Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Finché i rappresentanti della Destra milanese continueranno a trattare con disprezzo e arroganza tutto quanto abbia a che fare con la memoria della strage di piazza Fontana - come oggi hanno fatto gli ex-missini De Corato e Fidanza -, ogni appello al superamento dei conflitti, come quello lanciato dalle pagine del Corriere della Sera da Carlo Tognoli, saranno destinati a cadere nel vuoto.
All’ex sindaco di Milano riconosciamo le buone intenzioni. Ma, nel proporre una “versione pacificatrice”, cade nel tranello di eludere il nocciolo del problema, aiutando così, sebbene involontariamente, coloro che, come De Corato, vedono come fumo negli occhi che si ricordino le responsabilità dei neofascisti nella strage.
Tognoli sbaglia, cioè, a proporre una sorta di negoziato tra le parti, al fine di definire un’interpretazione condivisibile da tutti. No, sarebbe soltanto una presa in giro, un po’ di teatrino della politica applicato alla memoria storica.
C’è un’unica strada per costruire una memoria condivisa, quella della verità e della giustizia. Infatti, il nocciolo del problema sta qui: a quarant’anni dalla strage e dall’avvio della strategia della tensione si conoscono soltanto i nomi delle vittime, ma non quelli dei mandanti e degli organizzatori.
Certo, sul piano della memoria storica c’è una verità: quella strage fu strage di Stato. D’altronde, se non fosse così, saremmo ancora qui, dopo tanto tempo, a chiedere l’accertamento delle responsabilità?
Ma noi pretendiamo che ci sia verità e giustizia anche nelle aule dei tribunali, e questo significa farla finita con l’omertà istituzionale. Lo Stato parli, insomma. Questo dovrebbero chiedere a gran voce quanti invocano la riconciliazione.
Al vicesindaco De Corato -che ieri, come un ladro di galline, aveva rubato la storica lapide dedicata a Pinelli ed oggi non trova di meglio che polemizzare con gli anarchici- e al suo compagno di partito Carlo Fidanza –pronto a insultare gli studenti che oggi hanno ricordato in piazza la strage- non abbiamo nulla da dire e da chiedere, se non di stare zitti. Almeno per un giorno, almeno nel quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana.
Da parte nostra, insieme a molte realtà di questa città, saremo domani in corteo – ore 15.00, piazza Missori - per ricordare che la strage fu di Stato e per chiedere che si ponga fine all’omertà di Stato. Perché questa è l’unica maniera per non farci rubare anche la verità storica e per non smettere di sperare che verità e giustizia vengano fatte nelle aule dei tribunali.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Domani sabato 12 dicembre, ore 15.00, piazza Missori, Milano, corteo in occasione del 40° anniversario della strage di piazza Fontana, per non dimenticare che fu strage di Stato.
Clicca QUI per l’appello di indizione della manifestazione con le adesioni e QUI per l’appello con il quale un secondo gruppo di realtà ha aderito al corteo.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà con Radio Popolare, la cui sede milanese di via Ollearo è stata oggetto, verso le ore 13.00, di un tentativo di irruzione violenta da parte di una quindicina di neofascisti di Cuore Nero, aderente al circuito di Casa Pound.
Finora non è chiaro se c’è una ragione specifica che ha motivato l’assalto, anche perché lo striscione lasciato sul luogo è piuttosto criptico, facendo semplicemente il verso a una famosa pubblicità (“un fascio non ha prezzo, per tutto il resto c’è Radio Popolare”). Ma forse quella ragione non è nemmeno tanto importante e siamo semplicemente di fronte a un’alzata di tiro da parte dei neofascisti di Cuore Nero.
Infatti, Radio Popolare è un’emittente molto ascoltata e anche schierata. È una delle poche voci autorevoli di questa città che ha non mai smesso di denunciare il razzismo montante oppure le crescenti attività dei neofascisti, comprese le ultime vicende bergamasche. Radio Popolare è dunque un ottimo obiettivo per farsi un po’ di pubblicità e contestualmente iniziare ad intimidire quei giornalisti che non si fanno tappare la bocca.
Quanto avvenuto oggi è molto grave ed è conseguenza diretta del clima di tolleranza istituzionale di cui i gruppi e le attività neofasciste godono nella nostra città e nella nostra regione, grazie soprattutto a molti esponenti di primo piano del centrodestra.
In molti l’avevano detto, noi compresi, che permettere l’insediamento stabile sul territorio di centri di reclutamento e attivismo neofascisti, come quello di Cuore Nero, era una politica miope ed irresponsabile. Ed eccovi il risultato.
Oggi chi governa Milano ha la responsabilità di fare qualcosa di più concreto di una dichiarazione di condanna dell’aggressione. Deve porre fine alla tolleranza e alle complicità nei confronti dei neofascisti e neonazisti.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Ci risiamo. Dopo il fallito tentativo del Sindaco di Buccinasco del novembre scorso di dedicare un convegno al principale teorico italiano del neofascismo e del razzismo, Julius Evola, ora ci riprovano il Sindaco di Garbagnate Milanese, Leonardo Marone, e il suo Assessore alla politiche culturali, Marco Pellegatta.
L'incontro dovrebbe tenersi sabato 13 giugno presso la Biblioteca comunale e l'intera iniziativa è organizzata e finanziata dal Comune di Garbagnate. Lo schema della "giornata di studio" sembra una fotocopia del convegno abortito di Buccinasco, con gli stessi relatori e le medesime omissioni sulla realtà storica.
E così, mentre a Buccinasco Evola fu presentato come un simpatico filosofo estraneo alle cose concrete del mondo, nel caso di Garbagnate la delibera di Giunta del 6 maggio scorso lo definisce il "caposcuola del pensiero conservatore del novecento italiano" e in quanto tale, secondo il Sindaco Marone, merita un posto all'interno di un ciclo di conferenze dove si è già parlato di figure del calibro di Turati, De Gasperi, La Pira e Gramsci.
Insomma, un'operazione di sdoganamento e riabilitazione, basata sulla falsificazione storica. E tutto questo utilizzando il buon nome dell'istituzione e i soldi dei contribuenti garbagnatesi, i quali, a meno che non dispongano di conoscenze storiche proprie, non sapranno mai chi era veramente Julius Evola.
Non sapranno ad esempio che Evola era antisemita, che applaudì al progetto eugenetico della Germania nazista, che portò allo sterminio di 80mila disabili, con le parole "impedire che un'eredità guasta si trasmetta in altre generazioni" oppure che era un estimatore, peraltro contro cambiato, del capo supremo delle SS, Himmler. E non si trattava di simpatie estemporanee, anzi, visto che tutta la sua opera filosofica e politica, anche dopo la guerra, era ispirata al contrasto del sistema democratico e all'esaltazione del "totalitarismo", nel quale la "dottrina della razza" non smise mai di occupare un posto centrale. Per questo Evola entrò nella storia come teorico del neofascismo, non solo di quello italiano, e certo non come "caposcuola del pensiero conservatore".
Visti i tempi che corrono, con il moltiplicarsi di atti di violenza di stampo neofascista e razzista, non ci sembra proprio il caso che un'istituzione pubblica si metta a praticare il revisionismo storico e a sdoganare personaggi come Evola. Chiediamo pertanto al Sindaco Marone di risparmiare alla sua città la vergogna di questo convegno.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
De Corato dovrebbe chiedere scusa alla città e l’amministrazione cittadina rimuovere la lapide posta dal Comune in piazza Fontana tre anni fa. Questo sarebbe l’unico gesto utile e credibile se si vuole, da parte dell’istituzione milanese, dare un segno tangibile di rispetto per Giuseppe Pinelli e per la memoria collettiva di Milano.
Infatti, il problema a Milano non è se collocare o meno una targa per Pinelli nel cortile della Questura, scelta che appartiene alla Polizia di Stato, bensì riparare a quell’oltraggio che si consumò quando la Giunta Albertini fece sparire, alla maniera dei ladri di polli, la storica lapide che ricordava Pinelli, per metterne un’altra.
Certo, quella originaria ritornò poi al suo posto, su iniziativa diretta di molti milanesi, ma da allora in poi la presenza di due lapidi diverse in piazza Fontana ci ricorda ogni giorno la folle guerra alla memoria che piace tanto ad alcuni inquilini di Palazzo Marino e che ieri De Corato ha voluto ribadire formalmente.
Noi non crediamo in impossibili “pacificazioni”, troppo spesso sinonimi di oblio o revisione, ma semplicemente nella possibilità che le istituzioni rispettino la memoria delle persone, cosa che attualmente a Milano non succede.
E questo rispetto è particolarmente importante nel caso di Pinelli, poiché la sua morte non fu una semplice cattiveria del destino, bensì diretta conseguenza delle macchinazioni istituzionali che in quel dicembre del 1969 iniziavano a coprire le responsabilità nella strage di piazza Fontana di apparati dello Stato e di gruppi fascisti. In fondo, questo e non altro dice e ricorda la storica lapide e per questo, anche dopo tanti anni, continua a dare fastidio a taluni.
Ecco perché il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, peraltro ancora priva di una verità esauriente, è il momento adatto per un gesto intelligente e significativo.
Chiediamo dunque al Sindaco di farlo.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Se al corteo milanese del 25 aprile qualcuno verrà fischiato o contestato, per favore non facciamo gli scandalizzati. Meglio dircelo subito. E dovrebbero accettarlo anzitutto quanti in questi giorni e ore, tirando per la giacchetta le parole del Presidente Napolitano, invocano la “festa di tutti” per svuotare di ogni contenuto l’anniversario della Liberazione e conquistare un palcoscenico per loro stessi.
Il 25 aprile non è il ferragosto. È il giorno in cui si ricorda l’atto di nascita della nostra repubblica democratica, poi codificata nella Costituzione. Ed è il giorno in cui si rende omaggio agli artefici della liberazione, rigenerando la memoria dei loro sacrifici. Gli uomini e le donne della Resistenza prima di tutto, i militari che dopo l’8 settembre combatterono i nazisti, coloro che furono deportati, torturati, assassinati e tutti quelli che si opposero al fascismo e al nazismo.
Non occorrono patenti o determinate militanze politiche per essere a casa propria nel corteo del 25 aprile. Ma occorre una scelta di campo, cioè un’adesione ai principi e ai valori dell’antifascismo, questo sì. Quanti pensano che partigiani e repubblichini, antifascisti e fascisti siano cose equivalenti e quanti fomentano oggi un nuovo razzismo o considerano perfettamente normale che Milano ospiti raduni di nazifascisti e di negazionisti, farebbero meglio a non venire al corteo. Non perché lo diciamo noi o qualcun altro, ma per semplice coerenza loro.
Se invece vogliono venire lo stesso, per farsi fotografare e intervistare o perché pensano che sia giunto il momento di archiviare l’antifascismo, si accomodino pure, ma non pretendano applausi. E noi non diremo di certo a nessuno di non fischiarli.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 7 aprile 2009 (pag. Milano)
Era prevedibile, ma fa un po’ specie lo stesso. La giornata del 5 aprile è stata raccontata da gran parte della stampa all’insegna dello “scampato pericolo” e tutti a ringraziare le forze dell’ordine per aver impedito una giornata di guerriglia urbana, come se la notizia fosse quella e non il fatto che nel centro città si è tenuto un raduno nazifascista con la benedizione di Sindaco e Vicesindaco. E così si omette ovviamente di ricordare che se alla fine gli eurofascisti hanno dovuto rifugiarsi in un albergo e rinunciare alla replica delle gesta bergamasche, questo è stato merito unicamente della mobilitazione degli antifascisti milanesi.
D’altronde, lo spettro di un “nuovo 11 marzo” era stato evocato ad arte e rilanciato con molta disinvoltura e poco spirito d’indipendenza da un’informazione sempre più omologata. Lo stesso Governo, per bocca del Ministro Vita e per conto del Ministro Maroni, aveva dato il suo attivo contributo, dichiarando al Parlamento che a Milano si stava organizzando un secondo presidio, oltre a quello di piazza della Scala, fatto di “anarchici” e di intenzioni bellicose.
Erano tutte fandonie, prive di fondamento. Ma erano anche fandonie molto utili, per dire ai milanesi di starsene a casa e di non scendere in piazza, per assolvere preventivamente quei dirigenti del Pd milanese che proprio non ne volevano sapere di manifestare e, last but not least, per far dimenticare il vero scandalo, cioè l’assenza e la complicità delle istituzioni milanesi, del Sindaco Moratti e del suo vice De Corato.
Ma le cose non sono andate come tanti avevano annunciato, anzi auspicato, perché domenica pomeriggio piazza della Scala si è riempita lo stesso di migliaia di persone, in gran parte giovani. E a coloro che hanno organizzato l’happening e a quanti vi hanno partecipato, alla loro determinazione e alla loro intelligenza, va il riconoscimento di aver salvato la dignità della città.
In fondo, a Milano il vero problema non si chiama tanto Forza Nuova, Cuore Nero o simili, che sono quello che sono, fascisti appunto, bensì la tolleranza istituzionale, o peggio, di cui essi godono. Sono quella ambiguità e quella complicità che contribuiscono a rafforzare la rilegittimazione culturale e politica delle tesi e delle pratiche neofasciste, razziste e negazioniste. Una tolleranza che è contagiosa, che abbatte gli argini e che è dunque capace di infettare l’intero corpo sociale.
Piazza della Scala ci consegna un piccolo, ma prezioso antidoto. Sta a noi tutti e tutte farlo vivere oltre quella giornata e portarlo nella quotidianità del nostra agire politico, sociale, culturale e –perché no?- anche personale.
Di seguito l’appello della Milano antifascista e antirazzista per essere in piazza della Scala domenica 5 aprile, dalle ore 15.00:
MILANO AMA LA LIBERTÀ - MILANO RIPUDIA IL FASCISMO
Domenica 5 Aprile i neo fascisti di Forza Nuova intendono organizzare un incontro a cui parteciperanno negazionisti, xenofobi, omofobi e razzisti da tutta Europa.
Il copione l'abbiamo visto a Bergamo, dove la parata fascista e le cariche contro gli antifascisti, oltre a evidenziare la reale natura di questi soggetti hanno anche dimostrato, per l'ennesima volta, di quali appoggi godano. Quello che intendono fare a Milano è quindi l'ennesima provocazione ad uso e consumo di chi tenta di attaccare i diritti e le libertà di tutti noi, di chi foraggia questi personaggi soffiando sulle paure e sulle insicurezze diffuse per seminare odio, paura e politiche securitarie.
A Milano non c'è spazio per i fascisti.
Il sostegno o il tacito assenso che le istituzioni milanesi stanno dando a questa iniziativa, per quanto venga presentato come rispetto della democrazia, non è casuale.
La città che questa giunta vuole costruire ha necessità dell'azione devastante dei fascisti: differenze azzerate, pattugliamento di ronde per tutelare l'ordine degli affaristi d'ogni risma, dei redditieri e del profitto.
La città di De Corato e Moratti è una città impaurita e blindata, una città vuota e infelice.
E che nessuno ospiti il convegno di Forza Nuova dieventandone quindi complice, che si rifiuti la cittadinanza ai negazionisti e ai razzisti, come già fatto dalle Stelline che in seguito alle pressioni della milano antifascista stanno facendo marcia indietro.
Ma Milano non è solo odio e paura. E' fatta anche da chi rifiuta chi semina odio per la diversità e cultura autoritaria. E' fatta di medici che non vogliono essere delatori, di studenti, insegnanti e genitori che rifiutano le classi separate, migranti che non vogliono più essere merce, di donne e uomini liberi che non sopportano più chi vuole decidere delle loro vite.
E' una città plurale, una città antifascista.
Milano ama la libertà.
Domenica 5 aprile ore 15.00 piazza della Scala.
Happening culturale, performance teatrali, reading, musica, interventi davanti palazzo marino, una giornata di mobilitazione cittadina, di riappropriazione di spazi ,di libertà contro i fascisti e i razzisti e le politiche securitarie che legittimano questi utili idioti
Milano antifascista e antirazzista
Firma e diffondi la petizione on line "Milano rifiuta la manifestazione delle destre xenofobe d'Europa" promossa dai circoli Anpi
Era ovvio e scontato, ma ora è arrivata anche la conferma ufficiale da parte di Forza Nuova. Cioè, i neofascisti non si accontenteranno affatto di stare seduti al chiuso in una sala, ma vogliono scendere in piazza e proporre una replica della lugubre esibizione squadrista di Bergamo. Infatti, in un comunicato il capo di Fn, Roberto Fiore, annuncia per domenica prossima anche due presidi. Uno la mattina alle ore 11.00 davanti alla Basilica di S. Ambrogio e l’altro alle 18.30 vicino a Piazza degli Affari.
L’avevamo chiesto in tanti e non solo a Milano: vietate il raduno nazifascista di domenica 5 aprile. Invece no, dagli amministratori milanesi al Ministero degli Interni, tutti a dire che quella iniziativa è legittima.
Gli antifascisti milanesi hanno convocato per domenica pomeriggio un happening culturale contro ogni fascismo, di ripudio del raduno, delle violenze e delle tesi degli eurofascisti. Un’iniziativa che vuole essere di tanti e tante e non un’avventura.
Ma oggi va detto con altrettanta chiarezza che il senso di responsabilità non può stare soltanto dalla parte degli organizzatori dell’happening, ma deve stare anzitutto dalla parte delle istituzioni. Non si può pretendere che i democratici e gli antifascisti stiano buoni e tranquilli in piazza, mentre i neofascisti scorazzano per la città con presidi e cortei improvvisati.
Chiediamo quindi ancora una volta che quel raduno venga vietato e che, comunque, Prefetto e Questore assicurino, con le parole e con gli atti, che ai neofascisti non sarà permessa alcuna iniziativa di piazza, né autorizzata, né non autorizzata.
Altrimenti dovremmo concludere che il gioco è cambiato e che Bergamo ha fatto scuola. E, in quel caso, le responsabilità di quanto potrà accadere peseranno unicamente sulle spalle di chi avrà consentito il raduno nazifascista.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Esprimiamo viva preoccupazione per l’atteggiamento del Governo e del Comune di Milano in relazione al convegno nazifascista previsto per domenica prossima a Milano, presso l’Hotel Cavalieri, in pieno centro città, concesso a Forza Nuova dal proprietario Roberto Bernardelli in seguito al diniego delle Stelline.
A preoccupare non è soltanto il totale menefreghismo politico e istituzionale nei confronti delle tesi negazioniste, neofasciste e razziste propagandate dalla forze che partecipano al raduno, ma altresì il tentativo di mettere sullo stesso piano il raduno nazifascista e l’happening culturale antifascista, che si terrà domenica pomeriggio davanti a Palazzo Marino. Questo infatti è il senso delle dichiarazioni del vicesindaco De Corato degli ultimi giorni e soprattutto di quelle odierne del Ministro Vito in sede di question time alla Camera.
È impossibile non avvertire la puzza di bruciato, cioè la volontà da parte di alcuni esponenti politici e istituzionali del centrodestra di costruire le condizioni perché domenica si verifichi la maggior tensione possibile, magari nella speranza di provocare qualche incidente da vendere poi sul mercato elettorale.
E non stupisce dunque che a considerare oggi i neofascisti di Forza Nuova come un partito qualsiasi siano esattamente gli stessi che non avevano trovato nemmeno una parola di condanna per la sfilata paramilitare di Fn, con tanto di esibizione di spranghe e di apologia di fascismo, a Bergamo il 28 febbraio scorso.
Occorre rompere ogni complicità con i neofascisti. Facciamo pertanto appello a tutte le forze politiche e sociali milanesi di prendere posizione e di adoperarsi perché la città non debba vivere lo scempio di un convegno nazifascista in pieno centro e a pochi giorni dal 25 aprile e perché domenica pomeriggio Piazza della Scala si riempia di migliaia di uomini e donne, come segno tangibile di ripudio di ogni fascismo e della connivenza istituzionale con l’estremismo di destra.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Qui seguito la parole del Ministro Vito durante la question time, così come riportate dall’agenzia Ansa:
RADUNO FN: VITO, FORZE POLIZIA SENSIBILIZZATE
(ANSA) - ROMA, 1 APR - Le forze di polizia che dovranno tutelare l'ordine pubblico in occasione del raduno di Forza Nuova a Milano del prossimo 5 aprile sono state adeguatamente sensibilizzate. Lo ha detto il ministro per i Rapporto con il Parlamento, Elio Vito, nel corso del question time alla Camera.
''La manifestazione - ha ricordato Vito – rientra nell'attivita' di propaganda in vista delle prossime elezioni europee e pertanto non e' previsto alcun tipo di preavviso da fornire alle autorita'''. Si prevede un afflusso di circa 200 persone, ma il Palazzo delle Stelline, che doveva ospitare l'iniziativa, ''ha revocato la disponibilita' all'uso dell'immobile. Al momento, quindi, non si conosce la struttura che eventualmente potrebbe ospitare il convegno''.
''In contrapposizione, pero' - ha proseguito il ministro - esponenti di movimenti di sinistra hanno chiesto di poter svolgere un concomitante presidio in piazza della Scala, richiesta formalizzata al Comune che deve esprimersi trattandosi di luogo pubblico. Sembra tuttavia che nella stessa piazza ci sia in programma un'altra manifestazione culturale''. Anche realta' anarchiche ed antagoniste della citta', ha rilevato, ''hanno organizzato iniziative di contestazione al raduno di Forza Nuova. In considerazione di cio', si e' tenuto in mattinata una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, nel corso del quale si e' provveduto a sensibilizzare l'attivita' delle forze di polizia per la tutela
dell'ordine pubblico in occasione della manifestazione che presumibilmente si svolgera' in un luogo privato''. ''Assicuro comunque - ha concluso - che il ministero dell'Interno ed il ministro Maroni segue con la dovuta attenzione la vicenda e l'attivita' di tutte le formazioni
estreme attraverso internet''. (ANSA).
NE
01-APR-09 16:05 NNNN
Niente centro congressi Stelline per il raduno nazifascista di Forza Nuova. Sembra questo il più probabile esito della lettera inviata ieri dall’opposizione al Presidente Formigoni. Infatti, il presidente della Fondazione Stelline, Camillo Fornasieri, di area Comunione e Liberazione, ha dichiarato al Corriere della Sera quanto segue: “chiederemo di ritirare la disponibilità inizialmente concessa al movimento di estrema destra. Tra i relatori del convegno abbiamo scoperto che ci sono anche due esponenti del British National Party che sostengono tesi apertamente negazioniste. Per noi è inaccettabile. Per cui scriveremo alla società che gestisce il nostro centro congressi per disdire la disponibilità della sala già prenotata”.
Quindi, salvo ribellioni, non molto probabili, da parte dei gestori del centro congressi, Forza Nuova si dovrà trovare un altro posto. E noi dovremo vigilare perché non lo trovi. In fondo, perché alla Fondazione Stelline si accorgessero chi sono questi signori c’è voluta una settimana di appelli, lettere e comunicati da parte di mezzo mondo.
E mentre la Regione, senza proferire parola, si è comunque sottratta dalla complicità con il raduno nazifascista, il Sindaco Moratti, sempre più ostaggio del suo vice, continua a rilasciare dichiarazioni che legittimano il raduno. Quindi, occorre mantenere alta la mobilitazione antifascista.
|