Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Stamattina a Chiaravalle, comune di Milano, nevicava alla grande, faceva freddo e il terreno era ormai una poltiglia che imprigionava gli automezzi. Ma questo non ha certo fermato il prode De Corato, sempre inflessibile con chi non ha amici potenti, e verso le otto lo sgombero della baraccopoli rom è iniziato lo stesso.
La procedura è stata la solita. Non era prevista alcuna alternativa per il centinaio di persone, per circa la metà minori. L’unica “proposta”, avanzata senza troppa convinzione dai funzionari dei servizi sociali, è stata quella della divisione dei nuclei familiari. Cioè, mentre le donne con bambini possono andare provvisoriamente in qualche comunità, i maschi scelgano se andare sotto i ponti, oppure iscriversi in coda alla lista di attesa per i dormitori e poi andare sotto i ponti lo stesso.
Ovviamente, nemmeno l’esito della procedura è cambiato. Praticamente nessuna ha accettato la “proposta” e la quasi totalità degli sfollati finirà in un’altra baraccopoli della città o dell’hinterland. Ma questo non è un problema per il nostro Vicesindaco, cui, anzi, il nomadismo degli sgomberi fa comodo.
De Corato, infatti, ce la sta mettendo tutta per arrivare allo sgombero numero 200 prima del voto regionale. Se poi gli sgomberati sono sempre gli stessi, se di mezzo ci sono la salute e l’inserimento scolastico dei bambini, chi se ne frega. L’importante è fare numero e un po’ pubblicità.
A proposito, stamattina non c’erano nemmeno le forze dell’ordine. Né un poliziotto, né un carabiniere. L’operazione è stata gestita interamente dal Comune. E per l’occasione, anche se non ce n’era bisogno, visto e considerato chi abitava la baraccopoli, ha fatto la sua apparizione la “celere di De Corato”.
Cioè una quarantina di vigili urbani - un po’ nervosetti peraltro, visto che volevano allontanare il sottoscritto con la forza – dotati di casco antisommossa, manganello e scudo (una new entry), con sopra la bella scritta “Polizia Locale”. Tutto ciò non è molto legale, come si sa, ma anche in questo caso chi se ne frega, tanto nessuno interviene.
Rimane aperta soltanto una domanda: quanto dovremo andare avanti ancora prima che qualcuno, a parte i soliti noti, prenda la parola e si ribelli a questa disumana idiozia?
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Non siamo soli a denunciare l’uso illecito e strumentale della Polizia Locale da parte di De Corato. Rispetto all’impiego di operatori della polizia municipale in maniera impropria, come se fossero forze dell’ordine, intervengono ora anche i diretti interessati.
Infatti, oggi il sindacato SdL Intercategoriale della Polizia Locale di Milano ha denunciato pubblicamente, con un comunicato stampa, l’utilizzo illegittimo dei vigili urbani da parte del Vicesindaco.
Chiediamo dunque ancora una volta, dopo l’odierno voto in Consiglio regionale e dopo questa presa di posizione più che significativa, poiché proviene da chi opera sul campo, che i responsabili dell’ordine pubblico, a partire da Prefetto e Questore, intervengano sul Comune di Milano, al fine di ristabilire la legalità.
E questo significa sciogliere la celere di De Corato e tutte quelle squadre speciali che si pongono al di fuori dal quadro costituzionale e dalle normative vigenti.
QUI DI SEGUITO IL COMUNICATO DEL SINDACATO SDL:
(in fondo al post puoi scaricare il comunicato di SdL in formato pdf)
COMUNICATO STAMPA:
SGOMBERI NOMADI: UTILIZZO ILLEGITTIMO DELLA POLIZIA LOCALE
IL SINDACATO SdL, HA ACCERTATO CHE, QUASI TUTTI GLI SGOMBERI, DEI CAMPI NOMADI, EFFETTUATI A MILANO NEGLI ULTIMI MESI, SONO STATI E CONTINUANO A ESSERE ATTUATI, QUASI TUTTI IN MODALITA’ ILLEGITTIMA.
IL VICESINDACO, RICCARDO DE CORATO, AVOCANDO A SE, LE FUNZIONI SANCITE DALLA NORMATIVA VIGENTE (ART. 117 COSTITUZIONE), ART.5 Legge 65 del 07/03/1986, IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA, CONTINUA IMPARTIRE ORDINI AI DIRIGENTI DEL COMANDO DI POLIZIA LOCALE, DISTOGLIENDO GLI AGENTI DI P.L. DAI RISPETTIVI COMPITI D’ISTITUTO.
TUTTO CIO’ CON IL SILENZIO DEL PREFETTO E DEL QUESTORE, CHE ORMAI NON FORNISCONO PIU’ PATTUGLIE DI POLIZIA DI STATO, PER ESEGUIRE VERE E PROPRIE OPERAZIONI DI ORDINE PUBBLICO QUALI, GLI SGOMBERI E L’ALLONTANAMENTO DI CITTADINI SENZA FISSA DIMORA.
QUINDI LE OPERAZIONI VENGONO ESEGUITE IN ASSENZA DEGLI UFFICIALI DI PUBBLICA SICUREZZA, QUALIFICA NON PRESENTE, PER LEGGE, ALL’INTERNO DELLO STAFF DELLA POLIZIA LOCALE. INFATTI, NEMMENO IL COMANDANTE DEL CORPO, PUO’ RIVESTIRE QUESTA CARICA, PROPRIO PERCHE’, L’ORDINE PUBBLICO E LA SICUREZZA SONO PREROGATIVE DELLO STATO, QUINDI DEVE ESSERE ATTUATA DALLE FORZE DI POLIZIA NAZIONALE.
RAMMENTIAMO CHE, NON RIENTRA NELLE FUNZIONI DEI VIGILI URBANI, GARANTIRE LA SICUREZZA, SE NON CON RIDOTTE ATTIVITÀ AUSILIARIE.
IL SERVIZIO IN QUESTIONE RISULTA PARTICOLARMENTE PERICOLOSO, VISTA LA MANCANZA DI PREPARAZIONE DEGLI AGENTI, QUINDI PRESENTI ANCHE VIOLAZIONI DELLA NORMATIVA SULLA TUTELA DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI.
IL SINDACATO DEI LAVORATORI, PREANNUNCIANDO UN ESPOSTO ALLA PROCURA, HA DIFFIDATO IL VICESINDACO E I RESPONSABILI DEL COMANDO DI P.L. INOLTRE HA INVITATO IL PREFETTO E IL QUESTORE, A RIPRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE, RIPRISTINANDO LA SITUAZIONE DI LEGALITA’ IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA.
Milano, 10 febbraio 2010
S.d.L. Pubblico Impiego Milano
qui sotto puoi scaricare il comunicato di SdL in formato pdf
È miseramente naufragato in meno di due ore di seduta il tentativo di Formigoni e Maullu di istituire con un colpo di mano, nell’ultimo giorno di Consiglio, la nuova “polizia locale regionale”, con tanto di vigili urbani armati come se dovessero partire per l’Afghanistan.
Infatti, di fronte alla prospettiva dell’ostruzionismo ad oltranza, è stata accolta a maggioranza, a voto segreto, la nostra “questione sospensiva”. Cioè,la richiesta di non procedere all’esame del progetto di legge regionale n. 447, il cui firmatario si chiama Roberto Formigoni.
Ora è necessario che dalla mancata approvazione della nuova legge regionale si traggano tutte le conseguenze. A partire dall’immediato scioglimento dell’illegittima celere di De Corato, cioè di quella squadra speciale della Polizia Locale di Milano che abbiamo visto in azione anche ieri nella baraccopoli di Chiaravalle, equipaggiata con caschi antisommossa, manganello e scudo.
In realtà, quel reparto è sempre stato fuorilegge, visto che la Costituzione italiana e la legge nazionale riservano le funzioni di ordine pubblico allo Stato, cioè a Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, mentre le polizie municipali possono svolgere unicamente funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, solo a determinate condizioni e mai in solitudine.
Ma ora è fallito anche il tentativo di inserire abusivamente, nella legge regionale, i “caschi antisommossa” e altre attrezzature. Quindi, De Corato da oggi è fuorilegge da ogni punto di vista: costituzionale, nazionale e regionale.
Insomma, il Prefetto, il Questore o il Comandante dell’Arma dei Carabinieri informino il Comandante della Polizia Locale di Milano che deve immediatamente sciogliere la celere del Vicesindaco di Milano.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare la nostra “questione sospensiva” passata a maggioranza nel voto segreto (35 sì, 24 no, 0 astenuti)
di lucmu (del 11/02/2010, in Lavoro, linkato 1006 volte)
Oggi il capogruppo regionale del Prc Luciano Muhlbauer e il capogruppo provinciale della Lista Civica un'Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti, hanno sono stati presenti al presidio operaio che ha attuato il blocco, sin dalle 6.00 si questa mattina, della portineria Sud-Ovest dell’area ex Alfa di Arese. Un’iniziativa di protesta attuata per sostenere la richiesta di continuità produttiva del sito e il ritiro dei due licenziamenti politici disposti dalla società Innova Service.
Al termine della manifestazione, Muhlbauer e Gatti hanno reso la seguente dichiarazione congiunta:
“La notizia che i due licenziati politici rientreranno al lavoro, comunicata in via ufficiosa dalla Prefettura ai lavoratori durante la mattinata, è sicuramente un’ottima novità. Qualora confermata, vorrebbe dire che è stato fatto il primo passo nella giusta direzione.
“Ora è però necessario che il reintegro dei due licenziati sia formalizzato al più presto e nello stesso luogo di lavoro da cui sono stati ingiustamente rimossi. Tale reintegro è infatti imprescindibile precondizione per ogni altra successiva discussione circa il contenzioso sindacale”.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer e Massimo Gatti
di lucmu (del 12/02/2010, in Lavoro, linkato 1620 volte)
Formigoni deve immediatamente bloccare la procedura di approvazione dell’Accordo di Programma (AdP) sull’area ex-Alfa Romeo di Arese e convocare tutte le organizzazioni sindacali, firmatarie degli accordi precedenti sulla reindustrializzazione dell’area.
Questa convocazione è non soltanto dovuta, visto che il Presidente si sottrae da tempo alle richieste di incontro dei sindacati, ma è a questo punto doverosa e imprescindibile, alla luce di quanto scritto nell’ipotesi di AdP, deliberata dalla Giunta regionale il 10 febbraio scorso
Infatti, il contenuto dell’AdP solleva molti e consistenti dubbi circa l’effettiva consistenza degli annunciati progetti reindustrializzazione, che anzi appaiono piuttosto fumosi ed affidati a un poco rassicurante spontaneismo del mercato.
L’unica cosa chiara in quell’Accordo è che sull’area ex-Alfa sorgeranno un grande centro commerciale, dei posteggi per l’Expo ed una serie di operazioni immobiliari. Per quanto riguarda, invece, le attività produttive siamo all’incertezza totale.
Si parla sì di “prosecuzione del programma di reindustrializzazione … prevista nel precedente accordo” (decaduto il 25 settembre 2007), ma si aggiunge subito un secco “per quanto compatibile con i contenuti del presente Accordo”. Di conseguenza, riappare certamente il famoso “centro della mobilità sostenibile”, come lo chiamano i comunicati stampa del Pirellone, ma trasformato in un “centro di ricerca per lo sviluppo di progetti finalizzati alla mobilità sostenibile”, come invece lo chiama l’ipotesi di Accordo di Programma.
Insomma, nulla di chiaro, come conferma anche la nota ufficiale rilasciata dal governo regionale il 3 febbraio scorso, quando i lavoratori Fiat-Alfa erano presenti davanti al Pirellone. Le parole usate erano infatti le seguenti: “intendiamo approvare un Accordo di Programma che dà il via a un assetto urbanistico e infrastrutturale adeguato agli imprenditori interessati a investire”.
Tutto chiaro? Verrà sì mantenuta, per ora, la destinazione produttiva di oltre il 50% dell’area, ma l’effettiva reindustrializzazione sarà affidata al caso, cioè agli effetti benefici che dovrebbero provocare le nuove infrastrutture stradali. Inoltre, il polo per la mobilità sostenibile, previsto dagli accordi firmati nel 2003 e 2004 con i sindacati, prevedeva anche e soprattutto la parte produttiva, che invece ora è stata eliminata.
Un po’ poco, anzi, praticamente nulla. A dir la verità, tutti gli accordi firmati con le organizzazioni dei lavoratori ed esibiti da Formigoni con grande sfarzo nell’ultima campagna elettorale, quella del 2005, sono stati disattesi e trasformati in carta straccia. Sarà per questo che Formigoni si rifiuta da lungo tempo a incontrare i sindacati?
Il nuovo Accordo di Programma non va bene, perché non contiene progetti concreti e credibili sull’insediamento di attività produttive e, dunque, per l’occupazione. Il minimo che possa e debba fare il Presidente Formigoni è fermare la procedura di approvazione dell’AdP e convocare immediatamente un confronto vero con tutte le organizzazioni sindacali presenti sul sito ex-Alfa di Arese.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo dell’ipotesi di AdP (senza allegati)
Come milanese e residente di via Padova, prima ancora che come rappresentante istituzionale, mi sento disgustato di fronte al comportamento ipocrita e vergognoso di Salvini e De Corato, che fanno finta di essere appena sbarcati da Marte, mentre in realtà sono quelli che in città comandano da una vita e sono tra i principali responsabili della situazione di abbandono delle periferie urbane.
Lasciamo stare la Regione, governata da 15 anni dallo stesso Presidente e da 10 in alleanza con la Lega. E evitiamo anche di ricordare che le politiche sull’immigrazione sono regolate sin dal 2002, cioè da ormai 8 anni, da una legge che si chiama “Bossi-Fini”.
Ma che dire del fatto che la Lega siede al governo della città da 17 anni e che lo stesso Matteo Salvini siede in Consiglio Comunale dal medesimo numero di anni, cioè dal 1993? O che dire del prode De Corato, che siede in Consiglio Comunale addirittura dal 1985 e che da ben 13 anni, cioè dal secolo scorso, occupa ininterrottamente la carica di Vicesindaco. Insomma, non facciano le verginelle!
La situazione di via Padova -o meglio di quella parte tra viale Monza e via Padova, delimitata da piazzale Loreto, da una parte, e dai ponti ferroviari, dall’altra- è il frutto del progressivo abbandono delle periferie da parte delle istituzioni e della loro trasformazione in un mero problema di sicurezza. Non a caso, nella seconda giunta Albertini, ci fu addirittura un assessorato denominato significativamente “alle Periferie, Sicurezza e Protezione Civile”.
In cambio, in via Padova è arduo trovare una presenza civile e civica delle istituzioni. Le scuole e gli insegnanti, già messi in ginocchio dai tagli draconiani all’istruzione pubblica di Tremonti e Gelmini, vengono lasciati soli di fronte a delle classi sempre più multietniche, salvo poi inventarsi l’ennesimo provvedimento a negativo, cioè le quote. Di spazi sociali o culturali, per giovani o anziani, non c’è quasi traccia, anzi, una delle poche presenze civiche, quelle delle associazioni dell’ex-municipio di Crescenzago, è finita nel mirino del Comune.
Un quartiere multietnico cresciuto senza accompagnamento, senza politica pubblica, senza strategia, senza investimenti per l’inclusione. E come meravigliarsi che in questa situazione i furbi e i profittatori abbiano trovato il loro piccolo paradiso, a danno sia degli italiani, che degli stranieri?
Quando poi succede un fatto grave, come l’omicidio del giovane pizzaiolo Ahmed, ed esplode la rabbia dei suoi coetanei, allora la prolungata assenza delle istituzioni e di un politica degna di questo nome, fa sì che ognuno e ognuna cerchi riparo nell’unico fortino che la solitudine gli abbia lasciato: quello dell’appartenenza su base etnica o culturale. Magrebino contro sudamericano, italiano contro straniero eccetera.
Il disastro costruito da anni di abbandono delle periferie urbane e di criminalizzazione degli immigrati tout court è tutto qui, nella formazione di tante piccole patrie etniche.
Ora coloro i quali governano da quasi vent’anni questa città cercano di vendere la favola che la colpa sia di qualcun altro e, da codardi quali sono, alzano il tiro all’inverosimile, chiedendo rastrellamenti ed “espulsioni casa per casa, piano per piano” ed annunciano cortei xenofobi in via Padova.
L’unica espulsione di cui invece ci sarebbe bisogno è quella di De Corato e Salvini dal governo della città.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Le strumentalizzazioni e gli sciacallaggi su via Padova devono finire al più presto.
Infatti, come se non bastassero le parole ipocrite e insostenibili di quanti governano questa città e questa Regione da oltre 15 anni, oggi rimbalza pure la notizia dell’accoltellamento di un nordafricano in “zona via Padova”.
Ma quale “zona via Padova”? Basta leggere bene le agenzie stampa e i media online per scoprire che in realtà si tratta di un ferimento lieve a un braccio, in seguito a una lite, avvenuto in via Porpora al civico n. 161. Cioè a due passi dalla stazione Fs di Lambrate, a 1,5 km di distanza dal luogo dell’omicidio di sabato sera!
Insomma, tra quanto successo sabato in via Padova e quanto avvenuto oggi a Lambrate non c’è alcun collegamento, né dal punto di vista della gravità dei fatti, né dal punto di vista topografico. Eppure, sembra fare terribilmente comodo continuare a gettare inutilmente benzina sul fuoco.
Piuttosto, ci sarebbe bisogno di riacquistare un po’ di lucidità e onestà, lasciando perdere le grida di guerra e iniziando a ragionare su una politica seria per le periferie milanesi.
Infine, ma non certo per importanza, piuttosto che continuare ad arrestare soltanto persone implicate nei danneggiamenti di sabato notte, va fatto soprattutto uno sforzo straordinario per assicurare alla giustizia l’omicida di Ahmed.
E non solo perché sarebbe un contributo concreto per abbassare la tensione nel quartiere, ma specialmente perché va ricordato che la cosa veramente grave accaduta in via Padova sabato scorso non sono state le distruzioni materiali, bensì l’omicidio di un giovane di 17 anni.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
di lucmu (del 17/02/2010, in Lavoro, linkato 983 volte)
Il silenzio di Formigoni non è più accettabile di fronte alla politica di deindustrializzazione della Fiat, ribadita oggi con l’annuncio ai sindacati del “trasferimento” di 143 operai della Powertrain da Arese a Torino, a partire dal mese di aprile.
Il silenzio del Presidente della Regione equivale anzi alla complicità, considerato il contenuto della nuova ipotesi di Accordo di Programma (AdP) sull’area ex-Alfa di Arese, deliberata dalla Giunta regionale il 10 febbraio scorso.
Infatti, l’AdP proposto dal Pirellone è sostanzialmente diverso da quello precedentemente concordato con i sindacati - mai attuato e decaduto nel 2007 -, poiché fornisce certezze soltanto circa la realizzazione di centri commerciali, affari immobiliari e parcheggi. Nulla di concreto, invece, è previsto per quanto riguarda le attività produttive e l’occupazione, visto che anche il tanto strombazzato “polo della mobilità sostenibile” è stato derubricato a “centro di ricerca per lo sviluppo di progetti finalizzati alla mobilità sostenibile”.
Insomma, il Presidente di questa Regione, Roberto Formigoni, deve smettere di giocare allo scaricabarile, ma deve assumersi le sue responsabilità. Anzitutto, convocando immediatamente le organizzazioni sindacali per chiarire e concordare i passi da intraprendere, sia rispetto a Fiat, sia rispetto al futuro dell’area ex-Alfa di Arese.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Sabato 20 gennaio si tengono a Milano e dintorni diverse iniziative, che riteniamo siano importanti e alle quali vi invitiamo a partecipare. Magari non sarà possibile essere dappertutto, ma sceglietene almeno ad una. In fondo, pur nella loro diversità, esprimono tutte la stessa voglia di cambiamento.
Ma andiamo in ordine di orario (come indicato dagli organizzatori):
SAMEDI GRAS – dove tutti sono milanesi tranne i razzisti: appuntamento alle ore 14.30, in piazza Duca d’Aosta (stazione Centrale). Un carnevale antirazzista, perché milanesi si diventa e non si nasce, con carri, musica, danze ecc.
TANTI POPOLI UN'UNICA LOTTA - per la libertà, l'indipendenza e l'autodeterminazione dei popoli: corteo, appuntamento alle ore 15.00, in piazza Cordusio, organizzato dalla rete nazionale Euskal Herriaren Lagunak - amici e amiche del Paese Basco, insieme alla Comunità Curda della Lombardia, alla Comunità Palestinese di Milano e all’Associazione Nuova Colombia.
PRESIDIO MAFLOW – assemblea generale dei delegati e dei lavoratori delle aziende in lotta e musica solidale: assemblea dalle ore 18.00, al termine panino con salamella e dalle ore 22.00 musica solidale. Il tutto presso il presidio degli operai della Maflow, via Boccaccio 1, Trezzano S/N.
di lucmu (del 22/02/2010, in Lavoro, linkato 1488 volte)
La Polyù-Polysistem di Sedriano (MI) rischia la chiusura e i 70 dipendenti rischiano la disoccupazione. Un’autentica assurdità, visto che l’impresa è leader di settore e che i suoi prodotti - lastre di policarbonato per uso edilizio - dispongono di mercato e di clienti. Perciò occorre, in tempi stretti, l’intervento congiunto delle istituzioni – Provincia, Regione e Prefettura – a garanzia della continuità produttiva e dell’occupazione.
In questa vicenda la crisi non c’entra, se non come contorno o pretesto. Perché, allora, tutti i lavoratori della Polyù e della Polysistem (quest’ultima dipende integralmente dalla prima) sono in cassa integrazione? La ragione è tanto banale quanto misera: siamo di fronte all’ennesima storia di un’azienda portata sull’orlo del fallimento dalle scelte scellerate dell’attuale proprietario.
Questa mattina i lavoratori si sono recati in corteo fino al Comune di Sedriano chiedendo di poter continuare a produrre, non solo perché ci sono le commesse, ma anche perché c’è un possibile acquirente disposto a rilevare l’attività.
Alla fine si è svolta una riunione negli uffici del Sindaco, alla quale hanno partecipato una delegazione delle maestranze e della Cgil di Legnano, il Vicesindaco di Arluno, dove risiede una parte dei lavoratori, e i Consiglieri regionali Luciano Muhlbauer (Prc) e Francesco Prina (Pd).
Da parte nostra, diamo un giudizio positivo della riunione, perché si è registrata una convergenza attorno alle ragioni e alle richieste dei lavoratori.
Anzitutto, i Comuni di Sedriano e Arluno si sono impegnati a sostenere il reddito dei lavoratori. In secondo luogo, tutti i presenti hanno condiviso la necessità di attivare Provincia, Regione e Prefetto, affinché intervengano per favorire il rapido passaggio dell’azienda a un nuovo soggetto imprenditoriale interessato a mantenere l’occupazione e a rilanciare la produzione.
Ora alle parole devono seguire i fatti. È tempo che ciascuno decida da che parte stare: con i lavoratori in lotta per mantenere in attività un’azienda, o con chi decide di chiuderne i battenti per gretto interesse personale.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
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