Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ieri sera in Consiglio regionale l’Assessore Cattaneo e il Pdl hanno impedito l’approvazione della mozione che chiede di ridurre il costo, attualmente troppo alto, del biglietto ferroviario sulla tratta Rho-Milano.
La vicenda ha del grottesco, ma soprattutto è indecoroso che i giochini politici all’interno del Pdl e di Comunione e Liberazione debbano ricadere sulle spalle dei pendolari rhodensi, già abbastanza bistrattati dall’insensato taglio della fermata di Rho Centro, ora parzialmente ripristinata.
Ma vediamo quello che è successo ieri sera in Consiglio dopo le ore 19.00, quando l’ordine del giorno prevedeva la discussione della mozione urgente.
Sul punto non si prevedevano problemi e il voto favorevole dell’Aula sembrava scontato, visto che agli originari firmatari della mozione - Muhlbauer (Prc), Prina e Mirabelli (Pd), Monguzzi e Saponaro (Verdi), Agostinelli e Squassina O. (S.Ual), Storti (C.I.), Squassina A. (Sd), Cé (Misto) - si era aggiunto in corso d’opera anche Cecchetti (Lega) e che la mozione ricalcava quella approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Rho, il 29 settembre scorso.
Ma poi ha preso la parola l’Assessore alla Mobilità, Cattaneo (Pdl, area Cl), dicendosi contrario alla mozione, perché riconoscere la riduzione ai pendolari di Rho avrebbe potuto stimolare altre richieste simili, e chiarendo che non gliene fregava niente se la richiesta era condivisa anche dal Sindaco di Rho (Pdl, area Cl). Di conseguenza, dato che in Aula c’era comunque un’ampia maggioranza favorevole alla mozione, il capogruppo del Pdl, Valentini (di area Cl pure lui), ha chiesto il voto segreto, che comporta la verifica automatica del numero legale. Risultato: 22 a favore, 7 contrari, ma mancanza del numero legale e dunque Consiglio chiuso.
Insomma, un indecoroso teatrino recitato interamente in casa Pdl-Cl, dove Cattaneo affonda Zucchetti, ma il prezzo dovrebbero pagarlo i pendolari di Rho.
Tuttavia, ora in casa Pdl nessuno pensi che la vicenda sia chiusa. Infatti, come stabilisce il regolamento, il prossimo Consiglio, convocato per il 20 ottobre, riproporrà la stessa mozione all’ordine del giorno. E questa volta ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità, senza nascondersi dietro il numero legale.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Siamo francamente sorpresi e anche un po’ disgustati dalle parole consegnate dall’Assessore Cattaneo al quotidiano “La Prealpina”, nell’edizione odierna, a proposito della richiesta di abbassare il prezzo del biglietto ferroviario sulla tratta Rho-Milano. Non solo usa toni sprezzanti nei confronti dei pendolari rhodensi, che chiederebbero “favoritismi”, e travisa il contenuto della mozione presentato in Consiglio, ma arriva addirittura a sostenere delle autentiche falsità.
Diversamente da quello che sostiene Cattaneo, l’approvazione della mozione non comporterebbe alcun incremento del costo del biglietto per i pendolari di altri linee. Infatti, non mettiamo affatto in discussione, come l’assessore vorrebbe far credere, il principio della proporzionalità basato sulle fasce chilometriche, né tanto meno il principio della tariffa unica all’interno della città di Milano. È invece l’applicazione disomogenea di tali principi che contestiamo.
La nostra proposta è che il calcolo della distanza percorsa da Rho a Milano e della relativa tariffa non sia fatto, come avviene attualmente, prendendo come riferimento la Stazione Centrale, raggiungibile soltanto da una parte dei treni in partenza da Rho. Le tariffe della linea S5 ed S6 devono essere calcolate, piuttosto, sulla distanza dalla stazione Garibaldi, cioè dallo scalo principale raggiungibile utilizzando le linee suburbane.
Questo non implicherebbe l’abolizione della tariffa unica nell’area metropolitana, ma ripristinerebbe un’equità di tariffe che oggi non esiste, diminuendo la tariffa di una fascia chilometrica per i pendolari di Rho e di tutte le stazioni successive in uscita da Milano. E non sarebbe nemmeno l’unico caso in cui la stazione di riferimento di Milano è diversa dalla Centrale, visto che, ad esempio, per la linea Milano-Mortara il calcolo si fa sulla stazione di P.ta Genova.
Questa è la proposta contenuta nella mozione. In altre parole, la “stravagante e inedita alleanza Prc-Lega” esiste soltanto nella fantasia dell’assessore. Anzi, per dirla tutta, nel famoso Consiglio comunale di Rho la Lega non c’era nemmeno, era fuori, ed a votare a favore della mozione, assolutamente identica a quella poi presentata in Regione, c’erano l’opposizione e il Pdl, con il plauso del Sindaco Zucchetti.
Infine, consigliamo vivamente a Cattaneo di non insistere con le lodi a se stesso per il ripristino di una parte dei treni tagliati a giugno. Altrimenti, saremo costretti a ricordare quello che in fondo tutti quanti sanno. Cioè, fu certamente la Regione Piemonte a decidere lo spostamento della fermata da Rho alla Fiera, il 19 marzo scorso, ma soltanto dopo aver chiesto il consenso a Regione Lombardia, in occasione di una apposita riunione tenutasi il 18 marzo a Milano negli uffici dell’Assessore Cattaneo.
Una riunione alla quale il Sindaco Zucchetti non partecipò, sebbene fosse stato invitato, secondo quanto comunicatoci dall’assessorato lombardo, e della quale non esiste, stranamente, alcun verbale. Se ne conosce soltanto il titolo e, ovviamente, l’esito devastante per i pendolari di Rho.
Quindi, l’assessore Cattaneo farebbe bene a scendere dal suo piedistallo e a confrontarsi con le richieste dei pendolari, del Comune di Rho e di una parte significativa del Consiglio regionale.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Per la seconda volta consecutiva il Consiglio regionale non è riuscito a votare la mozione che chiede la riduzione delle tariffe ferroviarie per i pendolari sulla tratta Rho-Milano. Quindi, tutto rinviato alla prossima seduta che si terrà martedì prossimo, 27 ottobre
Una settimana fa l’approvazione era saltata perché il Pdl, contrario alla mozione, ma in palese minoranza, aveva fatto mancare il numero legale. Ieri sera, invece, il Pdl ha presentato una vera e propria contro-mozione, che, sebbene riconoscesse finalmente la “possibilità di introduzione di eventuali differenziazioni” tariffarie, rinviava però ogni soluzione concreta a un non meglio definito futuro.
Una proposta inaccettabile, ovviamente, che ha anche ottenuto l’effetto di mettere in difficoltà la Lega, la quale una settimana fa non solo aveva votato a favore della mozione, ma l’aveva firmata con il suo consigliere Cecchetti. A conti fatti, se avessimo chiesto di andare comunque ai voti, la nostra mozione sarebbe stata respinta e i pendolari rhodensi avrebbero preso un pesce in faccia.
A questo punto abbiamo formulato una proposta, offrendo disponibilità a rinunciare alla nostra mozione se la maggioranza avesse accettato di modificare la sua, mettendo nero su bianco un impegno concreto, una certezza sulle date. Considerato che alla fine il capogruppo del Pdl ha ritenuto modificabile la sua mozione, abbiamo acconsentito al rinvio di una settimana, con l’obiettivo di lavorare a una mozione condivisa.
Questo significa, per essere chiari e trasparenti, che ci deve essere l’impegno formale che l’Assessore regionale, Cattaneo, convochi entro il 31.12.2009 un tavolo tecnico, con la partecipazione del Comune di Rho e dei comitati pendolari, dove sia aperta la discussione sulle modalità tecniche, concrete e possibili, per la ridefinizione delle tariffe della tratta in questione.
Insomma, abbiamo privilegiato la ricerca di soluzioni fattive per i pendolari di Rho rinunciando a facili – e inutili - gesti dimostrativi. Tuttavia, non possiamo non rilevare che questo teatrino in casa Formigoni sta diventando davvero imbarazzante. Infatti, la mozione presentata dal sottoscritto e da altri 9 consiglieri regionali dell’opposizione è assolutamente identica a quella approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Rho, dove siede la medesima maggioranza che siede in Consiglio regionale.
Detto con altre parole, su questa vicenda oltre la seduta di martedì prossimo non si può andare.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Ci sono volute tre sedute del Consiglio regionale e molti travagli nel centrodestra, ma alla fine, nel tardo pomeriggio di ieri, è stata finalmente approvata la mozione sulle tariffe della tratta ferroviaria Rho-Milano.
La prima volta, il 6 ottobre scorso, la mozione presentata dal sottoscritto e da altri nove consiglieri dell’opposizione, identica a quella già approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Rho, era stata sostenuta anche dalla Lega, ma al momento del voto in aula il Pdl aveva fatto mancare il numero legale. La seconda volta, il 20 ottobre, il Pdl aveva presentato una contro-mozione, la Lega aveva iniziato a barcollare e, nell’impasse, tutto era finito in un rinvio.
Infine, ieri si è trovata la soluzione. Il Pdl ha rinunciato a tutti i passaggi auto-incensatori – e poco aderenti alla realtà - dell’Assessore Cattaneo e, soprattutto, ha accettato di inserire una data certa per la convocazione del tavolo tecnico tra Assessore, Trenitalia, Comune di Rho e comitati pendolari. Risultato: noi abbiamo ritirato la nostra mozione, il Pdl la sua, e la nuova mozione, primi firmatari Muhlbauer (Prc) e Valentini (Pdl) - sottoscritta da tutti i gruppi politici – è stata quindi approvata.
La mozione contiene due punti qualificanti che impegnano la Giunta regionale “a costituire un tavolo tecnico, da avviare entro il 31/12/2009, con il comune di Rho, Trenitalia, i comitati pendolari, per una puntale analisi della corretta applicazione delle tariffe”. E, in secondo luogo, “a continuare il lavoro intrapreso, insieme agli Enti Locali, ai comitati pendolari, agli utenti, a favore del miglioramento del Servizio Ferroviario per la città di Rho, in particolare attraverso l’ottenimento di ulteriori fermate dei treni diretti Torino-Milano presso la stazione di Rho centro”.
Ci riteniamo ovviamente soddisfatti del risultato finale raggiunto, ma chiediamo che ora alle parole seguano i fatti. Cioè, la mozione approvata è un atto politico ed istituzionale vincolante e, quindi, l’Assessore non pensi di cavarsela con qualche passerella pre-elettorale.
Qualche preoccupazione, infatti, ce l’abbiamo, visto che il tavolo con il comune e i comitati pendolari sul ripristino della fermata di Rho centro doveva essere convocata entro metà ottobre, ma nessuno ancora ha avuto notizie dalla Regione e anche ieri su questo punto regnava il silenzio.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
qui sotto puoi scaricare il testo originale della mozione approvata
Oltre al danno, anche la beffa. Che si tratti dei bistrattati pendolari di Rho, oppure dei residenti lungo la linea ferroviaria Rho-Legnano, sembra essere questo il leitmotiv dei segnali lanciati oggi dal Pirellone.
Infatti, in tarda mattinata, i pendolari di Rho convocati in Regione hanno scoperto che alle tante parole e promesse non sono seguiti i fatti. Non solo non aumenteranno le fermate alla stazione di Rho Centro, ma nemmeno calerà il costo del biglietto sulla tratta Rho-Milano. Anzi, la tariffa sarà sì ridotta, ma non da Rho Centro, bensì dalla fermata di Rho Fiera!
Questo pomeriggio è stato poi dedicato all'incontro della Commissione V (Trasporti) con l'Assessore Cattaneo. Tra i temi all'ordine del giorno, anche quello del progetto di potenziamento della linea Rho-Gallarate, già oggetto di un sopralluogo della Commissione una settimana fa e, soprattutto, bersaglio di molte contestazioni, in particolare nelle zone di Vanzago e Legnano.
Ebbene, di fronte alle molte irregolarità nel progetto definitivo (non corrispondenza con le prescrizioni del progetto preliminare, aggiunta di un 4° binario senza Valutazione di impatto ambientale, ecc.) e alle giuste e giustificate proteste di cittadini e enti locali, ci saremmo aspettati almeno qualche elemento di novità da parte dell'Assessore. Invece, niente.
Siamo davvero sconcertati. Di fronte all'evidenza dei fatti, che ci dicono che quel progetto, così com'è, non va bene e non è sostenibile, si fa la politica dello struzzo. Non solo il governo regionale non ha aperto alcun ragionamento sull'unica soluzione tecnica intelligente e lungimirante, sebbene più cara, cioè quella dell'interramento, ma non sembra nemmeno disponibile ad intervenire sulle irregolarità. Infatti non vuole nemmeno chiedere una nuova Valutazione di Impatto Ambientale.
E per favore, non si dica che è tutta colpa di qualcun altro, perché la Regione può fare molto. Basta volerlo.
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
Arriva l’inaugurazione ufficiale dei cantieri della Tem, cioè la Tangenziale Est Esterna di Milano, uno dei tre mega progetti autostradali (gli altri due sono la Pedemontana e la BreBeMi), che dovrebbero inondare la nostra Regione con un’ulteriore colata d’asfalto e consumare oltre 11 miliardi di euro, di cui circa 2,5 mld per la Tem.
L’inaugurazione in pompa magna dell’11 giugno, con la presenza di Formigoni, Podestà, il Ministro Passera ecc., doveva tenersi al “campo base” di Truccazzano (MI), ma poi le autorità hanno pensato bene di scappare dal territorio interessato dall’opera e di spostare la cerimonia ufficiale alla più rassicurante (e lontana!) sede della Provincia, in pieno centro di Milano. Uno spostamento altamente simbolico ed indicativo della crescente opposizione sul territorio contro questa ennesima opera senza senso.
E, per favore, lasciamo stare la solita demagogia sui Nimby (Not In My Back Yard) che non capiscono, che sono egoisti eccetera. No, qui si tratta di ben altro, cioè di quale futuro ci immaginiamo per il nostro territorio.
Già, in una Regione dove il trasporto pubblico locale è fortemente sottodimensionato e, per usare un eufemismo, molto carente dal punto di vista qualitativo e dove l’inquinamento atmosferico è un problema acuto, che senso ha continuare a concentrare gli investimenti in via prioritaria sulle autostrade, aumentando così ulteriormente il ricorso all’automobile? E vi pare responsabile continuare a piazzare opere invasive di tale natura e dimensione su un territorio densamente popolato e già fortemente antropizzato? È peraltro sufficiente consultare i dati in circolazione, da qualsiasi fonte provengano (Legambiente, Regione Lombardia o Istat), per rendersi conto che dalle nostre parti il consumo del territorio ha raggiunto un punto limite, anzi di allarme. Non a caso, infatti, la BreBeMi e la Tem andranno a consumare non poco terreno agricolo del Parco Sud.
Insomma, altro che Nimby, qui siamo di fronte a una questione generale, che interessa l’insieme dei cittadini e delle cittadine dell’area metropolitana milanese e della Regione.
Per questo vi invito a partecipare al corteo contro la Tem che si terrà domenica 10 giugno, con partenza alle ore 15.00 a Melzo (MI), via Cristoforo Colombo 6 (piazzale del Millepiedi). Ci saranno i comitati cittadini della zona, movimenti, Legambiente, alcune forze politiche ecc. E sarà, ovviamente, un punto di partenza per rafforzare le molte resistenze e opposizioni che stanno crescendo sui territori.
Se non sapete bene dove passa la Tem o volete semplicemente conoscere in dettaglio il progetto definitivo dell’opera, andate sul sito ufficiale della Tem.
Luciano Muhlbauer
Arrivano i cantieri della Tem (Tangenziale Est Esterna Milano). Dopo l’installazione del cosiddetto “campo base” di Truccazzano (MI) e l’inaugurazione ufficiale dell’11 giugno scorso, tenutasi in Provincia di Milano, l’apertura dei cantieri va avanti. Non si sono fermati nemmeno nella torrida estate e con un blitz hanno delimitato l’area cantiere anche dalle parti di Casalmaiocco, nel lodigiano.
E vanno avanti nonostante l’assurdità di questa ennesima colata d’asfalto sia ogni giorno più evidente. Infatti, non passa giorno che su qualche giornale, anche su quelli certamente non ostili alle grandi opere, come il Corriere della Sera, non troviamo qualche grido d’allarme a proposito del consumo del suolo, che in Lombardia ha ormai superato il livello di guardia, con la provincia di Monza e Brianza campione d’Italia in questa poco edificante competizione e con un ritmo da brividi: 13 ettari di verde spariscono ogni giorno a livello regionale.
Poi ci sarebbe pure il modello di mobilità imperante, già estremamente squilibrato a sfavore del trasporto pubblico, a consigliare di non canalizzare le principali –e sempre più scarse- risorse verso le grandi opere autostradali (Pedemontana, BreBeMi, Tem ecc.), aumentando così ulteriormente il traffico automobilistico, con i relativi costi sociali ed ambientali.
Last but not least, c’è il problema del finanziamento della Tem e delle altre grandi opere autostradali. Già, perché a parte ogni possibile considerazione sul contesto generale e sulle priorità, c’è il fatto molto concreto che pur essendo ancora agli inizi, mancano già i fondi per andare avanti… Proprio qualche giorno fa un altro giornale non certo ostile alle grandi opere, come il Sole 24 Ore, aveva titolato: “Pedemontana e Tem rischiano il blocco: servono subito 300 milioni”. Ovviamente, come sottolinea anche il Sole, i soldi si potrebbero forse anche trovare, rivolgendosi però ai privati e dandogli quello che vogliono. E rieccoci al bello del project financing, che significa coinvolgere i privati, garantendogli la remunerazione del capitale attraverso la gestione dei pedaggi futuri e con la concessione di maggior libertà di costruire al fianco dell’infrastruttura (su questo punto il pressing sul quadro normativo da parte del governo regionale è continuo), cioè di “valorizzare” il territorio.
Insomma, le ragioni per opporsi a questa follia sono tante e sempre più fondate. Per questo vi invito a sostenere le mobilitazioni contro la Tem, che fortunatamente si stanno moltiplicando. Il 10 giugno scorso c'è stato il bel corteo a Melzo, con un migliaio di persone, e domenica prossima, 9 settembre, ci sarà un corteo No Tem a Casalmaiocco (LO). L’appuntamento è alle ore 15.00 in piazza San Valentino. Ci saranno i comitati locali, rappresentanze dei movimenti, associazioni ambientaliste e alcune forze politiche della sinistra. Io ci vado, se potete, andateci anche voi!
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Qui di seguito, l’appello dei comitati per il corteo di domenica:
Sono arrivati in piena estate, come un rullo compressore.
Il mais sarebbe stato maturo a breve, ma è stato tagliato senza sentir ragioni, per procedere ad una presunta bonifica da ordigni bellici dei terreni di Casalmaiocco e Vizzolo, interessati dall’Autostrada TEM.
Questo il loro biglietto da visita. Questo il loro modo irrispettoso e prepotente di prendersi il territorio, fuori e dentro il Parco Sud Milano, che nella loro logica non è un Bene Comune da valorizzare, ma qualcosa da saccheggiare per far cassa. Se questa è la loro idea di progresso, è superata nei fatti dalla crisi che viviamo. Non saranno le colate di asfalto, previste in Lombardia, come altrove, a portarci fuori da questo tunnel!
Contro questa visione miope ed egoista, che non porta sviluppo, ma distruzione, inquinamento e precariato, invitiamo tutti i cittadini, i comitati, le associazioni, i lavoratori ed i sindacati, le istituzioni e i politici coraggiosi a partecipare alla grande manifestazione, indetta per il 9 settembre con ritrovo alle ore 15:00 presso piazza San Valentino a Casalmaiocco (LO).
Salviamo il nostro territorio, lottiamo per il nostro futuro.
Per chi arriverà in treno sarà disponibile un servizio navetta dalla fermata della linea S1 di San Zenone.
DE CHI SE PASA NO!
Coordinamento comitati NO TEM
due siti per tenersi informati sulla mobilitazione No Tem:
Brebemi, Teem, Pedemontana e chi più ne ha più ne metta. Sono le grandi opere autostradali della Lombardia, esaltate e celebrate per lunghi anni come un must per il futuro della regione e del paese, per la sua viabilità e per il suo sviluppo economico. E chiunque osasse sollevare un dubbio o una critica, veniva tacciato di disfattismo, di nimby o peggio. I principali sponsor politici di quelle colate d’asfalto siedono ai piani alti del Palazzo della Regione, ma il coro di sostegno è sempre stato molto bipartisan. Memorabili, a questo proposito, le performances dell’allora Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che nel 2007 voleva zittire i critici lombardi della Brebemi, minacciando di far appendere in autostrada manifesti con le loro facce e i loro nomi.
Comunque sia, gli anni passano e la prima di quelle grandi opere autostradali, cioè la Brebemi (Brescia-Bergamo-Milano), non è più un progetto, ma una realtà. È stata inaugurata in pompa magna il 23 luglio scorso alla presenza del Presidente del Consiglio e battezzata A35. Ma i fasti mediatici sono durati poco e neanche due mesi dopo le perplessità hanno già conquistato l’influente prima pagina nazionale del Corriere della Sera, che oggi infatti titola “La nuova autostrada con le corsie vuote”.
Ma vediamo cos’è successo in questi due mesi, lasciando da parte le polemiche degli anni passati e concentrandoci sui fatti.
Primo, un minuto dopo l’inaugurazione si era già scatenata una vera e propria guerra tra l’A35 e il gestore della “vecchia” A4, cioè Autostrade per l’Italia, per accaparrarsi il cliente-automobilista della tratta Brescia-Milano. E così, l’A4 ha collocato in autostrada un megacartello che comparava i costi e i tempi di percorrenza della tratta Brescia-Milano. La vicenda è finita in tribunale, ma proprio in questi giorni Brebemi ha perso la causa. Comunque, la guerra dei cartelli tra le due autostrade è destinata a continuare, visto che ora un alleato commerciale della Brebemi, cioè il gestore dell’A21 (Brescia-Piacenza-Torino), ha fatto collocare dei cartelli che fanno deviare il traffico per Linate sulla A35, omettendo però di comunicare che così facendo si dovrà fare un pezzo su una strada provinciale (vedi articolo su Bresciaoggi).
Secondo, quanto affermato dal cartello della discordia posto sulla A4 è sostanzialmente vero: prendere la Brebemi costa di più e allo stato ci metti pure più tempo! Infatti, considerando il tratto Brescia Ovest – Milano Est, sulla A4 spendiamo 6,30 € (per i Tir 15,30), mentre sulla A35 il pedaggio ci costa 12,40 (per i Tir 33,60). Per quanto riguarda i chilometri da percorrere su questa tratta, per l’A4 sono 77 km, mentre per l’A35 sono 92. Ora, è scontato che i tempi di percorrenza sulla Berbemi potranno in parte migliorare, a seconda della destinazione scelta, nella misura in cui la Teem (Tangenziale Est Esterna di Milano) sarà operativa, ma per quanto riguarda i costi il panorama non cambierà.
Terzo, i pedaggi sensibilmente più alti rispetto all’A4 sono anche tra le principali cause del poco utilizzo della Brebemi da parte degli automobilisti. Infatti, le stime originarie di Brebemi sui volumi di traffico prevedevano 40mila macchine al giorno alla partenza e circa 60mila a regime. Ora, in base a una media giornaliera reale di 18mila macchine, le stime sono state riviste: 22mila nel 2015 e 48mila a regime.
Quarto e ultimo, la Brebemi SpA è una società privata e l’autostrada è stata finanziata in project financing. Anzi, questo aspetto era proprio uno dei fiori all’occhiello dell’operazione. “Neanche un euro del contribuente”, “tutto pagato dai privati” si diceva. Ma è davvero così? Non più, a quanto pare. Infatti, prima sono lievitati di parecchio i costi dell’opera (come peraltro sempre accade dalle nostre parti), dagli 800 milioni di euro preventivati inizialmente agli attuali 2,4 miliardi. E poi, anche di fronte a un pedaggio poco competitivo, la società ha dovuto rivedere il volumi di traffico previsti. In altre parole, i conti non tornano più e di conseguenza i privati sono andati a bussare alla porta pubblica, chiedendo un prolungamento della concessione dai 20 ai 30 anni e, soprattutto, una defiscalizzazione nell’ordine di quasi mezzo miliardo di euro. Vedremo come risponderà il governo.
Insomma, a conclusione di queste considerazioni, come la mettiamo con l’opera strategica e assolutamente imprescindibile per una viabilità razionale e per lo sviluppo economico del territorio? Davvero sono giustificati i costi economici e ambientali sostenuti di fronte alla realtà che abbiamo davanti? Certo, non pretendo che il dibattito pubblico faccia all’improvviso proprie le tesi di quanti, come il sottoscritto, avevano da subito criticato l’opera, segnalando peraltro proprio quegli elementi di criticità che ora si sono manifestati e che erano in buona parte prevedibili. Ma che almeno ci si ponga qualche domanda, che si apra qualche riflessione seria sulle scelte da fare, specie tra i cosiddetti decision-makers, questo sì che lo pretendo.
Purtroppo, devo prendere atto che finora non è stato così, nonostante qualche articolo di peso su qualche quotidiano di peso. Anzi, in casa dei principali sponsor di queste politiche insensate non solo si fa finta di niente, ma si insiste addirittura. Sono infatti di pochi giorni fa le stupefacenti dichiarazioni del Presidente leghista della Lombardia, Roberto Maroni, che in occasione del passaggio del gruppo Serravalle dalla Provincia di Milano a Regione Lombardia ha esclamato: “la Lombardia ha bisogno di nuove infrastrutture: servono, almeno, 200 chilometri di autostrade o di strade veloci”.
Detto altrimenti, se speriamo in qualche ravvedimento spontaneo allora stiamo freschi!
Luciano Muhlbauer
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