove consiglieri regionali della Commissione IV (Attività Produttive) e per la prima volta, insieme alle opposizioni, sottoscrivono anche due commissari della maggioranza.
Qui di seguito il testo integrale della lettera inviata a Formigoni e Rossoni:
 
LETTERA APERTA
 
Al Presidente della Giunta regionale
Roberto Formigoni
Al Vicepresidente
Gianni Rossoni
 
Caro Presidente, caro Vicepresidente,
 
il Consiglio, la IV Commissione e la Giunta sono stati già più volte investiti del problema dello stabilimento INNSE di Milano e sappiamo che sono in corso provvedimenti a vario titolo e grado.
 
Oggi però sta maturando una situazione che può recare pregiudizio serio alla vicenda.
Sull’INNSE di Milano si addensa la minaccia della esecuzione forzata dello smantellamento degli impianti e macchinari. E’ indispensabile un intervento urgente di tutte le istituzioni perché questa minaccia venga bloccata.
La Regione ha la autorevolezza necessaria per intervenire sui responsabili dell’ordine pubblico affinché venga scongiurato un intervento di forza: lo può e secondo noi lo deve fare, in coerenza con quanto il Consiglio e la stessa Giunta hanno dichiarato e fatto finora, in relazione ai provvedimenti per il trattamento di mobilità dei lavoratori e per la attivazione di nuovi soggetti industriali.
Per la Regione Lombardia vi è dunque un interesse sociale, economico ed industriale a che il sito produttivo di Lambrate mantenga la sua integrità e possa essere garantita la continuità produttiva, che vogliamo ribadire in questa circostanza e per il quale chiediamo alla Giunta di esprimersi nello stesso senso.
Per questa ragione, vi invitiamo con questa lettera aperta ad intervenire pubblicamente, in base ed in coerenza con gli impegni assunti con il Consiglio e con i lavoratori che da lungo tempo hanno dimostrato serietà, impegno e quella capacità di guardare agli interessi della azienda e del territorio ben più della attuale proprietà.
 
I consiglieri regionali componenti della IV Commissione
 
Giuseppe Benigni (Pd), Giosuè Frosio (Ln), Luciano Muhlbauer (Prc), Ardemia Oriani (Pd), Luciana Ruffinelli (Ln), Marcello Saponaro (Verdi), Riccardo Sarfatti (Pd), Arturo Squassina (Sd), Osvaldo Squassina (Uul)
 
Milano, 30 giugno 2009
 
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Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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L’Assessore Colozzi ha risposto alla nostra interpellanza del 18 maggio scorso relativa al concorso interno all’amministrazione regionale, finalizzato a selezionare 10 (dieci) dipendenti inquadrati nella categoria C che passeranno alla categoria professionale superiore, cioè la D. La stranezza che aveva motivato la nostra interpellanza consisteva essenzialmente nel fatto che con la prima prova d’esame, de facto una sorta di preselezione, sono stati bocciati 257 candidati su 268. In altre parole, a sostenere la prova d’esame vera e propria rimangono soltanto 11 candidati per 10 posti…
Ebbene, l’Assessore Colozzi ora ci risponde che è tutto regolare e che non c’è nessun problema. Non c’era da aspettarsi nulla di diverso, ovviamente, considerato che l’Amministrazione regionale di solito tende a non rispettare nemmeno le sentenze della magistratura, amministrativa o ordinaria che sia, a lei sfavorevole (vedi, per esempio, il caso del concorso per dirigenti).
Tuttavia, a leggere bene la risposta alla nostra interpellanza, salta agli occhi l’argomentazione debole e a tratti grottesca. Anzitutto, l’Assessore dedica addirittura due paragrafi alla negazione dell’esistenza di una preselezione. Beninteso, lo sapevamo anche noi che la prima prova d’esame non si configurasse come una preselezione in senso formale e tecnico, ma noi avevamo posto un problema sostanziale.
In secondo luogo, l’Assessore sfida persino il ridicolo quando scrive che “il numero di candidati ammessi al colloquio, comunque superiore a quello dei posti da coprire, appare congruo ed è la risultante della prima prova d’esame e dell’applicazione dei criteri descritti che risultano parimenti congrui”. Certo che è “superiore”, perché 11 è più di 10, ma definirlo “congruo” è perlomeno un azzardo, se non una presa per i fondelli.
 
Qui sotto puoi scaricare il testo integrale della risposta all’interpellanza:
 

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Il tanto decantato “piano casa” lombardo salta di nuovo e non andrà in Consiglio nemmeno il 7 luglio prossimo, come programmato e come strombazzato ai quattro venti dal Presidente Formigoni. È la seconda volta che succede ed è sempre a causa dei dissidi interni al centrodestra, che questa volta si sono manifestati in maniera clamorosa.
Infatti, oggi la Commissione V (Territorio) doveva approvare il provvedimento, ma non l’ha potuto fare perché la maggioranza non è riuscita a garantire la maggioranza. C’erano i consiglieri delle opposizioni e anche quelli della Lega, ma tra le fila del Popolo della Libertà le assenze erano vistose e pesanti.
Nemmeno le imbarazzanti irregolarità del Presidente della Commissione, Bordoni, del Pdl - che ha ritardato l’inizio dei lavori per oltre un’ora nonostante il numero legale fosse ampiamente garantito - sono riuscite a salvare la situazione. I commissari assenti del Pdl non si sono proprio fatti trovare. Quindi, Commissione sconvocata e rinviata a data da destinarsi.
Insomma, nel centrodestra c’è un problema politico evidente, visto che oggi è stata la stessa maggioranza di Formigoni ad affondare Formigoni.
Sarà per il “piano casa” o c’è dell’altro? 
Insomma, ce lo dicano, a noi e ai cittadini, perché francamente non ne possiamo più di questi giochetti, fatti di roboanti annunci mediatici, pessimi progetti di legge e misere sceneggiate di potere.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Ultima ora: in serata Formigoni ha convocato i capigruppo della sua maggioranza. Conclusione, come da comunicato stampa ufficiale della Regione: “Esito della riunione è che la maggioranza ritira tutti i suoi emendamenti per votare in Commissione lunedì il testo originario del pdl varato dalla Giunta regionale". Vedremo dunque lunedì se gli emendamenti peggiorativi verranno effettivamente ritirati.
 
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Con sconcerto abbiamo ascoltato ieri sera le parole del capogruppo regionale del Pd, Carlo Porcari, che dai microfoni dell’emittente milanese Radio Popolare ha chiesto la modifica della legge elettorale lombarda e l’introduzione di una soglia di sbarramento “del tre, quattro o cinque per cento”, in vista delle elezioni regionali che si terranno il 29 marzo 2010.
Ma come, non ci sono proposte ufficiali del centrodestra sul tavolo e non è nemmeno ancora programmata una seduta di commissione sull’argomento, e Porcari chiede a gran voce un accordo con la maggioranza formigoniana per cambiare le regole del gioco a pochi mesi dalle elezioni?
E lo sconcerto aumenta ancora, quando consideriamo le motivazioni avanzate. Infatti, Porcari non si richiama agli argomenti classici in materia (la garanzia di maggior governabilità è un problema che in Lombardia proprio non esiste), bensì alla necessità di riscrivere manu militari la geografia politica alla sinistra del Pd.
Il problema sarebbe, cioè, che in Consiglio Regionale a sinistra esistono “cinque gruppi per sei consiglieri”. A parte il fatto che i consiglieri in questione sono otto, Porcari “dimentica” che i gruppi usciti dalle ultime elezioni regionali erano soltanto tre - Prc, Verdi, Comunisti italiani - e che la successiva proliferazione è stata il prodotto di divisioni avvenute nel palazzo, senza che la legge elettorale c’entrasse alcunché.
Infatti, gli ulteriori due gruppi, Sinistra Democratica (Sd) e Unione per Unaltralombardia (Ual), sono nati, il primo, in dissenso con la scelta dei Ds di dare vita al Pd; il secondo, in conseguenza della scissione dentro Rifondazione. E qui Porcari “dimentica” anche la cosa più importante: cioè che l’Ual ha potuto nascere, poco più di un mese fa, grazie all’appoggio “tecnico” del Pd, che ha prestato alla nuova formazione il consigliere Civati, dato che il regolamento prevede un minimo di tre consiglieri per poter costituire un Gruppo Consiliare con tutte le prerogative connesse. E, per l’ occasione, Porcari non solo non si era opposto alla nascita del nuovo gruppo, ma aveva pubblicamente rivendicato la giustezza dell’appoggio fattivo fornito dal Pd all’operazione.
Detto questo, per rispetto della trasparenza politica dovuta ai cittadini e non certo per polemica, riteniamo necessario che il Pd chiarisca se le parole di Porcari rispecchiano l’orientamento del Gruppo o se siamo di fronte a una leggerezza dovuta alla calura estiva.
C’è infatti una questione dirimente da chiarire. E cioè: si pensa, come facciamo noi, che l’avversario stia a destra, e che dunque vi sia la necessità per le opposizioni lombarde di definire una proposta politica e uno schieramento alternativi al prolungato regime formigoniano, oppure il Pd pensa di riproporre lo schema veltroniano del dialogo con Formigoni e della rovinosa illusione dell’autosufficienza che, in ultima analisi, ha rafforzato le destre indebolendo non solo le sinistre, ma lo stesso Partito democratico?
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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Qui di seguito l’appello per il presidio contro il “pacchetto sicurezza” che si terrà lunedì 6 luglio davanti alla Prefettura di Milano, al quale invitiamo a partecipare. In fondo a questo post puoi anche scaricare il testo definitivo del “pacchetto”, approvato 2 luglio scorso dal Senato.
 
APPELLO PER IL PRESIDIO:
Giovedì 2 luglio il Governo ha fatto approvare definitivamente il ddl sicurezza ricorrendo al voto di fiducia.
Reato di clandestinità, istituzionalizzazione delle ronde, prolungamento dei tempi di detenzione nei CIE, necessità del permesso di soggiorno per tutti gli atti di stato civile, permesso di soggiorno a punti e registro per i senza fissa dimora sono solo alcuni dei punti diventati legge.
Il Governo sceglie di nuovo la criminalizzazione dei migranti quale facile modalità di “gestione della crisi”. Tale scelta consente di nascondere le vere responsabilità, fornendo nel contempo, a chi vive un peggioramento concreto delle condizioni di vita, un agevole capro espiatorio su cui scaricare la propria frustrazione. Così facendo, si ottiene il duplice obiettivo di aumentare il grado di ricattabilità degli uomini e delle donne migranti presenti in Italia e di spingere i lavoratori (stranieri e italiani) sul terreno fratricida della guerra tra poveri e della competizione al ribasso su salari e diritti.
Tutto ciò in una fase in cui gli episodi di razzismo istituzionale, sia sul piano nazionale che su quello locale, non si contano.
Affinché tutto questo non passi sotto silenzio invitiamo tutti, donne e uomini, italiani e migranti, ad un primo momento di protesta e di riflessione
 
Lunedì 6 luglio, ore 18.00
PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA
Corso Monforte – Milano

prime adesioni:
Milano Città Aperta
CSOA Casaloca
Case di Plastica
Le radici e le ali ONLUS
Partito della Rifondazione Comunista – Federazione di Milano
Sinistra Critica – Milano
Todo Cambia
Delegate e Delegati Regione SdL Intercategoriale
Naga ONLUS
Associazione Mondo Senza Guerre
Lista Civica un’Altra Provincia – Milano
Circolo Pasolini – Pavia
Associazione Dimensioni Diverse
Arci Milano
Csa Baraonda – Segrate
Servizio civile internazionale – Gruppo Lombardia
Comitato Intercomunale per la Pace del Magentino
Studio3R di Mediazione Linguistica Culturale
Associazione Insieme Per La Pace
Cascina Autogestita Torchiera Senz’Acqua
Rete Partigiani In Ogni Quartiere
Scuola di italiano per stranieri Baobab – Milano
Collettivo Vagabondi di Pace
Antigone Lombardia
Associazione Ci Siamo Anche Noi – Pavia
Partito Umanista Milano
Aria Civile
Associazione Culturale Rossopane
Collettivo Climax
Scuola Popolare Migranti di Cologno Monzese
Centro delle Culture – Milano
 
adesioni individuali:
Ermanno Ronda
Massimo Gatti
Stefano Panigada
Luciano Muhlbauer
Paolo Limonta
Giancarla Venturelli
Pierluisa Venturelli
Sivia Sachero Talon
Gianfranco Talon
Valentina Sachero Ruggieri
Gianluca Ruggieri
Aldo Sachero
Lorenzo Bernini
Marcello Furiani
 
Qui sotto puoi scaricare il file con il testo integrale del “pacchetto sicurezza” approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009
 

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