Blog di Luciano Muhlbauer
\\ Home Page : Storico : Antifascismo (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 04/09/2008, in Antifascismo, linkato 1028 volte)
Il gruppo neonazista “Cuore Nero” ci riprova ad aprire una sede a Milano. Poco più di un anno fa, nell’aprile del 2007, ci fu il primo tentativo. Significativo era il luogo scelto, in fondo a viale Certosa, praticamente in piazzale Cimitero Maggiore, dove si trovano numerose tombe di combattenti fascisti della Repubblica di Salò, non lontano dal “campo” rom di via Triboniano e, ciliegina sulla torta, a pochi metri dal centro sociale Cascina Autogestita Torchiera. Comunque, quella sede non aprì mai, poiché alcuni giorni prima dell’inaugurazione lo spazio che doveva ospitarla era stato distrutto da un incendio.
Anche grazie ai numerosi appoggi nella destra istituzionale, oggi “Cuore Nero” ritenta di aprire uno spazio pubblico, destinato a emulare l’esperienza romana di CasaPound e dunque a fungere da spazio di aggregazione e iniziativa di carattere neonazista. Il luogo è a pochissima distanza da quello di un anno fa, in via Pareto, e l’apertura è annunciata per sabato 6 settembre.
Qui non si tratta soltanto di essere solidali con il Torchiera, che in caso di apertura verrebbe sottoposto a una sorta di assedio permanente con tutti gli annessi rischi per l’incolumità fisica dei frequentatori del centro, ma di una questione che riguarda l’intera città. È inaccettabile che gruppi violenti che si ispirano al neonazismo possano avere tranquillamente agibilità politica pubblica e libertà di azione. A questo proposito, il costante aumento delle aggressioni ad opera di neofascisti e neonazisti dovrebbe insegnare qualcosa…
Per questi motivi riteniamo assolutamente necessario e doveroso raccogliere l’appello della Cascina Autogestita Torchiera (che qui sotto riproduciamo) per un presidio antifascista sabato 6 settembre, dalle ore 15.00 in piazzale Cimitero Maggiore.
Fate girare la voce e soprattutto cercate di esserci.
 
“CONTRO L'APERTURA DI CUORE NERO
Sabato 6 settembre 2008 i neonazisti di "Cuore Nero" apriranno una nuova sede nel quartiere Certosa-Garegnano favoriti e sostenuti da:
- appoggi politici istituzionali
- finanziamenti riconducibili a Lino Guaglianone recentemente candidato per AN già noto tesoriere dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari)
- sdoganamento di pratiche ed ideologie imputabili di "apologia di fascismo" in nome di una falsa pluralità di espressione politica e di una costante tendenza al revisionismo storico.
Pratiche che provocano costanti e violenti attacchi contro chiunque non accetti di piegarsi a questa logica aberrante.
L'ultimo agguato armato di coltello, consumato qualche notte fa a Roma contro tre giovani, ci descrive quanto inquietante sia il panorama segnato da lame, mazze da baseball e covi
neri con cui siamo costretti a confrontarci.
CONTRARI  A QUESTA LOGICA
INVITIAMO TUTTI I CUORI ANTIFASCISTI AL
PRESIDIO
SABATO 6 dalle ore 15.00
A MILANO IN PIAZZALE CIMITERO MAGGIORE
 
-writing-interventi-spettacoli-musica-azioni-
 
Cascina Autogestita Torchiera”
 
 
Vi ricordate del sindaco di Rho, il ciellino Zucchetti? Cioè colui il quale il 27 maggio scorso era riuscito a ottenere lo sgombero forzato del centro sociale Sos Fornace? Ebbene, la Fornace non aveva mai fatto del male a nessuno, salvo criticare l’operato del sindaco e denunciare gli affari di Expo 2015. “Cuore Nero” invece fa del male, visto che si tratta di un’aggregazione neonazista, eppure per il sindaco Zucchetti il fatto che “Cuore Nero” abbia tenuto a Rho il un suo raduno precedentemente vietato a Milano non rappresenta alcun problema.
Ieri sera, anzi alle due di notte, il Consiglio comunale di Rho ne ha discusso e ci sono andati anche i ragazzi e le ragazze del centro sociale Sos Fornace, temporaneamente senza fissa dimora. Ecco di seguito il loro comunicato:
 
CUORE NERO, CONTESTATO ZUCCHETTI DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE

Ieri, nel corso del Consiglio comunale abbiamo contestato Zucchetti durante la discussione sul punto all'ordine del giorno relativo al raduno di "Cuore Nero" tenutosi a Rho il 13 e 14 giugno scorso, che è stato affrontato alle due di notte quando ormai molti dei cittadini residenti in via Molino Prepositurale erano già andati a casa, a riprova della "sensibilità" dell'Amministrazione sul tema in questione.
Mentre Zucchetti interveniva dichiarando: "per me che si chiami cuore nero o cuore di mamma è la stessa cosa" e ribadendo la propria estraneità al raduno, vietato in precedenza a Milano dalla Questura per motivi di ordine pubblico, abbiamo esposto all'interno della sala del Consiglio comunale due cuori, uno nero al cui interno c'era scritto "Cuore Nero" e disegnato un ritratto di Zucchetti intento a fare il saluto romano e uno rosso con su disegnato il simbolo della Fornace e sotto scritto "Cuore Vivo".
Il sindaco nel proprio intervento ha finto di ignorare il fatto che il terreno dove si è svolto il raduno era di proprietà di Sinopoli, famoso costruttore edile e sponsor del recente Rho Alive, preferendo enfatizzare l'aspetto tecnico legato a permessi ed autorizzazioni, ma ignorando totalmente l'aspetto politico sulla presenza di una realtà dichiaratamente neofascista sul territorio comunale.
Inoltre, durante i fischi di contestazione Zucchetti ha fatto sfoggio di un inutile vittimismo per eludere le proprie responsabilità politiche in merito a questo gravissimo fatto.
Ancora più grave è stata l'assenza di una presa di posizione pubblica da parte delle forze politiche della maggioranza e vedere che i pochi interventi fatti dai consiglieri erano diretti contro di noi per aver "osato" contestare il sindaco.
Ieri sera, il sindaco, la giunta e il consiglio comunale hanno toccato il punto più basso del proprio mandato per non aver preso una posizione di fronte a chi predica l'odio, il razzismo e il fascismo, infangando la memoria dei rhodensi che hanno partecipato alla Resistenza. Probabilmente se fosse per personaggi come loro a Rho avremmo ancora il podestà.
Per quanto ci riguarda, continueremo a portare avanti i valori della Resistenza e dell'antifascismo che sono il presupposto della nostra iniziativa politica rivolta a denunciare i problemi del territorio e i danni che questa amministrazione sta facendo alla città.
 
SOS FORNACE
INFO: 346 3989550
 
 
 
Sabato 17 maggio si terrà Verona la manifestazione antifascista, convocata dalle realtà veronesi in seguito all’omicidio di Nicola Tommasoli ad opera di alcuni estremisti di destra. Qui sotto trovate l’appello per il corteo e alcune info organizzative. E soprattutto, se potete, sabato andate a Verona, perché è importante non fare regnare il silenzio. Nicola è ognuno di noi!
 
APPELLO
alle cittadine e ai cittadini veronesi
alle ragazze e ai ragazzi, studentesse e studenti, i primi ad essere coinvolti in questa tragedia
alle migranti e ai migranti, i nuovi cittadini, che conoscono bene parole come intolleranza e razzismo
alle tante realtà formali ed informali che da tutta Italia hanno espresso indignazione e solidarietà
 
Sabato 17 Maggio 2008
MANIFESTAZIONE
concentramento Stazione Verona Porta Nuova ore 14.00
partenza corteo dalla Stazione Verona Porta Nuova ore 15.00
 
Nicola è ognuno di noi
Per sconfiggere insieme la paura.
Scendiamo in piazza per svegliare una città che troppe volte ha girato la testa. Non deve farlo questa volta. Non deve farlo mai più.
Mobilitiamoci e riprendiamo la parola prima che l'ipocrisia riscriva anche questa storia.
Per una Verona libera dalla paura e dall'odio,
per una Verona libera da vecchi e nuovi fascismi,
per una città libera dall'intolleranza, dal razzismo, dall'ignoranza.
Perché esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata.
Perché guardarsi all'interno, riconoscere il male profondo del nostro tempo e della nostra città è crescere.
Liberi.
Costruiamo assieme un corteo che attraversi e viva la città in una giornata aperta alle iniziative e ai contributi positivi di tutte e tutti.
Nel 2008 a Verona si muore ancora di fascismo.
Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi.
 
Assemblea cittadina promotrice della manifestazione
per adesioni: adesioni17maggio@gmail.com
 
Come andarci da Milano, se non vi autorganizzate:
Treno (organizzano antifascisti milanesi e centri sociali) – appuntamento ore 11.00 in stazione Centrale – costo a/r attorno a 10 euro – per info ass.antifa.mi@autistici.org e blog http://antifa-milano.noblogs.org
Pullman (organizza Rifondazione Milano) – partenza ore 10.30 da fermata MM2 Cascina Gobba – costo a/r 12 euro – prenotazione entro ore 12.00 di venerdì 16 maggio telefonando al numero 0255231507
 
 
di lucmu (del 07/05/2008, in Antifascismo, linkato 927 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 7 maggio 2008 (pag. Milano)
 
Nelle ore in cui Nicola Tommasoli stava perdendo la sua lotta contro la morte, il sindaco di Cremona, cittadina della Lombardia meridionale, ha annunciato il varo di un “pacchetto sicurezza”, comprendente l’assunzione di vigilantes privati, ulteriori impianti di videosorveglianza e il via libera comunale alle ronde.
Visti i tempi che corrono, sarebbe una perfetta non notizia, se non fosse per il fatto che a Cremona non succede mai niente, che gli omicidi sono praticamente inesistenti e che il numero di furti e rapine si situa decisamente sotto la media statistica. A tutto ciò si aggiunga che il sindaco Corada, targato Pd, non è certo famoso per essere un pasdaran veltroniano che rincorre le destre e bastona le sinistre, anzi. Eppure, anche a Cremona i cittadini si sentono insicuri e il loro sindaco ha infine ceduto all’aria che tira.
La svolta securitaria del centrosinistra cremonese e l’omicidio di Nicola sono, ovviamente, due fatti distinti e indipendenti. Tuttavia, a volte succede che un’accidentale coincidenza temporale riesca ad essere parecchio più rivelatrice del nocciolo del problema di tante parole dotte. Cioè, nel nostro caso, della relazione tra l’aumento del numero di aggressioni da parte di gruppi neofascisti, in primis a Roma e nel lombardo-veneto, e la marea traboccante del securitarismo.
Ebbene sì, perché il dato saliente dell’evoluzione della violenza di estrema destra contro militanti di sinistra, immigrati, gay e di chiunque venga individuato come diverso, altro e dunque nemico, non è tanto il numero di militanti dei gruppi neofascisti, tutto sommato ancora modesto, bensì il crescente spazio politico e culturale di cui dispongono e l’accondiscenza sociale che incontrano le loro azioni. Insomma, il problema non è il pesce in sé, bensì il mare in cui nuota e di cui si nutre.
L’egemonia culturale appartiene ormai alle destre e il discorso sulla sicurezza ne rappresenta non un semplice accessorio, bensì il nucleo ideologico portante e trainante. Esso offre a una società atomizzata, disorientata e socialmente sempre più insicura una lettura della realtà, dei colpevoli e l’illusione di una soluzione. I gruppi neofascisti, in fondo, non fanno altro che radicalizzare il messaggio, portarlo alle estreme conseguenze. Se è lecito e giusto che esponenti politici e istituzionali predicano in diretta televisiva la caccia allo straniero e al diverso, come pretendere che la società condanni coloro che quella caccia la praticano?
Dalle parti della sinistra soffriamo terribilmente il discorso securitario, spesso viene eluso, rimosso o banalizzato. Ma, sebbene non sia di per sé sufficiente, fare chiarezza, non scendere a compromessi e lavorare per delle alternative credibili è, oggi e qui, la condizione necessaria per poter dotare l’antifascismo di sostanza ed efficacia.
 
 
È già abbastanza triste che il sindaco di una città come Milano non consideri necessario partecipare alla manifestazione del 25 aprile, ma che ora il suo vice, l’incorreggibile De Corato, si erga pure a supremo giudice che pretende di distinguere preventivamente tra manifestanti buoni e manifestanti cattivi, nella malcelata speranza di contribuire a qualche casino in piazza, è davvero troppo.
E così, De Corato non si limita alla consueta sequela di insulti gratuiti contro i centri sociali, ma arriva persino a offendere la Brigata Ebraica, definendola senza pudore “super partes”. E tanti saluti alla memoria del significativo tributo di sangue offerto dai combattenti della brigata alla causa della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
Martin Luther King aveva un sogno grande, noi ne abbiamo uno più piccolo, ma in cambio speriamo che possa avverarsi. Cioè, se il vicesindaco non riesce proprio a liberarsi dal suo passato neofascista, che almeno riesca a stare zitto il 25 aprile e a non offendere quei milanesi che per fortuna non la pensano come lui.
Insomma, forse è giusto che il sindaco Moratti non partecipi alla manifestazione, visto che non solo non lo considera importante, ma che non riesce nemmeno a porre un freno alla lingua del suo vice.
Anzi, meglio così, almeno ci risparmiamo l’ipocrisia.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 24/03/2008, in Antifascismo, linkato 1464 volte)
La memoria di Dax non trova pace nemmeno a Pasqua. Infatti, anche il murale di piazza Vetra, dedicato a lui e al partigiano Giovanni Pesce, è stato cancellato dal Comune di Milano.
Gli amici di Davide “Dax” Cesare, il giovane assassinato nel marzo di cinque anni fa da alcuni neofascisti, se ne sono accorti oggi. Sabato c’era ancora. Quindi, deve essere successo tra ieri e oggi, una settimana esatta dalla cancellazione del murale sulla Darsena.
Ora l’assessore Cadeo ci spiegherà che la politica non c’entra, ma che si tratta di una questione di “decoro urbano”. Tuttavia, come sempre, non sarà in grado di spiegare come mai le scritte e i graffiti di ispirazione neofascista, o peggio, che riempiono alcuni quartieri popolari della città continuano ad esistere indisturbati. Il vicesindaco De Corato, invece, sarà più trasparente e rilancerà la sfida agli amici e compagni di Dax, nella speranza che la sua guerra privata sortisca qualche effetto utile per la campagna elettorale.
A noi, francamente, mancano ormai gli aggettivi per definire il comportamento dell’amministrazione comunale, specie della componente di An, che a Palazzo Marino sembra fare il bello e il cattivo tempo su tutte le questioni che riguardano in qualche modo il fascismo e l’antifascismo.
Ma il vero problema non sono nemmeno i vari De Corato e Cadeo, bensì una città che sembra sempre più smemorata e incapace di reagire. E così, gli amici e i compagni di Dax vengono lasciati troppo da soli, un po’ come accade spesso all’Anpi, come se si trattasse di vicende private. Invece no, qui è in gioco la memoria pubblica di Milano.
Ecco perché riteniamo che oggi e qui si ponga il problema di aprire in città una riflessione seria e ampia, che coinvolga tutte le forze, sociali e politiche, e i singoli cittadini che non intendono arrendersi all’arroganza e alla mancanza di rispetto dell’amministrazione comunale. È l’unica maniera per non scendere al livello misero di De Corato e per riportare la questione nella sua dimensione propria, cioè la politica.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 17/03/2008, in Antifascismo, linkato 1050 volte)
Da non credersi! Stamattina il Comune di Milano ha fatto cancellare il murale sulla Darsena in memoria di Dax, appena rifatto. E pensare che erano passate soltanto poche ore dalla fine delle iniziative che ricordavano l’anniversario dell’omicidio del giovane milanese assassinato dai neofascisti.
Certo, sappiamo bene come la pensa il vicesindaco De Corato a proposito della memoria storica e tutti in città conoscono le sue crociate per riabilitare il fascismo storico, sradicare le lapidi in piazza Fontana e cancellare i murales di sinistra. Ma quanto accaduto oggi ha un sapore strano, sa di eccesso e di provocazione.
In politica la scelta dei tempi non è mai casuale e non c’era giornata più sbagliata di quella di oggi per cancellare quel murale. Ebbene sì, perché ieri cadeva appunto il quinto anniversario dell’omicidio di Dax e domani ricorre il trentennale dell’assassinio di Fausto e Iaio, tuttora impunito. E, a Milano, queste date le conoscono tutti, a partire dal vicesindaco.
E allora, perché cancellarlo proprio oggi? Perché si spera in qualche reazione impulsiva da giocarsi in campagna elettorale? O semplicemente perché si vuole comunicare alla città che l’antifascismo non ha più cittadinanza, nemmeno quando di mezzo ci sono i morti ammazzati?
Comunque sia, lo squallido atto di oggi non fa che rafforzare la nostra convinzione che a Milano vi è un grande bisogno, civile e culturale, di investire energie, intelligenza e passioni per tenere viva la memoria e contrastare ogni compromesso con le tesi revisioniste, ahinoi sponsorizzate con ogni mezzo dalla seconda carica della nostra città.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
di lucmu (del 23/11/2007, in Antifascismo, linkato 1232 volte)
E’ appena arrivata questa comunicazione da Pavia
 
“Arriva ora la notizia che Forza Nuova ha rinunciato a tenere la sua manifestazione davanti ai cancelli della Gandina ai Casoni di Pieve Porto Morone. I fascisti porteranno le loro bandiere a Lodi, dove ha sede la cooperativa Famiglia che gestisce la struttura che ospita i Rom alla Gandina, e nel centro di Pieve in compagnia del sindaco Angelo Cobianchi.
Il pollo party è rinviato, e lo riprogrammeremo al più presto in luogo e data da destinarsi.”
Circolo Pasolini
 
Ci risiamo. L’organizzazione neofascista Forza Nuova ha annunciato una imponente manifestazione regionale, per sabato 24 novembre a Pieve Porto Morone, contro i rom ospitati temporaneamente presso la Cascina Gandina del piccolo paese alle porte di Pavia.
Il tentativo è il solito, cioè cavalcare l’ostilità generalizzata da parte dei residenti di Pieve contro i rom, per tradurlo in consenso politico alle tesi apertamente razziste di FN. In fondo, basta guardare all’obiettivo dei neonazisti per capire di cosa si tratta. Cioè, 3 donne e 10 bambini che, peraltro, tra pochi giorni lasceranno la Cascina, come da tempo deciso, per trasferirsi in dei normalissimi appartamenti. Insomma, un’adunata di vigliacchi che fanno la guerra a un pugno di bambini!
E non è nemmeno la prima volta che succede, poiché un assedio anti-rom di FN si era già svolto a settembre e i telegiornali nazionali avevano mandato in onda teste rasate, braccia tese e grida ‘Sieg Heil’. Tutto questo senza che nessuna autorità competente si preoccupasse di intervenire oppure di denunciare posteriormente questi atti di apologia di fascismo e di incitamento all’odio razziale.
Pensiamo che questa insana tolleranza nei confronti di gruppi militanti di estrema destra sia un errore madornale, poiché è sufficiente guardare cosa succede nelle grandi città, per capire che il lasciar fare si traduce facilmente e inesorabilmente in legittimazione politica e istituzionale di aggressioni e fatti violenti.
Per questo motivo, non solo esprimiamo la nostra più totale solidarietà alle donne e ai bambini della Cascina, ma soprattutto chiediamo ai responsabili dell’ordine pubblico di Pavia di assumersi le loro responsabilità, tutelando gli aggrediti e non consentendo che vada in scena la parata neofascista.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer e Bebo Storti, consigliere regionale del Pdci
 
di lucmu (del 17/09/2007, in Antifascismo, linkato 1215 volte)
L’operazione di polizia contro il gruppo neonazista “Movimento dei lavoratori nazionalista e socialista”, sulla base di un’inchiesta della Procura di Varese, è sicuramente una notizia positiva. Tuttavia, se dovesse rimanere un fatto isolato, difficilmente riuscirà a incidere su un preoccupante fenomeno in rapida crescita.
Infatti, le molte segnalazioni circa il proliferare di gruppi militanti di estrema destra in Lombardia hanno finora trovato poca o nulla attenzione pubblica. Nemmeno il moltiplicarsi di atti violenti e di aggressioni è riuscito a conquistarsi gli onori della cronaca o l’interessamento deciso delle istituzioni. Insomma, vi è la netta sensazione che ci sia una grave sottovalutazione, a volte anche a sinistra, rispetto a quanto sta accadendo nella nostra società. Sottovalutazione che si traduce in un’insana tolleranza verso la rinascita dell’estremismo neofascista.
Ci chiediamo come mai nessuno sia finora intervenuto rispetto a vicende analoghe, o anche più gravi, di quelle di Varese. A mo’ di esempio, basti ricordare quanto avvenuto pochi giorni fa a Pieve Porto Morone, nel pavese, dove militanti dell’organizzazione neofascista Forza Nuova hanno assediato un gruppo di rom, protetto dalle forze dell’ordine, con tanto di grida “Sieg Heil” mandate in onda dai Tg di mezza Italia.
Occorre davvero porre fine alla tolleranza rispetto a questi episodi, prima che la situazione scappi di mano. E ciò riguarda tutti, non solo il Ministero degli Interni o la magistratura, ma altresì la politica, poiché spesso i neofascisti trovano comprensione o complicità in settori della destra istituzionale.
 
comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
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