Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Stamattina davanti al Pirellone c’è voluto un blocco stradale e qualche momento di tensione perché i lavoratori della Maflow di Trezzano e della Novaceta di Magenta ottenessero finalmente un appuntamento con il governo regionale.
Eppure, già due giorni fa, era stata inviata una formale richiesta d’incontro al Presidente Formigoni e al suo vice, nonché Assessore al Lavoro, Gianni Rossoni. Ma nessuna risposta è mai arrivata e questa mattina i lavoratori delle due aziende in presidio davanti al Pirellone, in via Fabio Filzi, hanno trovato, come unico segno di interesse tangibile, l’ingresso del Palazzo della Regione blindato dalle transenne.
Un atteggiamento incomprensibile, poi parzialmente superato, anche per la giusta testardaggine degli operai, grazie a un incontro dentro il Pirellone con il dott. Matone, direttore generale dell’Agenzia regionale per il Lavoro (Arifl), il braccio operativo dell’assessorato regionale al Lavoro.
All’incontro hanno partecipato i delegati sindacali delle due aziende, due dirigenti sindacali - Walter Montagnoli della Cub e Marcello Scipioni della Fiom - e il sottoscritto. Il confronto, date le premesse, non poteva che avere carattere interlocutorio, ma alla fine è arrivato il formale impegno che l’Assessore Rossoni riceverà i rappresentanti sindacali sia della Maflow, sia della Novaceta. Le date degli incontri verranno comunicate entro lunedì prossimo.
Siamo ovviamente soddisfatti di queste convocazioni, sebbene i lavoratori abbiano dovuto “conquistarle” sul campoe siano in grave ritardo rispetto non solo all’evolversi della situazione, ma anche agli impegni delle altre istituzioni, come Prefettura ed enti locali. Proprio per questo chiediamo al governo regionale di non perdersi in chiacchiere, ma di utilizzare gli incontri con le parti sindacali per mettere in campo immediatamente degli impegni concreti.
Va infatti ricordato che ambedue le aziende sono presidiate dai lavoratori da ormai molto tempo, che i posti di lavoro a rischio sono complessivamente 500 e, soprattutto, che non si tratta di aziende decotte, bensì competitive, trascinate nell’attuale situazione da ragioni estranee a quelle di mercato.
In altre parole, quelle aziende possono vivere, a patto che tutte le istituzioni si schierino attivamente per raggiungere la soluzione. Fino ad oggi la Regione è mancata all’appello. Auspichiamo che da domani si cambi registro.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
La Polyù-Polysistem di Sedriano (MI) rischia la chiusura e i 70 dipendenti rischiano la disoccupazione. Un’autentica assurdità, visto che l’impresa è leader di settore e che i suoi prodotti - lastre di policarbonato per uso edilizio - dispongono di mercato e di clienti. Perciò occorre, in tempi stretti, l’intervento congiunto delle istituzioni – Provincia, Regione e Prefettura – a garanzia della continuità produttiva e dell’occupazione.
In questa vicenda la crisi non c’entra, se non come contorno o pretesto. Perché, allora, tutti i lavoratori della Polyù e della Polysistem (quest’ultima dipende integralmente dalla prima) sono in cassa integrazione? La ragione è tanto banale quanto misera: siamo di fronte all’ennesima storia di un’azienda portata sull’orlo del fallimento dalle scelte scellerate dell’attuale proprietario.
Questa mattina i lavoratori si sono recati in corteo fino al Comune di Sedriano chiedendo di poter continuare a produrre, non solo perché ci sono le commesse, ma anche perché c’è un possibile acquirente disposto a rilevare l’attività.
Alla fine si è svolta una riunione negli uffici del Sindaco, alla quale hanno partecipato una delegazione delle maestranze e della Cgil di Legnano, il Vicesindaco di Arluno, dove risiede una parte dei lavoratori, e i Consiglieri regionali Luciano Muhlbauer (Prc) e Francesco Prina (Pd).
Da parte nostra, diamo un giudizio positivo della riunione, perché si è registrata una convergenza attorno alle ragioni e alle richieste dei lavoratori.
Anzitutto, i Comuni di Sedriano e Arluno si sono impegnati a sostenere il reddito dei lavoratori. In secondo luogo, tutti i presenti hanno condiviso la necessità di attivare Provincia, Regione e Prefetto, affinché intervengano per favorire il rapido passaggio dell’azienda a un nuovo soggetto imprenditoriale interessato a mantenere l’occupazione e a rilanciare la produzione.
Ora alle parole devono seguire i fatti. È tempo che ciascuno decida da che parte stare: con i lavoratori in lotta per mantenere in attività un’azienda, o con chi decide di chiuderne i battenti per gretto interesse personale.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Il silenzio di Formigoni non è più accettabile di fronte alla politica di deindustrializzazione della Fiat, ribadita oggi con l’annuncio ai sindacati del “trasferimento” di 143 operai della Powertrain da Arese a Torino, a partire dal mese di aprile.
Il silenzio del Presidente della Regione equivale anzi alla complicità, considerato il contenuto della nuova ipotesi di Accordo di Programma (AdP) sull’area ex-Alfa di Arese, deliberata dalla Giunta regionale il 10 febbraio scorso.
Infatti, l’AdP proposto dal Pirellone è sostanzialmente diverso da quello precedentemente concordato con i sindacati - mai attuato e decaduto nel 2007 -, poiché fornisce certezze soltanto circa la realizzazione di centri commerciali, affari immobiliari e parcheggi. Nulla di concreto, invece, è previsto per quanto riguarda le attività produttive e l’occupazione, visto che anche il tanto strombazzato “polo della mobilità sostenibile” è stato derubricato a “centro di ricerca per lo sviluppo di progetti finalizzati alla mobilità sostenibile”.
Insomma, il Presidente di questa Regione, Roberto Formigoni, deve smettere di giocare allo scaricabarile, ma deve assumersi le sue responsabilità. Anzitutto, convocando immediatamente le organizzazioni sindacali per chiarire e concordare i passi da intraprendere, sia rispetto a Fiat, sia rispetto al futuro dell’area ex-Alfa di Arese.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Formigoni deve immediatamente bloccare la procedura di approvazione dell’Accordo di Programma (AdP) sull’area ex-Alfa Romeo di Arese e convocare tutte le organizzazioni sindacali, firmatarie degli accordi precedenti sulla reindustrializzazione dell’area.
Questa convocazione è non soltanto dovuta, visto che il Presidente si sottrae da tempo alle richieste di incontro dei sindacati, ma è a questo punto doverosa e imprescindibile, alla luce di quanto scritto nell’ipotesi di AdP, deliberata dalla Giunta regionale il 10 febbraio scorso
Infatti, il contenuto dell’AdP solleva molti e consistenti dubbi circa l’effettiva consistenza degli annunciati progetti reindustrializzazione, che anzi appaiono piuttosto fumosi ed affidati a un poco rassicurante spontaneismo del mercato.
L’unica cosa chiara in quell’Accordo è che sull’area ex-Alfa sorgeranno un grande centro commerciale, dei posteggi per l’Expo ed una serie di operazioni immobiliari. Per quanto riguarda, invece, le attività produttive siamo all’incertezza totale.
Si parla sì di “prosecuzione del programma di reindustrializzazione … prevista nel precedente accordo” (decaduto il 25 settembre 2007), ma si aggiunge subito un secco “per quanto compatibile con i contenuti del presente Accordo”. Di conseguenza, riappare certamente il famoso “centro della mobilità sostenibile”, come lo chiamano i comunicati stampa del Pirellone, ma trasformato in un “centro di ricerca per lo sviluppo di progetti finalizzati alla mobilità sostenibile”, come invece lo chiama l’ipotesi di Accordo di Programma.
Insomma, nulla di chiaro, come conferma anche la nota ufficiale rilasciata dal governo regionale il 3 febbraio scorso, quando i lavoratori Fiat-Alfa erano presenti davanti al Pirellone. Le parole usate erano infatti le seguenti: “intendiamo approvare un Accordo di Programma che dà il via a un assetto urbanistico e infrastrutturale adeguato agli imprenditori interessati a investire”.
Tutto chiaro? Verrà sì mantenuta, per ora, la destinazione produttiva di oltre il 50% dell’area, ma l’effettiva reindustrializzazione sarà affidata al caso, cioè agli effetti benefici che dovrebbero provocare le nuove infrastrutture stradali. Inoltre, il polo per la mobilità sostenibile, previsto dagli accordi firmati nel 2003 e 2004 con i sindacati, prevedeva anche  e soprattutto la parte produttiva, che invece ora è stata eliminata.
Un po’ poco, anzi, praticamente nulla. A dir la verità, tutti gli accordi firmati con le organizzazioni dei lavoratori ed esibiti da Formigoni con grande sfarzo nell’ultima campagna elettorale, quella del 2005, sono stati disattesi e trasformati in carta straccia. Sarà per questo che Formigoni si rifiuta da lungo tempo a incontrare i sindacati?
Il nuovo Accordo di Programma non va bene, perché non contiene progetti concreti e credibili sull’insediamento di attività produttive e, dunque, per l’occupazione. Il minimo che possa e debba fare il Presidente Formigoni è fermare la procedura di approvazione dell’AdP e convocare immediatamente un confronto vero con tutte le organizzazioni sindacali presenti sul sito ex-Alfa di Arese.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo dell’ipotesi di AdP (senza allegati)
 

Scarica Allegato
 
Oggi il capogruppo regionale del Prc Luciano Muhlbauer e il capogruppo provinciale della Lista Civica un'Altra Provincia-Prc-Pdci, Massimo Gatti, hanno sono stati presenti al presidio operaio che ha attuato il blocco, sin dalle 6.00 si questa mattina, della portineria Sud-Ovest dell’area ex Alfa di Arese. Un’iniziativa di protesta attuata per sostenere la richiesta di continuità produttiva del sito e il ritiro dei due licenziamenti politici disposti dalla società Innova Service.
Al termine della manifestazione, Muhlbauer e Gatti hanno reso la seguente dichiarazione congiunta:
“La notizia che i due licenziati politici rientreranno al lavoro, comunicata in via ufficiosa dalla Prefettura ai lavoratori durante la mattinata, è sicuramente un’ottima novità. Qualora confermata, vorrebbe dire che è stato fatto il primo passo nella giusta direzione.
“Ora è però necessario che il reintegro dei due licenziati sia formalizzato al più presto e nello stesso luogo di lavoro da cui sono stati ingiustamente rimossi. Tale reintegro è infatti imprescindibile precondizione per ogni altra successiva discussione circa il contenzioso sindacale”.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer e Massimo Gatti
 
 
di lucmu (del 03/02/2010, in Lavoro, linkato 1280 volte)
Quanto avvenuto oggi al Pirellone è più eloquente di mille parole, per capire qual è la considerazione che Formigoni e il governo regionale hanno dei problemi sollevati dai lavoratori colpiti dalla crisi. Cioè poca o nessuna, con l’aggiunta di un po’ di inutile ostentazione di arroganza.
Stamattina a prendere pesci in faccia è toccato agli operai dell’ex-Alfa di Arese e della Maflow di Trezzano sul Naviglio, in presidio davanti alla Regione in occasione dello sciopero nazionale del gruppo Fiat e indotto. Ma vediamo in dettaglio l’incredibile cronaca della mattinata.
I sindacati dell’ex-Alfa di Arese avevano chiesto per tempo e per iscritto, come il protocollo impone, un incontro al governo regionale. Questa volta si erano peraltro rivolti al vicepresidente e assessore al Lavoro Rossoni, visto che le tre richieste inviate in autunno al Presidente Formigoni non avevano nemmeno ottenuto risposta.
Ma non è servito a niente. Nessuna risposta neanche questa volta. Anzi, Rossoni risultava  essere a Roma, l’assessore all’Industria, tale Romano La Russa, era latitante senza giustificazione e il Presidente Formigoni è stato visto allontanarsi alla chetichella. Alla fine, dopo tante discussioni e un blocco di via Fabio Filzi, una delegazione è stata ricevuta dall’assessore Buscemi, che però non si occupa né di lavoro, né di attività produttive.
Non è andata meglio ai lavoratori della Maflow, dove sono a rischio oltre 300 posti di lavoro a causa del taglio degli ordini da parte della Bmw, il principale committente. Una scelta frutto più delle pressioni politiche del governo tedesco, che della situazione di mercato.
Questa mattina in Consiglio c’era la question time e la Giunta doveva rispondere alla nostra interrogazione, in cui chiedevamo il suo intervento nella vertenza, considerati anche i rapporti privilegiati tra Pirellone e Bmw, la quale fornisce le auto blu al governo regionale.
Ebbene, non solo gli assessori che si occupano di lavoro e politica industriale erano assenti, ma la risposta letta in Aula dal sottosegretario Raimondi è risultata persino imbarazzante nella sua inconsistenza. Infatti, tutto si è ridotto all’annuncio che la Regione avrebbe parlato anche del caso Maflow, nel corso dei due incontri già programmati con il Prefetto per oggi e domani. La medesima risposta generica che era già stata data ieri ai lavoratori della Lares di Paderno Dugnano.
Siamo assolutamente consapevoli che le istituzioni, compresa Regione Lombardia, non possono fare miracoli  e che la crisi è una dura realtà. Ma tra fare miracoli e non fare nulla, neanche quel poco o tanto che è possibile fare, e che altre istituzioni presenti sul territorio cercano di fare, c’è di mezzo il mare. E, soprattutto, c’è di mezzo quel minimo di rispetto che è dovuto a quanti e quante stanno semplicemente lottando per la difesa del proprio posto di lavoro.
Chiediamo quindi ancora una volta che il governo regionale parli con i lavoratori, che chiarisca pubblicamente cosa intende fare per garantire che sul sito ex-Alfa di Arese rimanga un significativo insediamento di attività produttive e, infine, che metta a disposizione del Prefetto di Milano tutto il suo peso istituzionale e i suoi rapporti privilegiati, affinché Bmw contribuisca a far vivere la Maflow di Trezzano.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Un’iniziativa nata da una chiacchierata al presidio degli operai della Mangiarotti Nuclear. Una serata di solidarietà che avremmo voluto allargare a tutte le realtà presidiate-occupate-in lotta per difendere l’occupazione e l’interesse generale, ma ahinoi avremmo dovuto prendere almeno il San Siro. E allora abbiamo pensato alla zona limitrofa alla Mangiarotti, tra viale Sarca e Sesto San Giovanni, una volta zona industriale alla grande. E così, i lavoratori della Mangiarotti hanno coinvolto quelli di Omnia ed Ercole Marelli Power, Bebo Storti si è mostrato entusiasta dell’idea e ha coinvolto altri artisti, un circolo Arci ha collaborato e il Comune di Sesto ha dato il suo patrocinio. Ed eccoci qui, alla serata di parole e musica del 1° febbraio.
Mancate soltanto voi, cioè il pubblico, i partecipanti ecc. Cioè quelli e quelle che pensano che i lavoratori in lotta hanno ragione e che non vanno lasciati soli. E, soprattutto, quelli e quelle che in serata lasciano anche una sottoscrizione. Tutti i fondi raccolti andranno alle casse di resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici di Mangiarotti Nuclear, Omnia e Ercole Marelli Power.
Partecipate!
 
CON LE LAVORATRICI E I LAVORATORI IN LOTTA
 
CONTRO LA CHIUSURA DELLE AZIENDE E I LICENZIAMENTI
PER UN PRESENTE DIGNITOSO, PER IL FUTURO
 
Mangiarotti Nuclear, Omnia, Ercole Marelli Power… E’ lungo, troppo lungo, l’elenco delle aziende che chiudono, spostano altrove le produzioni, licenziano, sull’onda di una crisi a volte reale, a volte alibi per speculare, per garantire il profitto di pochi.
Ed è lungo, troppo lungo, l’elenco delle lavoratrici e dei lavoratori trasformati in esuberi, senza occupazione, senza salario, in cassa integrazione. Non lasciamoli soli.
 
LUNEDI’ 1 FEBBRAIO, ORE 21:00
Spazio Arte
via Maestri del Lavoro - Sesto San Giovanni
 
PAROLE E MUSICA DI SOLIDARIETÀ
 
Bebo Storti, Antonio Cornacchione,
Ulderico Pesce, Andrea Labanca e i Ciapa No
 
I consiglieri regionali
Luciano Muhlbauer e Bebo Storti
 
invitano tutte e tutti a partecipare e compiere un atto di concreta solidarietà. Alle lavoratrici e ai lavoratori della Mangiarotti Nuclear, della Omnia, della Ercole Marelli Power, che resistono dentro e fuori i cancelli dell’azienda, sarà interamente devoluto il ricavato della serata.
 
con il patrocinio del  Comune di Sesto San Giovanni - Assessorato alla Cultura
e con il sostegno del Circolo Arci Torretta Sesto San Giovanni
 
qui sotto puoi scaricare il volantino della serata in pdf
 

Scarica Allegato
 
Oggi, finalmente, Regione Lombardia si è occupata della crisi Italtel, che rischia di portare all’espulsione di 400 lavoratori e, in prospettiva, allo smantellamento del sito produttivo di Settimo Milanese (oltre 1.400 lavoratori). Peccato, però, che ad incontrare i sindacati, le Rsu e i sindaci di Settimo e Pregnana fossero solo le Commissioni consiliari IV e VII, mentre il governo regionale ha reiterato la sua incredibile latitanza.
Infatti, il Consiglio regionale ha risposto in tempi stretti alla richiesta di incontro, ma l’Assessore regionale all’Industria, Romano La Russa, non ha mai nemmeno fatto una telefonata di fronte alla richiesta di un “incontro urgente” inviatogli il 18 gennaio scorso dai sindacati. Anzi, oggi non ha nemmeno ritenuto opportuno di far assistere all’audizione un suo funzionario.
Così, il governo regionale è l’unica realtà istituzionale che non ha ancora aperto bocca. Infatti, le altre Regioni interessate dalla crisi dell’Italtel, cioè il Lazio e la Sicilia, hanno da tempo incontrato lavoratori e sindacati.
Alla fine dell’audizione, le Commissioni hanno dunque deciso di presentare alla prossima seduta del Consiglio una mozione che impegna formalmente la Giunta regionale ad intervenire nella vicenda, con l’obiettivo della salvaguardia dell’attività produttiva e dei livelli occupazionali.
Ma al di là di mozioni e lettere, riteniamo che sin da subito il governo regionale debba rompere il suo insostenibile silenzio e immobilismo. In primo luogo, intervenendo sul governo al fine di sbloccare i fondi per la banda larga, che rappresentano sia un’opportunità di sviluppo in generale, che una soluzione concreta per il futuro dell’Italtel. In secondo luogo, Regione Lombardia deve promuovere con urgenza un tavolo istituzionale che affronti la situazione di tutto il settore delle telecomunicazioni, che in Lombardia rischia grosso.
E queste due cose le chiediamo direttamente al Presidente Formigoni. Cioè, o riesce nella missione quasi impossibile di convincere Romano La Russa a fare finalmente il suo mestiere, oppure lo cacci via e prenda in mano direttamente la situazione. Altrimenti dovremo concludere che il menefreghismo e l’incompetenza di La Russa sono esattamente ciò che vuole Formigoni.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Questa mattina si è tenuto il secondo incontro tra il Prefetto di Milano e una rappresentanza dei lavoratori di Innova Service, attiva sul sito ex-Alfa di Arese. Presenti all’incontro anche il sottoscritto, il consigliere provinciale Massimo Gatti e il consigliere comunale Basilio Rizzo.
Diamo atto al Prefetto di aver preso degli impegni concreti a una sola settimana di distanza dal primo incontro, dove gli era stato esposta la situazione critica all’Innova Service, la cui direzione è impegnata in una vera e propria guerra, con ogni mezzo, contro i suoi dipendenti.
Forse, a convincerlo della giustezza delle denunce dei lavoratori, ha contribuito anche l’incredibile arroganza dell’azienda, che sabato scorso ha licenziato proprio il delegato sindacale dello Slai-Cobas che aveva partecipato al primo incontro.
Comunque sia, lunedì prossimo si avvierà presso la Prefettura e sotto la responsabilità del Capo di Gabinetto, dott. Zappalorto, uno specifico tavolo di confronto tra lavoratori e società, con il fine di riportare le relazioni sindacali a un livello di normalità. Questo significa, altresì, come ha riconosciuto lo stesso Prefetto, che i due licenziamenti politici prodottisi negli ultimi due mesi devono essere revocati.
Da parte nostra, riteniamo che con le odierne decisioni il Prefetto abbia imboccato la strada giusta, ma allo stesso tempo gli abbiamo ribadito che occorre un suo intervento anche a un secondo, e più complesso, livello.
Infatti, il comportamento di Innova Service, tesa a disfarsi dei lavoratori, si spiega soltanto con la situazione più generale all’ex-Alfa di Arese, dove tutti gli impegni presi da Regione Lombardia in relazione ai progetti di reindustrializzazione sono stati disattesi, per essere sostituiti con poco chiari annunci di operazioni immobiliari.
In altre parole, anche in vista dell’Expo, tutti i lavoratori attivi sul sito non potranno stare tranquilli finché non sarà chiarito se all’ex-Alfa si investirà su attività produttive e garanzie di buoni posti di lavoro, oppure su altri affari che non portano occupazione.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Soltanto quattro giorni fa, Renato Parimbelli, delegato Rsu dello Slai Cobas, era seduto di fronte al Prefetto di Milano per denunciare l'insostenibile situazione all'Innova Service, attiva sul sito ex Alfa di Arese,  e oggi ha ricevuto la lettera di licenziamento.
E così, Innova Service, l'azienda che fa capo a Angela Di Marzo, già indagata per la vicenda della cimice al Comune di Milano, realizza il secondo licenziamento politico, dopo quello di Carmelo D'Arpa avvenuto prima di Natale.
Consideriamo questo licenziamento non solo illegittimo e ingiustificato, ma anche una aperta e palese provocazione, che richiede una ferma risposta, anche a livello istituzionale.
Nell'esprimere la nostra solidarietà a Renato e a tutte le maestranze di Innova Service, invitiamo il Prefetto e tutte le istituzioni interessate ad intervenire immediatamente, imponendo all'azienda il rispetto delle regole e dei lavoratori.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
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