Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Oggi è stato pubblicato e presentato alla stampa il rapporto “Razzismi Quotidiani: la voce dei cittadini stranieri e dei media su razzismo e discriminazione”, realizzato dal Naga e dal Cospe di Milano. Una delle pochissime inchieste che parte dal punto di vista dei migranti, dalle loro percezioni e dal loro vissuto. Insomma, un materiale da leggere e da fare circolare.
In allegato a questo post puoi scaricare il rapporto e qui sotto riproduciamo il comunicato stampa di presentazione di Naga e Cospe. Ovviamente, tutto quanto puoi consultarlo anche sui siti web www.naga.it e su www.cospe.it.
“Comunicato stampa:
RAZZISMI QUOTIDIANI. LA VOCE DEI CITTADINI STRANIERI E DEI MEDIA SU RAZZISMO E DISCRIMINAZIONE
Il rapporto di Naga e Cospe in materia di discriminazione e razzismo:
un’indagine sul campo e le notizie dei media.
Naga e Cospe hanno, nell’arco di un mese, intervistato 580 cittadini stranieri e monitorato i mezzi d’informazione nell’intento di mettere a confronto l’informazione in materia di discriminazione e razzismo con l’effettivo vissuto dei cittadini stranieri. Oggi viene presentato il rapporto frutto di tale indagine. I dati raccolti evidenziano il verificarsi diffuso di atti di violenza e discriminazione a danno dei cittadini stranieri : razzismi quotidiani perpetrati dalle forze dell’ordine, da controllori sui mezzi pubblici, da personale della sicurezza privata, da datori di lavoro, da gruppi di persone o da singoli individui.
Il quadro che emerge dai dati e dalle testimonianze è preoccupante: ad almeno 1 persona su 5 è capitato di essere trattata male dalle forze dell’ordine; ad 1 persona su 5 di dormire per strada; a 3 persone su 10 di essere offese sui mezzi pubblici e di essere guardate male per strada; a 3 persone su 10 di non essere pagate per un lavoro; a più della metà del campione di perdere all’improvviso il lavoro. E' la preoccupazione di ammalarsi a prevalere, che si intreccia con quella di perdere il lavoro. Per il 65% del campione, infine, la vita in Italia è cambiata negli ultimi anni e, per la grande maggioranza di questi, in modo negativo.
“Sentivamo la necessità di ascoltare e far ascoltare la voce dei cittadini stranieri, e proprio le loro testimonianze ci hanno permesso di capire quale sia l’incidenza di episodi di razzismo e discriminazione nella vita di chi si rivolge al Naga” dichiara Pietro Massarotto, presidente del Naga. “I dati evidenziano una situazione odiosa, una sorta di "normalizzazione" degli atti di discriminazione e razzismo, che incide negativamente sulla vita di persone che vivono e lavorano in Italia. Inoltre ci ha colpito il fatto che di fronte a un’incidenza media del 30% di episodi di sopraffazione, la percezione critica di ciò che accade sia fortemente sottodimensionata nei racconti dei cittadini stranieri, che, in un contesto di criminalizzazione continua, paiono aver alzato il livello di sopportazione degli abusi”, prosegue il presidente del Naga; “i dati raccolti ci confermano, infine, quanto sia sbagliato e dannoso rappresentare i cittadini stranieri come un gruppo omogeneo, non esistono ‘gli stranieri’, ma singoli individui caratterizzati da speranze, paure, aspettative e biografie completamente differenti. Singoli che vedono quotidianamente violati i loro diritti fondamentali da parte di Istituzioni e cittadini”.
L’analisi su testate locali e nazionali (carta e web), pur inevitabilmente parziale ed estemporaneo ha permesso di fornire una significativa istantanea sulla situazione attuale dei razzismi quotidiani. Secondo i dati raccolti è avvenuta una media di 1,3 episodi di razzismo al giorno. Gli immigrati sono state le vittime principali degli atti di discriminazione e razzismo, soprattutto i cittadini di nazionalità rumena, e sembra che il colore della pelle sia l’elemento che rende le persone di origine straniera, anche se nate in Italia o cittadine italiane, maggiori vittime di violenze, insulti e comportamenti offensivi.
Quello che più colpisce è l’alta percentuale di atti di violenza istituzionale, compiuta da forze dell’ordine e da persone in una posizione di autorità, come i controllori dei mezzi di trasporto. Tra le principali vittime rom e sinti. A conferma dell effetto del razzismo di creare, riprodurre e/o mantenere il potere, l’influenza e il benessere di un gruppo cosiddetto “razziale” a scapito di un altro gruppo definito negli stessi termini.
“Gli studi sul tema - afferma Udo Enwereuzor, esperto di discriminazioni e resposabile COSPE del progetto europeo RAXEN (Rete di informazione europea sul razzismo e la xenofobia) - ci dicono che spesso gli immigrati non sono rappresentati come persone a tutto tondo; come risulta anche dalla nostra analisi – ad esempio - essi sono frequentemente ridotti ad una nazionalità. Inoltre, come abbiamo rilevato, la loro voce nei media e nel dibattito pubblico è del tutto residuale. Così come la voce del mondo associativo, di esperti, di attori che ruotano nel mondo dell’ immigrazione è raramente presa in considerazione come fonte.
Dal nostro monitoraggio emerge infatti la tendenza dei giornalisti a utilizzare quasi esclusivamente voci e fonti istituzionali”. “Una difficoltà persistente che si frappone alla crescita dell’impegno delle istituzioni e dei singoli nel contrasto del razzismo e delle discriminazioni collegate – conclude Udo Enwereuzor - è rappresentata proprio dalla mancanza di dati ed informazioni descrittive raccolte in modo sistematico e che riguardano tutto il territorio nazionale. Ed è in questa direzione che questa ricerca prova a dare una risposta”.”
Ha scelto di chiamarsi “Preziosa”, ha la cittadinanza brasiliana e si trova in Italia senza regolare permesso di soggiorno. E così, il 20 giugno 2008 era finita rinchiusa nel Cie (ex Cpt) di via Corelli a Milano, nella camerata riservata ai transessuali. Fu rimessa in libertà all’improvviso l’11 luglio successivo, con in mano un decreto di espulsione e con il corpo segnato da diverse contusioni.
Nulla di straordinario si direbbe, la solita storiaccia da Cpt. Eppure, questa volta qualcosa di diverso c’è, perché Preziosa non si era accontentata di quel rilascio anticipato dopo una notte burrascosa, che l’aveva tra l’altro portata anche al pronto soccorso, ma si recò da un avvocato e sporse denuncia contro alcuni agenti di polizia in servizio quella notte nel Cie di via Corelli.
Quello che accadde la notte tra il 10 e l’11 luglio in via Corelli è attualmente oggetto di indagine da parte della Procura della Repubblica di Milano. Un’indagine complessa, come sempre quando di mezzo ci sono strutture come i Cie-Cpt, dove la trasparenza latita, per usare un eufemismo, e di solito anche la possibilità di poter raccogliere testimonianze terze. Ma c’è di più, perché la vigente legislazione in materia di immigrazione prevede che i provvedimenti di espulsione non vengano sospesi neanche in presenza di un’indagine della magistratura o di un processo, a meno che non venga rilasciato un apposito permesso di soggiorno temporaneo “per motivi di giustizia” da parte del Questore.
In altre parole, sebbene sia in corso l’indagine della Procura, Preziosa continua a vivere de jure e de facto in stato di clandestinità e rischia pertanto di venire espulsa prima ancora che si possa celebrare il processo.
Per questi motivi, il 23 dicembre scorso il sottoscritto e il Consigliere provinciale Piero Maestri abbiamo scritto una lettera urgente al Prefetto e al Questore di Milano, chiedendo il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di giustizia. In fondo, non si chiede molto, ma semplicemente che la magistratura possa completare il suo lavoro senza che sparisca dalla scena la querelante, nonché la principale testimone.
Qui di seguito, puoi leggere il testo della nostra lettera del 23 dicembre e in allegato puoi scaricare due articoli relativi al caso Preziosa, pubblicati in questi ultimi giorni dall’Unità e da il Manifesto.
“Milano, 23 dicembre 2008
Al Prefetto di Milano
Dott. Lombardi
Al Questore di Milano
Dott. Indolfi
Egregi Signori,
vi scriviamo per sottoporre alla vostra attenzione il caso del sig. W.S., detto “Preziosa”, cittadino del Brasile, sollecitando quindi un vostro intervento.
“Preziosa” era stata fermata e tradotta nel Cie (ex Cpt) di via Corelli, sito in Milano, il 20 giugno del corrente anno, poiché priva di regolare permesso di soggiorno. Era dunque trattenuta in suddetta struttura, nella camerata normalmente riservata ai “trans”, quando nella notte tra il 10 e il l’11 luglio accaddero dei fatti, la cui dinamica e le cui responsabilità sono attualmente all’esame della magistratura.
Ci limitiamo qui a segnalare che in tale notte il sig. W.S., detto “Preziosa”, fu accompagnata al pronto soccorso dell’Ospedale San Raffaele, dove venivano riscontrate diverse contusioni. Ella fu poi riaccompagnata al Cie nella medesima notte. Nella mattinata dell’11 luglio fu comunicato a lei, nonché a un altro trattenuto della “camerata trans”, il rilascio dal Cie. Cosa che avvenne poi effettivamente e le fu consegnato l’ordine di abbandonare il territorio nazionale entro cinque giorni.
Nella stessa giornata del rilascio, inoltre, “Preziosa” si recò nuovamente al pronto soccorso del San Raffaele, poiché continuava ad accusare dolori, e le furono riconosciuti dieci giorni di prognosi.
Infine, il 30 luglio scorso, il sig. W.S., detto “Preziosa”, sporse querela contro alcuni agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Cie di via Corelli nella notte tra il 10 e l’11 luglio per ingiurie, lesioni personali, abuso d’ufficio, abuso d’autorità contro arrestati o detenuti e omissione di soccorso.
Attualmente sono in corso le indagini della Procura di Milano e nell’ambito delle stesse “Preziosa” è stata sentita più volte. Ciononostante, come prevede la legge, il decreto d’espulsione nei confronti del sig. W.S. non è stata sospeso.
In poche parole, “Preziosa” si trova de jure e de facto in stato di “clandestinità” e rischia pertanto l’espulsione coatta prima che si concludano le indagini o che si celebri il processo.
Riteniamo che un’eventualità del genere non sia nell’interesse dell’accertamento della verità e del rispetto della legalità e che vada dunque scongiurata – e che ci sia un accertamento della verità corretto e nel rispetto di tutte le garanzie siamo convinti sia nell’interesse delle stesse forze dell’ordine. Pertanto, certi della vostra sensibilità, con la presente intendiamo sollecitare una vostra attivazione perché al sig. W.S., detto “Preziosa”, possa essere rilasciato un premesso di soggiorno per motivi di giustizia.
A disposizione per ogni eventuale chiarimenti.
Distinti saluti
Luciano Muhlbauer
(Consigliere Regionale della Lombardia)
Pietro Maestri
(Consigliere Provinciale di Milano)”
“Gli zingari rubano i bambini”. Quante volte abbiamo sentito questa affermazione. Al bar, per strada, magari da parte di amici, sicuramente esclamata da qualche leghista. In tv e sulla stampa le notizie di presunti rapimenti di bambini da parte di rom hanno spesso conquistato la prima pagina. Ma cosa c’è di vero in questa leggenda nera che affonda le sue radici nella notte dei tempi? Nulla, semplicemente nulla!
È questo il risultato di una ricerca commissionata dalla Fondazione Migrantes (della Conferenza Episcopale Italiana) al Dipartimento di psicologia e antropologia culturale dell'Università di Verona sui presunti tentati rapimenti addebitati ai rom dal 1986 al 2007.
La ricerca è stata presentata il 10 novembre scorso e raccolta in un libro intitolato “La zingara rapitrice” (per richiederlo alla Fondazione Migrantes: Tel. 06/6617901 - segreteria@migrantes.it).).
La ricerca prende in esame una quarantina di casi degli ultimi anni, tra cui anche quelli che hanno fanno tanto clamore sulla stampa o sono diventati persino pretesti per atti di violenza razzista, come quello di Ponticelli (Napoli). Ebbene, in nessun caso i responsabili della sparizione dei bimbi sono rom o sinti. Semplicemente non c’entrano niente, ma questa notizia non l’ha mai letta nessuno sulla stampa, se non in ultima pagina della cronaca locale.
In Italia i bimbi vengono sottratti da parenti, pedofili o amici di famiglia. Questa è la realtà dei fatti. Ma fa tanto comodo, specie ai professionisti della politica dell’odio e a coloro che si inchinano davanti all’aria che tira, attribuire la responsabilità a chi non c’entra nulla e non può nemmeno difendersi.
Grazie alla Fondazione Migrantes. Ma ora sta anche a noi far conoscere questa ricerca, costruire iniziative, far circolare le informazioni.
Vi ricordate del rogo di Opera? Era la vigilia di Natale del 2006 e un nutrito gruppo di cittadini operesi, guidato e incitato dal leghista Ettore Fusco e da altri esponenti della Lega e di An, aveva dato alle fiamme le tende della protezione civile, destinate ad ospitare fino a primavera le famiglie rom precedentemente sgomberati dalle baracche di via Ripamonti, nel comune di Milano. Le tende sarebbero poi state rimontate, ma l’assedio, con tanto di insulti e minacce quotidiane, continuò fino all’inizio di febbraio, quando i rom e la Casa della Carità gettarono la spugna e se ne andarono.
Opera fu una sconfitta per la democrazia e la decenza e una vittoria politica per le destre e gli xenofobi. Anzi, fu una sorta di fatto costituente, destinato a fare scuola. Da allora in poi si registrò un crescendo di azioni simili, un po’ dappertutto in Lombardia e successivamente anche oltre. E uno dei principali protagonisti della vicenda capitalizzò la vittoria fino in fondo: nell’aprile del 2008 Ettore Fusco è stato eletto Sindaco di Opera.
Aver permesso a Lega e An -con qualche occasionale appoggio operativo di militanti neofascisti- di averla vinta, significò sdoganare e legittimare azioni razziste e violente contro i rom. Lo stesso comportamento delle autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico fu allora arrendevole, per usare un eufemismo. In sostanza rimasero a guardare. E la medesima tolleranza sarebbe poi stata usata anche dal magistrato, che infatti nel febbraio scorso assolse Ettore Fusco dall’accusa di “istigazione a delinquere”.
Sembrava tutto chiuso, finito, nel peggior modo possibile. Cioè, a Opera non era successo nulla, non ci sono responsabilità, né colpevoli. O meglio, gli unici colpevoli sono quelli che la violenza non l’hanno mai usata: le famiglie rom, prima sgomberati dalla baraccopoli milanese, poi assediati, minacciati e cacciati da Opera.
Invece no, la vicenda non è ancora chiusa. Infatti, venerdì 31 ottobre la Corte di Cassazione ha depositato la sentenza con la quale accoglie il ricorso della Procura di Milano, annullando l’assoluzione e disponendo un nuovo processo per “istigazione a delinquere” contro il Sindaco di Opera, Ettore Fusco.
Una buona notizia, comunque vada a finire, perché vuol dire che è rimasto ancora qualcuno che ritiene i roghi razzisti contro persone indifese, con l’unico fine di garantire un tornaconto politico e personale a qualcuno, non compatibili con lo stato di diritto e la democrazia.
Tutta l’opposizione in Consiglio regionale sostiene la richiesta che il Presidente Formigoni debba farsi carico di garantire un risarcimento alle persone danneggiate dall’applicazione della legge regionale n. 6/2006 sui phone center, dichiarata interamente illegittima dalla Corte Costituzionale quattro giorni fa. Questo è quanto è stato comunicato oggi pomeriggio in una conferenza stampa, tenutasi presso la sede del Consiglio Regionale, nella quale sono intervenuti Muhlbauer (Prc), Monguzzi (Verdi), A. Squassina (Sd) e Civati (Pd).
Di seguito riportiamo il lancio sulla conferenza stampa dell’agenzia Omnimilano:
(OMNIMILANO) Milano, 28 ott - Un "accanimento ideologico della maggioranza". Così il consigliere del Partito Democratico in Consiglio regionale, Giuseppe Civati, definisce l'atteggiamento della maggioranza di centro destra in Regione, dopo che la Corte Costituzionale, il 24 ottobre scorso, ha sentenziato come illegittima la legge lombarda sui phone center, obbligati a revisioni strutturali, pena la chiusura. Oggi in una conferenza stampa i gruppi di opposizione al Pirellone hanno annunciato ricorsi per il risarcimento degli operatori di phone center lombardi. Per Luciano Muhlbauer (Prc): "Ad oggi, nonostante il pronunciamento della Corte Costituzionale, ancora nessuno della maggioranza sembra avere niente da dire", e prosegue: "di fatto c'è stata una moria di legittime attività economiche che da 2.500 sono passate a 500, spazzate via da una legge illegittima", e chiede al presidente della Regione Roberto Formigoni: "scusarsi e risarcire le vittime delle attività economiche rovinate dalla legge regionale". Arturo Squassina (Sinistra democratica) aggiunge: "Chi ha perso un lavoro legittimo per la totale insensibilità di una legge ideologica, va rimborsato". Infine il consigliere dei Verdi, Carlo Monguzzi, ritiene: "Roberto Formigoni responsabile in prima persona, cedendo alle pressioni della Lega. Faremo azioni legali affinché sia Formigoni a pagare e non la regione".
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 350, depositata il 24 ottobre, ha dichiarato illegittima la legge regionale n. 6/2006 sui phone center, accogliendo dunque i numerosi ricorsi del TAR della Lombardia e dando ragione a quanti, come noi, avevano sin dall’inizio denunciato la sua palese natura discriminatoria e anticostituzionale.
Quindi, da oggi in poi, quella legge non esiste più. E questa è una buona notizia, poiché riafferma la vigenza dello stato di diritto. Ma purtroppo la legge n. 6/2006 ha già prodotto numerosi e vasti danni, visto che è stata ampiamente applicata sin dal marzo del 2007 da tanti Comuni lombardi, compreso quello di Milano, provocando la massiccia chiusura di legittime attività commerciali e la rovina economica dei loro gestori.
La legge regionale n. 6 e la sua applicazione da parte di molti sindaci nulla c’entrava con la regolamentazione delle attività commerciali, ma intendeva unicamente alimentare, ancora una volta, le campagne d’odio tanto care a Lega e An. Infatti, la grande colpa dei phone center era semplicemente quella di essere gestiti e utilizzati soprattutto da cittadini immigrati. Insomma, una legge speciale, fuori dallo stato di diritto e contraria al principio di uguaglianza davanti alla legge e uno dei tanti casi, forse tra i più gravi in Lombardia, di xenofobia istituzionale.
Ma la cosa più ingiustificabile e disgustosa è che tutti gli attori istituzionali erano perfettamente consapevoli che la legge non avrebbe mai passato l’esame della Corte Costituzionale. Ciononostante, sia il centrodestra in Regione, che moltissimi Sindaci hanno premuto sull’acceleratore della sua applicazione, trattando come delinquenti e gettando sul lastrico centinaia e centinaia di persone e famiglie.
Riteniamo dunque imprescindibile non soltanto delle pubbliche scuse, ma soprattutto dei fatti concreti. In altre parole, Regione Lombardia e quei Sindaci che hanno chiuso legittime attività commerciali sulla base di norme illegittime devono ora farsi di carico di garantire alle vittime un congruo e veloce risarcimento.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare la sentenza della Corte Costituzionale
Vi segnalo un nuovo libro sulla cosiddetta questione rom. Si intitola “I rom e l’azione pubblica”, contiene saggi di diversi autori ed è curato da tre amici che da anni lavorano sul campo: Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale. Ve lo consiglio. Di seguito e in allegato potete trovare una breve presentazione del libro e le indicazioni per acquistarlo.
“I rom e l’azione pubblica
a cura di Giorgio Bezzecchi, Maurizio Pagani e Tommaso Vitale
Pagine: 288
Prezzo: Euro 20
ISBN: 978-88-7039-0377
Teti Editore
I gruppi zigani sono molti e differenti. Abitano da secoli il tessuto urbano d’Europa. Sono parte integrante della storia italiana, soggetti in uno stato di diritto. Spesso, tuttavia, le politiche nei loro confronti assumono tratti marcatamente discriminanti e di frequente gli enti locali adottano vere e proprie forme di razzismo istituzionale. Altre volte, politiche e provvedimenti ben intenzionati falliscono per le proteste e le mobilitazioni locali, ma anche per il mancato ascolto e coinvolgimento dei diretti interessati, i rom e i sinti.
Il volume tenta di fornire idee e appigli per uscire da questo senso di impotenza: i diversi contributi che lo compongono mostrano strade concretamente percorribili nell’azione pubblica. Guardando alla sfida di una politica democratica e partecipata, questo libro racconta una pluralità di casi empirici che aiutano a capire come è possibile rispettare i diritti fondamentali delle minoranze, moltiplicando il consenso sulle politiche necessarie per una migliore convivenza.
Il volume contiene saggi di Alberto Giasanti, Amoun Sleem, Antonio Tosi, Carlo Cuomo, Elisabetta Vivaldi, Giorgio Bezzecchi, János Ladányi, Joanna Richardson, Laura Boschetti, Maurizio Pagani, Paola Pessina, Tommaso Vitale, Zoran Lapov.
Giorgio Bezzecchi, presidente della cooperativa Romano Drom, è un Rom Harvato, esperto di processi e politiche di mediazione culturale. Da molti anni è uno dei massimi dirigenti dell’Opera Nomadi. Vive e lavora a Milano.
Maurizio Pagani, dirigente dell’Opera Nomadi, da molti anni è attivamente impegnato in azioni di promozione sociale delle comunità zingare e studio delle politiche pubbliche. Vive e lavora a Milano.
Tommaso Vitale, ricercatore di Sociologia, insegna sia Sviluppo locale che Programmazione sociale all’Università degli Studi di Milano Bicocca ed è membro della redazione di Partecipazione e conflitto - Rivista di studi politici e sociali.
Nicola Teti Editore
Per l’acquisto versare il relativo importo sul c/c postale n° 59861203, intestato a: Nicola Teti Editore srl - Milano. Per pagamento in contrassegno l’importo va maggiorato di € 3 (Tel. 02.55015575).”
Non stupisce certo che una forza politica come la Lega abbia proposto una mozione per l’istituzione di classi speciali per bambini di origine straniera, ma sconcerta senz’altro che abbia trovato alla Camera dei Deputati una maggioranza disposta a votarla. Se venisse davvero tradotta in legge, allora saremmo di fronte all’esatto contrario dell’integrazione. Cioè, al primo passo verso una vera e propria segregazione scolastica.
Chiunque sa per esperienza che le classi speciali sono a perenne rischio di trasformarsi in ghetti dai quali diventa quasi impossibile uscire. Figuriamoci poi se tali classi venissero impiegate su larga scala.
Ma il progetto leghista non è nemmeno applicabile, poiché il Governo di centrodestra, compresa la Lega, si appresta a tagliare 8 miliardi di euro e 150 mila posti di lavoro nella scuola pubblica. In altre parole, dove pensa la Lega di poter trovare gli insegnanti per le classi speciali? Togliendoli da altre classi e aumentando ulteriormente il rapporto alunni-docenti oppure reperendoli da qualche appalto di dubbia provenienza?
Insomma, ci aspettiamo che nel centrodestra si manifesti un minimo di buon senso e di decenza e che il terribile voto di ieri venga al più presto smentito.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Stando a quanto hanno fatto sapere le agenzie di stampa, la visita della Commissione Sicurezza del Consiglio comunale di Milano al Cie (ex-Cpt) di via Corelli ha confermato ciò che le associazioni e buona parte della sinistra dicono da anni. Cioè, si tratta di strutture costose, per nulla trasparenti e sostanzialmente inutili.
Infatti, i commissari del Consiglio comunale –e la stampa- hanno potuto accedere soltanto a una delle cinque camerate che ospitano le persone recluse, cioè quella che tecnicamente non fa parte del Cie-Cpt, poiché si tratta di richiedenti asilo in stato di trattenimento, sottoposti dunque a regime giuridico diverso rispetto agli altri trattenuti. Anzi, quella camerata non dovrebbe nemmeno trovarsi lì, bensì in una struttura separata.
In secondo luogo, esattamente come accade normalmente a chiunque si occupi di strutture di detenzione per immigrati irregolari, la Commissione non ha potuto sapere il costo reale del centro, ma soltanto la parte relativa all’appalto con la Croce Rossa. La stessa commissione De Mistura, a suo tempo istituita dal Ministro Amato, non era infatti riuscita ad ottenere il quadro complessivo della spesa pubblica per i Cpt.
In terzo luogo, la Commissione e la stampa hanno potuto constatare che buona parte dei trattenuti sono ex-carcerati. In altre parole, si tratta di persone da tempo identificate e che a fine pena dovrebbero essere espulse, ma che invece vengono parcheggiate in via Corelli, facendosi così un tempo supplementare di detenzione, fino a due mesi, che mai nessun giudice aveva deciso. Cioè, una cosa priva di senso e, aggiungiamo, di umanità.
Insomma, la Commissione non ha potuto visitare i luoghi dove i trattenuti passano gran parte del loro tempo e dunque verificare in prima persona la situazione, non è riuscita a sapere quanto costa allo Stato il Cie di via Corelli e, infine, ha dovuto prendere atto che una parte significativa delle persone lì recluse non dovrebbero nemmeno starci.
Non ci stupisce dunque che il presidente della commissione sicurezza, il leghista Salvini, lontanissimo da noi politicamente e culturalmente, abbia rilasciato una dichiarazione un po’ tiepida ed espresso dubbi sull’opportunità di costruire nuovi centri di detenzione.
Peccato però che l’attuale governo di centrodestra e il Ministro Maroni abbiano in programma la costruzione di nuovi Cie e l’estensione del periodo di detenzione amministrativa fino a 18 mesi.
Ci auguriamo pertanto che il presidente della commissione sicurezza si rivolga alla sua maggioranza e al suo Ministro, suggerendogli di rinunciare a nuove costruzioni e soprattutto all’estensione del periodo di detenzione. E visto che c’è, potrebbe anche chiedere quello che tantissime associazioni milanesi stanno chiedendo da anni, cioè un grado di trasparenza almeno analogo a quello delle carceri e la pubblicazione dei costi effettivi e totali del Cie-Cpt di via Corelli.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Appello:
PER ABDUL. PERCHÉ NON SUCCEDA PIÙ
Abdul è stato ucciso per niente o per futili motivi ... come dice l'arido linguaggio della magistratura.
Chi ha preso la spranga non l'ha fatto per paura o per legittima difesa ha commesso un delitto a sfondo razzista, mosso da odio e rancore, considerandosi legittimato dal sentire intollerante, sciaguratamente diffuso.
Questa Milano non ci appartiene. Non ci appartengono la violenza e il razzismo che si manifestano sempre più apertamente, in un stillicidio di episodi quotidiani di intolleranza di cui sono vittime donne e uomini, quasi sempre inermi. La dilagante campagna razzista e la costruzione del nemico "altro" diventano funzionali a nascondere la questione politica della sicurezza sociale, della coesione e della giustizia sociale per tutti . L'altro e il diverso vengono additati quali cause del malessere sociale ed esistenziale. Il potere e lo sfruttamento si alimentano anche in questo modo.
Per questo, per ragioni etiche, culturali e politiche, gridiamo con forza che non ci appartiene l'ideologia sicuritaria, incentrata sulla repressione e sulla costruzione di alibi culturali che autorizzano le ronde e la violenza privata.
L'omicidio di Abdul è l'ultimo segnale di un'escalation xenofoba, che va arrestata.
La Milano democratica e antirazzista deve reagire.
Milano deve reagire.
INVITIAMO TUTTI I CITTADINI A PARTECIPARE
Sabato - 20 settembre 2008 - alle ore 14.30
alla manifestazione che partirà dai Bastioni di Porta Venezia e si concluderà in Piazza Duomo.
Per chi vuole si prosegue la mobilitazione in via Traversi (Quarto Oggiaro) free event "CRONACHE DI RESISTENZA no al fascismo -- partigiani in ogni quartiere -- no al razzismo". Dalle 14 alle 24 CONCERTO HIP HOP RAP+WRITERS+BREAK DANCE+SALAMELLA PARTY! (per info: http://torchiera.noblogs.org/)
DON GINO RIGOLDI, MONI OVADIA, DARIO FO, FRANCA RAME, RENATO SARTI, NICO COLONNA, PAOLO ROSSI, ALESSANDRO ROBECCHI, SERGIO SERAFINI, GINO STRADA, TERESA SARTI
aderiscono: AceA onlus, Accesso coop. sociale, Acli Cernusco, Altropallone, Anpi Brugherio, Anpi Cernusco s/N, Anpi Crescenzago, Anpi Genzano, Anpi Monza, Anpi zona 1 Milano, Anpi zona 5 Milano, Anpi zona 6 Milano, Antigone Lombardia, Arci Bellezza, Arci Darfur, Arci Lombardia, Arci Milano, Arci Todo Cambia, Ass. Alfabeti onlus S. Siro, Ass. Coordinamento Pace Cinisello B., Ass. Culturale Punto Rosso Milano, Ass. Culturale Punto Rosso Vigevano, Ass. Dax 16 marzo 2003, Ass. Famigliari e Amici di Fausto e Iaio, Ass. Italia-Nicaragua Milano, Ass. La Conta, Ass. Luca Rossi per l'educazione alla pace e all'amicizia tra i popoli, Ass. MedinaTerranea, Ass. Moldoveni in Italia, Ass. Mondo Senza Guerre, Associazione Primapersone, Ass. Saveria Antiochia Omicron, Ass. SinistraRossoverde di Milano, Ass. Vivi e Progetta un'altra Milano, Attac Milano, Camerasudmilano, Casa Editrice Aurora, Casaperlapace di Milano, Centro Culturale Concetto Marchesi, Centro Diurno Giambellino, Circolo Arci Agorà Pisa, Circolo Arci Blob Arcore, Circolo Arci Corvetto, Circolo Arci Metissage, Circolo Metromondo, Circolo PRC Bussero, Circolo PRC Cernusco s/N, Circolo PRC "T. Saporito", CNCA Lombardia (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Coalizione Contro la Vivisezione nelle Università, Codici-Agenzia di ricerca sociale Milano, Comitato Intercomunale per la Pace del Magentino, Comitato promotore manifestazione del 4 ottobre (Ass. 3 Febbraio, Socialismo Rivoluzionario, Partito Umanista, Centro delle Culture, Collettivo femminista Cercando la Luna-Univ.Statale, Assemblea Antirazzista Università Statale, Ass. Luogo Comune Vignate, Comitato antirazzista Mondoinsieme via Padova, Gruppo solidarietà antirazzista Vijai Kumar viale Umbria, Ambulatorio Popolare, Ass. Insieme per la pace, Movimento Real Juvenil), Comunità Saman, Coordinamento Nord Sud del Mondo, Corso di italiano ACLI Cernusco, CRIC, CSA Baraonda Segrate, Emmaus Italia onlus, Forum delle Comunità Straniere in Italia, Giovani Comunisti, Giovani Musulmani d´Italia, Guerre&Pace, Emergency, Il manifesto (redazione di Milano), Latinoamerica-online.it, Leoncavallo S.p.a, Le radici e le ali onlus, Libera Università delle Donne di Milano, Libera Università Popolare, LILA Milano onlus, Lodi per Mostar onlus, Naga, NuestrAmerica - per il Socialismo del XXI Secolo, Parrocchia ortodossa romena S. Silvestro, PdCI Milano, PdCI Vimodrone, PRC Lodi, PRC Lombardia, PRC Lucca, PRC Milano, PRC Monza e Brianza, PRC Vigevano, Progetto Comunicazione, Rete 28 aprile nella CGIL Lombardia, Rete G2 - Seconde Generazioni (rete nazionale dei figli degli immigrati), Rete Radié Resch Milano, Retescuole Milano, RSU Gut edizioni spa, RSU INNSE Presse, SDL intercategoriale, SICET Lombardia, SICET Milano, Sinistra Critica, Sinistra Democratica dell'Empolese/Valdelsa, Sinistra Democratica Lodi, Sinistra Donne Lodigiane, Socialpress, Società di Psicoanalisi Critica, Unaltralombardia, UnAltroMondo onlus, Uniti con Dario Fo, Verdi Lombardia, Verdi Milano
Hamid Barole Abdu, Francesco Adduci, Roberto Acerboni, Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Francesco Agostini (Coord. Anpi Giovani Arezzo), Lemnaouer Ahmine (Regista), Franca Alleva (nagaHar), Maria Andreotti (Ass. Italia-Nicaragua Lecco), Paola Andrisani, Pino Angelico, Angelo Tito Anselmi, Roberto Antonaz (Cons. regionale PRC Friuli-Venezia Giulia), Bruno Apolloni, Renata Arcuno, Vincenzo Ascrizzi (Capogruppo PRC Monza), Edoardo Bai (Medico Legambiente), Giusy Baioni, Danila Baldo (docente), Daniele Barbieri, Sandro Barzaghi (Assessore provinciale), Gabriella Benedetti, Lamberto Bertolè (Arimo Coop. sociale), Daniela Bezzi (Giornalista), Michela Bianchi (MC Editrice), Roberto Biorcio (Università di Milano), Emy Blesio (Presidente della The World Community of Indian Culture & Traditional Disciplines), Antonello Boatti (Politecnico di Milano), Giorgio Bonamassa e Daniela Torro (avvocati), Giacinto Botti (Segr. 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La Comune Luigi Bottasini onlus), Dario Ciarletta, Ibrahima Cisse (politico), Margarita Clement (Proficua Coop. sociale onlus), Maurizio Colleoni (PRC-SE Valle Brembana), Daniele Cologna, Daniele Contardo, Giuseppina Coppo, Giovanni Corallo (avvocato), Rocco Cordi (Cooperativa Nuova Urbanistica Varese), Stefano Costa (Verdi Milano), Iulian Curelea, Marco Dal Toso (Giuristi democratici Milano), Bianca Dacomo Annoni (ICEI), Flavia D'Angeli (Sinistra Critica), Nadia D'arco (Pres. Un ponte per... Bologna), Massimo De Giuli, Ezio Degradi (Radio Popolare), Josè Luiz Del Roio, Ruggero De Toni (Assessore Muggiò), Pape Diaw (Cons. PRC Comune Firenze), Irma Dioli (Assessore provinciale), Italo Di Sabato (Osservatorio sulla repressione PRC-SE), Andrea Di Stefano (direttore Valori), Rochi Dommarco (Un Ponte per...), Roberto Escobar, Luisa Espanet, Franca Fabbri, Terry Farina, Giovanna Fassetta (Collettivo Bellaciao), Saverio Ferrari (Osservatorio democratico), Ernesto Ferrario (Assessore Corsico), Domenico Finiguerra (Sindaco Cassinetta di Lugagnano), Michela Fiore ( SD Milano - avvocato), John Foot (storico), Ombretta Fortunati (Cons. provinciale PRC), Francesco Francescaglia (Segr. PdCI Milano), Antonio Frascone (ANPI Magenta), Valentina Frascone (Ass. Unaltralombardia), Mercedes Frias, Jole Garuti, Massimo Gatti (Cons. provinciale SD), Michele Giandinoto (Segretario CGIL Monza-Brianza), Betty Gilmore (Cittadini dal mondo), Aldo Giannuli, John Gilbert (Direttivo toscano FLC CGIL), Giorgio Giovannetti (Cisem), Roberto Giudici (Fiom-Cgil), Luigi Greco (VicePresidente Cons. prov. Milano), Modou Gueye (attore), Luca Guerra (Cons. provinciale PdCI), Lello Gurrado (scrittore e giornalista), Pap Khouma (scrittore), Kossi A. Komla-Ebri, Giuseppe Landonio (Cons. SD Comune Milano), Antonio Lareno e Nerina Benuzzi (Segretari Camera del Lavoro Milano), Les Ambassadeurs (musicisti), Damiano Nicola Leta (Coord. Naz. SdL), Paolo Limonta (maestro elementare), Floriana Lipparini, Roberto Lombardi, Marlene Lombardo (freelance), Giuseppe Lopresti (Cons. PdCI Vimodrone), Rosa Macrina, Piero Maestri (Cons. provinciale SC), Sergio Maestroni (Sindaco Pregnana Mil.se), Domenico Maggio, Gigi Malabarba (Sinistra Critica), Rosella Manganella (Coord. Naz. SDL intercategoriale), Nicoletta Manuzzato (giornalista), Roberto Mapelli, Ainom Maricos (Cittadini dal mondo), Giovanni Martina (CGIL Lombardia), Rolando Mastrodonato (Pres. Vivi e Progetta un'altra Milano), Fredi Mazzone (avvocato), Lea Melandri (Libera Università delle donne Milano), Cristina Meneguzzo, Maria Grazia Meriggi (Università di Bergamo), Vladimiro Merlin (Capo Gruppo PRC Comune Milano), Marco Messineo, Silvio Messinetti (avvocato), Valentina Mesturini (RSU Gut edizioni spa), Claudio Mezzanzanica (Imprenditore), Pietro Mezzi (Assessore provinciale), Giuliana Michelini (Lega Italiana Nuove Famiglie), Guido Milani, Emilio Molinari, Roberto Molinari (Forum per l'unità della sinistra, Canegrate), Flavio Mongelli (presidente Arci Lombardia), Franco Morabito (Circolo Peppino Impastato Paullo), Giorgio Morabito, Milly Bossi Moratti (Cons. Comune Milano), Luisa Morgantini (Vice Pres. Parlamento Europeo), Vincenzo Moriello (Segr. Gen. FP CGIL Lombardia), Giuseppe Morrone, Giuseppe Mosconi (Università di Padova), Milena Mottalini, Giovanni Mottura, Luciano Muhlbauer (Consigliere reg. Lombardia), Bruno Muratore, Alioune Badara Ndiaye (giornalista), Beatriz Norman (Proficua Coop. sociale onlus), Alfredo Novarini, Gianni Occhi, Claudio Ortale (Cons. PRC Roma Municipio 19), Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano), Leda Panez (Proficua Coop. sociale onlus), Luigia Pasi (Coord. Naz. SDL intercategoriale), Antonello Patta (PRC Milano), Elisabetta Pellicano (Proficua Coop. sociale onlus), Walter Peruzzi (direttore Guerre&Pace), Alessandro Pezzoni (Consigliere provinciale SD), Rosa Piro (mamma di Dax), Marco Pitzen (sindacalista), Riccardo Poggi, Peter Popham (giornalista, The Independent), Ester Prestini (insegnante), Roberto Prina, Anna Puglisi e Umberto Santino (Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato"-Palermo), Tullio Quaianni (SD, medico del lavoro), Patrizia Ines Quartieri (Cons. PRC Comune Milano), Jasmina Radivojevic (Un Ponte per...), Gigi Ranzani (Chiesa Valdese di Milano), Inge Rasmussen (Presidente ANPI Pratocentenaro), Ben Rattanb (Proficua Coop. sociale onlus), Margherita Recaldini (Segr. Naz. SdL Intercategoriale), Susanna Ricci (RSU Gut edizioni spa), Jacopo Ricciardi (Coord. Prov. Giovani Comunisti/e La Spezia), Giorgio Riolo, Ermes Riva (Segretario Generale CGIL Monza-Brianza), Annamaria Rivera (antropologa, Università di Bari), Francesco Rizzati (Cons. PdCI Comune Milano), Francesca Rizzitiello, Alessandro Rizzo (Lista Fo Zona 4 Milano), Basilio Rizzo (Cons. Lista Fo Comune Milano), Stefano Rognoni (GC Como), Lucy Rojas (Cittadini dal mondo), Roberto Romano (CGIL Lombardia), Adele Rossi, Carlo Rossi, Daniela Rossi, Anna Rota, Giorgio Roversi (Dip Immigrazione CGIL Lombardia), Simona Rovigo, Daniela Ruffini (Assessore Padova), Tony Rusconi, Rosaria Russo (Assessore Brembio), Alessandro Sala (educatore), Achille Saletti (Presidente Comunità Saman), Raffaele Salinari (Terre Des Hommes), Ersilia Salvato, Luigi Santese, Igiaba Scego (scrittrice), Maria Sciancati (Segr. Fiom-Cgil Milano), Marcello Scipioni (Segr. Fiom-Cgil), Alexandra Sclearenco, Saverio Settimio (Un ponte per.), Eugenio Sghirinzetti, Anita Sonego, Leo Spinelli (Segr. Gen. SICET Milano), Maria Rosa Strocchi, Raffaele Taddeo (Centro Culturale Multietnico La tenda), Massimo Tafi (Girotondi), José Luis Tagliaferro (Vicepres. NuestrAmerica), P. Giorgio Tiboni (Cub immigrazione), Claudia Tocchetto, Luca Trada (diciannoverde), Luigi Tranquillino (Cons. provinciale PRC), Libero Traversa (Pres. Anpi 25 Aprile Milano), Juan Pablo Turri (RSU Gut edizioni spa), Angelo Giorgio Valdameri (Cons. Lista Fo Zona 6 Milano), Fulcro Valtellini, Raffaele Vampa, Pino Vanacore (Ass. Unaltralombardia), Roberto Vassallo (RSU-FIOM Almaviva Finance-Milano), Roberto Veneziani (Università di Londra), Cristina Vercellone, Luigi Vinci, Vincenzo Viola (insegnante), Tommaso Vitale, Federica Zambellini
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