Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Sabato 28 febbraio, con concentramento alle ore 15.00 in piazza XXIV Maggio a Milano, si terrà la manifestazione nazionale “contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali”. La proposta del corteo nazionale era nata all’indomani dello sgombero del Conchetta e delle nuove e reiterate minacce di De Corato e del Comune contro gli spazi sociali. Ma in gioco non sono soltanto i centri sociali, bensì un’idea di città e società. Invitiamo pertanto tutti e tutte a partecipare!
 
Qui di seguito l’appello ufficiale per la manifestazione del 28:
 
“Le mani moleste della Proprietà e del Controllo sono in grande attività:
Trasformano la salute in un affare per imprenditori.
Ci raccontano che la migliore cura è l’espulsione.
Cancellano l’edilizia popolare e trasformano in merce i bisogni.
Negano i diritti, la solidarietà.
Per salvaguardare i loro loschi affari ingabbiano la cultura, cacciano le persone, cancellano la storia.
In città ridotte a macchine per fare soldi, vogliamo liberare spazi, luoghi in cui stare e tempi da attraversare.
Con la forza dei nostri desideri e con le armi della solidarietà vogliamo sconfiggere l’ossessione di controllo di chi nega il diritto all’esistenza e l’avidità di chi trasforma la conoscenza in un lusso.
Per la salvaguardia e l’ampliamento dei diritti, contro la meschinità del razzismo di governo e contro la cementificazione delle città e delle menti.
 
28 febbraio
Manifestazione nazionale contro le logiche securitarie, per l’autogestione e gli spazi sociali.
Milano, ore 15.00
Piazza XXIV Maggio
 
Le compagne e i compagni di Milano
 
 
di lucmu (del 24/05/2009, in Movimenti, linkato 1644 volte)
Ieri sera, sabato 23 maggio, un centinaio di ragazzi e ragazze hanno rioccupato la sede originaria del centro sociale Sos Fornace, in via S. Martino 20, a Rho (Milano). L’hanno fatto nel primo anniversario dello sgombero (27 maggio 2008), a suo tempo voluto e ottenuto dal Sindaco Zucchetti, uomo della scuderia ciellina di Formigoni.
Lo stabile, peraltro, è quasi esattamente nelle stesse condizioni in cui fu lasciato un anno fa, a riprova che lo sgombero era stato anzitutto un gesto politico dell’amministrazione comunale contro un centro sociale che criticava e critica la sua politica e le molteplici speculazioni in atto attorno ai progetti di Expo 2015.
Ovviamente, non si sa quanto durerà, per ora è tutto tranquillo, almeno fino a lunedì. Poi si vedrà.
Intanto, è già stato indetto un corteo a Rho per il 30 maggio prossimo. Per saperne di più vai sul sito della Fornace.
 
Qui sotto riproduciamo il comunicato della Sos Fornace di ieri notte:
 
 
Oggi, a un anno dallo sgombero del centro sociale SOS Fornace, abbiamo rioccupato l’area di via S. Martino 20.
Abbiamo deciso di riprenderci quello spazio perchè l’esperienza del centro sociale è stato un vero e proprio esempio di “riqualificazione dal basso” di un’area dismessa che, attraverso l’autogestione, è stata riportata in vita, facendola diventare in tre anni un contenitore di esperienze critiche e conflittuali contro la ristrutturazione che sta subendo il nostro territorio, motore di iniziative rivolte alla città e un tentativo di risposta ai bisogni collettivi attraverso l’autorganizzazione.
La scelta dell’area di via S. Martino non è dovuta alla nostalgia. Questo spazio è situato in un’area strategica rispetto al prossimo sviluppo della città e alla costruzione della città-vetrina. Nel nuovo PGT i quartieri di S. Martino e Lucernate sono infatti indicati come epicentri della trasformazione verso il futuro assetto prospettato per Rho: quello di essere un cento direzionale sul modello de “La Défense” parigina, che comporterà la riconversione delle aree produttive e la conseguente terziarizzazione del territorio attraverso la costruzione di strutture ricettive, centri commerciali, uffici e la “densificazione” dei tessuti residenziali a bassa intensità.
La città-vetrina di Fiera ed Expo è un cimitero di passioni per chi ci vive. E’ una città grigia, vuota, escludente, governata dalla paura del “nemico pubblico” di turno, nella quale le politiche securitarie si abbattono contro i soggetti deboli e non omologati - materia di ordine pubblico quando non di decoro urbano - tutelando nel contempo il profitto e la rendita dei soliti affaristi e speculatori malgrado i veri produttori di ricchezza di questo territorio siano precari e migranti.
Al cemento si unisce dunque il manganello, connubio ben rappresentato dalla scricchiolante maggioranza che governa la città. Da una parte, al timone delle trasformazioni, il sindaco Zucchetti: ciellino, uomo di Formigoni ed emissario della Compagnia delle opere, e quindi della Fiera; dall’altra la Lega Nord, della cui pretesa di difendere il territorio rimane solo il razzismo e l’intolleranza, visto che gli interessi dei cittadini rhodensi sono già stati ampiamente svenduti in cambio di qualche poltrona nei posti chiave di Fiera Milano e della Società di Gestione di Expo 2015.
Con questa occupazione vogliamo aprire una vertenza rispetto all’assetto complessivo che questo territorio, stretto nelle mani rapaci di Fiera ed Expo, andrà ad assumere nei prossimi anni.
Riporteremo in via S. Martino 20 i percorsi, le vertenzialità e il conflitto che abbiamo prodotto, autorganizzandoci, all’interno della città vetrina di Expo 2015, convinti che l’unico modo per uscire dalla crisi sia quello di riappropriarsi dal basso della ricchezza che attraversa questo territorio reclamando un welfare metropolitano che garantisca un reddito di base a carattere universale per tutti, rivendicando nel contempo spazi, diritti, reddito, beni comuni fruibili da tutti.
La Fornace è essa stessa un bene comune: crediamo di non aver rubato nulla a nessuno con questa occupazione. Siamo convinti anzi di aver riconsegnato alla collettività, convertendola nuovamente a un “uso sociale”, un’area tornata ad essere, grazie allo sgombero dello scorso anno, a rischio speculazione oltre che nel medesimo stato di abbandono e incuria nel quale l’avevamo trovata quattro anni orsono.
ABBIAMO INIZIATO PER NON FERMARCI!
CREIAMO CONFLITTO, LIBERIAMO SPAZI, RECLAMIAMO REDDITO, RIVENDICHIAMO DIRITTI NELLA CITTA’ VETRINA DI EXPO 2015!
 
SOS FORNACE
Rho – Via S. Martino 20
Infoline: 338 1432876”
 
 
Stamattina presto, le forze dell’ordine hanno sgomberato con la forza l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato sabato scorso dai ragazzi del centro sociale Boccaccio. Un intervento ingiustificato, con il contorno di inutili violenze – un ragazzo è finito al pronto soccorso a causa delle manganellate - e dettato da ragioni esclusivamente politiche.
Infatti, l’occupazione non rappresentava certo un problema di ordine pubblico, tanto meno toglieva qualcosa a qualcuno. Anzi, semmai aggiungeva qualcosa alla città, ridando vita a uno spazio abbandonato al degrado sin dal 2004.
Gli attivisti del Boccaccio, il centro sociale monzese sgomberato l’anno scorso, alcuni mesi fa avevano persino promosso una petizione per chiedere che lo stabile venisse recuperato e messo a disposizione della cittadinanza. Ma nessuna risposta concreta è arrivata dal Comune e non ci risulta che esista alcun progetto sull’area.
Ora l’ex-Apollo è stato sgomberato e di nuovo assegnato all’abbandono e al degrado. Probabilmente assisteremo al solito scaricabarile su chi ha deciso l’insensata azione di forza di stamattina. È stato il Prefetto, oppure il Questore, o quel Sindaco di Monza, il leghista Mariani, che soltanto due giorni fa si era dichiarato pubblicamente disponibile a un confronto con i ragazzi?
Comunque sia, la sostanza non cambia. Prendiamo atto che le istituzioni preferiscono consegnare spazi al degrado, pur di non permettere a dei cittadini che non la pensano come il centrodestra di fare attività culturale, sociale e politica. E chi se ne frega se a Monza, come in altre città lombarde, gli spazi pubblici e sociali a disposizione dei cittadini, specie se giovani, sono sempre più rari.
Da parte nostra esprimiamo piena solidarietà ai ragazzi e alle ragazze del Boccaccio, auspicando - cosa di cui anzi siamo certi - che da domani in poi ricomincino la battaglia perché Monza non venga ridotta a una città dormitorio.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Gli arresti degli 21 studenti dell’Onda, eseguiti dalle forze dell’ordine con una tempistica dettata tutta dalla politica, sono tesi palesemente a far salire artificiosamente la tensione alla vigilia del G8 dell’Aquila e a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle difficoltà del governo e del suo premier.
Purtroppo non è una novità che nel nostro paese si ricorra a mezzi e operazioni del genere e sono proprio i precedenti, a partire da Genova 2001, che dovrebbero consigliare a tutti quanti massima attenzione e vigilanza democratica.
Esprimiamo la nostra solidarietà con gli studenti dell’Onda e chiediamo l’immediata liberazione degli studenti arrestati.
Al Ministro degli Interni chiediamo un impegno preciso e formale perché le manifestazioni in occasione del G8 si possano svolgere nel rispetto delle garanzie costituzionali.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Il 1° luglio le forze dell’ordine hanno sgomberato l’ex-cinema Apollo di Monza, occupato alcuni giorni prima dagli attivisti del Foa Boccacccio. Era una spazio abbandonato da tempo e lasciato all’incuria e il Sindaco di Monza, il leghista Mariani, aveva persino dichiarato in Consiglio comunale che intendeva dialogare con gli occupanti. Eppure, lo sgombero è arrivato lo stesso, in tempo record e nei soliti modi. Neanche una parola, ovviamente, sul degrado a cui è stato così riconsegnato l’ex-cinema Apollo oppure sulla mancanza di spazi sociali a Monza. Anzi, il deputato monzese della Lega, Grimoldi, non ha trovato di meglio che esclamare che “i Comuni devono essere quanto mai intransigenti nei confronti di chi rappresenta per le nostre comunità un elemento di disturbo e disordine sociale”. Cioè, per tradurlo in italiano corrente, nei confronti di chi non la pensa come loro...
Sabato 11 luglio, alle ore 15.00, con partenza da  p.zza Castello (retro Stazione FS di Monza) a Monza, si terrà una manifestazione cittadina in protesta contro lo sgombero e per uno spazio sociale a Monza.
Pensiamo sia utile e importante esserci e sostenere la battaglia dei ragazzi del Boccaccio.
Qui di seguito riproduciamo l’appello per la manifestazione, con le coordinate per aderirvi:
 
 
MANIFESTAZIONE CONTRO LO SGOMBERO DEL BOCCACCIO, PER UNO SPAZIO SOCIALE A MONZA 
 
Sabato 11 luglio, ore 15.00, p.zza Castello (retro Stazione FS di Monza), Monza
 
Sabato 27 giugno abbiamo riaperto alla cittadinanza l’ex Apollo di via Lecco. Con questo atto ritrovavano casa, dopo un anno, i mille progetti della FOA BOCCACCIO. Musica, cinema, teatro, politica e cultura dal basso avrebbero riempito uno spazio in disuso, uno dei tanti presenti in città. Dopo pochi giorni di occupazione, mercoledì 1 luglio, l’intervento violento della forze dell’ordine sgomberava lo stabile. Successivamente, il corteo spontaneo di protesta della FOA BOCCACCIO veniva ripetutamente caricato a suon di manganellate da Polizia e Carabinieri. Manifestanti a viso scoperto e senza alcun tipo di protezione o arma di offesa venivano ripetutamente colpiti.
Questa è stata la risposta delle istituzioni alla nascita di uno spazio sociale in città: chi governa Monza da tempo ha dichiarato guerra agli spazi di aggregazione con ordinanze e divieti, quando poi si parla di spazi sociali autogestiti subentra anche l’intervento violento degli uomini in divisa. Questa grave situazione ha tramutato Monza in una città dormitorio, assolutamente incapace di sviluppare politiche rivolte ai giovani ed in generale politiche sociali e culturali in grado di soddisfare le esigenze della cittadinanza.
La rinascita della FOA BOCCACCIO, all’interno di uno dei tanti spazi disponibili in città che possono ospitarne le attività, costituiva una valida risposta a questo clima di appiattimento culturale e di mancanza di prospettive. Lo sgombero costituisce quindi un atto gravissimo di repressione nei confronti di chi ha deciso, ormai da sette anni a questa parte, di impegnarsi perché a Monza esista uno spazio libero dove costruire progetti di socialità e aggregazione svincolati da logiche di profitto e basati su valori fondanti quali antifascismo e antirazzismo. Abbiamo deciso di investire tempo ed energie per fare della cultura uno strumento di crescita e di analisi del mondo circostante: questo è chiaro se si considerano le centinaia di iniziative organizzate in questi sette anni. Cultura significa approfondimento e per questo fa paura a chi ci governa, che preferisce affrontare la realtà servendoci un bel pacchetto sicurezza, insieme di leggi liberticide e securitarie.
Abbiamo ricevuto tantissimi attestati di solidarietà che condannano l’operato di chi ci ha voluto sgomberare e siamo decisi a rilanciare sin da subito il percorso che ci porterà ad aprire un nuovo spazio sociale a Monza. Questo è il senso del corteo di sabato: rivendicare con forza la necessità di uno spazio autogestito a Monza e protestare contro lo sgombero. Per quanto ci riguarda è “illegale” che esistano in città decine di aree in disuso piuttosto che occuparne una provando a restituirla ad uso sociale.
Crediamo quindi necessario scendere in piazza contro lo sgombero e contro le politiche di questa Giunta, che hanno creato un clima soffocante in città, non solo nei confronti del Boccaccio, ma anche di tutti i giovani monzesi. Il Sindaco ha recentemente aperto le porte di un dialogo: chiediamo che sia reale e concreto, e non una farsa come il confronto che abbiamo avuto un anno fa con il suo assessore Sassoli, prima dello sgombero della sede di via Boccaccio 6.
Scendiamo in piazza per dimostrare che centinaia di ragazzi e ragazze aspettano il BOCCACCIO e che l’ex cinema Apollo è lo spazio adatto per il nostro progetto: noi vogliamo aprire una vertenza pubblica riguardante lo stabile da anni bloccato in uno stato di abbandono. Uno spazio nato per essere polo culturale, ora chiuso, sottratto al pubblico utilizzo. Lì dentro vogliamo dare vita ai nostri progetti, interagendo con un quartiere che ha dimostrato di non voler vedere quello stabile abbattuto per lasciare spazio a nuovi palazzi.
Scendiamo in piazza in solidarietà con tutte le altre realtà autogestite che sono in lotta, con tutti i collettivi in cerca di spazi di agibilità nella metropoli milanese (e non solo), perché ciò che accade a Monza è specchio di un contesto più ampio di attacco a chi promuove valori alternativi a quelli della Destra al governo.
Scendiamo quindi in piazza anche in solidarietà con tutti gli arrestati nel corso dell’operazione repressiva degli ultimi giorni di avvicinamento al G8 dell’Aquila: gli arrestati per gli scontri al G8 di Torino, 21 studenti che si sono messi in gioco contro un modello universitario sempre più inaccettabile e tutti i manifestanti fermati nel corso della giornata di mobilitazione a Roma (martedì 7). La loro lotta è anche la nostra.
Per tutti questi motivi invitiamo le realtà autogestite, i collettivi, le associazioni, gli artisti, le forze politiche ed i singoli a partecipare al corteo di sabato 11, per sostenere la lotta del BOCCACCIO, la sua storia ed i suoi contenuti ed in generale la lotta di tutti gli spazi autogestiti che quotidianamente sono sotto attacco.
 
Per info e adesioni boccaccio@autistici.org
 
FOA BOCCACCIO 003
 
 
L’assoluzione del Prefetto De Gennaro, capo della polizia e massimo responsabile di piazza all’epoca del G8 di Genova, chiude anche simbolicamente il cerchio della grande operazione di autoassoluzione da parte dello Stato e stabilisce il principio dell’impunità per i responsabili delle violenze e delle violazioni del diritto del 2001.
Un’autoassoluzione che nel complesso racconta una storia insostenibile e priva di credibilità, secondo la quale i vertici delle forze dell’ordine sarebbero completamente estranei alle numerose, documentate e gravi violenze contro i manifestanti. Nulla avrebbero saputo, nulla avrebbero deciso e il massacro di persone inermi alla Diaz, i successivi depistaggi e bugie di Stato, le sevizie e le torture nella caserma di Bolzaneto, i pestaggi nelle strade, l’omicidio di Carlo Giuliani e così via, sarebbero semplicemente riconducibili agli “eccessi” di qualche subalterno.
L’odierna assoluzione di De Gennaro non è una buona notizia. Chi lo dice si rende complice delle violenze del 2001, dell’impunità di oggi e di quello che potrà succedere domani.
Questa assoluzione è una cattiva notizia, che non fa bene nemmeno alla Polizia di stato, perché l’impunità dei capi che violano i principi dello stato di diritto indebolisce i poliziotti che pensano che le forze dell’ordine dovrebbero essere al servizio della legge e dei cittadini, non di qualche personaggio o partito.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Domani sera, dalle ore 18.00 in poi, si terrà in piazza Duomo, a Milano, un “Halloween Party”, organizzato da Milano Movida. Una maniera per riappropriarsi degli spazi pubblici, che gli amministratori di Milano vorrebbero tutti chiusi. De Corato, il vice del sindaco, sebbene sia l’involontario ispiratore dell’iniziativa, non l’ha presa bene e ha diffuso l’ennesimo comunicato fotocopia di insulti e minacce.
Qui di seguito puoi leggere il nostro comunicato di riposta al vice.
Comunque, l’iniziativa è ovviamente confermata e se siete in zona, alle 18.00 fate un salto.
 
HALLOWEEN: DE CORATO NON TRASFORMI PIAZZA DUOMO IN UN CAMPO DI BATTAGLIA
 
Invitiamo il vicesindaco De Corato a non trasformare domani sera piazza Duomo in un campo di battaglia, quando molte centinaia di giovani vi confluiranno per l’Halloween Party, organizzato dalla rete Milano Movida.
Infatti, leggendo le sue bellicose dichiarazioni di oggi, ci viene il dubbio che De Corato non voglia riproporci l’ennesima noiosa puntata della sua guerra privata contro quei giovani che non la pensano come lui.
E poi, Milano Movida, in fondo, non sta facendo altro che raccogliere una proposta dello stesso De Corato, che non troppo tempo fa aveva indicato l’area tra Duomo e Cordusio come il luogo ideale per movide, botellón, ritrovi eccetera, poiché zona non residenziale.
Certo, i molti ragazzi e ragazze che animano realtà come Milano Movida o i Corsari, per limitarci a quelli citati da De Corato, non sono propriamente ben disposti nei confronti del vicesindaco. Comprensibilmente, peraltro, visto che chi semina vento, difficilmente potrà raccogliere cose diverse dalla tempesta.
Ma questa è un’altra storia e dovrebbe far parte della normale dialettica politica, se non fosse che da anni De Corato usa il suo ruolo istituzionale per muovere guerra ai suoi nemici politici. E questo è inaccettabile.
Con l’“halloween party” di domani, invece, si pone un altro problema, e cioè: dove cavolo dovrebbero andare i giovani – e meno giovani - milanesi, visto che nelle pubbliche vie e piazze non ci possono stare, secondo De Corato e Moratti? Devono stare tutti chiusi nei locali a consumare? Magari su quei carissimi barconi-bar del Naviglio, abusivi da 15 anni e debitori del Comune, senza meritare per questo nemmeno un comunicato stampa del vice? Ma per favore!
Auspichiamo, pertanto, che dalle parti di Palazzo Marino prevalga il buon senso e che i milanesi domani in piazza Duomo trovino soltanto allegria e musica, non inutili, inopportuni e grotteschi schieramenti di reparti antisommossa.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Nell’operazione di polizia che stamattina a Milano ha portato all’arresto di cinque studenti universitari colpisce e preoccupa la sproporzione tra i mezzi impiegati, degni di un blitz antimafia, e i fatti effettivamente contestati, cioè di non aver pagato qualche centinaio di fotocopie.
Una sproporzione talmente manifesta da trarre in inganno anche i solitamente meglio informati De Corato e Boni, che nei loro comunicati di giubilo hanno scambiato l’odierna operazione di polizia con lo sgombero di un centro sociale. Infatti, come spiegare altrimenti la mobilitazione di circa 90 agenti di polizia e carabinieri in assetto di guerra?
L’accusa, che ha portato quattro studenti agli arresti domiciliari e un quinto a San Vittore, pare essere di “rapina” e “lesioni”, ma i fatti a cui si riferisce sono molto meno altisonanti e soprattutto sono avvenuti nel corso di una contestazione di carattere politico.
Secondo quanto siamo riusciti a ricostruire, all’inizio di ottobre, nel corso delle proteste contro le sospensioni di alcuni studenti dell’Onda, un gruppo di universitari ha deciso di fotocopiare i propri volantini di denuncia (circa due risme di carta) nella libreria gestita dalla Cusl all’interno della Statale, rifiutandosi apertamente di pagarle in segno di protesta contro l’atteggiamento favorevole alle sospensioni da parte del gruppo politico che gestisce la Cusl, cioè “Obiettivo Studenti” (area Comunione e Liberazione). Ovviamente, ne è nato un parapiglia, dove magari è volato pure qualche schiaffone.
Certo, tutto questo può piacere o non piacere, ma da qui all’accusa di rapina aggravata e a una sorta di replica degli arresti di Totò Riina ce ne corre.
A noi pare che l’operazione di stamattina non trovi giustificazione nella mera applicazione della legge e nella tutela dell’ordine pubblico, bensì che ci sia di mezzo la politica. Cioè quella insana e pericolosa tendenza che vuole ridurre tutti i fenomeni di dissenso e ogni conflitto sociale ad un problema di ordine di pubblico, da schiacciare con la forza.
Ci dispiace, ma altre spiegazioni razionali non ne troviamo. Né per l’operazione di questa mattina, né per l’annunciato maxi-processo contro decine di studenti dell’Onda, colpevoli di reati gravissimi, quali blocco stradale o manifestazione non autorizzata.
E ci permettiamo di esprimere tutta la nostra preoccupazione, perché continuare sulla strada della criminalizzazione della protesta studentesca è un errore madornale.
 
P.S. Ironia della sorte, gli studenti di stamattina non potranno nemmeno beneficiare del “processo breve”, visto che il reato a loro contestato ne sarebbe escluso. In altre parole, se sei Silvio Berlusconi oppure se hai fatto fallire Parmalat, rovinando migliaia di persone, allora amici come prima, ma se invece non hai pagato qualche centinaia di fotocopie a Cl, allora per te ci sono la galera e il processo infinto.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Bene ha fatto il giudice a disporre l’immediata scarcerazione dei due studenti arrestati ieri, ora auspichiamo che anche gli altri cinque studenti, arrestati venerdì scorso e tuttora sottoposti a pesanti misure cautelari, possano essere liberati nel più breve tempo possibile.
Riteniamo assolutamente necessario che dalle istituzioni venga un serio e trasparente segnale di distensione, che chiarisca che essere in disaccordo con la Riforma Gelmini o con le scelte sulle scuole civiche del Comune di Milano non costituisce né un reato, né un aggravante, bensì un legittimo esercizio delle libertà democratiche.
Troppi atti repressivi, peraltro palesemente sproporzionati, si sono succeduti in breve tempo a Milano. Prima l’annuncio di una sorta di maxi-processo per le proteste dell’Onda, poi i fatti di questi ultimi giorni: venerdì scorso l’arresto in pompa magna di cinque studenti universitari perché non hanno pagato alcune centinaia di fotocopie nella libereria Cusl della Statale –con annesso parapiglia con gli studenti di Comunione e Liberazione-, sabato mattina lo sgombero in tempo record del liceo serale “Gandhi”, occupato per chiedere una cosa eversiva come il rispetto dell’ordinanza del Tar (!) e, infine, le botte e gli arresti di ieri contro gli studenti medi.
Insomma, è netta l’impressione che le ultime scelte dei responsabili dell’ordine pubblico nei confronti delle proteste degli studenti, siano ispirate da pressioni di carattere politico, provenienti forse da Roma o forse da Palazzo Marino oppure da tutte e due, che preferiscono vedere schierati scudi e manganelli, piuttosto che confrontarsi con le richieste degli studenti.
Tutto questo è però inaccettabile, fuoriesce dalla normale dialettica politica ed è in fin dei conti un gioco pericoloso, poiché finisce per costruire un clima di tensione che non porta nulla di buono. Ecco perché chiediamo che ci sia urgentemente un segnale tangibile di distensione, a partire dalla scarcerazione dei cinque arrestati di venerdì e dal rispetto della sentenza del Tar per il liceo serale “Gandhi”.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
La mozione del Pdl, approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale, sui fatti accaduti nella libreria Cusl in Università Statale a Milano all’inizio di ottobre, che il 13 novembre scorso avevano portato all’arresto di cinque studenti è un errore politico e non contribuisce certo all’allentamento delle troppe tensioni accumulate in università e nelle scuole superiori.
Beninteso, riteniamo assolutamente legittimo e comprensibile che una parte politica, in questo caso Comunione e Liberazione, porti anche nelle sedi istituzionali il sostegno alle proprie strutture, in questo caso la Cusl. Pensiamo però che un movimento politico che esprime la massima carica elettiva ed istituzionale in Lombardia non possa limitarsi a gridare, ma che abbia anche la responsabilità di contribuire a calmare le acque.
Oggi purtroppo è stata scelta un’altra strada, peraltro molto ipocrita, visto che poco prima, quando si discuteva la nostra mozione sulla grave situazione occupazionale dell’Agile/Eutelia, il Vicepresidente Rossoni, anch’egli di Cl, ci aveva chiesto - ottenendolo - che si togliesse dalla mozione ogni riferimento all’aggressione squadrista subita dai lavoratori a Roma il 10 novembre scorso. La ragione? Non si poteva entrare nel merito di fatti che il giudice deve ancora accertare.
Nel caso della vicenda della Cusl, invece, ogni prudenza è sparita e la mozione ha persino già anticipato la sentenza di condanna, togliendo ai cinque ragazzi in stato di arresto finanche la qualifica di studenti.
Insomma, oggi poteva essere un’occasione per dare anche un segnale di responsabilità, che significa anzitutto riportare le cose alle loro reali dimensioni, cioè al non pagamento di 800 fotocopie come ritorsione politica, con annessa zuffa tra studenti.
Non dovrebbe succedere? Giusto. Ma ben altra cosa è mettere agli arresti cinque studenti per “rapina aggravata”.
Per questo oggi abbiamo chiesto ai consiglieri di Cl di modificare la loro mozione, dando anche un segnale per la fine delle pesanti e sproporzionate misure cautelari nei confronti dei 5 studenti. La riposta è stata “no” e quindi noi abbiamo votato contro.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
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