Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Domani, martedì 14 luglio, dopo due rinvii consecutivi dovuti ai dissidi interni alla maggioranza, il Consiglio regionale discuterà finalmente il "piano casa" lombardo.
Un provvedimento privo di fantasia e progetto, che consiste fondamentalmente in un insieme di deroghe e sconti urbanistici innestati su un quadro normativo sempre più intricato e incoerente, nella speranza che basti togliere qualche regola edilizia per ridare ossigeno a tutta l’economia. Insomma, un “piano” dagli incerti effetti anticrisi, ma che in cambio comporta un forte impatto negativo sul territorio.
Che ci troviamo nel regno dei desideri, piuttosto che in quello della programmazione, è peraltro confermato dalla previsione degli effetti economici sbandierata dal Pirellone, cioè i famosi 7 miliardi di investimenti e 30mila nuovi posti di lavoro. Cifre e numeri che suonano bene, ma che purtroppo peccano di scarso realismo, poiché si basano sul presupposto che tutti i soggetti privati, dal primo all'ultimo, in grado di costruire qualcosa in base alla maxi-deroga, lo facciano effettivamente nel futuro immediato. Cioè, che siano non solo invogliati, ma anche in condizione di mobilitare e investire risorse economiche.
Ci permettiamo quindi di dubitare seriamente della concretezza di quei numeri, specie quando la parte pubblica non ci mette un euro e nemmeno un po' di governance.
Dall'altra parte, invece, una certezza c'è: si smantella un altro pezzo di governo del territorio, si favoriscano i soliti furbetti del mattone e si stimola quella selvaggia densificazione abitativa e urbanistica, tanto cara agli attuali amministratori milanesi.
Domani in Aula ci opporremo con forza a questo "piano" che piano non è. Si tratta di un provvedimento sostanzialmente inemendabile, perché sbagliato nei suoi presupposti, e tuttora esposto a ulteriori modifiche peggiorative da parte di settori della maggioranza.
Con i nostri emendamenti vogliamo limitare l'impatto negativo del provvedimento sul territorio, impedire che siano compromesse attività produttive esistenti nelle aree metropolitane e introdurre correttivi che aumentino l'offerta di alloggi per i redditi medio-bassi.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo della proposta di legge e i nostri emendamenti presentati
 

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Nell’odierna seduta del Consiglio è naufragato ingloriosamente, come ampiamente prevedibile, anche l’ultimo tentativo di salvare la faccia a Formigoni e di approvare in ogni modo il cosiddetto “piano casa”. Dunque, ormai è ufficiale, se ne discuterà martedì 14 luglio.
Stamattina la maggioranza le ha provate tutte, presentando una richiesta di procedura d’urgenza e facendo persino saltare la discussione sul provvedimento più corposo, già inserito nell’ordine del giorno. Ma poi la montagna ha partorito il classico topolino e, appena due ore dopo la presentazione alla presidenza dell’assemblea, i capigruppo di Pdl e Lega hanno ritirato la richiesta d’urgenza, prima che fosse messa ai voti.
Insomma, ancora una volta hanno fatto tutto da soli, in piena continuità con gli imbarazzanti pasticci delle ultime settimane.
Infatti, il “piano casa” di Formigoni era stato programmato una prima volta per il Consiglio del 1° luglio, ma poi non se n’era fatto niente, visto che alcuni giorni prima in Commissione il relatore di maggioranza, il forzista Bordoni, aveva presentato numerosi emendamenti, non concordati con la Lega, che stravolgevano il provvedimento. Poi la discussione era stata riprogrammata per oggi, 7 luglio, ma la seduta di Commissione di giovedì scorso non è riuscita a licenziare il testo, causa boicottaggio di alcuni consiglieri del Popolo della Libertà. Ne sono seguiti il diktat di Formigoni, il ritiro di tutti gli emendamenti del centrodestra e il maldestro tentativo di forzare la mano al Consiglio.
In tutti questi passaggi – è bene ricordarlo - nemmeno una delle proposte emendative delle opposizioni è mai stata discussa. Anzi, nella giornata di ieri, esse sono state tutte pregiudizialmente respinte dalla maggioranza.
Chiusa la fase acuta dei pasticci e dei litigi di maggioranza, auspichiamo che, in vista del seduta di Consiglio del 14 luglio, la discussione possa tornare finalmente nei luoghi deputati ed essere affrontata con trasparenza.
Da parte nostra, presenteremo tutti gli emendamenti che la Commissione non ha voluto nemmeno affrontare, perché le troppe manovre e manovrine all’ombra del Pirellone hanno solo rafforzato la nostra convinzione che quel “piano” debba cambiare radicalmente.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
La Commissione consiliare V (Territorio) ha approvato oggi pomeriggio il “piano casa” regionale con i soli voti favorevoli del centrodestra. Ma Formigoni è riuscito a ottenere l’approvazione soltanto al prezzo della militarizzazione della sua maggioranza - i cui dissidi interni avevano fatto saltare per due volte la discussione in Consiglio, il 1° e il 7 luglio - e riducendo la Commissione a un passacarte del Presidente.
Infatti, il testo approvato oggi esce dalla Commissione identico a come ci era entrato, poiché ai commissari del centrodestra è stato imposto il ritiro di tutti gli emendamenti - compresi quelli ulteriormente cementificatori del relatore Bordoni -, mentre quelli delle opposizioni sono stati dichiarati inaccettabili in via di principio, cioè a prescindere dal merito.
A questo punto possiamo dare per certo che, contrariamente a quanto annunciato da Formigoni la scorsa settimana, il “piano casa” non sarà discusso nella seduta di Consiglio di domani, ma soltanto lunedì 13 o martedì 14 luglio.
Per quanto ci riguarda, anche dopo il ritiro degli emendamenti di una parte del Pdl, diamo un giudizio negativo del “piano casa”. Ci batteremo in Aula per evitare che i centri storici e i parchi diventino oggetto di operazioni speculative e perché i bonus volumetrici nei quartieri popolari siano destinati ad alloggi sociali e alla riqualificazione.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Il tanto decantato “piano casa” lombardo salta di nuovo e non andrà in Consiglio nemmeno il 7 luglio prossimo, come programmato e come strombazzato ai quattro venti dal Presidente Formigoni. È la seconda volta che succede ed è sempre a causa dei dissidi interni al centrodestra, che questa volta si sono manifestati in maniera clamorosa.
Infatti, oggi la Commissione V (Territorio) doveva approvare il provvedimento, ma non l’ha potuto fare perché la maggioranza non è riuscita a garantire la maggioranza. C’erano i consiglieri delle opposizioni e anche quelli della Lega, ma tra le fila del Popolo della Libertà le assenze erano vistose e pesanti.
Nemmeno le imbarazzanti irregolarità del Presidente della Commissione, Bordoni, del Pdl - che ha ritardato l’inizio dei lavori per oltre un’ora nonostante il numero legale fosse ampiamente garantito - sono riuscite a salvare la situazione. I commissari assenti del Pdl non si sono proprio fatti trovare. Quindi, Commissione sconvocata e rinviata a data da destinarsi.
Insomma, nel centrodestra c’è un problema politico evidente, visto che oggi è stata la stessa maggioranza di Formigoni ad affondare Formigoni.
Sarà per il “piano casa” o c’è dell’altro? 
Insomma, ce lo dicano, a noi e ai cittadini, perché francamente non ne possiamo più di questi giochetti, fatti di roboanti annunci mediatici, pessimi progetti di legge e misere sceneggiate di potere.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Ultima ora: in serata Formigoni ha convocato i capigruppo della sua maggioranza. Conclusione, come da comunicato stampa ufficiale della Regione: “Esito della riunione è che la maggioranza ritira tutti i suoi emendamenti per votare in Commissione lunedì il testo originario del pdl varato dalla Giunta regionale". Vedremo dunque lunedì se gli emendamenti peggiorativi verranno effettivamente ritirati.
 
 
Salta la seduta del Consiglio regionale già fissata al 1° luglio, che doveva discutere e approvare il “piano casa” lombardo. È la prima conseguenza degli emendamenti fortemente peggiorativi presentati ieri in Commissione V (Territorio) da parte del relatore Bordoni, del Pdl (Popolo della Libertà).
Queste modifiche alla proposta di legge della Giunta regionale, approdate in Commissione a meno di una settimana dal programmato Consiglio, evidentemente non preoccupano soltanto le opposizioni, ma anche una parte della maggioranza di centrodestra.
Si tratta infatti di un regalo bello e buono a taluni interessi forti e rappresentano una ulteriore deregulation urbanistica.
E così, secondo gli emendamenti presentati, il bonus volumetrico non varrebbe più per i soli edifici residenziali, ma per qualsiasi edificio, anche in centro città, e per giunta senza alcun obbligo di mantenere la destinazione d’uso.
In secondo luogo, nei quartieri di Erp-Edilizia residenziale pubblica, dove il bonus è più consistente (pari, cioè, al 40%), ora gli enti proprietari, Aler e Comuni, non solo potrebbero cedere la volumetria aggiuntiva a soggetti privati, ma questi ultimi potrebbero persino spostarla in altri quartieri.
Infine, grazie a un emendamento che rappresenta forse più di ogni altro la filosofia di queste novità, al termine dei lavori non sarebbe nemmeno più necessario dimostrare di aver effettivamente realizzato un risparmio energetico. Infatti, verrebbe eliminato il dovere di presentare al Comune l’attestato di certificazione energetica.
Il “piano casa”, così com’era, non ci convinceva affatto, ma la sua nuova versione è semplicemente inaccettabile. Auspichiamo pertanto che il rinvio della seduta del Consiglio non si traduca in una pura perdita di tempo, ma diventi occasione perché si facciano udire quelle voci che, anche all’interno della maggioranza, pensano al territorio come a un bene comune e non come a un parco giochi per i soliti noti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare la tabella sinottica con tutti gli emendamenti e osservazioni finora presentati in Commissione V. Segnaliamo in particolare quelli del Relatore agli articoli 3 e 4
 

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Al di là delle roboanti dichiarazioni di Formigoni sui benefici effetti economici del cosiddetto “piano casa”, in realtà tutti da dimostrare, resta la certezza di un’ulteriore deregulation urbanistica, i cui vantaggi immediati andranno ad alcuni privati, mentre i costi futuri verranno scaricati sulla collettività.
Infatti, la proposta di legge di Formigoni e Boni, impegnati nell’ennesimo gioco delle parti, è fondamentalmente una maxi deroga alle regole urbanistiche, che comporterà nelle grandi città una maggiore densificazione abitativa, senza però prevedere alcun obbligo o vincolo in termini di servizi.
Anzi, il provvedimento  recita semplicemente, al comma 5 dell’articolo 5, che il Comune in sede di formazione o adeguamento del Pgt “verifica l’eventuale ulteriore fabbisogno di aree pubbliche o servizi urbani indotto dall’attuazione della presente legge”. Cioè, il Comune se ne occuperà eventualmente, se vorrà e se potrà,  forse.
Ma i maggiori beneficiari della deroga saranno certamente i costruttori che amano investire nel business dell’edilizia convenzionata. Infatti, miracolo delle modifiche legislative degli ultimi anni, ormai per Edilizia Residenziale Pubblica (Erp) non si intendono più soltanto le “case popolari”, cioè quelle con canoni d’affitto destinati ai redditi bassi, ma un po’ di tutto, compresa l’edilizia convenzionata.
Ebbene, l’articolo 4 della proposta di legge prevede che in quest’ultimo caso si possa ampliare la volumetria addirittura del 40%, non solo con riferimento al singolo edificio, bensì al “quartiere”. Cioè, anche mediante la costruzione di nuovi edifici.
Un regalo straordinario all’Amministrazione comunale di Milano, nemica giurata delle case popolari e teorica del “mix sociale”, cioè della sostituzione del canone sociale con quello convenzionato, e dei cittadini a reddito basso con quelli a reddito più alto.
Insomma, questo “piano” è un buon affare per alcuni, ma un cattivo affare per la maggior parte dei cittadini.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
Qui sotto puoi scaricare il testo del progetto di legge che la Giunta regionale ha deliberato oggi e che è conosciuto come “piano casa” (peso: 2Mb). La maggioranza di centrodestra vuole farlo approvare dal Consiglio entro la fine giugno.
 

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Il 9 maggio scorso l’Aler e il Comune di Milano hanno annunciato che le “Casette” di via Barzoni 11 saranno demolite e al loro posto dovranno sorgere nuovi edifici. Gli inquilini hanno appreso la notizia dalla stampa, poiché, in barba alla tanto declamata “partecipazione”, con loro nulla era stato concordato. Anzi, fino a poco tempo fa, dal Comune di Milano arrivavano promesse e impegni di ristrutturazioni, visto che c’è anche l’amianto da rimuovere.
E così, gli inquilini del caseggiato hanno reagito, sottoscrivendo una dichiarazione perentoria: “I firmatari di questo documento nonché locatari degli stessi stabili si rifiutano categoricamente di lasciare i loro appartamenti e pretendono la ristrutturazione degli stabili e la rimozione dell’amianto”.
Ce n’è abbastanza, ci pare, per interrogarsi su come Comune e Aler gestiscano il rapporto con gli inquilini delle case popolari, ma ci si potrebbe anche chiedere se la demolizione sia proprio la strada più utile e giusta. Infatti, le cosiddette “casette” sono un po’ particolari. Si tratta di sei edifici bassi costruiti negli anni ’50 (l’amianto l’hanno aggiunto invece molto più tardi, negli anni ’80…), uno dei pochi esempi di edilizia popolare “orizzontale” a Milano. Gli inquilini amano chiamarle “villette a schiera”, ovviamente in versione popolare ed economica. Ma un po’ di verde e di vivibilità in più comunque c’è.
Attualmente le sei “casette” ospitano 60 alloggi a canone sociale. Comune e Aler vorrebbero costruire al loro posto edifici più alti, che possano contenere 120 alloggi. Quelli a canone sociale sarebbero sempre 60, cioè non cambierebbe nulla, ma si aggiungerebbero altri 60 con canoni d’affitto più alti: 30 a canone moderato e 30 a canone convenzionato con patto di futura vendita.
Insomma, alla luce di un’operazione demolizione/nuova costruzione spuntata dal nulla, di cui non si sa ancora tutto, e della totale assenza di cura dei rapporti con le persone che in quelle case attualmente abitano, oggi i Consiglieri regionali dell’opposizione Muhlbauer (Prc), Mirabelli (Pd), Agostinelli (Unaltralombardia), Monguzzi (Verdi), Cipriano (Sd), Prina (Pd) e Zamponi (IdV) hanno depositato un’interpellanza all’Assessore regionale alla Casa.
 
Il testo integrale dell’interpellanza, comprensivo degli allegati che testimoniano le proteste degli inquilini, può essere scaricato cliccando sull’icona qui sotto:
 

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Un piatto di lenticchie a chi vive nelle case popolari e un ben servito agli aventi diritto che da anni stanno in graduatoria. E’ questa la morale dell’odierno voto in Consiglio regionale, con il quale il centrodestra, con il voto contrario dell’opposizione, ha dato il via libera al pacchetto di modifiche alle leggi regionali sull’edilizia residenziale pubblica.
L’aumento generalizzato dei canoni, provocato dalla contestata legge regionale n° 27 di un anno fa, viene calmierato soltanto in minima parte e per giunta in maniera differenziata tra quanti vivono nelle case Aler e quelle a gestione comunale. Insomma cambia poco per pochi.
E come se non bastasse, l’abusato slogan del “mix sociale” è stato tradotto nella realtà di una futura riduzione dell’offerta pubblica di alloggi a canone sociale. Infatti, è stato persino respinto il nostro emendamento di salvaguardia, che intendeva escludere la destinazione di patrimonio Erp ad altre tipologie di canone (convenzionato o moderato) in presenza di una domanda sociale insoddisfatta in graduatoria.
Ieri sera con il voto della sola maggioranza il Consiglio ha confermato anche per il 2009 l’erogazione di un sussidio regionale a chi guadagna anche 150-200 mila euro. Oggi la stessa maggioranza manda a dire alle fasce deboli delle nostre città che si arrangino. Complimenti, davvero una scelta di classe.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo della legge di modifica approvata
 

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Oggi la Commissione V del Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il pacchetto di modifiche a diverse leggi regionali relative all’edilizia residenziale pubblica, che verrà dunque discusso e votato in Aula il 18 o 19 dicembre. Il Prc, come anche il resto dell’opposizione, ha espresso voto contrario.
Abbiamo votato contro con decisione perché si tratta di un provvedimento sbagliato non solo nel merito, ma anche per la direzione di marcia che indica. Qualora venisse approvato in Aula così com’è, saremmo di fronte a un sostanziale disimpegno di Regione Lombardia nei confronti dei ceti sociali più deboli, proprio quando la crisi inizia a picchiare duro.
Non solo la più volte annunciata “riforma” delle Aler si è tradotta in una banale operazione di accentramento di potere nelle mani della Giunta regionale, con l’estromissione dai CdA dei rappresentanti degli enti locali e con l’esautorazione del Consiglio regionale per quanto riguarda la nomina dei presidenti delle Aler, ma l‘attesa riforma della contestatissima l.r. 27, responsabile dell’aumento generalizzato dei canoni d’affitto nelle case popolari, si è risolta in un pannicello caldo che cambia poco per pochi.
E come se non bastasse con una norma capestro si ripropone una visione pericolosa e rovesciata del tanto declamato “mix sociale”. Infatti, qualora applicata, la nuova norma non porterà tanto a una maggior disponibilità di alloggi sociali, bensì a un’ulteriore erosione dell’offerta pubblica rivolta ai ceti più deboli. In altre parole, invece di favorire l’insediamento di lavoratori e ceti meno abbienti nelle nuove zone residenziali, si procede all’esatto contrario, installando alloggi a canone convenzionato, molto più oneroso di quello sociale, nelle attuali zone popolari.
Da parte nostra siamo determinati a condurre una battaglia emendativa per modificare sostanzialmente questo provvedimento, ricercando la massima unità possibile di tutte le forze dell’opposizione. Al contempo, auspichiamo che le due settimane che ci dividono dalla discussione in Aula possano portare qualche riflessione anche nelle fila della maggioranza.
Questo non è il tempo di scaricare la crisi sui lavoratori e sulle famiglie più deboli, ma di assumere il sostegno alle fasce sociali meno abbienti come bussola dell’azione istituzionale.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo completo del Pdl n. 342, così come approvato in Commissione V
 

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di lucmu (del 19/11/2008, in Casa, linkato 1140 volte)
Il governo regionale lombardo ha riservato un’amara sorpresa di Natale agli inquilini delle case popolari e a quei tantissimi cittadini che ogni anno si vedono respingere la loro domanda di alloggio sociale. Ai primi dà un pannicello caldo, invece di un intervento serio contro il caro-affitti, e ai secondi riduce ulteriormente l’offerta di abitazioni. In sostanza, vengono scaricati, abbandonati al loro destino.
Tutto questo può sembrare un controsenso, specie ora che la crisi e la recessione picchiano duro, ma è esattamente quanto c’è scritto nel pacchetto di emendamenti (Pdl n. 342) della Giunta a diverse leggi regionali relativi all’edilizia residenziale pubblica. E, sebbene il progetto sia stato consegnato alla Commissione soltanto tre giorni fa e che non ci sia un accordo con i sindacati inquilini, goffamente mascherato da un’intesa firmata dall’Assessore con le segreterie confederali, il centrodestra ha già annunciato che intende comunque farlo approvare dal Consiglio entro Sant’Ambrogio.
E così, la più volte annunciata modifica della legge n. 27, quella che ha provocato un aumento generalizzato e insostenibile degli affitti nelle case popolari, non solo arriva in Consiglio con grave ritardo rispetto agli impegni assunti dall’Assessore, ma brilla soprattutto per l’inconsistenza dei correttivi. Insomma, poco più di una mitigazione parziale, con l’aggiunta di alcuni aggiustamenti resi necessari dal caos applicativo di questi 11 mesi di vigenza della legge. Per gli inquilini, però, colpiti da aumenti fino al 300%, non cambia nulla di sostanziale.
Il pacchetto di modifiche non si limita, tuttavia, alla sola questione degli affitti, ma tocca anche due altre questioni: le Aler e le assegnazioni delle case popolari. Della prima, relativa alla legge regionale n. 13 del 1996, si è parlato molto, persino evocando concetti altisonanti come “riforma delle Aler”, salvo poi scoprire che la montagna ha partorito un topolino, nemmeno troppo simpatico. Infatti, l’unica cosa concreta è l’intervento sui CdA delle Aler, con un’operazione di accentramento di potere nelle mani del Presidente della Regione. E così, verrebbero eliminati dai CdA gli unici due componenti non nominati dalla Regione, ma da Province e Comuni capoluogo, mentre la nomina dei presidenti delle Aler sarebbe d’ora in poi prerogativa della Giunta e non più del Consiglio regionale.
Della seconda questione, invece, nessuno sembra avere voglia di parlare, a partire dall’Assessore. Anzi, pare quasi un emendamento clandestino. Eppure, rappresenta una vera propria bomba, poiché interviene sulle modalità di assegnazione e sulle graduatorie. In estrema sintesi, la modifica alla l.r. n. 1/2000 prevede la possibilità per gli enti proprietari (Aler e Comuni), previo nulla osta del governo regionale, di poter cambiare la destinazione di quote del patrimonio Erp. Cioè, parte degli alloggi sociali potrà essere sottratto alle graduatorie e trasformato in alloggi da affittare con canone moderato o convenzionato, cioè un affitto più alto e meno accessibile alle fasce sociali più deboli.
Si tratta di una norma fortemente voluta dal Comune di Milano, in nome del cosiddetto housing sociale, e che porterebbe ad un ulteriore erosione dell’offerta pubblica di alloggi a canone sociale, dopo quella già decisa dalla legge n. 27 con la vendita del 20% del patrimonio Erp. Per capire quanto sia grave questo progetto, basti ricordare che attualmente in Lombardia il 95% degli aventi diritto in graduatoria non riesce ad avere un alloggio sociale e che tutti i dati disponibili indicano per i prossimi anni un aumento della domanda di alloggi sociali.
Per quanto ci riguarda, la nostra opposizione a questo progetto sarà netta e totale, così come continuiamo a batterci per una reale ed efficace sterilizzazione degli aumenti dei affitti.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il pacchetto di emendamenti della Giunta regionale
 

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