Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Non siamo soli a denunciare l’uso illecito e strumentale della Polizia Locale da parte di De Corato. Rispetto all’impiego di operatori della polizia municipale in maniera impropria, come se fossero forze dell’ordine, intervengono ora anche i diretti interessati.
Infatti, oggi il sindacato SdL Intercategoriale della Polizia Locale di Milano ha denunciato pubblicamente, con un comunicato stampa, l’utilizzo illegittimo dei vigili urbani da parte del Vicesindaco.
Chiediamo dunque ancora una volta, dopo l’odierno voto in Consiglio regionale e dopo questa presa di posizione più che significativa, poiché proviene da chi opera sul campo, che i responsabili dell’ordine pubblico, a partire da Prefetto e Questore, intervengano sul Comune di Milano, al fine di ristabilire la legalità.
E questo significa sciogliere la celere di De Corato e tutte quelle squadre speciali che si pongono al di fuori dal quadro costituzionale e dalle normative vigenti.
 
QUI DI SEGUITO IL COMUNICATO DEL SINDACATO SDL:
(in fondo al post puoi scaricare il comunicato di SdL in formato pdf)
 
COMUNICATO STAMPA:
SGOMBERI NOMADI: UTILIZZO ILLEGITTIMO DELLA POLIZIA LOCALE
 
IL SINDACATO SdL, HA ACCERTATO CHE, QUASI TUTTI GLI SGOMBERI, DEI CAMPI NOMADI, EFFETTUATI A MILANO NEGLI ULTIMI MESI, SONO STATI E CONTINUANO A ESSERE ATTUATI, QUASI TUTTI IN MODALITA’ ILLEGITTIMA.
IL VICESINDACO, RICCARDO DE CORATO, AVOCANDO A SE, LE FUNZIONI SANCITE DALLA NORMATIVA VIGENTE (ART. 117 COSTITUZIONE), ART.5 Legge 65 del 07/03/1986, IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA, CONTINUA IMPARTIRE ORDINI AI DIRIGENTI DEL COMANDO DI POLIZIA LOCALE, DISTOGLIENDO GLI AGENTI DI P.L. DAI RISPETTIVI COMPITI D’ISTITUTO.
TUTTO CIO’ CON IL SILENZIO DEL PREFETTO E DEL QUESTORE, CHE ORMAI NON FORNISCONO PIU’ PATTUGLIE DI POLIZIA DI STATO, PER ESEGUIRE VERE E PROPRIE OPERAZIONI DI ORDINE PUBBLICO QUALI, GLI SGOMBERI E L’ALLONTANAMENTO DI CITTADINI SENZA FISSA DIMORA.
QUINDI LE OPERAZIONI VENGONO ESEGUITE IN ASSENZA DEGLI UFFICIALI DI PUBBLICA SICUREZZA, QUALIFICA NON PRESENTE, PER LEGGE, ALL’INTERNO DELLO STAFF DELLA POLIZIA LOCALE. INFATTI, NEMMENO IL COMANDANTE DEL CORPO, PUO’ RIVESTIRE QUESTA CARICA, PROPRIO PERCHE’, L’ORDINE PUBBLICO E LA SICUREZZA SONO PREROGATIVE DELLO STATO, QUINDI DEVE ESSERE ATTUATA DALLE FORZE DI POLIZIA NAZIONALE.
RAMMENTIAMO CHE, NON RIENTRA NELLE FUNZIONI DEI VIGILI URBANI, GARANTIRE LA SICUREZZA, SE NON CON RIDOTTE ATTIVITÀ AUSILIARIE.
IL SERVIZIO IN QUESTIONE RISULTA PARTICOLARMENTE PERICOLOSO, VISTA LA MANCANZA DI PREPARAZIONE DEGLI AGENTI, QUINDI PRESENTI ANCHE VIOLAZIONI DELLA NORMATIVA SULLA TUTELA DELLA SICUREZZA DEI LAVORATORI.
IL SINDACATO DEI LAVORATORI, PREANNUNCIANDO UN ESPOSTO ALLA PROCURA, HA DIFFIDATO IL VICESINDACO E I RESPONSABILI DEL COMANDO DI P.L. INOLTRE HA INVITATO IL PREFETTO E IL QUESTORE, A RIPRENDERE IN MANO LA SITUAZIONE, RIPRISTINANDO LA SITUAZIONE DI LEGALITA’ IN MATERIA DI ORDINE PUBBLICO E SICUREZZA.
 
Milano, 10 febbraio 2010
 
S.d.L. Pubblico Impiego Milano
 
qui sotto puoi scaricare il comunicato di SdL in formato pdf
 

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Arriva il dipartimento di polizia di Formigoni, con tanto di vigili urbani armati come se dovessero andare in guerra. Non è uno scherzo, ma è quanto sta scritto nella proposta di legge, a firma di Formigoni, che con un colpo di mano è stata messa all’ordine del giorno dell’ultima seduta del Consiglio della legislatura, cioè il 10 febbraio.
La proposta di legge n. 447 intende sostituire l’intera disciplina regionale sulla polizia locale attualmente esistente, cioè la l.r. n. 4/2003. E visto che siamo in campagna elettorale, chi se ne frega delle regole e dei regolamenti. Infatti, nonostante si tratti di un tema molto delicato, la proposta di legge non è stata discussa con nessuno, né in Commissione, né con i Comuni. Tant’è vero che la stessa Anci Lombardia ha chiesto stizzita di fermare l’iter della legge.
La proposta di Formigoni è un vero obbrobrio. In primo luogo, sottrae ai Sindaci poteri e funzioni, per accentrarli nelle mani del Presidente della Regione, mediante l’istituzione dei cosiddetti “dipartimenti di polizia locale regionale”.
In secondo luogo, c’è un salto di qualità significativo nel processo di militarizzazione delle vigilanze urbane, già di per sé assai avanzato sul nostro territorio e non solo per colpa dei Sindaci, o Vicesindaci, della Destra. Insomma, la proposta di Formigoni fotografa nitidamente il passaggio dai  vecchi -e rimpianti- “ghisa” verso un nuovo corpo di polizia regionale.
Ma forse l’articolo che meglio di mille discorsi ci fa capire di cosa stiamo parlando è il n. 26, dedicato agli “strumenti di autotutela”. C’è di tutto e ci sarebbe pure da ridere, se non fosse roba seria. Non sembrano infatti più bastare pistole, manganelli e spray irritanti, già in dotazione alle polizie locali, e così, al Pirellone hanno pensato bene di aggiungere anche “giubbotti antiproiettili”, “caschi antisommossa”, “arma lunga comune da sparo, in particolare per l’esercizio di controllo ittico-venatorio” (per sparare ai pesci?) e, udite udite, “cuscini per il trattamento sanitario obbligatorio”. Il tutto nel nome della “tutela dell’integrità fisica degli operatori”.
In terzo luogo, e qui quelle cose apparentemente senza senso, come i caschi da celerino o i cuscini T.S.O., acquisiscono invece il loro inquietante senso, il provvedimento è letteralmente farcito di riferimenti al disagio sociale e all’immigrazione, indicati come temi tipici della sicurezza urbana.
Questo provvedimento non deve passare, deve essere bloccato. Faremo tutto ciò che è nelle nostre forze per impedire l’approvazione di questo obbrobrio e auspichiamo che gli altri gruppi dell’opposizione facciano altrettanto. Come primo atto abbiamo dunque oggi presentato 200 emendamenti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il PdL n. 447 (a firma Formigoni), nonché il PdL  n. 368 (a firma della Lega), che andrà in Aula insieme al primo e che rischia di peggiorare ulteriormente la proposta del Presidente. Ovviamente, per una questione di peso dei file, non potrai scaricare i 200 emendamenti nostri.
 

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A Stefano Maullu la fantasia non manca, vista la bufala della sentinella fai da te. Quello che gli manca è purtroppo un minimo di serietà, considerato che di mestiere fa l’Assessore regionale alla Polizia Locale e non il cabarettista. Il suo attivismo mediatico contrasta radicalmente con la realtà dei fatti, poiché è stato proprio il suo assessorato a tagliare drasticamente i fondi per la sicurezza urbana agli enti locali.
Per dirla con i numeri, con i fondi erogati da Regione Lombardia agli enti locali per i progetti in materia di sicurezza urbana, nel 2009 siamo tornati letteralmente ai livelli del secolo scorso. Infatti, nel 2000 furono erogati quasi 7 milioni di euro, contro i soli 4,5 milioni di euro di quest’anno. Ma l’entità dei tagli è ancora più evidente se consideriamo gli ultimi cinque anni, cioè quelli relativi all’attuale legislatura: nel 2005 furono infatti erogati 13 milioni di euro.
Siamo di fronte, cioè, a un parabola discendente, anno dopo anno: € 6.972.168,15 (anno 2000), 9.296.224,17 (2001), 9.296.039,94 (2002), 12.492.648,31 (2003), 13.000.000,00 (2004), 13.000.000,00 (2005), 10.425.605,72 (2006), 8.433.736,58 (2007), 6.750.467,82 (2008), 4.500.000,00 (2009).
Considerando questi dati, capiamo senz’altro perché dopo il fallimento delle ronde qualcuno a destra si inventi ora una versione italica del neighbourhood watch. Non perché serva a qualcosa sul piano della sicurezza, salvo diffondere un po’ di malsana cultura della delazione, ma perché è praticamente a costo zero. Le istituzioni, al massimo, pagheranno qualche cartello, il resto è affidato al volontarismo del singolo cittadino.
Insomma, un ottimo investimento. Costa poco, evita all’assessore di parlare delle cose reali, cioè dei tagli, e offre una straordinaria occasione per inondare i media di chiacchiere.
Perché solo di chiacchiere si tratta e questa “proposta della Regione” è talmente poco seria che non se ne trova traccia non solo negli atti istituzionali, ma nemmeno sui siti web della Regione, compresa la pagina dell’Assessorato di Maullu. Per trovare qualche informazione sul cosiddetto “controllo di vicinato” bisogna, invece, andare sul blog personale di Maullu, dove si scopre che il tutto è semplicemente una raccolta di firme online per una petizione, rivolta ai sindaci.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Una rondine non fa primavera, ma la sconfitta incassata oggi alla Camera dall’estremismo xenofobo del Ministro degli Interni e della Lega Nord è senz’altro una buona notizia, poiché elimina dal cosiddetto “decreto anti-stupri” due misure contrarie allo stato di diritto e socialmente e politicamente pericolose.
Tuttavia, né lo stralcio delle ronde, né la bocciatura dell’articolo 5 del decreto, che allungava fino a sei mesi la detenzione amministrativa nei Cie (ex-Cpt) degli immigrati non regolari, sono da considerarsi definitivi, visto che ambedue ricompariranno in Parlamento in occasione della prossima discussione del “pacchetto sicurezza”. Per non parlare del fatto che le odierne divisioni del centrodestra sembrano ispirarsi più all’avvicinarsi della competizione elettorale, che non a profondi convincimenti etici o politici.
Oggi possiamo certamente esprimere la nostra grande soddisfazione politica e civile, ma non certo abbassare la guardia, prendendo lucciole per lanterne. La mobilitazione di tanta parte della società, dall’associazionismo fino ai medici, contro le insane logiche securitarie e xenofobe va anzi intensificata, affinché non si torni indietro e si riesca a mettere in discussione anche la madre di tutti gli orrori, cioè il “pacchetto sicurezza”.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Appena tocchi il tema “sicurezza” dalle nostre parti si fa largo un inquietante conformismo. E così, oggi il Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza, con i soli voti contrari di Rifondazione e Sd, la costituzione dell’Accademia lombarda per ufficiali e sottufficiali della Polizia Locale.
Una creatura dal nome altisonante, che sostanzialmente aggiunge poco o niente ai corsi di formazione che la Regione attraverso l’IReF già organizza, ma che in cambio succhia altro denaro pubblico - 400mila euro come dotazione iniziale - per vendere un po’ di percezione di sicurezza sul mercato delle illusioni elettorali e per dare un’ulteriore spinta allo svuotamento delle funzioni tipiche delle ex-vigilanze urbane.
Talmente grandi sono ormai la disinvoltura e la superficialità con le quali si discute di questi argomenti, che già nel dibattito finale in Commissione la maggioranza aveva dovuto accogliere alcuni dei nostri emendamenti. Infatti, nessuno si era accorto che il provvedimento eliminava en passant persino ogni residuo controllo da parte dell’Assemblea legislativa regionale.
No, la sicurezza e la formazione professionale non c’entrano granché. C’entra invece la voglia di fare le polizie del sindaco e un po’ di propaganda, come conferma altresì il documento di accompagnamento dell’Assessorato regionale, oggi miracolosamente scomparso dal dibattito, che parla di “un luogo simbolico, per creare senso di appartenenza e rappresentanza esterna adeguata”.
E, se c’era bisogno di ulteriori conferme, oggi è stato bocciato anche il nostro emendamento che diceva semplicemente che la formazione degli ufficiali e sottufficiali dovesse riguardare prevalentemente le funzioni di polizia amministrativa e di polizia stradale.
Insomma, tra ronde, polizie del sindaco, Accademie più o meno reali e militari per strada siamo messi proprio male, anzi malissimo. E quello che fa specie più di ogni altra cosa è che soltanto così pochi sembrino sentire la puzza di bruciato.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Si chiama pomposamente “Accademia per gli ufficiali e sottoufficiali di Polizia Locale”, avrà sede principale a Milano e dispone di un finanziamento regionale iniziale di 400mila euro, ma nella sostanza non aggiunge molto ai corsi di formazione regionali che già ci sono. Insomma, un’operazione politica a spese del bilancio pubblico, tesa ad accelerare il processo di politicizzazione delle polizie locali.
Del resto, è lo stesso Assessorato regionale, nel suo documento di accompagnamento, a confermare che il punto non è la formazione professionale, ma altro. Infatti, sotto il titolo “Senso attuale di un’Accademia” scrive testualmente: “un luogo simbolico, per creare senso di appartenenza e rappresentanza esterna adeguata”.
La Giunta regionale voleva persino eliminare ogni forma di controllo democratico da parte del Consiglio regionale, che secondo il testo originario non sarebbe stato nemmeno più informato su quello che succedeva nell’”Accademia”. Soltanto grazie ad alcuni nostri emendamenti, approvati oggi in Commissione II (Affari Istituzionali), è stato reintrodotto almeno l’obbligo di “sentire” la Commissione.
Ma questa limitazione del danno non basta certo per far venire meno le inquietudini e la nostra contrarietà al provvedimento. Infatti, l’esperienza di questi anni ci ha insegnato che la tendenza a trasformare le ex-vigilanze urbane in una sorta di polizie del sindaco, con tutto ciò che ne consegue in termini di invasione de jure e de facto delle competenze delle forze dell’ordine e di strisciante marginalizzazione delle attività tipiche e proprie delle polizie municipali, ha avuto effetti preoccupanti anche sul piano della formazione.
Esempio lampante, ma certo non unico, è il caso dell’incredibile “dimenticanza” da parte dell’IReF di inserire nei piani formativi per gli addetti di polizia locale i corsi relativi ai controlli di sicurezza nei cantieri, che provocò già nel dicembre 2006, sulla base della nostra denuncia, un richiamo formale e unanime da parte del Consiglio regionale.
In cambio lo stesso IReF, sempre nel 2006, promosse un corso di formazione per dirigenti di P.L. dal titolo “Fenomeno religioso e rischio”, in cui si parlava dei nessi tra la religione islamica e il terrorismo, della “nuova guerra mondiale” di Al Qaeda e Hamas e della “questione palestinese e irachena”. E come se non bastasse, la docenza dei corsi fu affidata al Cesnur (Center for studies on new religions), il cui dirigente è Massimo Introvigne, cioè un influente membro dell’organizzazione dell’estrema destra intergralista “Alleanza Cattolica”. D’altra parte c’era poco di cui stupirsi, visto che l’allora presidente dell’IReF, Lorenzo Cantoni, scriveva abitualmente sulla rivista “Cristianità”, organo di “Ac”.
Insomma, invece di contrastare la politicizzazione e la militarizzazione delle polizie locali, puntando piuttosto sulla formazione professionale relativa ai compiti propri, si fa l’esatto contrario. E così, non sorprende certo che l’unica battaglia della Lega in Commissione, peraltro coronata da successo, sia stata soltanto quella di chiedere di aprire sedi di rappresentanza dell’”Accademia” anche in altre città. Non serve a nulla, costa altro denaro pubblico, ma è tanto utile in campagna elettorale.
La Commissione II ha approvato oggi il provvedimento con il voto favorevole di PdL, Lega e Pd, l’astensione di Sarfatti e il voto contrario di Rifondazione. Martedì prossimo, con ogni probabilità, lo voterà l’Aula. Da parte nostra riproporremo anche in quella sede la nostra battaglia e il nostro ragionamento, auspicando che nel frattempo anche qualcun altro trovi la lucidità di alzare la voce.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo del provvedimento approvato oggi in Commissione II
 

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L’attacco del vicesindaco De Corato al Cocer dei Carabinieri e ai sindacati di polizia, rei di aver criticato le ronde, evidenzia una volta di più quello che è il vero progetto che diversi settori del centrodestra e non solo stanno sempre più apertamente perseguendo. Cioè, emarginare ed erodere i tradizionali corpi di polizia, in particolare la Polizia di Stato, al fine di imprimere una maggior politicizzazione della gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza.
E, a tal proposito, l’esaltazione del cosiddetto “modello Milano” non è certo un caso. Infatti, proprio nella capitale lombarda assistiamo, non da oggi, a una vera e propria moltiplicazione di soggetti che si occupano di sicurezza e che tendono a invadere le sfere di competenza delle forze dell’ordine. Dal processo di militarizzazione della Polizia locale, sempre più simile a una sorta di polizia del vicesindaco, all’elargizione di denaro pubblico ad associazioni private, passando per la scalpitante Polizia provinciale di Penati e per le inutili pattuglie dell’esercito in alcune vie cittadine.
E mentre tutto questo accade, la Questura non solo fatica, a causa della mancanza di fondi, a far uscire le proprie volanti o a coprire i buchi dell’organico, ma deve altresì fare la badante ai militari, tenere d’occhio le iniziative private o quelle di alcuni nuclei speciali della Polizia locale e fornire gli uomini per le guerre private del Vicesindaco, come nel caso del Cox 18.
C’è da meravigliarsi che gli organismi di rappresentanza dei carabinieri e della polizia, di qualsiasi simpatia politica siano, abbiano deciso di alzare la voce di fronte all’ultima trovata governativa di legalizzare e fomentare le ronde di partito?
Il “modello Milano”, come lo chiama l’aspirante sceriffo De Corato, non è la soluzione, bensì parte integrante del problema. E forse sarebbe il caso che qualcuno in più inizi a preoccuparsi di quello che sta accadendo, perché quando la gestione della sicurezza diventa un affare in mano a una sola parte politica, allora i confini della democrazia sono già oltrepassati.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
La crisi morde e il Governo se la prende con gli immigrati. Questo e non altro è il senso dell’odierno decreto legge, il quale viene fatto nel nome della lotta alla violenza sessuale, ma che poi risulta essere un semplice anticipo del “pacchetto sicurezza”, con la legalizzazione delle ronde e l’allungamento della detenzione amministrativa nei Cie fino a sei mesi.
Le due norme citate non sono soltanto inutili ai fini della sicurezza pubblica, ma palesemente dannose. Legalizzare le ronde vuol dire che gruppi di cittadini si possono costituire in associazione, richiedere contributi pubblici mediante una convezione con i Comuni e, infine, pattugliare il territorio. Non ci vuole molto per capire che, data l’aria che tira, saranno anzitutto settori contigui alle forze politiche di destra o estrema destra ad utilizzare a man bassa questa possibilità e a “vigilare” contro gli stranieri tout court. Altro che sicurezza, qui siamo alla produzione sponsorizzata con denaro pubblico di insicurezza!
L’allungamento del periodo di detenzione amministrativa nei Cie (ex-Cpt) non è solo un atto odioso, ma è anche gravemente lesivo dei principi dello stato di diritto, poiché prevede che persone che non sono accusate di aver commesso reati possano essere rinchiuse per sei mesi. E per giunta quelle persone, che appunto non vedranno mai un giudice ordinario, saranno detenute in strutture inadatte per lunghi periodi di permanenza e dove vige una sorta di omertà di Stato che non ritroviamo nemmeno nelle carceri di massima sicurezza.
No, la sicurezza non c’entra un fico secco. E nemmeno la repressione dell’infamia dello stupro c’entra. Il tema è tutt’altro, cioè un Governo che ha rinunciato a misure forti e determinate di fronte alla crisi economica intende affrontare gli effetti sociali della crisi, che dispiegheranno la loro potenza negativa nei prossimi mesi, indicando un nemico, un untore, un responsabile e buttandola in “sicurezza”.
Quanto fatto oggi è solo un indecente antipasto di quello che succederà con l’approvazione del cosiddetto “pacchetto sicurezza” al vaglio della Camera. Lì si alzerà ulteriormente il tiro contro lo “straniero” con una serie di divieti, multe, tasse e pene speciali e con l’introduzione del reato di clandestinità, compreso per quegli immigrati che diventeranno “clandestini” in seguito a un licenziamento, magari dopo lunghi anni di lavoro e di soggiorno regolare.
Ecco perché diventa ancora più importante partecipare alla manifestazione, proposta dalla Cgil e già programmata per domani a Milano (ore 14.00, P.ta Venezia) contro il “pacchetto sicurezza”.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo completo del Decreto Legge del 20 febbraio
 

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C’era una volta la fiera degli Oh bej! Oh bej!, ma oggi sembra sia rimasto soltanto un campo di battaglia. Altro che atmosfera natalizia e tradizioni meneghine: da due giorni la zona del mercatino è presidiata militarmente, il traffico è in tilt e persino gli ingressi della città vengono monitorati. È la guerra di Riccardo De Corato, da lui sognata ed evocata per anni e che ora si è tristemente materializzata.
Eppure, al più antico dei mercatini milanesi gli “abusivi” ci sono sempre stati. Da decenni, alle bancarelle ufficiali si affiancavano quelle non autorizzate e i milanesi le hanno sempre visitate entrambe, in perfetto stile bipartisan. Anzi, qualche volta trovi quello che cerchi proprio su una bancarella non autorizzata di qualche ingegnoso artigiano.
Certo, gli anni passano e gli Oh bej! Oh bej! sono stati pure spostati dal loro luogo originario alla più spaziosa piazza Castello. E quindi, inevitabilmente, è aumentato anche il numero di potenziali espositori, tra autorizzati, quelli che l’autorizzazione non l’hanno ottenuta e quelli che non l’hanno nemmeno chiesta. Insomma, un problema c’è sicuramente, ma è di organizzazione e di progettualità, non certo di ordine pubblico.
Tutto questo non sembra però interessare agli amministratori milanesi, ormai ostaggi volontari della visione manichea della città del Vicesindaco, che riduce qualsiasi cosa e problema a una questione di polizia. Non c’è dunque da stupirsi che a Milano ogni anno si inizi a ragionare sulla gestione degli Oh bej! Oh bej! cinque minuti prima di mezzanotte e che non ci sia mai un guizzo di creatività e intraprendenza tra un anno e l’altro, cercando di ripensare il mercatino alla luce della realtà.
Il triste spettacolo di questi giorni e di queste ore è in buona parte responsabilità degli amministratori milanesi e della loro mancanza di idee e iniziativa. E non aiutano certamente le trovate penose di altri notabili della politica meneghina, come quella di Penati, che non ha esitato a sfidare il ridicolo, proponendo di schierare l’esercito contro alcune bancarelle.
Non possiamo che appellarci ancora una volta agli amministratori della città e ai responsabili dell’ordine pubblico perché facciano prevalere, sebbene in extremis, il buon senso, aprendo un canale di dialogo e risparmiando ai milanesi la vergogna di un mercatino natalizio in stato d’assedio.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
di lucmu (del 05/11/2008, in Sicurezza, linkato 1479 volte)
Le sei ordinanze del Sindaco Moratti, decise ieri dalla Giunta comunale, non sono soltanto figlie di una visione orwelliana della città, ma sono soprattutto un gigantesco imbroglio. A meno che non si voglia sostenere seriamente che gli agenti della Polizia Locale, della Polizia di Stato e dei Carabinieri, già colpiti dai tagli dei finanziamenti, debbano ora abbandonare le loro attività, per dedicarsi all’applicazione delle ordinanze.
Basta infatti scorrere velocemente i divieti per capire che vengono presi di mira non dei pericolosi reati, ma soprattutto dei comportamenti ampiamente diffusi. Così, secondo le ordinanze, d’ora in poi verrà punito con una multa di 500 euro chi consuma alcolici per strada, si fuma uno spinello nel parco o fa una scritta su un muro. A questo si aggiunge la supermulta per quante e quanti si prostituiscono in pubblico e quella, davvero grottesca, per i poveracci che mendicano qualche centesimo per strada.
È evidente che garantire l’applicazione uniforme e capillare sul territorio di una tale opera di rieducazione di massa non è nell’ordine del possibile. Sarà dunque il caso, anzi l’arbitrio, a decidere chi verrà sanzionato e chi no.
Che di vero e proprio arbitrio si tratti è poi confermato dalla stessa lettera delle ordinanze. La descrizione dei comportamenti da sanzionare è a tratti imbarazzante e lascia ampi dubbi sulla legittimità delle sanzioni che verranno emesse. Basta considerare che per essere multati per prostituzione non è necessario consumare un rapporto dietro pagamento, ma basta “contrattare, concordare” con soggetti che “per il loro abbigliamento e modalità di approccio manifestino l’intenzione di esercitare prestazioni sessuali”.
Oppure consideriamo l’ordinanza sul consumo di alcolici che afferma letteralmente: “è fatto divieto di consumare nonché detenere (a scopo di verosimile immediato consumo) ogni genere di bevanda alcolica e superalcolica in contenitori di vetro o in latta, in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico del territorio comunale, allorquando a) si creino condizioni di pericolo derivanti dall’abbandono di qualsivoglia contenitore …; b) si concretizzino comportamenti incivili, violenti o tali da limitare la piena e serena fruizione degli stessi luoghi pubblici …”.
Insomma, non si parla di fatti, ma di intenzioni, di abbigliamento e di comportamenti. Con tanti saluti alla tanto celebrata certezza del diritto.
Tutte queste cose il Sindaco Moratti le sa benissimo, ma non gliene frega niente. Infatti, le casse del Comune sono sempre più vuote e qualche multa in più fa sempre comodo. E poi, va sempre bene indicare qualche nemico, prima il rom, ora il giovane che si fa una birra o una canna, per nascondere la totale assenza di un progetto coerente per la città.
(sull’argomento vedi anche il post su questo blog del 26 settembre scorso)
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo originale delle sei ordinanze della Moratti
 

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