Blog di Luciano Muhlbauer
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 14/09/2007, in Antifascismo, linkato 1026 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su www.aprileonline.info il 14 sett. 2007
 
Il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, lo annunciò nel giorno delle esequie: il corpo del partigiano Giovanni Pesce, già comandante del 3° G.A.P. di Milano e medaglia d’oro al valor militare, sarebbe stato tumulato nella cripta del Famedio al Cimitero Monumentale, dove riposano le personalità illustri della storia milanese. Un riconoscimento ufficiale senz’altro doveroso, ma che segnava un’indubbia discontinuità con l’approccio della precedente gestione del centrodestra, che brillava per i reiterati omaggi da parte dell’allora sindaco Albertini ai combattenti della Repubblica di Salò.
Un atteggiamento nuovo, preceduto dalla partecipazione della Moratti al corteo del 25 aprile, che provocò un rumoroso malessere dalle parti di AN e del suo potente vicesindaco, De Corato. Il conseguente braccio di ferro all’interno del centrodestra, che da oltre 15 anni governa la città, è finito come sappiamo. Cioè, con la decisone della Giunta, assunta nella riunione del 13 settembre, di confermare l’indicazione del Sindaco, ma di abbinarla a una contestuale provocazione politica di segno opposto: i resti di partigiani e repubblichini sarebbero stati raccolti in un unico luogo, presso il sacrario dei caduti, come atto di “riconciliazione”.
Anche se la provocazione difficilmente si tradurrà in fatti concreti, poiché l’Anpi ha immediatamente bocciato la proposta, la mossa del centrodestra ha comunque centrato l’obiettivo di gettare un po’ di fango sulla memoria di Giovanni Pesce e di rilanciare il discorso revisionista. Infatti, è sufficiente leggersi le varie dichiarazioni degli amministratori milanesi, da quelle aggressive di An fino alla motivazione ufficiale del gesto “riconciliatorio” -ispirato ad un sacrario fatto erigere in Spagna dal dittatore Francisco Franco (sic)-, per capire il segno politico dell’operazione. In altre parole, la Moratti arretra e l’alleato post-fascista ristabilisce il suo potere di condizionamento.
Ci rendiamo conto che tutta questa vicenda può apparire come un semplice episodio nelle liti di famiglia del centrodestra. Ma, purtroppo, non è così. La prolungata egemonia politica e culturale delle destre a Milano, accompagnata dal diffondersi di pulsioni xenofobe, ha offerto un terreno fertile per il riaffacciarsi di gruppi militanti neofascisti e neonazisti, ai quali andrebbe aggiunta la crescente caratterizzazione in chiave razzista della Lega Nord.
A livello pubblico se ne parla poco, ma gli ultimi anni hanno visto una crescita preoccupante di atti violenti da parte di gruppi di estrema destra, in particolare ai danni di militanti di centri sociali. Inoltre, in questa fase si assiste a diversi tentativi, come quello di “Cuore Nero”, di imprimere un salto di qualità politico-organizzativo alla presenza di tali gruppi. Eppure, in tutto questo tempo gli amministratori milanesi, con in testa gli esponenti di An, hanno fatto scientemente finta di niente, mostrandosi anzi più che tolleranti, mentre il vicesindaco De Corato proseguiva incessante la sua crociata contro tutto ciò che sa di centri sociali.
È su questa realtà che si innestano le continue campagne revisioniste dei governanti milanesi, dalla riabilitazione dei combattenti della Rsi fino all’indecente blitz contro la lapide a Pinelli, passando per la cancellazione del murale che ricordava Davide “Dax” Cesare, il giovane assassinato quattro anni fa da alcuni neofascisti.
Insomma, l’invocata “riconciliazione”, che altro non significa che mettere sullo stesso piano antifascisti e fascisti, non è una discussione astratta, né un problema che riguarda il passato. No, riguarda il presente e il futuro di Milano. Ecco perché quanto accaduta ieri non può lasciarci indifferenti e consegna alle sinistre la necessità di affrontare di petto il problema.
 
di lucmu (del 13/09/2007, in Antifascismo, linkato 1091 volte)
È positivo che la Giunta comunale milanese abbia confermato la proposta del Sindaco di far riposare le spoglie di Giovanni Pesce nella cripta del Famedio, ma ci lascia francamente esterrefatti la contestuale decisione di raccogliere i resti di partigiani e combattenti della Repubblica di Salò nel Sacrario ai Caduti di largo Gemelli.
E così, il revisionismo di An è riuscito ancora una volta a condizionare le decisioni del Sindaco, nel tentativo di gettare un’ombra sull’omaggio a Giovanni Pesce e sulla lotta di liberazione dalla dittatura nazifascista. E se qualcuno avesse dei dubbi sul pessimo segnale lanciato dalla Giunta milanese, si rilegga le dichiarazioni del Vicesindaco De Corato, che proprio oggi accusa Giovanni Pesce di non essere stato uomo di riconciliazione, oppure quelle deliranti dell’assessora De Albertis, che invoca apertamente il revisionismo storico.
Che molta parte di Alleanza Nazionale abbia perso il pelo, ma non il vizio, è cosa risaputa, specie in una città come Milano, dove appena una settimana fa è stato cancellato il murale che ricordava il giovane Dax, assassinato quattro anni fa da alcuni neofascisti.
Non ci potrà mai essere riconciliazione con quanti continuano a denigrare gli uomini e le donne che diedero la loro vita per la libertà di noi tutti, mettendo vittime e carnefici, antifascisti e fascisti, sullo stesso piano. Non si tratta di questioni che riguardano il passato, bensì il presente e il futuro.
Siamo amareggiati per l’ennesimo cedimento dei moderati del centrodestra e siamo disgustati dalle parole di alcuni amministratori della nostra città. C’è davvero urgente bisogno di far rivivere dal basso la memoria e la consapevolezza di quanto è potuto accadere a Milano e nel Paese tanti anni fa. Non per semplice amore della verità, ma anzitutto per salvaguardare il nostro domani.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 06/09/2007, in Antifascismo, linkato 1040 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 6 sett. 2007 (pag. Milano)
 
Oggi è stato cancellato il murale alla Darsena che ricordava Davide “Dax” Cesare, militante del centro sociale O.R.So, assassinato nel marzo 2003 da alcuni neofascisti. Ora gli amministratori e consiglieri comunali post-fascisti di An potranno liberamente esultare: un altro pezzo di memoria storica della città è stato gettato nella spazzatura. In nome del decoro urbano e del ripristino della legalità, ovviamente.
Potremmo cavarcela con un po’ di ironia sulla miseria della politica che ormai sembra farla da padrona, se non fosse per il fatto che gli ultimi anni vedono una preoccupante crescita della violenza di estrema destra a Milano e in Lombardia. Certo, se ne parla poco, ma la realtà è questa. E se non ci credete, chiedete in Questura.
Eppure, in tutto questo tempo gli amministratori milanesi, con in testa gli esponenti di An, hanno fatto scientemente finta di niente, impegnandosi, anzi, in reiterate campagne revisioniste. E così il 25 aprile diventava occasione di riabilitazione dei combattenti della Repubblica di Salò e la memoria della strage fascista di piazza Fontana iniziava ad essere aggredita con l’indecente blitz contro la lapide a Pinelli. Nel frattempo, mentre incessante prosegue la crociata del vicesindaco De Corato contro tutto ciò che sa di centri sociali, la destra milanese si mostra invece comprensiva e ipertollerante verso il nuovo protagonismo di gruppi neofascisti e neonazisti. Cuore Nero docet.
La cancellazione del murale di Dax non è soltanto un atto vile, poiché offende la memoria e il dolore ancora vivo di familiari e amici, ma anche una manifestazione di grave irresponsabilità politica che pesa integralmente sulle spalle del sindaco Moratti.
A lei chiediamo di assumersi le proprie responsabilità, di fermare le campagne revisioniste e di dire finalmente alla città cosa intende fare contro il proliferare di gruppi violenti di estrema destra.
Per quanto riguarda il murale, pensiamo semplicemente che il compito degli antifascisti milanesi sia quello di rifarlo al più presto, sulla Darsena o altrove.
 
di lucmu (del 19/04/2007, in Antifascismo, linkato 1089 volte)
Che il Sindaco di Milano, Letizia Moratti, partecipi il 25 aprile ufficialmente alla commemorazione della liberazione dal nazi-fascismo, invece che onorare le tombe dei combattenti della Repubblica di Salò, come era solito fare il suo predecessore Albertini, è sicuramente una buona notizia per il decoro politico della nostra città.
Tuttavia, il 25 aprile non è una sagra di paese e ci sono gli altri 364 giorni dell’anno. A Milano, infatti, si registra una preoccupante involuzione del clima politico e civile. Si moltiplicano gli atti di intolleranza, c’è una recrudescenza della presenza e dell’attività di gruppi militanti neofascisti – Forza Nuova e non soltanto - e le iniziative dai toni xenofobi o peggio si susseguono a ritmi frenetici, come dimostrano le ronde anti-rom, incentivate dall’impunito pogrom di Opera, le campagne anti-moschee e, infine, le manifestazioni anticinesi di questi giorni. Il più delle volte, tra i promotori consapevoli di questi atti provocatori troviamo alcuni alleati politici del Sindaco Moratti, a partire dalla Lega Nord e da settori di An.
Eppure, in tutti questi mesi e settimane, da parte del Sindaco, non si sono sentite né chiare prese di distanza, né iniziative conseguenti. Il Sindaco Moratti non giochi dunque al dottor Jekyll e mister Hyde e sia coerente con lo spirito democratico del 25 aprile. Insomma, pronunci parole chiare e inequivocabili contro l’intolleranza e la xenofobia. Altrimenti, la sua partecipazione alla Festa della Liberazione non potrà essere presa sul serio.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 22/03/2006, in Antifascismo, linkato 1171 volte)
Il gruppo consiliare regionale di Rifondazione Comunista parteciperà domani alla manifestazione in piazza Fontana che ricollocherà al suo posto la lapide a Pinelli, sottratta dalla Giunta Albertini.
Il gesto di Albertini e De Corato non può e non deve rimanere senza risposta, poiché offende e oltraggia la storia e le memoria di Milano. Anzi, si pone in piena continuità con una volontà di revisionismo storico che nel caso degli amministratori ex-MSI si fa apertamente revanscista. Rilegittimare i combattenti di Salò il 25 aprile o ritenere accettabili le parate nazifasciste della Fiamma Tricolore fa il paio con la volontà di riscrivere la storia di Pinelli, con tutto ciò implica rispetto al significato della strage di piazza Fontana.
Il centrodestra non soltanto ha scelto scientemente la strada della provocazione, nella speranza di raccattare qualche reazione inconsulta a poca distanza dalle elezioni, ma ha altresì mentito ai cittadini, dicendo che quella lapide era “abusiva”. Infatti, fu il 24 ottobre del 1994, durante l’amministrazione Formentini, che il consiglio comunale di Milano votò a maggioranza un ordine del giorno che impegnava il Comune a lasciare al suo posto la lapide così com’era in caso di lavori di ristrutturazione della piazza. Ebbene, a noi pare che l’unica cosa abusiva in tutta questa storia sia il comportamento vergognoso degli amministratori di Milano.
Tanti buoni motivi, quindi, per essere domani in piazza Fontana, alle ore 18.00, per rimettere al suo posto la lapide. Quella abusiva di Albertini e De Corato rimanga pure lì dov’è, a simboleggiare l’arroganza e la pochezza di quanti oggi governano Milano.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 20/03/2006, in Antifascismo, linkato 1097 volte)
Il Sindaco Albertini e la sua Giunta non sono mai andati d’accordo con la storia e la memoria di Milano. L’hanno sempre vissuta come un ingombro, un qualcosa da riscrivere. Ed ecco dunque le visite del primo cittadino alle tombe dei combattenti della Repubblica di Salò il 25 aprile, le assenze e le reticenze in occasione degli anniversari della strage di piazza Fontana oppure i silenzi rispetto alla parata nazifascista della Fiamma Tricolore. Poteva mancare la lapide che ricorda Pinelli?
Beninteso, qui non è questione di discutere le dinamiche esatte che portarono alla morte del ferroviere e anarchico Pinelli nei locali della questura di Milano, pochi giorni dopo la strage di piazza Fontana. È questione che quella morte non era una semplice cattiveria del destino, bensì la diretta conseguenza delle macchinazioni che in quei giorni iniziavano a coprire le responsabilità nella strage di apparati dello Stato e di gruppi fascisti. Questo diceva e ricordava la lapide sottratta da Albertini che perciò dava fastidio a taluni.
La lapide deve tornare al suo posto, non c’è alcun dubbio. Per amore della verità e per rispetto di quella memoria che non è fatto privato di anarchici e comunisti, ma patrimonio democratico di tutti i milanesi.
Questo oltraggio alla città non è semplicemente un ulteriore tassello della guerra di Gabriele contro la storia di Milano, è altresì una palese provocazione costruita ad arte in vista degli appuntamenti elettorali. Cosa ci sarebbe di meglio di qualche incidente, di qualche atto di violenza a poca distanza da quel sabato di follia di dieci giorni fa? Anzi, se qualcuno non avesse colto il messaggio, eccovi il buon De Corato a invitare esplicitamente a spaccare la lapide posta dal Comune. È davvero triste e preoccupante essere governati da persone disposte a tutto pur di salvaguardare la loro posizione di potere.
Ci sono quindi almeno due motivi per essere in tanti e tante giovedì prossimo a rimettere al suo posto la lapide, senza cascare nelle stupide trappole e lasciando integra la loro contro-lapide. Che siano i cittadini milanesi a giudicare i loro attuali amministratori.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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