Blog di Luciano Muhlbauer
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
di lucmu (del 11/03/2008, in Regione, linkato 889 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto del 11 marzo 2008 (pag. Milano)
 
Da oggi il Consiglio regionale è riunito per discutere e votare, in prima lettura, la proposta di nuovo Statuto della Lombardia. A livello pubblico se n’è parlato poco finora, forse perché si tratta di materia ostica e poco accattivante. Tuttavia, la vicenda non va sottovalutata, visto che lo statuto “determina la forma di governo e i princìpi fondamentali di organizzazione e funzionamento”, come recita l’articolo 123 della Costituzione. Insomma, stiamo parlando di come si organizza la democrazia, il potere politico e il rapporto regione-cittadini nella regione di Formigoni.
E allora, cominciamo dall’inizio, cioè dallo stato di cose presente. La prolungata egemonia culturale e politica delle destre ha segnato profondamente la Lombardia e Formigoni è forse l’uomo politico che più di altri l’ha tradotta in un modello politico e sociale coerente. Le sue parole d’ordine, cioè federalismo e sussidiarietà, si sono concretizzate in un crescente accentramento di potere nel figura del presidente e in una sempre più estesa privatizzazione delle funzioni pubbliche. Un mix micidiale, che fa sì che la stessa privatizzazione sia pesantemente condizionata dalla tutela pubblica di interessi particolari, a partire da quelli della Compagnia delle Opere.
Sul piano istituzionale e su quello dell’equilibrio dei poteri, per scomodare il vecchio Montesquieu, tutto questo ha comportato un progressivo svuotamento dell’assemblea legislativa. Ne costituisce prova lampante il fatto che il 90% delle leggi regionali approvate sono proposte dalla Giunta oppure la forte tendenza alla delegificazione, spacciata come “semplificazione”, ma che nella realtà significa che le leggi fissano criteri sempre più generali, mentre le regole e le norme che contano, specie quando si tratta di distribuire denaro pubblico, le delibera poi la Giunta nelle segrete stanze.
In altre parole, il presidente lombardo non assomiglia tanto ai suoi colleghi statunitensi, ma piuttosto a un’edizione moderna del Principe, che emargina l’assemblea legislativa e instaura un rapporto diretto, neocorporativo e verticistico, con la società.
Ebbene, mesi fa la discussione in commissione statuto iniziò con una proposta di “compromesso” che salvaguardava il presidenzialismo, condiviso da centrodestra e Pd, ma che restituiva al Consiglio almeno alcuni poteri, legislativi e di controllo. Ma poi piombò in commissione l’emissario di Formigoni, cioè l’assessore Colozzi, e fu una raffica di emendamenti e modifiche, con il risultato finale di un testo che fotografa l’esistente. Cioè, un Consiglio debole e un Presidente onnipotente.
È sintomatica a questo riguardo la riscrittura, in extremis, della norma originale che prevedeva una riserva di legge per quanto attiene le prestazioni relative ai diritti civili e sociali. Ora non c’è più nessuna riserva e sarà, dunque, il Presidente ad occuparsene direttamente.
C’è poi tutto il resto, come il rapporto tra Regione e i cittadini, dove la partecipazione è ridotta a qualche affermazione generica, salvo poi elevare a rango statutario il principio neocorporativa del “partenariato”. Oppure, c’è la solita “sussidiarietà orizzontale”, intesa come privatizzazione dei servizi pubblici. O ancora, la parte dei principi generali, dove si elude il fatto che la Lombardia è ormai multietnica e che le famiglie non sono solo quelle fondate sul matrimonio, ma in cambio non si dimentica di citare la “cooperazione” con la Chiesa cattolica.
Insomma, siamo sicuramente riusciti a eliminare dalla proposta alcuni eccessi, come la tutela della vita “sin dal suo concepimento”, trasformato poi in un più ambiguo “in ogni sua fase”, ma lo statuto così come si presenta è l’apoteosi del continuismo.
Non siamo dei pazzi e non sogniamo uno statuto di sinistra nella Lombardia di oggi. Ma pensiamo che uno statuto che assomiglia al programma di governo della maggioranza sia un cattivo statuto. Ecco perché in commissione non abbiamo votato a favore e perché continueremo la nostra battaglia politica.
 
qui sotto puoi scaricare la proposta di Statuto in discussione in Consiglio

Scarica Allegato
 
di lucmu (del 13/03/2008, in Regione, linkato 973 volte)
Dopo due giorni e mezzo di seduta il Consiglio regionale ha approvato il nuovo Statuto d’autonomia della Lombardia. Hanno votato a favore i gruppi della maggioranza di centrodestra (Fi, An, Lega, Udc) e il Partito Democratico, mentre i gruppi della sinistra (Prc, Sd, Verdi, Pdci) si sono astenuti.
Lo statuto entrerà in vigore soltanto dopo una seconda votazione da parte del Consiglio, da tenersi tra due mesi, e verrà definitivamente promulgato se il Governo non lo impugnerà per motivi di illegittimità costituzionale e se non verrà richiesto il referendum popolare.
La Lombardia è tra le ultimissime regioni italiane a dotarsi di un nuovo statuto, come richiesto dalla legge costituzionale n. 1 del 1999, ed è forse l’unico caso in cui questo non sia stato approvato all’unanimità dal Consiglio. Siamo dunque consapevoli che la nostra odierna astensione non rappresenta un fatto ordinario. Dall’altra parte, la Lombardia è il luogo dove il presidenzialismo regionale all’italiana ha mostrato più nitidamente il suo carattere squilibrato e autoritario, anche a causa della forza del sistema di potere di Formigoni, e sarebbe stato irresponsabile e miope adagiarsi su un coro bipartisan che fotografa la distorsione democratica esistente (vedi nostro articolo dell’11 marzo).
Il risultato finale della tre giorni dedicati allo statuto non si discosta molto dal testo iniziale. Sono stati accolti una trentina di emendamenti, ma non sulle parti fondamentali del testo, cioè quelle relative ai poteri e alle funzioni dell’assembla legislativa e del Presidente. E così, da una parte c’è stato qualche abbellimento e, dall’altra, qualche contentino alla Lega, con l’introduzione della “festa regionale”. Non è stata stabilita la data, ma va per la maggiore l’ipotesi del 7 aprile, in memoria del giuramento di Pontida dell’anno 1167…
Significativo era però il lungo dibattito in aula, parecchio lontano dal presunto “spirito costituente” invocato dalle destre e dedicato, invece, in larga misura alle contraddizioni della maggioranza. Tutto sommato, un clima scialbo, dove si toccava con mano che la testa di tanti non stava in Consiglio, bensì in campagna elettorale (quella politica e quella regionale, che si avvicina sempre di più).
Unico fatto degno di nota, in senso negativo, è il tentativo dell’assessore Buscemi (Fi) di abrogare ogni, pur timido, riferimento alle pari opportunità tra i generi, nel caso degli organi di governo della Regione e degli organi direttivi degli enti e delle aziende controllati dalla Regione. Certo, il senso era quello di salvaguardare la mano libera della Giunta nelle nomine, ma il dibattito era più che paradigmatico, perché andava ben oltre alla questione concreta, toccando punte di misoginia stupefacenti, dall’intervento inqualificabile dell’assessore Prosperini (An) fino agli insulti gratuiti a Vladimir Luxuria della Lega. Alla fine, dopo le aspre proteste dell’opposizione e una conseguente sospensione della seduta, il tutto si è risolto con una piccolissima modifica, che in realtà non cambia molto. Ma lo spettacolo è stato davvero imbarazzante!
Dulcis in fundo, il comportamento del Presidente Formigoni, che la dice lunga sul rispetto che gode l’assemblea legislativa da parte del presidente. La sua presenza in aula è durata, infatti, il tempo del suo intervento, dove ha rivendicato che lo statuto è lo “specchio” della sua azione politica, e poi non si è più visto. Nemmeno oggi, durante il “solenne” voto finale, si è presentato perché impegnato in qualche riunione di partito relativa alla sua campagna elettorale per il Senato della Repubblica…
Insomma, lo statuto approvato oggi è uno statuto che si limita a fotografare l’esistente, cioè il modello Formigoni.
 
qui puoi scaricare sia il testo dello Statuto approvato, che l’intervento in aula consiliare dell’assessore Prosperini, dedicato alla questione pari opportunità. Buona lettura…
 

Scarica Allegato
 
Regione Lombardia, come tutte le istituzioni pubbliche, stanzia regolarmente dei fondi per finanziare sponsorizzazioni e partecipazioni a eventi di natura istituzionale, culturale o sportiva. E questo va sicuramente bene, sempre che si rispetti il pluralismo e la trasparenza. Ma che vengano stanziati ben 120mila euro a favore del Meeting annuale di Comunione e Liberazione che si svolgerà a Rimini tra il 24 e il 30 agosto, ci pare un eccesso ingiustificabile.
Beninteso, 120mila euro non è nemmeno la cifra definitiva che Regione Lombardia spenderà per partecipare all’evento, bensì soltanto quanto corrisposto direttamente agli organizzatori del meeting per la “concessione di spazi espostivi e di visibilità”. Infatti, occorrerà aggiungere ulteriori costi per quanto riguarda l’allestimento, il personale impiegato ed eventuale materiale pubblicitario, ma questi non risultano quantificati dalla delibera regionale n. 7166 del 24 aprile scorso.
Che vi sia un’evidente sproporzione in questi 120mila euro risulta peraltro da un semplice paragone con un’altra sponsorizzazione, del tutto simile e contenuta nella medesima delibera. Cioè, il governo regionale ha stanziato 50mila euro per una settimana di presenza istituzionale all’Expo di Saragozza 2008.
Oggi abbiamo quindi depositato un’interrogazione alla Giunta per sapere quali sono i criteri che hanno motivato uno stanziamento di tale entità e quali saranno i costi aggiuntivi, allo stato sconosciuti, che dovrà affrontare il bilancio regionale.
Attendiamo ovviamente la risposta all’interrogazione per esprimere un giudizio definitivo, ma sin d’ora pare evidente che i conti non tornano. O meglio, i conti tornano benissimo se consideriamo che la sponsorizzazione riguarda una manifestazione del movimento politico-religioso al quale appartiene il Presidente Formigoni.
E in tempi di vacche magre, dove ogniqualvolta si parla di spesa sociale, per il lavoro o per la casa i governanti lombardi ci rammentano che bisogna risparmiare e tagliare, questo eccesso ci sembra francamente immorale e inaccettabile.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo dell’interrogazione
 

Scarica Allegato
 
Quante parole erano state spese da Formigoni e dalla sua maggioranza per magnificare il nuovo Statuto “’d’autonomia” della Regione Lombardia. E per celebrarlo a dovere lunedì scorso era stata persino organizzata un’edizione speciale della “festa dello statuto”, con tanto di giochi di luce che illuminavano il Pirellone. Eppure, a soli tre giorni dai festeggiamenti, Formigoni e i suoi hanno già iniziato a violarlo.
Infatti, l’articolo 11 dello Statuto nuovo di zecca, dedicato all’uguaglianza fra uomini e donne, recita testualmente: “La Regione promuove il riequilibrio tra entrambi i generi negli organi di governo della Regione”. Detto, fatto! E con il rimpasto di Giunta, presentato oggi ufficialmente alla stampa, l’unica donna assessore che era presente nel principale organo di governo della Regione è stata sostituita con un maschio.
Ma forse siamo noi a non aver compreso bene il termine “riequilibrio” e l’interpretazione autentica va cercata nelle parole del pretendente alla vicepresidenza della Lombardia, l’assessore Piergianni Prosperini. Non ci riferiamo alle sue esternazioni sulla necessità di “garrotare i gay” che gli avevano regalato la notorietà nazionale, bensì al suo meno noto intervento in Aula consiliare in occasione del dibattito sul nuovo Statuto, dedicato interamente a una requisitoria contro “questa strana cosa che sono le pari opportunità”.
Povera Lombardia! Non rimpiangiamo certo l’ex assessore Viviana Beccalossi, da cui ci divide un abisso politico, ma che ora ci si trovi addirittura con un governo regionale composto da soli maschi ci pare essere un pessimo segnale.
Proprio in Lombardia, i cui governanti pretendono essere l’avanguardia d’Italia, si registra un pesante arretramento culturale. Ce n’è da riflettere per tutti i lombardi e, soprattutto, per tutte le lombarde.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
Qualcuno lo mormorava già settimane fa, ma ora le segnalazioni sono diventate davvero tante. Cioè, l’onorevole Gian Carlo Abelli, ex Assessore della Giunta regionale della Lombardia e uomo vicinissimo al Presidente Formigoni, continuerebbe ad avere a sua disposizione un automezzo con relativo autista dell’Amministrazione regionale per i suoi spostamenti a Milano, anche dopo le sue dimissioni da Assessore.
Se questa notizia dovesse corrispondere a verità, allora saremmo di fronte a un fatto di una certa gravità. Ecco perché oggi abbiamo presentato un’interrogazione.
In questi mesi si parla molto e di solito male della pubblica amministrazione. Anzi, si parla male soprattutto dei lavoratori del pubblico impiego, considerati in toto dei “fannulloni” e responsabili unici degli sprechi. E così, la mannaia del Ministro Brunetta si abbatte su quanti garantiscono, spesso in condizioni precarie e quasi sempre con stipendi miseri, il funzionamento dei servizi pubblici.
Ma nessuno sembra avere voglia di guardare davvero cosa succede nelle pubbliche amministrazioni, dove come in altri campi della vita il pesce inizia a puzzare dalla testa. In questo senso il privilegio di una macchina di rappresentanza con tanto di autista sarebbe più che eloquente.
Non vogliamo certo discutere le amicizie politiche del Presidente Formigoni, che sono affari suoi, ma l’istituzione Regione Lombardia e le sue risorse sono un affare di tutti e tutte. Quindi, qualcuno - e con urgenza - deve una spiegazione pubblica ed esaustiva.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo dell’interrogazione
 

Scarica Allegato
 
C’è maretta nella sede territoriale di Brescia di Regione Lombardia, da quando nel mese di luglio ai suoi dipendenti sono stati liquidati i compensi incentivanti straordinari, legati alla gestione dell’emergenza determinatasi con il terremoto del 2004 nella zona di Salò.
Infatti, il 30 giugno scorso era terminata formalmente la gestione commissariale e, come autorizzato dall’ordinanza n. 3675/2008 del Presidente del Consiglio, sono stati distribuiti ai lavoratori della struttura commissariale i fondi residui non utilizzati, in base ai criteri definiti dal Commissario, l’assessore Massimo Buscemi, e dal Soggetto attuatore, l’allora dirigente della sede bresciana della Regione, Silvio Lauro. Si trattava complessivamente di 297mila euro, di cui la maggior parte, cioè 220mila, era destinata a dipendenti regionali.
Di per sé nulla di strano. Non solo si tratta di una prassi consolidata in casi del genere, ma la competenza e l’impegno dei funzionari e dei tecnici regionali sono stati riconosciuti da tutti. Al massimo ci si potrebbe chiedere chi e come ha stabilito l’ammontare del residuo, visto che nel bresciano c’è ancora oggi chi ricerca fondi per terminare la ristrutturazione di edifici danneggiati dal sisma. È il caso, per esempio, della parrocchia di Muscoline che ospita molte chiese, di cui alcune medievali.
Ma, come si sa, il diavolo si nasconde sempre nel dettaglio e nel nostro caso il dettaglio sta nel come sono stati distribuiti questi compensi. Infatti, il malumore dei lavoratori è ampiamente comprensibile non appena ci si confronta con una serie di stranezze. Così si viene a sapere, leggendo un semplice verbale del 2005, che Silvio Lauro assicurò ai funzionari della sede bresciana che non ci sarebbero state “indennità aggiuntive” per nessuno e soprattutto non per il “soggetto attuatore”, cioè lui stesso, salvo poi scoprire che Lauro si è visto assegnare il compenso più alto di tutti: oltre 24mila euro. Poi c’è il fatto che funzionari che svolgevano attività simili in orari analoghi si sono visti assegnare premi sostanzialmente diversi oppure ci sono le denunce circa l’inserimento nella lista dei beneficiari di qualcuno che non ha mai lavorato nella struttura commissariale, mentre molti altri che svolgevano attività funzionali al commissariato, pur non facendone formalmente parte, si vedevano esclusi del tutto.
Insomma, le domande sono tante e finora non c’è una sola risposta convincente. Per questo oggi i consiglieri regionali Muhlbauer, Agostinelli, Squassina O. (Prc), Monguzzi (Verdi) e Squassina A. (Sd) hanno depositato un’interpellanza, nell’auspicio che per il bene dell’istituzione venga fatta chiarezza al più presto.
Infine, in questa storia c’è anche una morale. Infatti, i funzionari e i tecnici della sede di Brescia, il cui lavoro è andato ben oltre al contrattualmente dovuto, si trovano cornuti e mazziati, ma nel frattempo il nostro Silvio Lauro ha ottenuto la promozione a Direttore Centrale del Personale dell’amministrazione regionale. In altre parole, in questi tempi di Brunetta pensiero e processi sommari ai presunti “fannulloni”, forse vale la pena raccontare questa storia. Giusto per ricordarci di quello che la buona vecchia saggezza popolare sa da sempre, cioè che il pesce inizia a puzzare dalla testa.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo dell’interpellanza
 

Scarica Allegato
 
L’onorevole Gian Carlo Abelli, parlamentare e numero tre di Forza Italia, ad oggi continua ad avere a sua disposizione un’auto blu e un autista dell’amministrazione regionale, nonché un ufficio al Pirellone, anche dopo le sue dimissioni da Assessore regionale, avvenute il 24 giugno scorso. Questo è quanto ci conferma ora formalmente la Giunta lombarda, rispondendo alla nostra interrogazione del 31 luglio scorso (vedi post su questo blog del 31 luglio scorso).
Una risposta alquanto scarna, a dire la verità, poiché conferma la circostanza, motivandola con un contratto di collaborazione, a titolo gratuito e senza vincolo di subordinazione, con il Presidente Formigoni, ma senza specificare i termini e i contenuti dell’incarico assegnato all’On. Abelli. Ecco perché oggi abbiamo presentato una nuova interrogazione, chiedendo di conoscere il testo e la durata del contratto e il costo per l’amministrazione regionale dei servizi messi a disposizione.
Tuttavia, non è certamente necessario attendere le ulteriori e doverose risposte della Giunta per poter esprimere il nostro vivo stupore. Ma come? Un deputato che in quanto tale percepisce una sua indennità e usufruisce di diversi servizi e facilitazioni ha bisogno che Regione Lombardia gli paghi automobile con autista, telefono e computer? E per fare che cosa poi? Esercitare le funzioni di parlamentare o quelle di dirigente del nascituro PdL oppure qualcosa d’altro?
E magari ci raccontano pure la favola nera del Ministro Brunetta, dove i responsabili unici dei guai e degli sprechi delle pubbliche amministrazioni sarebbero i malpagati lavoratori. Ma per favore!
Non ci scandalizziamo sicuramente del fatto che Formigoni e Abelli continuino a lavorare insieme al loro progetto politico. Questo è lecito e normale. Ma forse lo è un po’ meno confondere le attività di partito o di corrente con la cosa pubblica.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare la risposta dell’Assessore Colozzi e la nuova interrogazione
 

Scarica Allegato
 
Oggi la nostra regione ha raccolto i primi frutti avvelenati seminati dal nuovo Statuto della Lombardia: con un atto di arroganza politica e istituzionale Formigoni ha avocato a sé tutte le nomine nei consigli d’amministrazione degli enti controllati dalla Regione.
Infatti, il nuovo Statuto, approvato otto mesi fa con un voto bipartisan Centrodestra-Pd, aveva certificato la realtà del presidenzialismo sui generis e squilibrato vigente dalle nostre parti, prevedendo dunque che anche le nomine negli enti, aziende, agenzie e soggetti partecipati dalla Regione non fossero più competenza dell’assemblea legislativa, bensì della sola Giunta.
Ma si sa, la fame viene mangiando, e così il governo regionale ha pensato bene di forzare nella seduta di oggi l’approvazione di un provvedimento che traducesse questo principio statutario in legge, senza peraltro attendere la ridefinizione complessiva della normativa sulle nomine. Un atto di arroganza talmente palese che la richiesta preliminare dell’opposizione di non procedere alla discussione è stata respinta, nel segreto dell’urna, per un solo voto: 34 a 34.
Oggi Formigoni e Cl si sono portati a casa un bel regalo di natale, cioè poter nominare nei consigli d’amministrazione degli enti regionali chi vogliono senza più fastidiose discussioni e votazioni nel Consiglio e annessa pubblicità. Un pessima giornata invece per il Consiglio, ridotto a una corte del principe, e per i cittadini lombardi, che dovranno rinunciare a un’ulteriore fetta di trasparenza.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
 
I concorsi, a guardarli bene, a volte sorprendono, specie nella Regione governata da Formigoni. E questo è sicuramente il caso del concorso qui in esame.
Non è che ci siano in gioco posti di lavoro ben retribuiti, di livello dirigenziale o simili, anzi in realtà non è in gioco nemmeno un solo nuovo posto di lavoro, ma soltanto una “progressione verticale” per dieci (10) lavoratori. Cioè, si tratta di una “selezione interna”, riservata al personale di ruolo della Giunta Regionale della Lombardia, dove i vincitori del concorso passeranno dalla categoria C a quella D. In altre parole, i vincitori avranno un modesto incremento salariale e qualche riconoscimento professionale. Poca cosa, si direbbe, ma chi conosce la realtà lavorativa e retributiva dei dipendenti regionali, molto lontana dalla leggenda nera spacciata da Brunetta, sa che quel poco può significare anche molto.
Infatti, per sole 10 progressioni hanno presentato domanda ben 332 lavoratori e di questi 268 hanno sostenuto la prima prova d’esame, in realtà una pre-selezione utile a scegliere quei candidati che avrebbero poi partecipato alla prova vera e propria. Una pre-selezione basata su due questionari, uno di carattere cognitivo e l’altro consistente in un test “psico-attitudinale”.
Ma eccoci alla sorpresa, o meglio all’anomalia: soltanto 11 candidati su 268 hanno superato la pre-selezione (ricordiamo che sono 10 le progressioni in palio). Un tasso di bocciatura del 96%, ottenuto peraltro con dei test poco idonei ad accertare le competenze professionali dei candidati. E, come se non bastasse, pare che ben due terzi di quanti hanno superato la prima prova appartengano al medesimo ramo dell’amministrazione regionale, cioè alla Direzione Generale Presidenza.
Insomma, tutto ciò può essere ovviamente la semplice conseguenza del caso e di qualche scelta sbagliata della Commissione esaminatrice, che ha attribuito ai test “psico-attitudinali” un peso eccessivo, ma quando si presentono della anomalie e si sollevano degli interrogativi, allora è giusto e doveroso chiedere delle spiegazioni.
Per questo, oggi abbiamo presentato un’interpellanza all’Assessore competente, con la quale chiediamo appunto delle spiegazioni urgenti. Ci pare che queste siano dovute, anzitutto ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno partecipato al concorso.
 
qui sotto puoi scaricare il testo integrale dell’interpellanza
 

Scarica Allegato
 
L’aveva detto il Tar nel 2008 e lo ha confermato il Consiglio di Stato il mese scorso: quel concorso del 2006 per 20 posti di dirigenti della Regione Lombardia era illegittimo e pertanto da annullare. Eppure, tutti i dirigenti regionali assunti sulla base del concorso in questione continuano ad essere regolarmente in servizio e a firmare atti, anche di grande rilevanza amministrativa.
Infatti, la Giunta regionale non intende accettare nemmeno la sentenza d’appello del Consiglio di Stato, da essa stessa voluta, e, anzi, rilancia con un ricorso alla Corte di Cassazione “per difetto di giurisdizione”, come deciso con la delibera di Giunta del 20 maggio scorso.
Ma c’è un piccolo problema: fino alla sentenza d’appello era assolutamente legittimo che i dirigenti così assunti continuassero nelle loro funzioni, poiché il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 3006/08, aveva sospeso l’effetto della sentenza del Tar fino all’appello. Ma ora non risultano esserci basi giuridiche e quindi tutti gli atti firmati dai dirigenti provenienti da tale concorso sono a rischio illegittimità.
Riteniamo l’atteggiamento da parte della Giunta regionale perlomeno curioso. Non solo non si tiene conto che il Consiglio di Stato ha smontato proprio il cuore della tesi difensiva della Regione, cioè che in virtù del riformato titolo V della Costituzione essa non dovesse più pubblicare i bandi di concorso sulla Gazzetta Ufficiale, ma si espongono a rischi di legittimità una lunga serie di atti amministrativi.
Abbiamo pertanto presentato un’ulteriore interpellanza all’Assessore Colozzi sul concorso, la terza dopo quelle sul medesimo argomento del 2006 e del 2008, al fine di avere spiegazioni esaurienti e per sollecitare la Giunta regionale a rispettare la sentenza del Consiglio di Stato e pertanto procedere all’indizione di un nuovo bando.
Riteniamo quest’ultimo un passo necessario non solo alla luce di quanto già detto, ma anche per tutelare l’istituzione dalle troppe dicerie già in circolazione, che a questo punto potrebbero assumere nuova credibilità. L’accanimento della Regione si spiegherebbe cioè con la vicinanza a Comunione e Liberazione di molti dirigenti assunti in questo modo e con la presenza tra di loro del figlio di un Assessore, nonché cognato del Presidente Formigoni.
 
Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer
 
qui sotto puoi scaricare il testo integrale dell’interpellanza
 

Scarica Allegato
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8


facebook twitter youtube
Cerca  
Titolo

Titolo

Titolo
Antifascismo (86)
Casa (48)
Diritti (19)
Infrastrutture&Trasporti (38)
Lavoro (232)
Migranti&Razzismo (147)
Movimenti (124)
Pace (21)
Politica (105)
Regione (77)
Sanità (19)
Scuola e formazione (71)
Sicurezza (59)
Territorio (46)

Catalogati per mese:

Ultimi commenti:
Exploring cbd joint...
06/11/2024
di BruceProob
Exploring hemp blun...
21/10/2024
di Trentsipsy
These Delta 9 gummie...
02/10/2024
di Brianpruse



21/11/2024 @ 23:23:52
script eseguito in 55 ms

Ci sono 1753 persone collegate