Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 14/11/2007, in Movimenti, linkato 890 volte)
La storia siamo noi! - appello
 
Perché un evento storico come la mobilitazione contro il G8 del 2001, di straordinaria potenza e di innovazione delle forme di partecipazione politica, non venga riscritto nelle aule di tribunale.
Per impedire che 25 persone a Genova e 13 a Cosenza paghino, con secoli di carcere e milioni di euro, la volontà di rivalsa sul fatto che 300.000 persone scesero in piazza nel 2001 contro i padroni del mondo.
Perché questi processi con imputazioni assurde e anacronistiche, come il reato di "devastazione e saccheggio" e con le loro prossime sentenze, non diventino un'ipoteca sulla libertà di manifestare di tutti i movimenti.
Perché Genova, come nel 2001, si faccia portatrice di un mondo senza frontiere, contro ogni forma di razzismo, contro politiche securitarie ed espulsioni di massa che mettono a rischio le libertà di tutti.
Le promozioni di De Gennaro e di molti altri dirigenti delle forze dell'ordine coinvolti nei fatti di Genova, la sicura prescrizione dei processi contro i poliziotti imputati per il massacro della scuola Diaz e le torture della caserma di Bolzaneto, l'archiviazione del processo per l'omicidio di Carlo Giuliani, così come la bocciatura della commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'ordine pubblico in quelle giornate, rappresentano un'ulteriore offesa ai movimenti e uno schiaffo alla città di Genova.
Invitiamo a ripartire da Genova per mobilitarci contro chi devasta la nostra storia e saccheggia le nostre vite.

Chiediamo a chi di competenza che siano rimossi tutti gli ostacoli per un accesso a tariffa sociale dei servizi delle F.S. come sempre stato per simili occasioni fino al 2006.
 
*Prime adesioni in ordine alfabetico 
 
Altragricoltura - Associazione Sinistra critica  - Cobas - Cobas scuola Genova - Comitato Piazza Carlo Giuliani - Comitato Verita' e Giustizia per Genova - CUB Liguria  - Federazione Genova Pdci - Forum sociale ponente genovese - Forum per la Sinistra Europea - Socialismo Xxi -Forum Ambientalista - Giovani Comuniste/i  – Legambiente  - Lila (Lega italiana per la lotta all'Aids) - Noi quelli di via Tolemaide - Rete Artisti contro le guerre  - Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti - Rifondazione Comunista  - Supportolegale

Alessandra Mecozzi, Responsabile Internazionale Fiom - Antonio Caminito, segretario Fiom Genova - Enrica Bartesaghi, Presidente CVGG - Gianni Rinaldini, Segretario Generale Fiom  - Giorgio Cremaschi/Rete 28Aprile Cgil  - Giorgio Airaudo, Segretario Fiom Torino - Giuliano Giuliani - Haidi Giuliani - Luciano Muhlbauer, Consigliere reg Prc Lombardia - Marco Bersani (Attac Italia) - Nicola Nicolosi "Lavoro e società" CGIL - Paolo Beni Presidente Nazionale Arci - Raffaella Bolini, Presidenza Nazionale Arci - Rita Guglielmetti , Segreteria regionale CGIL - Vittorio Agnoletto, Associazione Prima Persone - Walter Massa, Gabriele Taddeo, Laura Testoni, Arci Genova
 
 
Concentramento manifestazione ore 14.30 P.zza del Principe

Per aderire scrivi a lastoriasiamonoi@sanbenedetto.org

La Comunità San Benedetto raccoglie fondi per la preparazione dell'iniziativa. Aiutaci anche tu!
@ Conto Corrente Postale n.
15149164  intestato a  Associazione Comunità San Benedetto al Porto Genova, causale "Per il 17 novembre"

@ Ufficio stampa 340.4599197 
 
di lucmu (del 15/11/2007, in Movimenti, linkato 1119 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 15 nov. 2007 (pag. Milano)
 
Per i giorni 13, 14 e 15 novembre il circolo Arci La Scighera ha ricevuto l’ennesima ordinanza di chiusura dalla polizia locale di Milano. Succede, direte. Cosa vuoi che sia, penserete, in una grande città capita che l’annonaria accerti qualche infrazioni, dia multe eccetera. E invece no, qui non siamo di fronte all’ordinaria amministrazione e, se avete qualche dubbio, rileggetevi l’appello “Una mobilitazione per la libertà di associazione”, promosso dall’Arci Milano, che sembra piuttosto un grido di dolore e di allarme.
Infatti, da un po’ di tempo, specialmente da quando il vicesindaco De Corato dispone anche della delega alla sicurezza, cioè impone ai vigili urbani i suoi orientamenti, c’è un vero e proprio pressing della polizia locale sui circoli Arci della nostra città. E così, piovono controlli, accertamenti, multe e chiusure temporanee, spesso determinate da ragioni futili. La disparità di trattamento è peraltro palese, poiché non si registra un attivismo analogo rispetto, per esempio, agli esercizi di tipo commerciale.
Insomma, pare proprio che il vicesindaco non si accontenti più di fare la guerra ai centri sociali, ma che la lista dei nemici da colpire si sia pericolosamente allungata. Un segno dei tempi che corrono, visto che ora se la prende con un’associazione che solo a Milano e provincia vanta oltre 50mila soci. E di questi, guarda caso, 6500 sono tesserati proprio al circolo La Scighera.
Tuttavia, non prendiamocela soltanto con De Corato, che ci mette certamente molto di suo, ma che non è un guerriero solitario. Egli è piuttosto la punta più avanzata e militante di una visione della città che considera entità ostile ogni forma di aggregazione e socialità non riducibile ai meri precetti del mercato ed estranea al discorso culturale dominante. In altre parole, è un intero pezzo di città che viene considerato ostile.
Tutto ciò è già sufficientemente grave di per sé, poiché esplicita una concezione del governo della cosa pubblica al servizio di interessi politici particolari, ma rischia di diventare ancor più devastante se consideriamo il contesto attuale, segnato dal dilagare di nuove solitudini urbane e dall’imbarbarimento della vita sociale. Ovvero, le continue scorrerie istituzionali contro spazi e aggregazioni autorganizzati dei cittadini, siano essi giovani, meno giovani o anziani, tendono ad eliminare ogni antidoto a un modello di città, fatto su misura per i cosiddetti interessi forti e regolato dalle campagne securitarie.
Ebbene sì, perché di questo stiamo parlando, della città che c’è, di quello che rischia di diventare e di quello che invece potrebbe essere. Questo è il terreno del confronto e dello scontro e De Corato e i suoi dimostrano di averlo capito benissimo, mentre dalle nostre parti la consapevolezza fatica a farsi largo. Certo, quando si sgombera o si minaccia qualche attestato di solidarietà arriva sempre, ci mancherebbe altro, ma in fondo ognuno cerca di resistere singolarmente, di spezzare l’assedio separatamente. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e tutte.
E allora, ci pare sia necessario iniziare a ragionare in maniera diversa, dando un po’ meno peso a quello che ci differenzia e mettendo in comune i nostri guai, ma anche le nostre buone pratiche ed esperienze. Il tema lo conosciamo e anche la posta in gioco.
I tre giorni di mobilitazione del circolo Scighera possono essere un’occasione, non solo per partecipare e far sentire la sacrosanta solidarietà, ma chissà, forse anche per iniziare a discutere e sperimentare nuovi percorsi. Tanto, non finisce qui.
 
per saperne di più

allegato articolo versione pdf


Scarica Allegato
 
di lucmu (del 14/12/2007, in Movimenti, linkato 1194 volte)
Qui sotto puoi scaricare la sentenza contro i 25 manifestanti, accusati di fatti avvenuti nel corso delle contestazioni del G8 del 2001, emessa oggi dal tribunale di Genova:
 

Scarica Allegato
 
di lucmu (del 19/01/2008, in Movimenti, linkato 1281 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 19 genn. 2008 (pag. Milano)
 
Il Gruppo consiliare regionale di Rifondazione esprime la sua piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del centro sociale Fornace di Rho (Mi), che rischiano a breve lo sgombero coatto, e sarà presente alla manifestazione che si tiene oggi pomeriggio (ore 15.00, p.zza Stazione Fs,Rho).
A dire la verità, si tratta di un tentativo di sgombero ampiamente preannunciato, poiché le elezioni amministrative del 2007 avevano portato alla guida del comune di Rho la coalizione di centrodestra. Infatti, siamo di fronte a una questione puramente politica e non certo a problemi legati all’ordine pubblico.
I giovani non avevano mai dato fastidio a nessuno e lo spazio che occupano è abbandonato e inutilizzato da un decennio. Anzi, si tratta di uno dei pochissimi luoghi di aggregazione giovanile esistenti del nord-ovest milanese, dove in questi ultimi tre anni sono state realizzate numerose iniziative di carattere culturale, artistico e politico.
E allora, perché sgomberarlo, invocando persino l’intervento della forza pubblica, come se si trattasse di delinquenti? La versione ufficiale del Sindaco Zucchetti sostiene che bisogna liberare l’area della Fornace per costruirvi un nuovo commissariato di polizia. Progetto curioso, saltato fuori all’ultimo minuto, poiché a Rho c’è già un nuovo commissariato, oltre alla stazione dei carabinieri.
Ma di una giustificazione vendibile c’era pure bisogno e, quando si tratta di fare la guerra ai propri avversari politici, il Sindaco Zucchetti sembra non badare a spese. E così, i tre milioni di euro necessari per il nuovo commissariato sono stati recuperati, annullando semplicemente lo stanziamento per la nuova sede del liceo Rebora, prevista in base a un accordo con la Provincia di Milano. Complimenti Sindaco. Si toglie alla scuola per costruire un superfluo commissariato di polizia e così realizzare l’obiettivo vero: sbarazzarsi dell’unico centro sociale di Rho.
D’altra parte, il malcostume di usare l’istituzione pubblica per muovere guerra ai propri avversari politici non l’ha certamente inventato Zucchetti. Il vicesindaco di Milano lo sta praticando da lunghi anni. La grande colpa dei ragazzi e delle ragazze della Fornace è, infatti, molto banale: aver criticato costantemente l’opera dell’amministrazione comunale e denunciato i molteplici affari che si celano dietro la candidatura per l’Expo 2015.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco di Rho ad accettare il terreno della democrazia e del libero confronto, rinunciando ad atti di forza contro i suoi avversari politici. Contestualmente, invitiamo la Prefettura di Milano a non mettere a disposizione la forza pubblica, poiché una cosa è l’ordine pubblico, altra cosa è la libera dialettica politica.
 
 
di lucmu (del 25/01/2008, in Movimenti, linkato 1030 volte)
Il processo di Cosenza contro 13 attivisti di Sud Ribelle rischia di trasformarsi da farsa in tragedia. Infatti, il Pm Fiordalisi ha chiesto pene da 2 anni e mezzo fino a sei anni, per un totale di 50 anni.
Questo processo ha tutti i requisiti per essere ricordato dai nostri posteri come un esempio di malagiustiza. Il castello accusatorio è talmente inconsistente da basarsi unicamente su un teorema politico, cioè sulla considerazione che la partecipazione degli imputati all’organizzazione delle mobilitazioni contro il Global Forum di Napoli e il G8 di Genova del 2001 equivalesse al reato di associazione sovversiva. Insomma, sono accusati di un qualcosa che nel 2001 hanno fatto migliaia di persone in tutta Italia, il sottoscritto compreso, nell’esercizio delle proprie libertà civili e politiche.
A riprova della totale inconsistenza dell’accusa, possiamo poi ricordare che il drappello di funzionari di polizia, inviato nel 2002 alla ricerca di una procura disponibile ad aprire questo procedimento, dovette bussare a mille porte, prima di trovare quella spalancata del Pm Fiordalisi. E questo spiega anche la stranezza che un processo che riguarda fatti accaduti a Napoli e Genova si svolga nella lontana Cosenza.
In altre parole, se fossimo di fronte a una mera questione di giustizia e di legge, questo processo non sarebbe nemmeno mai iniziato. Ma qui la legge non c’entra, qui c’entra invece quella politica che da sette anni tenta di trascinare con ogni mezzo i movimenti nei tribunali, per postulare la loro presunta colpevolezza e, così facendo, assolvere i responsabili della sospensione dei diritti civili e delle violenze contro i manifestanti nel luglio 2001, che allora sedevano nei Ministeri e al massimo vertice della Polizia di Stato.
Esprimiamo quindi la nostra completa solidarietà con i 13 attivisti sotto processo e invitiamo alla partecipazione al corteo che si terrà il 2 febbraio prossimo a Cosenza, contro la repressione, per le libertà e per la giustizia sociale.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
per saperne di più: www.cosenza2febbraio.org
 
 
di lucmu (del 16/02/2008, in Movimenti, linkato 1008 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 16 febbr. 2008 (pag. Milano)
 
Era la notte tra il 16 e il 17 marzo di cinque anni fa. Davide Cesare, detto Dax, militante del centro sociale O.r.So., era stato appena assassinato da un gruppo di neofascisti. Amici e compagni di Dax e degli altri due feriti si recarono all’ospedale San Paolo per avere notizie. Ma trovarono soprattutto agenti delle forze dell’ordine che diedero vita a violente cariche, persino all’interno del pronto soccorso, e altri ragazzi rimasero feriti.
Ebbene, ieri la seconda Corte d’appello di Milano ha emesso il suo verdetto sui fatti del San Paolo, modificando in un solo punto la sentenza di primo grado. Cioè, assolvendo il militare dell’arma dei Carabinieri, a suo tempo condannato a sette mesi di reclusione. Morale della storia: ora gli unici colpevoli di quanto avvenuto quella notte al San Paolo risultano essere due ragazzi del centro sociale, condannati entrambi a un anno e otto mesi di carcere, mentre tutti gli imputati appartenenti alle forze dell’ordine sono da considerarsi innocenti.
Noi non siamo inquirenti, né magistrati e tanto meno vogliamo rubare il mestiere a qualcuno. Ma dobbiamo prendere atto che la verità che ci consegna quella sentenza stona terribilmente. È come se raccontasse un’altra storia. Com’è possibile che sia le vittime che i colpevoli stiano tutti dalla stessa parte? Che fine hanno fatto le violenze, ampiamente documentate e conosciute, degli agenti delle forze dell’ordine?
No, quella sentenza non restituisce la verità e non fa giustizia. E, soprattutto, non fa bene a Milano. Beninteso, noi non vogliamo spedire nessuno in galera, non siamo giustizialisti, ma pensiamo che l’impunità non serva  a nessuno. Quella notte si consumò una violenza inaccettabile da parte delle forze dell’ordine contro gli amici di Dax. E per questo qualcuno deve assumersi le proprie responsabilità.
 
 
di lucmu (del 06/03/2008, in Movimenti, linkato 1208 volte)
Siamo donne e uomini, giovani e meno giovani, provenienti da esperienze diverse e dalla società civile, convinte/i che qui, ora e in particolare in Lombardia, si stia giocando una partita decisiva sulla libertà e l’autodeterminazione femminile nell’ambito di una più vasta messa in discussione della laicità dello Stato. Per questo l’assemblea della rete lombarda “194 ragioni “ha deciso di organizzare
 
una grande mobilitazione
sabato 8 marzo
alle ore 14.30 in Largo Cairoli - Milano
 
Un otto marzo di lotta per la libertà e l'autodeterminazione delle donne per non svuotare la legge 194, rivendicando:
- il pieno sostegno alle attività di prevenzione dei consultori pubblici: spazi e modalità adeguate, completamento e stabilizzazione degli organici, presenza di tutte le figure necessarie e con mediatrici linguistiche e culturali per le donne migranti;
- l’impegno a circoscrivere l’obiezione di coscienza, che in vari ospedali mette a repentaglio l’interruzione di gravidanza nei tempi previsti;
- un piano rinnovato di educazione alla sessualità, alla contraccezione, alla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, da realizzare nelle scuole e nei consultori;
- l’impegno ad estendere anche in Lombardia metodi alternativi, meno dolorosi e meno costosi della tradizionale interruzione di gravidanza, come la pillola RU-486.
 
Io lotto marzo
Rete lombarda 194 ragioni (www.194ragioni.it)
 
Adesioni al 5 marzo (collettive): Associazione Dimensioni Diverse-Spazio Donna, Forum salute mentale, Osadonna, DonneInQuota, Rete centi antiviolenza della Lombardia, Associazione per una Libera Università delle Donne, Unione Femminile Nazionale, Associazione Crinali, Sinitra Critica, La mela di Eva, Amiche di ABCD, collettivo femminista Cercando la luna, Associazione Enzo Tortora-Radicali Milano, UICEMP, CED, Prc federazione Milano, FGCI Milano, Pdci federazione Milano, Sinistra l’Arcobaleno Milano, Network dei giovani per la Sinistra l’Arcobaleno, Collettivo femminista Cercando la luna, Partito Umanista, Usciamo dal silenzio, SdL intercategoriale, Associazione Todo Cambia, Ladyfest Pavia, UAAR
 
 
Alle ore 6.00 di questa mattina le forze dell’ordine hanno sgomberato il centro sociale Sos Fornace di Rho, nell’hinterland milanese. Nessuno si è fatto male, anche perché nessuno dei ragazzi e delle ragazze era presente. Infatti, lo sgombero è arrivato senza preavviso e né la Prefettura, né la Questura di Milano hanno sentito il bisogno di parlare prima di agire.
Come gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra totale solidarietà ai ragazzi e alle ragazze della Fornace, colpevoli semplicemente di aver aperto uno spazio di aggregazione autogestito, il solo esistente nella zona, di essere tra i principali animatori del Comitato NoExpo e di non aver mai nascosto la loro opposizione alle politiche del Sindaco Roberto Zucchetti, uomo della scuderia ciellina di Formigoni.
Infatti, il centro sociale Fornace era tutto fuorché un problema di ordine pubblico e persino la proprietà dell’area dismessa, dove sorgeva il centro sociale, era aperta al dialogo. Ma il Sindaco no, anzi. Lui da lunghi mesi rifiutava pregiudizialmente ogni incontro con i rappresentanti del centro sociale, ma in cambio esercitava reiterate pressioni su Prefettura e Questura perché procedessero allo sgombero coatto.
Fino alle elezioni politiche Zucchetti non ottenne risultati, ma ora, si sa, tira un’aria nuova, si invoca la mano dura e la tolleranza zero e così Prefetto e Questore si sono adeguati, mettendo in atto uno sgombero che è motivato unicamente dall’interesse politico del Sindaco di liberarsi di un pezzo di opposizione, specie ora che gli affari di Expo si avvicinano.
Lo sgombero della Fornace è un brutto segnale politico per la città e non fa intravedere nulla di buono per tutti gli spazi autogestiti che ancora resistono a Milano. Anche per questo è importante che i ragazzi e le ragazze della Fornace, che già per stasera promuovono un’assemblea a Rho, non vengano lasciati da soli e che possano continuare la loro esperienza.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
P.S.  l’assemblea convocata dalla Fornace si terrà stasera, alle ore 21.00, davanti al Comune di Rho, in piazza Visconti.
 
 
Sabato 31 maggio a Rho si terrà una manifestazione. L’appuntamento è alle ore 15.00, davanti alla stazione Fs. Questo è quanto era stato deciso dall’assemblea del 27 maggio, convocata in seguito allo sgombero del centro sociale Sos Fornace e tenutasi in piazza, davanti al Comune. Peraltro, già quella sera l’assemblea si era trasformata in un primo corteo di 300 persone che ha attraversato le vie di Rho. Qui di seguito, trovi l’appello del centro sociale Sos Fornace di convocazione della manifestazione, con tutte le coordinate per mandare le adesioni:
 
Appello per una mobilitazione contro le politiche securitarie, in difesa del territorio e dei beni comuni e per la difesa degli spazi sociali
 
Martedì 27 maggio la polizia e i carabinieri hanno proceduto allo sgombero della Fornace di Rho. Con un atto di forza si è posto fine ad uno spazio sociale vitale e dinamico che in più di tre anni di (r)esistenza non solo ha prodotto un modello di socialità fondato sull'autogestione e la condivisione di percorsi culturali e di aggregazione, ma ha anche portato avanti importanti battaglie in difesa del territorio e dei beni comuni contro i danni prodotti dalla Fiera e da un modello di sviluppo basato sulle Grandi Opere e sulla speculazione edilizia. Un modello fatto di devastazione e consumo del territorio di cui Expo 2015 con tutte le opere infrastrutturali collegate rappresenta la chiave di volta, in un'ottica bipartisan che ha visto convergere le principali forze politiche.
Le modalità dello sgombero, motivato da ragioni di ordine pubblico, confermano che è in corso una stretta repressiva che ha l'obiettivo di delegittimare e, quindi, criminalizzare il conflitto sociale elemento fondante della democrazia. Già in vista dell'assegnazione dell'Expo erano stati sgomberati altri centri sociali, nell'ottica di una pulizia generale della "città vetrina", che ha portato anche agli sgomberi di campi rom, all'allontanamento dei senzatetto, alla criminalizzazione dei writers e dei migranti. Una situazione destinata a peggiorare, soprattutto dopo l'approvazione del famigerato  "pacchetto sicurezza" nel quale sono state inserite norme che prevedono l'istituzione di "aree d'interesse strategico nazionale" che permetterebbero l'impiego dell'esercito e la conseguente militarizzazione del territorio. Non è improbabile pensare che se oggi vengono utilizzati i militari per presidiare le discariche a Napoli, un domani potranno essere utilizzati per
controllare il territorio laddove sono in corso forme di resistenza messe in atto dalle comunità locali contro grandi opere e progetti di devastazione come in Val di Susa, a Vicenza o in altre parti d'Italia.
Bisogna porre un argine alla deriva securitaria che coinvolge tutti i livelli istituzionali legittimando episodi di violenza ed intolleranza come i pogrom nei confronti dei rom a Napoli e gli assalti squadristi a Roma.
 
GLI SGOMBERI NON SPENGONO LA FORNACE!
 
Rho, 30 maggio 2008
 
SABATO 31 MAGGIO
H 15 P.zza Stazione FS - Rho (MI)
MANIFESTAZIONE
 
Promuove SOS FORNACE
 
Aderiscono:
Comitato No Expo (Milano), SiM - Studenti in Movimento (Rho), Comunità Rom di via Sesia (Rho), Collettivo Oltre Il Ponte (Nerviano - MI), Collettivo Rosso Magenta (Magenta - MI), Collettivo La Fenice (Saronno - VA), CA Torchiera Senzacqua (Milano), CS Cantiere (Milano), SPA Eterotopia (S.Giuliano Milanese - MI), CSA Barattolo (Pavia), CSOA Crocevia (Alessandria), CS Folletto 25603 (Abbiategrasso - MI), COA T28 (Milano), FOA Boccaccio 003 (Monza), Asso (Milano), Casaloca, CSA Pacì Paciana (Bergamo), Leoncavallo SPA (Milano), CSCP, Antifa Milano, CCS - Coordinamento Collettivi Studenteschi (Milano), Collettivo Scienze Politiche, Aut Art Brera, Osservatorio Latino Americano Mediazione, ATTAC Milano, Diciannoverde (Milano), Opera Nomadi (Milano), Indiani Metropolitani, Socialskopyo (Arese), Circolo culturale "A. Gramsci" (Garbagnate Mi), SdL Intercategoriale, Slai Cobas, CUB, Slai Cobas Rhodense, Rifondazione Comunista - Federazione di Milano, Sinistra Critica, Comunisti Italiani - Federazione di Milano, Giovani Comunisti - Coord. Lombardia, Rifondazione Comunista (Rho, Pero, Cornaredo, Arese, Pregnana), Comunisti Italiani Rho, Spartaco.eu.
 
Per info e adesioni: sosfornace@inventati.org - 338 1969423 / 346 3989550
 
 
di lucmu (del 16/06/2008, in Movimenti, linkato 1007 volte)
La partecipazione del Ministro degli Interni Maroni al Comitato provinciale per la sicurezza di Milano si è trasformata in una vera e propria orgia di minacce contro i soliti rom, sans-papiers, accattoni e moschee, ormai ridotti a nemici supremi della sicurezza. Nemmeno una parola, invece, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sui quei tanti signori che costruiscono tranquillamente infrastrutture e palazzi ricorrendo allo sfruttamento del lavoro irregolare. Ma questo ormai non stupisce più. Si sa, le lacrime di coccodrillo asciugano in fretta.
Tuttavia, Maroni oggi è andato oltre, minacciando esplicitamente anche il centro sociale Leoncavallo, che rischia lo sgombero il 23 giugno prossimo. Cosa c’entri la vicenda del centro sociale con la sicurezza non lo sa nessuno, ma chi se ne frega. L’occasione è troppo ghiotta per regolare un po’ di conti anche con gli avversari politici.
Da anni è in corso a Milano una vera e propria campagna, capeggiata dal vicesindaco, per eliminare dal territorio gli spazi sociali autogestiti o comunque indipendenti. Una campagna talmente intensa che inizia a mettere sotto pressione anche numerosi circoli dell’Arci. E da questo punto di vista l’eliminazione coatta del Leoncavallo, con i suoi trent’anni di storia, rappresenta un obiettivo politico di primaria importanza. Sarebbe come chiudere simbolicamente la stagione dei centri sociali nella nostra città.
Ci sarebbe molto da riflettere per quanti, anche semplicemente democratici, sono stati o sono accomodanti con l’onda traboccante del securitarismo. Com’era prevedibile, se gli argini cedono da una parte, alla lunga nessuno da nessuna parte è più al riparo.
Oggi opporsi alla logica della criminalizzazione delle problematiche sociali e dell’opposizione politica e sociale, voluta in primis da Lega e An, è un dovere democratico. E mobilitarsi per impedire che il centro sociale Leoncavallo venga spazzato via dalla pulizia politica delle destre è semplicemente un atto di buon senso.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
  
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13


facebook twitter youtube
Cerca  
Titolo

Titolo

Titolo
Antifascismo (86)
Casa (48)
Diritti (19)
Infrastrutture&Trasporti (38)
Lavoro (232)
Migranti&Razzismo (147)
Movimenti (124)
Pace (21)
Politica (105)
Regione (77)
Sanità (19)
Scuola e formazione (71)
Sicurezza (59)
Territorio (46)

Catalogati per mese:

Ultimi commenti:
Attention! Attention...
22/11/2017
di Mrs.Emilia Fedorcakova
Prove di grave e vel...
22/07/2016
di claudine
appoggio e sostengo ...
03/06/2016
di merina tricarico



20/04/2024 @ 12:44:48
script eseguito in 60 ms

Ci sono 153 persone collegate